POPPEA SABINA





Nome: Poppea Sabina
Nascita: 30
Morte: 65
Padre: Tito Ollio
Madre: Poppea Sabina
Coniugi: Rufrio Crispino, Otone, Nerone
Figli: Rufrio Crispino, Claudia Augusta


"Poppea moglie di Nerone era di sorte liberale e magnifica che a li suoi cavalli e altri giomenti, in luoco delli ferri che si pongono a li piedi loro, facea porgli d’oro".
(Guidone Bituricense - libro de gli Esempi)

Poppea Sabina, ovvero Poppæa Sabina (30 circa – Oplontis, 65) fu la seconda moglie dell'imperatore romano Nerone, e quindi imperatrice consorte dell'Impero romano dal 62 alla sua morte. Gli storici dell'antichità videro in lei poche qualità e molti difetti, e venne biasimata soprattutto dagli autori cristiani che la dipinsero come un demone lussurioso.



LA FAMIGLIA

Di grande bellezza e intelligenza, doti ereditate dalla mamma morta suicida nell’anno 47, sicuramente una tragedia per la diciassettenne Poppea, che comunque era già sposata a Rufrio Crispino, prefetto del pretorio nel corso del regno di Claudio e dal quale ebbe un figlio. Rimasta vedova Poppea sposò Marco Salvio Otone, futuro imperatore romano e molto amico di Nerone, imperatore attuale. 

Secondo alcuni storiografi, l'intento della donna era quello di entrare nella corte di Nerone per ammaliarlo; secondo altri, invece, sarebbe stato lo stesso Nerone a chiedere all’amico Otone di sposare Poppea per diventarne l'amante senza destare troppo scandalo. In realtà un imperatore con le amanti non faceva nessuno scandalo, per il semplice fatto che facevano scandalo le donne infedeli e non gli uomini.

Poppea era la figlia di Tito Ollio, pretore durante il regno dell'imperatore Tiberio (42 a.c. - 37 d.c.), la cui amicizia con Elio Seiano, colpito dalla damnatio memoriae, lo rovinò nel cursum honorum. Ma fu anche nipote del nonno materno Gaio Poppeo Sabino, che fu console nel 9 e che durante il regno di Tiberio fu onorato con un trionfo militare, per aver posto fine ad una rivolta in Tracia, nel 26. 

Dal 15 alla sua morte, nel 35, Poppeo Sabino prestò servizio come Governatore Imperiale di Grecia e in altre province. Svolse con onestà e competenza il suo compito di amministratore e godette dell'amicizia della famiglia imperiale. Il nome Sabino indica una provenienza della famiglia dalla zona della Sabina.

Sua madre, anch'essa chiamata Poppea Sabina, era anch'ella una donna bella, elegante e intelligente, che Tacito descrive come una delle donne più amabili del suo tempo. Ma nel 47 dovette suicidarsi, vittima innocente degli intrighi della gelosa Messalina.


Poppea Sabina ebbe anche altri parenti illustri, come il patrigno chiamato Publio Cornelio Lentulo Scipione, che servì come comandante militare nel 22, come console nel 24 e poi come senatore, mentre il fratellastro di Poppea, che aveva lo stesso nome del padre, Tito Ollio, fu console nel 56 e divenne anch'egli senatore.



IL MATRIMONIO CON RUFRIO CRISPINO

Il primo matrimonio di Poppea Sabina fu con Rufrio Crispino, membro dell'ordine equestre che era a capo della guardia pretoriana sotto l'imperatore Claudio, pertanto molto vicino all'imperatore. Da Crispino Poppea ebbe un figlio maschio, che portò il suo stesso nome. 

L'imperatrice Agrippina, quarta moglie di Claudio, nel 51 rimosse Crispino dall'incarico perché lo considerava fedele alla terza moglie Messalina, poi lo sostituì con Sesto Afranio Burro (futuro insegnante di Nerone insieme a Seneca) e infine lo fece giustiziare.

L'essere stato marito di Poppea rese Crispino inviso anche a Nerone: l'imperatore, col pretesto di un suo possibile coinvolgimento nella congiura di Pisone nel 65, lo esiliò in Sardegna e poi ne ordinò l'esecuzione, ma Crispino lo prevenne, suicidandosi.



IL MATRIMONIO CON OTONE

Sembra che Otone si fosse innamorato di Poppea e, quando Nerone se ne invaghì, rifiutò di consegnargliela, peccando di una certa ingenuità. Infatti l'imperatore annullò il matrimonio e allontanò Otone facendolo governatore nella provincia di Lusitania (grosso modo il Portogallo). 

Tutto sommato ebbe fortuna perchè poteva finire ucciso con una scusa qualsiasi, invece Otone rimase in Lusitania per i successivi dieci anni, il che lo salvò dalle congiure di palazzo e dai capricci criminali di Nerone, amministrando però la provincia con onestà, accortezza e giustizia, cosa non comune negli avidi governatori dell'epoca.



L'OMICIDIO DI AGRIPPINA

Secondo Tacito, Poppea era ambiziosa e senza scrupoli, ma se lo era non lo era meno di Agrippina, la madre di Nerone che, considerandola una concorrente pericolosa al suo potere sul figlio, cercò di persuadere il figlio ad abbandonarla e sembra che questo fu il motivo, o almeno uno dei motivi principali, per cui Nerone uccise la madre nel 59.

