L'AREA DEGLI HORTI SPEI VETERIS |
Il complesso degli Horti Spei Veteris, (successivamente denominati Horti Variani), era una residenza imperiale edificata nella zona orientale di Roma, nella Regio V Esquiliae, iniziata da Settimio Severo (193-211) e terminata da Eliogabalo (218-222).
Questi si sviluppavano su un'area di circa 12.000 mq compresa tra la Porta Prenestino-Labicana e l'Anfiteatro Castrense, collegato direttamente alle altre parti del complesso, attraverso una lunga carrabile coperta. L'associazione circo-palazzo verrà poi ripresa nella Villa di Massenzio ed in seguito diventerà una costante dei palazzi imperiali tardo antichi.
1523. 29 luglio. AMPHITEATRVM - HORTI VARIANI - VIA APPIA
Adriano VI fiammingo concede licenza a Maria Maddalena Brugmans da Brema, e suoi socii
« effodiendi in Coliseo, et prope Ecam S. Crucis in Hierusalem ac in quadam via publica qua itur a Sancto Sixto ad sanctum Sebastianum .... sine alicuius etiam edificiorum publicorum preiudicio vel deterioratione » .
Le lettere patenti per ciò rilasciate dal card. Armellino intimano ai maestri delle strade di non opporre ostacoli ai concessionarii, per quanto concerne lo scavo sull'Appia, ed ai monaci di s. Croce per quello del Sessorio, pena la scomunica e mille ducati di multa. La Camera si riserva
la metà degli oggetti di scavo da rinvenirsi in suolo publico, il terzo di quelli da rinvenirsi in suolo privato (Arch. vat. Divers. tomo LXXIII, e. 103).
BASILICA DI S. CROCE IN GERUSALEMME (ATRIO DEL PALAZZO SESSORIANO)
Nella parte sud-est della chiesa vi è un ambiente con volta a crociera, trasformato in cappella di S.Elena il cui pavimento era cosparso secondo la tradizione da manciate di terra provenienti dal Calvario, e custodì fino al 1570 le reliquie riportate da S.Elena.
In quest’area erano probabilmente situati gli ambienti residenziali destinati alla famiglia imperiale prima della costruzione della chiesa, visto il ritrovamento di alcuni tratti del corridoio che collegava questi al pulvinar (il palco reale da cui l’imperatore e la corte assistevano agli spettacoli nel Circo Variano).
3. CIRCO VARIANO
Completato sotto Eliogabalo, vi si tenevano le corse dei carri e le manovre militari in onore dell'imperatore, fin quando non vennero costruite le Mura Aureliane, a oriente della moderna basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Era lungo 565 m e largo 125 m e sulla sua spina, Eliogabalo fece collocare l'obelisco di Antinoo.
La parte occidentale dei carceres, è stata ritrovata all'interno delle mura, mentre il lato orientale incurvato si trovava all'altezza di via Alcamo. La costruzione delle mura, durante il regno di Aureliano, tagliò quindi il circo a metà, lasciandone all'esterno la parte orientale.
In epoca successiva la parte del circo rimasta all'interno delle mura venne ristrutturata per l'Imperatore Costantino. Nel IV secolo le strutture del circo furono adibite ad ambienti di servizio, di collegamento e forse di residenza della servitù della corte imperiale.
4. AULA BASILICALE (TEMPIO DI VENERE E CUPIDO)
La struttura è visibile nel giardino del Museo della Fanteria, ovvero il Tempio di Venere e Cupido, un'aula basilicale con funzioni di rappresentanza, il cui orientamento ovest/nord-ovest-est/sud-est è su un asse leggermente convergente a quello della basilica di S. Croce.
L'identificazione con un tempio dedicato a Venere e Cupido, è basata sul ritrovamento di un gruppo marmoreo. oggi al Museo Pio-Clementino in Vaticano, che li raffigurava. Sul basamento è incisa l'epigrafe: “A Venere felice Sallustia e Elpidio hanno consacrato questa statua”. Nelle vesti di Venere felice è ritratta infatti Sallustia Barbia Orbiana, moglie dell'imperatore Alessandro Severo (222-235) di cui Sallustia e Elpidio erano due liberti.
la metà degli oggetti di scavo da rinvenirsi in suolo publico, il terzo di quelli da rinvenirsi in suolo privato (Arch. vat. Divers. tomo LXXIII, e. 103).
NELLE MURA AURELIANE
Quando furono costruite le mura aureliane (273-275), il perimetro di quest'area, dopo aver inglobato l'Anfiteatro Castrense, fu notevolmente allargato per includere una parte della villa degli Horti Spei Veteris.
Il circo Variano, di circa m 550 di lunghezza venne tagliato in due ma venne prolungata la cinta difensiva per altri 200 m a est dell'Anfiteatro Castrense, creando oltretutto una pericolosa sporgenza.
Ciò perchè qui c'era una parte importante della villa, come gli appartamenti dell'imperatore, in area immediatamente retrostante all'attuale basilica. Agli inizi del IV secolo Costantino e l'augusta Elena, che vi stabilì la sua residenza, rimaneggiarono ulteriormente il complesso.
- Basilica di S.Croce in Gerusalemme
- Anfiteatro castrense
- Resti della cavea destra del Circo Variano
- Aula basilicale
- Domus di epoca costantiniana
- Terme Eleniane
Agli inizi del IV secolo l'imperatrice Elena pose la sua residenza nella villa degli Horti Spei Veteris, già luogo di ritiro preferito da Eliogabalo, chiamata Sessorìum. dove si tenevano appunto le sessioni del Consiglio di Stato già all'epoca di Eliogabalo.
