COLONIA AUGUSTA EMERITA - MERIDA (Spagna)




La Colonia romana di Augusta Emerita (oggi Merida), Mérida è posta sulla riva destra della Guadiana ed è una delle città della Spagna più ricche di monumenti romani tanto da essere chiamata la Roma spagnola.  Venne fondata nel 25 a.c. da Ottaviano Augusto, per accogliere i soldati emeriti dell'esecito romano provenienti da due legioni veterane delle Guerre Cantabrihe: la Legio V Alaudae e la Legio X Gemina.

La città fu la capitale della provincia romana della Lusitania. Il termine emerito veniva dato ai soldati che avevano finito con onore il tempo della loro vita militare. Ad essi spettava una liquidazione sostanziosa che spesso, per non sovraccaricare l'erario dello stato, veniva sostituita con l'attribuzione di una terra nei luoghi occupati.

Sotto le insegne romane Merida iniziò subito un periodo di grande splendore sì da divenire negli ultimi anni del regno di Augusto una delle più importanti città di tutto l'impero. Per questo e per i suoi imponenti monumenti è stata chiamata la Roma Spagnola. Era situata sulla cosiddetta via de la Plata ("via dell'argento"), che univa la Cantabria alla Betica. Centro ricchissimo, venne dotato di un grande teatro, di un anfiteatro e di un circo.

Oltre agli edifici vi sono state rinvenute molte epigrafi, ritratti eccellenti di epoca giulio-claudia e rilievi. . Con la decadenza dell'impero e la calata dei popoli germanici s'indebolì e subì devastazioni degli Alani nel 409 e dei Suebi nel 439.
Oggi il Complesso archeologico di Mérida è uno dei più grandi siti spagnoli ed è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall'Unesco.

IL TEATRO OGGI

TEATRO DI MERIDA

Venne costruito nell'attuale Estremadura, nella Spagna meridionale, il 16-15 a.c. e dedicato dal console Marco Vipsanio Agrippa, giunto al suo terzo consolato. Fu collocato fuori città e adiacente alle sue mura, e venne restaurato alla fine del I o all'inizio del II sec. d.c., probabilmente dall'imperatore Traiano. La scena venne ricostruita in marmo in epoca flavia e di nuovo venne restaurato tra il 330 e il 340 durante il regno di Costantino, quando vennero aggiunti una passerella intorno al monumento e nuovi elementi decorativi.

RICOSTRUZIONE
Quando il cristianesimo venne dichiarato unica religione di Stato di Roma, gli spettacoli teatrali vennero giudicati immorali e banditi: il teatro venne abbandonato e si ricoprì di terra a parte le zone alte di sedili (summa cavea), in parte poggianti su una collina chiamata "Cerro de San Albin".

Venne dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 1993 e nella stessa data venne riadibito a teatro per gli spettacoli.

Costruito seguendo fedelmente i principi enunciati nel trattato di Vitruvio, l'edificio mostra somiglianze con i teatri di Dougga (Tunisia), Orange (Francia) e Pompei (Italia). Pertanto corrisponde ad un tipico modello romano, con il diametro della cavea di circa 86 m (282 piedi).

La tribuna è costituita da una zona semicircolare (cavea), con una capacità di 6.000 spettatori e divisa in tre zone: il più basso livello chiamato l'ima cavea (22 gradini), il livello medio chiamato i media (5 gradini) e un livello superiore chiamato Summa, attualmente in pessimo stato.

La parte inferiore, dove sedevano le classi sociali più abbienti, è scavata e segue la pendenza del terreno, senza sostegni artificiali, secondo la tradizione greca, e come altri teatri in Spagna. La parte che emerge dal terreno è chiusa da muro pieno.

MOSAICO CON SCENA PASTORALE

Questa parte è divisa in cinque settori radiali (cunei) delimitati da scale per la circolazione, e in orizzontale, lungo un corridoio (praecintio) che lo separa dagli spalti superiori, supportato da un sistema complesso di archi e volte a botte.
L'orchestra era uno spazio semicircolare pavimentato in marmo bianco e blu. Qui su tre gradini, in origine di marmo, venivano collocati i sedili mobili dei senatori e degli alti funzionari. L'orchestra era separata da questi sedili da un parapetto di marmo, di cui ci sono resti frammentari.

STATUA DEL TEATRO
All’orchestra e alla cavea tripartita perfettamente semicircolari si accedeva mediante numerose porte ricavate nell’involucro esterno, alcune corrispondenti a gallerie voltate radiali che conducevano a una galleria interna con opportune uscite ad uso dell’ima e della media cavea, altre corrispondenti a scale che risalivano alle uscite per la summa cavea cinta da un portico cieco anulare.

Il proscenio rettangolare si componeva di un proscenio a nicchie di sezione alternata, di un palco o pulpitum profondo e infine la parte anteriore della scena (fronte scena) articolato in tre esedre con le rispettive porte sceniche e ornato da due registri di colonne marmoree di genere corinzio con statue nel mezzo. sono la vista più spettacolare del teatro, con di 7,5 m di larghezza, 63 di lunghezza e 17,5 di altezza.

