CULTO DI POROS - PORO



PENIA E POROS

« Perciò, in quanto figlio di Poros e di Penìa, Amore si trova in questa condizione: in primo luogo è sempre povero e tutt'altro che tenero e bello, come invece ritengono i più, anzi è aspro, incolto, sempre scalzo e senza casa, e si sdraia sulla terra nuda, dormendo all'aperto davanti alle porte e per le strade secondo la natura di sua madre, e sempre accompagnato dall'indigenza. »

(Platone, Simposio)

Poro (Πορος e  Poros in greco, e Porus in latino) è un personaggio che appartiene sia alla mitologia greca che a quella romana. In alcuni frammenti del poeta greco del VII sec. a.c. Alcmane, Poro è descritto come uno dei due principi ordinatori scaturiti dalla nascita di Teti, la titanide figlia di Urano (il cielo) e di Gea (la terra).

Grazie a questa unione dalla massa informe si snoda il sentiero infinito della conoscenza che è Poro, insieme a Tekmor, che invece rappresenta il limite. La loro azione distribuisce la materia informe tra il giorno e la notte.

Nei pochi frammenti pervenutici di Alcmane sembra che egli voglia celebrare l'amore e insegnarlo alle fanciulle che dovranno maritarsi. Queste, riunite in istituzioni affini ai tiasi di Lesbo, avevano rapporti omoerotici sia con la maestra (come accadeva a Lesbo), sia fra di loro; esse erano infatti in una condizione di pari livello, in cui l'unico elemento gerarchico e discriminante era la bellezza.

Ma siamo nel VII secolo a.c., quando la condizione della donna in Grecia è pressoché pari all'uomo che poi la trasformerà in una schiava. In un'epoca così liberale si diffondono le arti e le capacità creative degli uomini.

Infatti nel Simposio di Platone, Poro era figlio di Metide, una delle Oceanine, figlia del titano Oceano e della titanide Teti, madre della potentissima Dea Atena, Dea dell'intelligenza, dei mestieri e della guerra.

DEA PENIA


IL PORTATORE DELL'INGEGNO

Così Poro, fratello di cotanta Dea dell'intelletto, diviene la personificazione dell'ingegno e dell'espediente. Egli è da un lato ricco e dall'altro avido di sapienza, come del resto è ricco di risorse. In questo senso il Dio Poro è inteso anche come abbondanza, ricchezza, pienezza e stratagemmi, in contrasto con Penìa che è la mancanza e la miseria.

Secondo il mito, il giorno in cui nacque Afrodite gli Dei dettero una festa in suo onore. Poro nel divino banchetto ordinato dal Re degli Dei bevve così tanto nettare da ubriacarsi e così andò a stendersi nel giardino di Zeus.

EROS


IL CONNUBIO TRA PENIA E POROS

Dopo il banchetto, Penìa (la povertà) venne a mendicare alla festa e vedendo Poro ebbro e addormentato ma bellissimo, se ne innamorò e volle subito giacere con lui sia pure totalmente incosciente nella speranza di restare incinta. Penia restò effettivamente incinta e da questa unione nacque Eros, il Dio dell'Amore.

Secondo il personaggio del Simposio Diotima, Eros è un Dio per sempre bisognoso a causa di sua madre la Dea Penia, ma insegue sempre a causa di suo padre il Dio Poro.

La figura di Poro esiste anche nella mitologia romana dove rappresenta l'abbondanza, soppiantato però dalla Dea Opi o dalla Dea Abundantia, che sono poi la stessa Dea,.



BIBLIO

- Esiodo - Teogonia -
- Robert Graves - I miti greci - Collana: Il Cammeo. Miti - Milano - Longanesi - 1992 -
- Franco Ferrari - I miti di Platone - Milano - Rizzoli - 2010 -
- Progetto Bifröst: Ōkeanos padre, Tethýs madre - Il mito omerico della creazione -
- Charles Segal - La lirica corale arcaica - in Letteratura Greca - Cambridge University Press - 1985 -


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