L'imperatrice fece trasformare il grande atrio rettangolare della villa, uno snodo architettonico che collegava la parte abitativa con il circo e l'anfiteatro ed era originariamente ricoperto da un soffitto piano, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme (originariamente detta basilica Hierusalem) dove furono custodite le reliquie riportate dal suo pellegrinaggio in Terrasanta (327).
La parete di fondo del padiglione di età ‘severiana’ fu sfondata nella parte centrale per costruirvi l’abside e fu realizzata la divisione interna in transetti trasversali, formando tre spazi destinati alla servitù, alla corte e al clero.
In quest’area erano probabilmente situati gli ambienti residenziali destinati alla famiglia imperiale prima della costruzione della chiesa, visto il ritrovamento di alcuni tratti del corridoio che collegava questi al pulvinar (il palco reale da cui l’imperatore e la corte assistevano agli spettacoli nel Circo Variano).
2. ANFITEATRO CASTRENSE
E' citato nei Cataloghi regionari della V Regio (315-316 c.ca) come "anfiteatro di corte", legato al Palazzo Sessoriano (o Sessorium), di cui facevano parte anche l'edificio su cui oggi insiste la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e i resti dell'aula absidata ad essa adiacente dell'ex comando dei Granatieri di Sardegna che attualmente ospita il Museo della Fanteria.
Fu iniziato sotto Settimio Severo (193-211), all'epoca di Eliogabalo (218-222) e restò in uso fino alla costruzione delle Mura aureliane (273-275), che lo tagliarono a metà e lo trasformarono in bastione, tramite la tamponatura degli archi della facciata.
E' citato nei Cataloghi regionari della V Regio (315-316 c.ca) come "anfiteatro di corte", legato al Palazzo Sessoriano (o Sessorium), di cui facevano parte anche l'edificio su cui oggi insiste la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e i resti dell'aula absidata ad essa adiacente dell'ex comando dei Granatieri di Sardegna che attualmente ospita il Museo della Fanteria.
Fu iniziato sotto Settimio Severo (193-211), all'epoca di Eliogabalo (218-222) e restò in uso fino alla costruzione delle Mura aureliane (273-275), che lo tagliarono a metà e lo trasformarono in bastione, tramite la tamponatura degli archi della facciata.
PIANTA DEL CIRCO VARIANO (INGRANDIBILE) |
La parte occidentale dei carceres, è stata ritrovata all'interno delle mura, mentre il lato orientale incurvato si trovava all'altezza di via Alcamo. La costruzione delle mura, durante il regno di Aureliano, tagliò quindi il circo a metà, lasciandone all'esterno la parte orientale.
In epoca successiva la parte del circo rimasta all'interno delle mura venne ristrutturata per l'Imperatore Costantino. Nel IV secolo le strutture del circo furono adibite ad ambienti di servizio, di collegamento e forse di residenza della servitù della corte imperiale.
RESTI DEL TEMPIO DI VENERE E CUPIDO |
4. AULA BASILICALE (TEMPIO DI VENERE E CUPIDO)
L'identificazione con un tempio dedicato a Venere e Cupido, è basata sul ritrovamento di un gruppo marmoreo. oggi al Museo Pio-Clementino in Vaticano, che li raffigurava. Sul basamento è incisa l'epigrafe: “A Venere felice Sallustia e Elpidio hanno consacrato questa statua”. Nelle vesti di Venere felice è ritratta infatti Sallustia Barbia Orbiana, moglie dell'imperatore Alessandro Severo (222-235) di cui Sallustia e Elpidio erano due liberti.
Per un approfondimento: TEMPIO DI VENERE E CUPIDO
"La nostra signora Elena, madre augusta del venerabile signore nostro Costantino e nonna dei nostri felicissimi e fiorentissimi Cesari, le terme, distrutte da un incendio, ripristinò".
6. LE TERME ELENIANE
Costruite già in epoca severiana, lungo l'attuale via Eleniana, e annesse alla residenza imperiale, andarono completamente distrutte durante un incendio, ma vennero ricostruite tra il 323 ed il 326 per volere dell'augusta:
"La nostra signora Elena, madre augusta del venerabile signore nostro Costantino e nonna dei nostri felicissimi e fiorentissimi Cesari, le terme, distrutte da un incendio, ripristinò".
I pochi resti ancora visibili nel Cinquecento furono completamente distrutti o interrati al tempo di papa Sisto V (1585-90) per la realizzazione della via Felice, che collegava Trinità de' Monti a S.Croce in Gerusalemme. Oggi sono visibili otto delle dodici camere intercomunicanti, poste su due file parallele, che facevano parte di una grande cisterna, probabilmente alimentata da una derivazione dell'Acquedotto Alessandrino. La cisterna era situata a nord del complesso termale, dal quale era separata da grandi giardini.
BIBLIO
- Elisabetta Borgia - Donato Colli - Sergio Palladino - Claudia Paterna - Horti Spei Veteris e Palatium Sessorium - nuove acquisizioni da interventi urbani - 1996 - 2008 -
- Luigi Canina - Gli edifici di Roma antica e sua campagna -1848-56 -
- Antonio Nibby - Roma antica di Fabiano Nardini - Stamperia De Romanis - Roma - 1818 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore - Verona - 1984 -
- Luigi Canina - Gli edifici di Roma antica e sua campagna -1848-56 -
- Antonio Nibby - Roma antica di Fabiano Nardini - Stamperia De Romanis - Roma - 1818 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore - Verona - 1984 -
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