OBELISCO ESQUILINO LIBERIANO



OBELISCO ESQUILINO

I DUE OBELISCHI ANEPIGRAFI

Due obelischi anepigrafi (senza geroglifici), quasi identici tra loro, si ergono sulla sommità di due diversi colli, l'Esquilino e il Quirinale: sono la coppia di guglie che un tempo fiancheggiava l'ingresso del mausoleo dell'imperatore Ottaviano Augusto in Campo Marzio, nel rione omonimo.

Non risulta che in origine facessero parte del mausoleo, in quanto non ne esiste menzione fino alla seconda metà del I secolo, pertanto dovrebbero essere stati aggiunti al monumento almeno una cinquantina di anni dopo la sua costruzione. 

In quanto al loro trasferimento dall'Egitto a Roma alcuni studiosi ritengono che risalgano a pochi anni prima del suddetto mausoleo, probabilmente acquisiti dall'Impero romano di Augusto prima ancora che fossero stati effigiati con i geroglifici. Secondo altri  invece non sarebbero di fattura egizia ma sarebbero romani, e risalirebbero all'epoca di Domiziano, anche se la moda dello stile egizio doveva essere a Roma già tramontata da un pezzo.

L'OBELISCO INCOMPIUTO DI ASSUAN
Gli obelischi nel mondo, o almeno quelli antichi, cioè egiziani, non sono molti, Roma ne vanta 13 e in Egitto ne sono rimasti solo 9, sicuramente furono in gran parte distrutti dalle varie intransigenze religiose.

Durante il medioevo i due obelischi giacquero accanto al mausoleo di Augusto, parzialmente sepolti e in vari pezzi. Papa Leone X (1513-21) ne fece dissotterrare uno, che fu poi trascinato lungo la vicina strada che corre parallela al fiume (in alto a sin.), dove viene raffigurato in alcune piante rinascimentali, ma sempre in pezzi. 

Era un lavoro troppo arduo farli a pezzi minuti o tagliarlo per ricavarne altro, visto che le numerosissime taberne artigiane della scultura greco-romane non esistevano più, crollate con la caduta dell'impero.

Le cave di Assuan forniscono un pregiato granito rosso non troppo scuro e, particolare curioso, nelle sue cave si conserva ancora un esemplare di obelisco in messa in opera ma  mai terminato. Da ricordare inoltre che a Roma c'è un altro obelisco nato dalle cave di Assuan, ed è l'obelisco Laterano, posto oggi a piazza San Giovanni in Laterano.

IL MAUSOLEO DI AUGUSTO

L'OBELISCO LIBERIANO

L’obelisco Liberiano, che si trova in piazza dell’Esquilino, dietro la basilica di S. Maria Maggiore, come l’obelisco del Quirinale, fu realizzato a Roma con granito rosso proveniente dalle cave di Assuan. Fu detto Kiberiano per la sua vicinanza con la Basilica Liberiana e venne costruito all’epoca di Domiziano ad imitazione degli obelischi egiziani, oppure reperito in Egitto, e collocato insieme all'obelisco del Quirinale all'ingresso del Mausoleo di Augusto. 

Sisto V usò questo obelisco, rinvenuto nei pressi della chiesa di San Rocco a Ripetta, durante una campagna di scavi del 1519, per adornare la piazza alle spalle della basilica di Santa Maria Maggiore e la sua complessa opera di erezione avvenne il 28 luglio 1587, per opera dell'architetto Domenico Fontana.

L'obelisco venne posto dietro la chiesa e non dinanzi ad essa perchè la piazza segnava il punto finale della lunga e diritta via Felice, aperta dal papa per collegare il Pincio all'Esquilino, che era stata chiamata col nome di battesimo dello stesso pontefice. Secondo altri invece per la ragione che sulla piazza dell'Esquilino si apriva il cancello principale di Villa Montalto, una grande e preziosa proprietà appartenente proprio a Sisto V.

