SOTTO VILLA DORIA PAMPHILI



IL CASINO DEL BEL RESPIRO E I GIARDINI ITALIANI

Roma è una delle capitali più verdi d’Europa. I suoi parchi prima dell’unità d’Italia appartenevano alle nobili famiglie romane di cui portano ancora il nome, come quello di Villa Pamphilj che si estendeva a sud dell’acquedotto che l’Imperatore Traiano costruì nel II secolo d.c. per portare acqua al rione di Trastevere.

Villa Doria Pamphili è una residenza storica, ma anche il più grande parco della capitale, con edifici seicenteschi, giardini all’italiana, fontane, cascate, laghi, balaustre di marmo, statue e alberi secolari che costellano la villa, racchiusa tra gli antichi tracciati romani di via Aurelia Antica, via della Nocetta e via Vitellia.


La Villa è inoltre una delle sedi di rappresentanza del Governo italiano, nonché luogo di incontro e dibattito degli Stati Generali. L'edificio più antico del complesso romano esisteva già nel 1630. Lo Stato italiano ha acquistato il nucleo originario della villa nel 1957.

Già residenza di campagna della famiglia Pamphilj, sotto Innocenzo X (1644-1655) divenne una lussuosa residenza nobiliare con l'acquisizione, da parte del Principe Andrea V Doria Pamphilj nel 1856, della Villa Corsini a Porta San Pancrazio. Nel 1939 il Comune di Roma eseguì alcuni espropri, lo Stato Italiano ne acquisì nel 1957 il nucleo originario.

GIUSEPPE VASI

Qui sopra il Casino nell'acquaforte di Giuseppe Vasi (1710 - 1782), eseguita nel 1740, che mostra il giardino segreto del terrazzo inferiore, normalmente visibile solo dal casino e dai terrazzi superiori; gli aranci in vaso punteggiano le sue balaustre.

Parte dei 184 ettari attuali furono acquisiti dal Comune di Roma nel 1965 e nel 1971, aprendolo infine al pubblico. L'apertura di Via Leone XIII (o "Via Olimpica"), ha diviso in due parti il complesso: a est il settore più monumentale con edifici, giardini e fontane, a ovest quello più selvaggio e naturalistico.

Numerose parti della villa conservano tuttora diverse testimonianze dell’epoca romana e qualcuna anche medioevale: il confine settentrionale lungo la Via Aurelia Antica coincide in parte con le strutture dell’acquedotto Traiano. 

FONTANA DEL CUPIDO

L’acquedotto correva per un lungo tratto sotto terra, ma all’altezza di Villa Pamphilj emergeva su arcate, parte delle quali sono state inglobate nel muro di cinta della villa e su quello, nel 1612, Papa Paolo V modificò l’acquedotto romano facendo erigere la celebre mostra del Gianicolo. 

In numerosi settori del parco sono state rinvenute importanti strutture funerarie di età romana (particolarmente significative quelle messe in luce presso il Casino del Bel Respiro); il Casale di Giovio conserva inoltre murature di età imperiale di grande pregio e un architrave decorato altomedievale. 

LA NECROPOLI

LA NECROPOLI ROMANA


RODOLFO LANCIANI - COLOMBARIO DI VILLA PAMPHILI - LO SCEMPIO

" "Pietro Sante Bartoli ci dice che quando venne per la prima volta a Roma verso il 1660, Olimpia Maidalchini e Camillo Pamphili, intenti a gettare le fondazioni del casino, scoprirono "diverse tombe decorate con affreschi, stucchi, e nobilissimi mosaici".

C’erano anche urne di vetro con resti di abiti d’oro, le figure di un leone e di una tigre che furono comprate dal Viceré di Napoli, il marchese di Leve. Alcuni anni dopo, quando Monsignor Lorenzo Corsini intraprese la costruzione del Casino dei Quattro Venti (da allora annesso alla Villa Pamphili e trasformato in una sorta di arco monumentale), e furono trovate e distrutte, per reimpiegarne i materiali da costruzione, 34 splendide tombe (sig!).


