AEDES LARIUM IN VIA SACRA (27 Giugno)



LARES AUGUSTI

Aedes Larium in Via Sacra era una festa che avveniva il 27 giugno in onore dei Lares, divinità protettrici etrusche e romane. Si ricordava l'istituzione della aedes a loro dedicata sulla via Sacra. Plauto trasmette la figura dei Lares in forma di cani, che venivano posizionati accanto alla porta d’ingresso.

Probabilmente appoggiandosi ad una precedente tradizione etrusca, queste divinità avevano il compito di proteggere, in generale, i confini; che fossero strade, terreni, case o proprietà. Da qui nasce la divisione dei vari ambiti di competenza:

1) Lares praestites: protettori della città.

2) Lares familiares: Lares domestici più antichi dei Lares Patrii, sono i protettori della "Familia".

3) Lares patrii: "Oh Lari paterni, non vergognatevi di essere stati fatti con un vecchio tronco" (i più antichi venivano scolpiti nel legno, erano gli antenati un po' divinizzati, più dalla Gens che della Familia).

4) Lares cubiculi: protettori della casa (con tutti quelli che c'erano dentro, schiavi compresi). 

5) Lares compitales: protettori dei crocicchi (ma anche dei trivii). 

6) Lares permarini: protettori sul mare per i marinai, soprattutto i soldati. 

7) Lares rurales: protettori dell'agricoltura, responsabili del buon raccolto.

8) Lares Augusti: aggiunti in un secondo tempo, erano i numi tutelari della famiglia imperiale e, di conseguenza, di tutto lo Stato romano. 

LARES - LA CASA DEL NAVIGLIO - POMPEI
La festa veniva celebrata il 27 giugno in onore dei Lares, divinità protettrici presso l'Aedes a loro dedicata sulla via Sacra. Gli Aedes furono a Roma i luoghi sacri più arcaici insieme ai lucus e alle aedicula. Il templum dunque derivava dall'inauguratio compiuta dall’augure, mentre la aedes non è inaugurata, ma consacrata dal pontefice e dedicata dal magistrato.

Ne consegue che può essere templum anche un sito o un edificio di uso civile, come il Comizio e la Curia, mentre la aedes è sempre e solo un edificio di culto.

Se invece un edificio è inaugurato, consacrato e dedicato, acquista il doppio carattere di templum e di aedes. E' adibito al culto, ma può essere adibito anche a funzioni civili, come ad esempio le riunioni del Senato nel Tempio di Bellona o di Apollo Palatino.

Ogni aedes ha un suo statuto (lex aedis) e un suo patrimonio. In quanto sacra è inviolabile e non è commerciabile; il suo patrimonio è invece commerciabile, purché risponda allo scopo per il quale viene costituito.

LARES - MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI 
La cura dell'aedes è dunque affidata allo stato, ed è tutelata dallo ius sacrum. La custodisce l'aedituus, che non è né sacerdote né magistrato (una specie di "sacrestano").

Il 27 giugno era dedicato alla festa degli Aedes Larium nella importante via Sacra, festività già esistente ma fu Augusto a spostarla sulla Via Sacra. Probabilmente Augusto volle riunire due feste in un’unica processione: la festa dei Lari e la festa in onore del Tempio di Iupiter Stator, anch’esso costruito sulla Via Sacra. A Roma metà dell'anno era festivo, bisognava metterci un freno, altrimenti si lavorava molto poco.

Anticamente l'Ardes Larium era un unico edificio che riuniva un focolare dedicato a Marte, e un focolare ai Lari, separati dall’edificio col focolare di Vesta, collegati solo da un unico passaggio. Successivamente venne spostato in un nuovo edificio posto tra la Domus Regis Sacrorum, e l’atrium-aedes Vestae, zona dedicata alla Dea Vesta. All'esterno vi si accedeva tramite la Via Sacra e all’interno dell'Aedes si accedeva a dei “sotterranei” in linea con l’oltretomba dei Lari.

LARES - POMPEI
Dove conducevano questi sotterranei non si sa, ma Roma è ancora in larga parte sotterrata, perchè quasi tutta edificata al disopra con i vari palazzi, e le scoperte archeologiche si fanno quasi sempre per caso, quando si devono eseguire dei lavori di risanamento per gli edifici attuali.