La guglia dell'obelisco non termina, come solitamente avviene, con un pyramidion alla sommità, bensì ha l'estremità del fusto piatta, o perchè scolpita in questa forma, oppure il piccolo terminale venne rimosso prima di innalzare l'obelisco. Pertanto l'elemento bronzeo che sta sll'estremità superiore non è inserito sul pyramidion, ma poggia direttamente sulla parte piatta del fusto. La guglia presenta una croce e una stella a otto punte, il simbolo araldico di Sisto V.

SANTA MARIA MAGGIORE COM'ERA
Come già detto l'obelisco non presenta alcuna iscrizione. Venne ritrovato nel 1527 insieme al gemello e fu eretto nel 1587 per ordine di papa Sisto V ad opera di Domenico Fontana. Sul piedistallo furono fatte eseguire delle iscrizioni. 

Quella verso la chiesa mostra:
- Cristo per l’invitta Croce dia pace al suo popolo, egli che volle nascere nel presepe al tempo della pace di Augusto. -

La faccia a nord: 
- Io adoro Cristo Signore che Augusto vivente adorò nascituro da una Vergine, dopo di che egli non volle più essere detto Signore. -

A levante: 
- Con grande gioia venero la culla di Cristo Dio vivente in eterno, io che triste servivo al sepolcro del morto Augusto. -

Infine nella facciata verso via Panisperna: 
- Sisto V Pontefice Massimo questo obelisco portato dall’Egitto e dedicato ad Augusto nel suo mausoleo, in seguito abbattuto e spezzato in più parti, giacente sulla strada presso S. Rocco, restituito all’antico suo aspetto, comandò che fosse qui più felicemente eretto in onore della salutifera Croce, nell’anno 1587, terzo del suo pontificato -
Le scritte alludono alla leggenda, ovviamente del tutto  inventata, di Augusto, da parte di Jacopo da Varagine (Varazze), detta Legenda Aurea. Siccome Augusto era molto amato dalla popolazione che non sopportava calunnie sul suo conto, si ritenne bene da parte della chiesa, di infondergli un carattere cristiano onde giustificare questa affezione popolare: 

" - Narra papa Innocenzo III che il senato voleva adorare come un dio Ottaviano per aver riunito e pacificato tutto il mondo ; ma il prudente imperatore non volle usurpare il nome di immortale poiché ben sapeva di essere come uomo, mortale. Insistevano i senatori nel loro proposito onde Ottaviano interrogò la Sibilla per sapere se mai sarebbe nato nel mondo qualcuno più grande di lui.

- Era il giorno della Natività di Cristo e la Sibilla si trovava in una stanza, sola con l’imperatore: ed ecco apparire un cerchio d’oro attorno al sole e in questo cerchio una vergine bellissima con un fanciullo in grembo. 

- La Sibilla mostrò questo portento all’imperatore: mentre costui teneva gli occhi fissi alla visione sentì una voce che diceva: 
- Questa è l’ara del cielo ! - 
Esclamò allora la Sibilla: - Questo fanciullo è più grande di te ; adoralo -
- La stanza dove avvenne tale fatto è stata poi consacrata alla Madonna ed ora si chiama Santa Maria Ara Coeli.
- Timoteo ci dice di aver trovato negli antichi libri romani lo stesso fatto raccontato in modo diverso: dopo trentacinque anni di regno, Ottaviano salì in Campidoglio e chiese agli Dei chi avrebbe retto l’impero dopo di lui. Udì in risposta queste parole: 

- Un fanciullo celeste, figlio del Dio vivente, nato da una vergine immacolata
Ottaviano fece allora costruire un altare e vi fece scolpire queste parole: 
- Questo è l’altare del figlio del Dio vivente -

(Jacopo da Varagine, Legenda Aurea, Libreria Editrice Fiorentina)



BIBLIO

- Domenico Fontana - Della trasportazione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di Nostro Signore Papa Sisto V fatte dal Cavallier Domenico Fontana architetto di Sua Santità - libro I - Domenico Basa - Roma 1590 -
- Cesare D'Onofrio - Gli obelischi di Roma - Bulzoni - 1967 -
- Erik Iversen - Obeliscs in exile - Vol. I - Copenaghen - 1968 -
- Armin Wirsching - Obelisken transportieren und aufrichten in Aegypten und in Rom - Norderstedt - III ed. - 2013 -



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