Non si possono leggere i resoconti di Bartoli ed esaminare le sue 22 tavole che illustrano il testo senza provare un senso di orrore per gli atti che questi personaggi ciechi furono capaci di compiere a sangue freddo. Ci dice che le 34 tombe formavano una sorta di piccolo villaggio con strade, marciapiedi e piazze; che erano costruite con mattoni rossi e gialli, di splendida fattura, come quelle della Via Latina.

Ogni tomba conservava le proprie decorazioni ed i propri arredi funerari quasi intatti: affreschi, bassorilievi, mosaici, iscrizioni, lampade, gioielli, statue, busti, urne cinerarie e sarcofagi.
Alcune erano ancora chiuse, dato che le porte non erano di legno o bronzo ma di marmo; c’erano iscrizione sugli architravi o sui frontoni che identificavano ogni tomba."

NECROPOLI ROMANA

IL CASINO DEL BEL RESPIRO

Fu sotto Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj), fra il 1644 ed il 1655, che l’area divenne la fastosa residenza nobiliare di campagna e il “Cardinal nepote” Camillo Pamphilj fece edificare il Casino del Bel Respiro con gli annessi giardini, ristrutturò l’edificio di Villa Vecchia e fece erigere alcune delle fontane principali del parco. All’interno del complesso operarono alcuni dei maggiori artisti del tempo tra cui Gian Lorenzo Bernini.

Le facciate del Casino, di ispirazione palladiana, sono riccamente decorate da rilievi, fregi e statue. Contempla un salone centrale per i ricevimenti a doppia altezza e decorato, entro delle nicchie, da quattro sculture del XVII secolo e da alcuni sovra-porte dipinti.  

NECROPOLI ROMANA

Le due sale laterali hanno semplici decorazioni in stucco sulle volte, mentre la sala, con vista sul giardino segreto, riporta sulla volta un pregevole affresco riquadrato da modanature architettoniche.
Al piano inferiore si trovano un vestibolo e una sala rotonda, con magnifici stucchi sulla volta e sculture classiche alle pareti che si apre su due imponenti gallerie: quella dei costumi romani decorata nella volta con raffinati stucchi e quella di Ercole.

C'è il progetto, dopo tanti anni di abbandono, in cui innumerevoli statue sono state trafugate o mutilate, di trasformare Il Casino del Bel respiro in un museo offrendolo alle viste del pubblico che potrebbe godere del bel palazzo e dei molti reperti. A Roma, ma in tutta Italia, non mancano oggetti d'arte da esporre nei musei perchè nei sotterranei dei nostri numerosi musei si nascondono molti più capolavori di quanti ne risiedano nelle vetrine. 

Se li esponessimo potremmo realizzare vari Louvre. Non è un'esagerazione, pensate che nel museo archeologico di Napoli la quantità di capolavori esposta è un tredicesimo di quella posta nei magazzini, ma la situazione è analoga in tutti i più importanti musei italiani.



BIBLIO

- C. Benocci, Villa Doria Pamphilj, Roma 1996
- C. Benocci - Le virtù e i piaceri in villa. Per il nuovo museo comunale della Villa Doria Pamphilj - catalogo della mostra - Roma 1998, Milano 1998 -
- C. Benocci - Algardi a Roma. Il Casino del Bel Respiro a Villa Doria Pamphilj - Roma - 1999 -
- C. Benocci - Villa Doria Pamphilj e il suo Museo in A. Campitelli - Verdi Delizie. Le ville, i giardini, i parchi storici del Comune di Roma - Roma - 2005 -
- Antonio Bosio - Roma sotterranea - Roma - 1632 -
- Necropoli - trad. Ezio Martin - revis. Valerio Aiolli - prefaz. Claudio Magris - Fazi Editore - Roma - 2008 - 

 


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