LA BATTAGLIA DI SABIS (57 a.c.)




Così famosa divenne questa guerra di Cesare, che le popolazioni che abitavano al di là del Reno inviarono ambasciatori promettendo di consegnare ostaggi e di eseguire gli ordini.
Per quelle imprese conosciute a Roma dalle lettere di Cesare furono decisi festeggiamenti pubblici di ringraziamento che durarono quindici giorni, cosa che prima di quel tempo non era accaduto per nessuno. 

Cesare allora si affrettò a rinforzare le difese dell'oppidum e attaccò la tribù dei Nervi; la scarsa coordinazione delle forze alleate fece sì che l'unione collassò, e gli eserciti tribali ritornarono ciascuno alle proprie terre, dove vennero sconfitti singolarmente e assoggettati dai Romani.

Le quattro tibù dei Nervi, degli Atuatuci, degli Atrebati e dei Viromandui si rifiutarono però di arrendersi. Nell'inverno 58-57 a.c., queste notizie gli furono utili per estendere le proprie conquiste al di là della Gallia vera e propria, per assoldare altre due legioni, la XIII e la XIIII, e per convincere la tribù dei Remi (popolo della Gallia Belgica meridionale, oggi Reims) ad allearsi con lui.

Per rappresaglia, le tribù belgiche e celtiche attaccarono Bibracte, l'oppidum dei Remi, per attirare allo scoperto Cesare; questa alleanza includeva le tribù dei:

- Bellovaci, della Gallia Belgica nord orientale, con 60000 uomini;
- i Suessioni, una tribù che viveva tra i fiumi Oise e Marna, con 50000 uomini;
- i Nervii, la più potente tribù della Gallia Belgica, che viveva nell'area del fiume Schelda;
- gli Atrebati, tribù belgica della Gallia e della Britannia di origine germanica, con 15000 uomini;
- gli Ambiani, tribù celtica della Gallia Belgica con 10.000 uomini;
- i Morini, tribù celtica di origine germanica, con 25000 uomini;
- i Menapi, tribù celtica che viveva nella zona dell'estuario del Reno e verso sud lungo la Schelda, fino alle Ardenne, con 7000 uomini;
- i Caleti, tribù gallica che occupava l'attuale regione del Pays de Caux e Pays de Bray, con 10000 uomini;
- i Veliocassi, popoli armoricani, stanziati presso il Vexin, con 10000 uomini;
- i Viromandui, che occupavano l'area del dipartimento francese dell'Aisne, nella Piccardia, con 10000 uomini;
- gli Atuatuci, discendenti da Cimbri e Teutoni, stanziati nel territorio a nord della Mosa con 10000 uomini;
- i Condrusi, popolo formato da discendenti sia germanici che celti;
- gli Eburoni, popolo di origine germanica che praticava sacrifici umani e viveva tra il Mosa e il Reno;
- i Ceresi, popolazione germanica che fornì 40000 uomini;
- i Pemani, popolo celto-germanico insediato nelle Ardenne;

Tutti sotto il comando di Galba, re dei Suessioni, definito da Cesare giusto e saggio, a cui venne offerto il comando delle tribù belgiche per contrastare gli invasori Romani.



FORZE IN CAMPO

Repubblica romana - Gaio Giulio Cesare
Otto legioni: VII, VIII, VIIII Triumphalis, X, XI, XII, XIII, XIIII
Ausiliari, arcieri e cavalleria
Totale: circa 40.000

Alleanza belgica - Boduognato
Eserciti alleati: Nervi, Viromandui, Atrebati
Totale: 85.000

Le legioni di Cesare marciarono ininterrottamente per tre giorni nel territorio dei Nervi, ricevendo continui rapporti sulle loro posizioni. Cesare portò avanti le sei legioni veterane, mentre le due nuove legioni (la XIII e la XIV) erano di guardia ai bagagli. Le forze romane si rifocillarono e contemporaneamente cominciarono a costruire il castrum a nord-est del fiume Sabis su una collina. Ad ovest del fiume c'era un altro colle coperto di boschi e qui si appostarono i Belgi.