Sempre secondo Tacito, Agrippina aveva tentato anche l'incesto con Nerone, pur di estromettere Poppea e garantire il potere a se stessa. Nerone l'aveva così allontanata dalla corte, e temendo che volesse ucciderlo per mettere sul trono un suo futuro marito, alla fine ne aveva approvato l'omicidio. Ma questa appare come una farneticazione.

La condanna venne approvata anche da Seneca (per salvarsi la vita, ma fu una salvezza momentanea) e da Burro, il quale ne incaricò Aniceto che la fece pugnalare, raccontando poi che lei stessa si era uccisa, dopo la scoperta della sua congiura contro Nerone.

Il funerale venne celebrato in segreto, ma Nerone manifestò rimorso e soffrì di incubi per l'omicidio della madre, attribuendone in senato la colpa all'istigazione di Poppea. Con tutto ciò nel 62 Nerone sposò Poppea dopo aver ripudiato Claudia Ottavia, figlia dell’imperatore Claudio che lo aveva adottato, per sterilità e averla relegata in Campania.



L'OMICIDIO DI OTTAVIA

La popolazione manifestò a favore di Ottavia ottenendo però che Nerone l'accusasse di tradimento, costringendola al suicidio. Secondo la tradizione, l’imperatrice consorte fu esiliata nell’isola di Pandataria (ora Ventotene), fu bloccata al muro e le furono tagliate le vene ma, poiché il flusso di sangue era eccessivamente lento, fu poi messa in un bagno di acqua calda per accelerarne il trapasso. 

La donna fu poi decapitata per mostrare il capo a Poppea, la nuova imperatrice. Poppea venne da molti considerata l'istigatrice dell'omicidio di Ottavia e di altri, tra cui Seneca, o del loro esilio, ma sono solo congetture prive di prove.

Secondo altri storici, come Dimitri Landeschi nel suo "Sesso e potere nella Roma imperiale", Poppea, come molti personaggi femminili della storia, viene riabilitato per cui Poppea è una donna colta e intelligente, di cui Nerone ebbe grande stima consultandola spesso in merito a varie questioni, e lei a spingere nel marito la protezione verso l'ebreo Giuseppe Flavio. 

Poppea diede a Nerone una figlia, Claudia Augusta, che morì a soli quattro mesi per cui venne divinizzata. Poppea era incinta per la seconda volta quando nel 65-66, come scrive Tacito, morì, a Roma o forse nella sua villa di Oplontis, a causa di incidente di gravidanza, e non a causa di un calcio al ventre sferratole dal marito come sostengono molti altri autori, a causa della rabbia di Nerone accusato da Poppea di passare troppo tempo ai suoi giochi.

NERONE


L'OMICIDIO DEL FIGLIO DI CRISPINO

Per volere di Nerone, e per tacitare la popolazione anche Poppea fu divinizzata, ma nello stesso anno, il figlio di Poppea e del suo primo marito, Rufrio Crispino, recante lo stesso nome del padre, venne per suo ordine fatto affogare durante una battuta di pesca.



IL LIBERTO SPORO

Secondo Cassio Dione (Epitome LXII, 12-13), Nerone avrebbe ordinato di trovare qualcuno il cui volto somigliasse a quello della moglie, e quello che risultò più simile fu quello del giovane liberto Sporo (sembra poco probabile che il più somigliante al viso di una donna, per giunta molto femminile, fosse un uomo. 

Allora Nerone avrebbe ordinato ai suoi chirurghi di castrarlo e di trasformare il liberto in donna, unendosi con lui in matrimonio così in matrimonio. Sporo ebbe tutti gli ornamenti propri delle imperatrici e ricevette il titolo di Sabina e accompagnava ufficialmente Nerone durante le visite, come per esempio quella in Grecia.

Ne parla anche lo storico romano Gaio Svetonio Tranquillo nella Vita di Nerone (28,1-2; 29, 1; 46, 1). ma Svetonio non ebbe modo né di conoscere Sporo, né di vivere all'epoca di Nerone, nascendo solo due anni dopo la morte dell'imperatore.

Sporo rimase accanto a Nerone fino all'ultimo giorno, e si tramanda che fu presente anche alla sua morte (Vita di Nerone 48, 1; 49, 3), e, addirittura, secondo Aurelio Vittore (Epitome de Caesaribus 5, 7), sarebbe colui che resse il gladio con cui egli si dava la morte. Si sa invece che Nerone si fece uccidere dal liberto Epafrodito.

Secondo un'altra versione, Nerone avrebbe ripudiato Poppea per sposare Statilia Messalina. Poppea, ritiratasi nella sua villa ad Oplontis nel Vesuviano, sarebbe morta nel 79 durante l'eruzione del Vesuvio. Tuttavia, finora gli scavi non hanno riportato alla luce resti umani nella villa.


BIBLIO

- Publio Cornelio Tacito - Annali - Annales -
- Publio Cornelio Tacito - Historiae -
- Svetonio - Vite dei Cesari - De vita Caesarum libri VIII: Vita Neronis -
- Cassio Dione - Storia romana LXII e LXIII -
- Dawson, Alexis - Whatever Happened to Lady Agrippina? - The Classical Journal - 1969 -
- Massimo Fini - Nerone. Duemila anni di calunnie -
- Dimitri Landeschi, "Sesso e potere nella Roma imperiale. Quattro vite scandalose", parte IV: Poppea Sabina - Edizioni Saecula - 2012 -


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