Durante la festa tutti potevano portare le stesse preghiere a differenti divinità, si che le famiglie potevano ritrovarsi e scambiarsi i Lari raffiguranti i morti di quell’anno e ricostruire il retaggio attraverso gli antenati. 

Oppure si stringevano nuove alleanze o matrimoni per collegare le varie famiglie. Naturalmente se un membro della famiglia disonorava gli antenati, oltre che su di lui la sventura avrebbe potuto abbattersi contro altri membri della famiglia, per cui le preghiere e le offerte dovevano in questo caso moltiplicarsi.

La festa era molto sontuosa anche perchè alla fine compariva, nella lunga processione che snocciolava tutti i tipi di Lares agghindati con ghirlande e nastri, i Lares Augusti che proteggendo la famiglia imperiale proteggevano lo stato e il popolo romano.

LARES PRIVATI
Ma tra i Lares Augusti spiccò poi il Lar Augusti, il Genio di Augusto, quello che ispirava Augusto per il bene di tutto l'Impero Romano. Insomma lunga vita all'Augusto, anche qui la propaganda non mancava, e visto che comunque il governo di Ottaviano fu un buonissimo governo, mite e illuminato, il popolo lo adorava e adorava i Lares, i potenti protettori.

La cerimonia iniziava nel tempio della Via Sacra dove officiavano i sacerdoti e in genere vi assisteva lo stesso imperatore per ricevere il tributo affettuoso del popolo, poi l'imperatore se ne tornava alla sua reggia e aveva inizio la processione che coinvolgeva Giove Stator (colui che impediva ai soldati di fuggire, restando saldi al loro posto di combattimento) e i Lare tutti, pubblici e privati.

Non mancavano le musiche, i canti e le danze che accompagnavano la processione a cui si accodava il pubblico devoto, poi dopo un lungo giro la "processio" tornava al tempio dove il popolo sfilava donando ghirlande, fiori, nastri, oggetti e monete che i sacerdoti raccoglievano e riponevano nel tempio o nel suo magazzino sottostante.


Al termine della processione si preparavano i banchetti nelle case dove fervevano gli inviti soprattutto fra i membri delle varie gentes per favorirne il legami e gli accordi, oppure tra i membri di una stessa familia. Nelle ricche domus che raccoglievano tali ospiti si poneva una ghirlanda sul cancello con un'immagine dei Lares, anch'essi coinvolti nell'invito.

Mostrare al pubblico che si teneva in debita considerazione i Lares era segno di essere buoni e pii cittadini romani, perfino la reggia non si sottraeva a tale usanza. Essendo inoltre tempo d'estate i cittadini meno abbienti solevano festeggiare tale ricorrenza anche nelle campagne, chi poteva nelle proprie case di villeggiatura, chi non ne aveva si faceva ospitare dalle famiglie di congiunti anche lontani portando i doverosi omaggi e doni.

Astenersi dalla festa era giudicato riprovevole verso i congiunti e verso i Lares tutelari che di certo si sarebbero vendicati. Ovviamente durante la festa era d'obbligo il vino, con cui si facevano i rituali 7 brindisi usando un unico bicchiere che doveva essere bevuto interamente al termine dei sette brindisi. Si dice che la ritualità dei sette brindisi massonici all'Agape dei solstizi provenga da questo antico brindisi romano. 

Dopo i sette brindisi rituali, per conservare il numero sacro si faceva una pausa offrendo dei dolci che si caratteristici  della festa dei Lares (secondo alcuni autori sembra aromatizzati al rosmarino sacro ai morti), si passava al brindisi finale in onore dei Lares Augusti per il bene di tutto l'Impero Romano, fieri tutti di appartenere ad un popolo così glorioso, potente e tanto amato dagli Dei.


BIBLIO

- Antonio Nibby - Roma antica di Fabiano Nardini - Stamperia De Romanis - Roma - 1818 -- Felice Romano, Antonio Peracchi - Dizionario di ogni mitologia e antichità - Tip. Ranieri Fanfani - Milano - 1826 -
- Appiano di Alessandria - Storia romana -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -


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