FASE 1 (INGRANDIBILE)
La cavalleria insieme a frombolieri ed arcieri ausiliari di Cesare attraversò il corso d'acqua, che era profondo meno di un metro, per ottenere informazioni sulla disposizione del nemico e per ingaggiare battaglia con la cavalleria dei Belgi, la quale si ritirò tra i boschi, ma ogni tanto ne usciva e attaccava di nuovo i Romani, per ritirarsi ancora tra gli alberi, era guerriglia, il forte dei barbari ma non dei romani.

Le forze belgiche, sotto il comando di un certo Boduognato (De Bello Gallico 2, 23), erano composte soprattutto dai Nervi, dai Viromandui e dagli Atrebati, in quanto gli Atuatuci erano ancora in marcia, e non fecero in tempo a giungere sul luogo della battaglia prima della sua fine. Si erano disposti sulla riva sud del fiume, al riparo degli alberi e si preparavano all'attacco.



L'ATTACCO DEI BELGI

La campagna militare di Cesare si svolse nella foresta di Compiègne, (che verrà in seguito parzialmente coltivata al tempo dei Romani come mostrano le numerose vestigia gallo-romane).in un'area che era stata occupata dai Suessioni e che i Bellovaci volevano conquistare, una situazione che Cesare temeva.

FASE 2 (INGRANDIBILE)
I Bellovaci misero in atto una strategia di guerriglia, cercando di colpire soprattutto i rifornimenti romani, a cui Cesare rispose cercando di portare i nemici allo scontro campale, dove era molto più forte potendo usare le sue strategie.

«Intanto le sei legioni, che erano giunte prime, tracciarono la pianta e cominciarono a fortificare il campo. Quando i nemici, che erano nascosti nei boschi, videro le salmerie romane... poiché dentro ai boschi si erano disposti già in ordine di battaglia... all'improvviso con tutte le truppe mossero in avanti di corsa ed attaccarono la cavalleria romana. Respinti e sbaragliati questi senza difficoltà, i Belgi con grande rapidità scesero di corsa al fiume, tanto da apparire contemporaneamente nei boschi, al fiume ed a combattere contro i nostri. E con identica rapidità mossero per il colle di fronte dove si trovava il nostro campo e verso quelli che erano impegnati a costruirlo

(Cesare, De bello Gallico 2.19.)

FASE 3 (INGRANDIBILE)
Dopo aver attraversato il fiume, che in quel punto era profondo solo tre piedi (poco meno di 1 metro), i Belgi caricarono su per la collina contro le legioni che stavano preparando il campo e che non ebbero, quindi, il tempo di disporsi in assetto da battaglia.

I Romani, infatti, iniziarono a combattere mentre alcuni di loro non avevano ancora indossato l'elmo o imbracciato lo scudo. I legionari prendevano posizione nello schieramento casualmente di fianco alle insegne più vicine, dove si trovavano meno distanti dal luogo in cui, poco prima, stavano costruendo il campo.



L'ACCAMPAMENTO ROMANO IN PERICOLO

Sul lato sinistro dello schieramento romano, i soldati della IX e X si trovarono a fronteggiare gli Atrebati, i quali furono, però, ricacciati oltre il fiume dopo un fitto lancio di giavellotti. I legionari, passato il Sabis inseguirono il nemico in fase di ritirata e ne fecero grande strage. Egualmente anche le legioni VIII e XI che si trovavano al centro dello schieramento, sbaragliarono i Viromandui lungo le rive del fiume.
FASE 4 (INGRANDIBILE)
Invece le legioni VII e XII, rimaste da sole a difesa del campo romano, vennero attaccate da più parti dai Nervi, la parte più consistente dello schieramento avversario che miravano alle salmerie.

In questa confusione totale, dove per poco la parte destra dello schieramento romano non fu completamente travolta dall'avanzata dei Nervi, solo la ferrea disciplina delle legioni e dei loro ufficiali, salvarono il generale romano da una disfatta. Ma accade un altro fatto increscioso: 
«I cavalieri dei Treviri [alleati dei Romani] turbati per questi fatti, i quali erano stati mandati dal loro popolo per portare aiuto a Cesare, avendo visto il campo romano riempirsi di molti nemici, con le legioni incalzate e quasi accerchiate, le salmerie, i cavalieri, i frombolieri, i Numidi, sparpagliati qua e là, che fuggivano da ogni parte, considerando persa la battaglia da parte dei Romani, presero la via di casa, annunciando al loro popolo che i Romani erano stati cacciati e vinti ed i nemici si erano impadroniti di campo e salmerie romane.» 
(Cesare, De bello Gallico 2.24.)

La legione VII e la XII, anche se quasi circondate, continuarono a combattere disperatamente per la propria sopravvivenza, mentre le legioni XIII e XIV si avvicinavano il più rapidamente possibile al teatro della battaglia.
GIULIO CESARE

CESARE VINCITORE

Cesare, dopo aver esortato la legione X, si recò all'ala destra dello schieramento romano, dove i soldati della legione XII erano incalzati dai Nervi. 

«[Cesare] riunite le insegne della XII legione, i soldati accalcati erano d'impaccio a se stessi nel combattere, tutti i centurioni della quarta coorte erano stati uccisi ed il signifer era morto anch'egli, dopo aver perduto l'insegna, quasi tutti gli altri centurioni delle altre coorti erano o feriti o morti mentre i nemici, pur risalendo da posizione da una posizione inferiore, non si fermavano e da entrambi i lati incalzavano i Romani. 
FASE 5 (INGRANDIBILE)
Cesare vide che la situazione era critica, tolto lo scudo ad un soldato delle ultime file, avanzò in prima fila e chiamati per nome i centurioni, esortati gli altri soldati, ordinò di avanzare con le insegne allargando i manipoli, affinché potessero usare le spade. 

Con l'arrivo di Cesare ritornata la speranza nei soldati e ripresi d'animo desiderarono, davanti al proprio generale, di fare il proprio dovere con professionalità, e l'attacco nemico fu in parte respinto. 

Cesare avendo poi visto che anche la legione VII era incalzata dal nemico, suggerì ai tribuni militari che a poco a poco le legioni si unissero e marciassero contro il nemico voltate le insegne. Fatto questo, dopo che i soldati si soccorrevano vicendevolmente senza più aver paura di essere presi alle spalle dal nemico, cominciarono a resistere con maggior coraggio e a combattere più valorosamente. Frattanto le due legioni che erano state nelle retroguardie e di scorta alle salmerie [le legioni XIII e XIV] giunta notizia della battaglia, presero a correre a gran velocità. 
Tito Labieno dopo aver occupato il campo nemico, e visto quanto accadeva nel nostro campo da un'altura, mandò in soccorso ai nostri la legione X.» 

(Cesare, De bello Gallico 2.25-26.)

Con l'arrivo alle spalle dell'esercito dei Nervi della formidabile Legio X e dei rinforzi che erano stati fino a quel momento a guardia delle salmerie, i Romani presero il sopravvento, e sebbene i Nervi combattessero con coraggio e ostinazione, furono completamente massacrati. 
Cesare narra che al termine della battaglia dei 60.000 Nervi, ne rimasero in vita solo 500. Gli Atuatuci, venuti a sapere della sconfitta subita dai loro alleati, si ritirarono tutti insieme in una sola città fortificata dalla natura del luogo: l'oppidum di Namur.

Cesare prenderà poi anche la città di Namur,  vincerà anche presso il fiume Axona nel corso della stessa campagna del 57 a.c., e Boudogneto gli chiederà la resa, ottenendo  il pieno controllo dell'attuale Belgio.



BIBLIO

- Gaio Giulio Cesare - De bello Gallico - 2 -
- Turquin, Pierre - La Bataille de la Selle (du Sabis) en l'An 57 avant J.-C. - Les Études Classiques - 1955 -
- Napoleone III - Histoire de Jules César - vol. II -  Parigi - 1865-1866 -
- Ernest Desjardins - Géographie historique et administrative de la Gaule romaine - Paris - 1876 -
- Auguste Longnon - Études sur les pagi de la Gaule - Paris - 1869 -



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