Un portico triplice retrostante a due navate intorno a un ampio giardino completavano l'imponente spettacolo, e non mancava un’esedra destinata al culto imperiale.
Le due colonne corinzie con basi e cornici di marmo, ospitavano diverse sculture e tre porte, una porta centrale (Valva regia) e due porte laterali (valvae hospitalia).

Si notano interruzioni nella disposizione dei blocchi, in linea con il dinamismo strutturale e compositiva della scena. Non si sa come fosse il frontale originale palcoscenico, anch'esso costruito sotto l'imperatore Traiano.

VENDITA DI PESCE
I costruttori del teatro furono gli unici a seguire appieno l’esempio romano, dei teatri di Pompeo e dei Balbi e, a suo modo, del teatro di Marcello, nell’offrire agli spettatori portici anche con spazi di servizio e giardini di diletto per il pubblico godimento, senza dimenticare l’omaggio all'Imperatore e dell’Impero.

Fino alla fine del XIX sec., gli unici visibili i resti del teatro erano le cosiddette "sette sedie", la cima delle gradinate, di cemento romano coperto con blocchi di granito che proseguivano nella facciata dell'edificio.

Gli scavi del teatro iniziarono nel 1910 diretti dall'archeologo José Ramón Mélida, con risorse limitate e una metodologia insufficiente per ricostruire il teatro fino alla fine del XIX secolo, quando fu riesumata la maggior parte dell'edificio, documentata da numerose colonne, avori, statue e altri materiali da costruzione, in particolare la parte anteriore.

Negli anni 1960 e 1970 la fase anteriore è stata ricostruita sotto la direzione dell'architetto e archeologo José Menéndez Pidal y Álvarez.Oggi, oltre a esser il monumento più visitato, dal 1933 è la sede del Teatro Classico di Merida.

L'ANFITEATRO

L'ANFITEATRO

Situato accanto al teatro, sul fianco di una collina, c'è poi l'anfiteatro, anch'esso costruito da Agrippa nell'8 a.c.,   È ancora abbastanza ben conservato.
Era una costruzione popolare più profonda del teatro, e venne creato, e usato, per le lotte tra gladiatori e tra le bestie o uomini e bestie, le cosiddette venationes.

Aveva un'arena ellittica, una cavea capace di contenere 15000 spettatori e aveva gli assi di 126 m x 102, mentre l'arena era di m 64 x 41. I gradini più bassi erano destinati ad uomini di alto rango secondo l'usanza romana e solo questi gradini sono sopravvissuti ai giorni nostri.


L'arena aveva una 'fossa Bestiaria' in centro, come si nota nella foto, che veniva coperta con legno e sabbia. Questa fossa era utilizzato per alloggiare gli animali che più tardi sarebbe affrontare i gladiatori.
La tribuna era distinta in ima, media e summa cavea, con un'arena centrale. scale e corridoi che collegavano le diverse parti.

La cavea aveva una fila riservata per la classe dirigente e 10 in più per il cittadino comune pubblico. Anche costruito due stand ubicati su entrambi i lati dell'asse minore, una sopra l'ingresso principale e un altro fronte. Sotto di loro sono state le iscrizioni con i quali potrebbero datare l'anfiteatro.

L'anfiteatro si trova in queste condizioni, perché fu teatro di guerra dei Romani contro i Cartaginesi nelle guerre puniche. Come venne proibito l'uso dei teatri iniziò lo spoglio di pietre e ornamenti per le
nuove costruzioni.

IL CIRCO (by GCGolvin)

IL CIRCO MASSIMO

Il Circo Massimo era l'ippodromo di Merida, il più grande edificio della città, posizionato a 400 metri ad est delle mura di cinta dell'antica città di Augusta Emerita e usato per le corse dei carri. Fu edificato su modello del Circo Massimo di Roma, con oltre 400 m di lunghezza e 100 m di larghezza.

RESTI DEL CIRCO
Esattamente, l'arena misurava 403,75 metri di lunghezza e 96 metri di larghezza, ben più largo di ciò che era consuetudine costruire, e poteva contenere circa 30000 spettatori. Anch'esso fa parte del Parco Archeologico di Merida. La distanza tra i carceres e la balaustra centrale (o "spina") era di 127 m. La lunghezza poi dell'intera "spina" centrale era di 244 m  e larga 8,6 m. Lo circondava un muro alto 30 piedi.

Non c'è accordo tra gli studiosi sulla datazione del circo, del resto costruito e utilizzato per diversi anni prima della sua inaugurazione ufficiale.

Sembra sia stato costruito intorno al 20 a.c. e inaugurato circa 30 anni più tardi, probabilmente durante il regno del successore di Augusto, Tiberio. Si trovava molto al di fuori delle mura della città, ma vicino alla strada che collegava la città di Toledo e Cordova.

STATUA DI DRUSO
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, e l'ascesa del cristianesimo, il circo fu in uso oltre i teatri, perchè la corsa dei cavalli era considerata meno peccaminosa degli spettacoli del teatro e dell'anfiteatro.

Il circo di Merida è molto ben conservato al contrario del Circo Massimo di Roma e di tanti altri circhi sui cui spazi vennero costruiti nuovi edifici.

Il circo di Merida comprendeva numerose strutture, come la Porta Pompae, la Porta Triumphalis, la spina (parete longitudinale), e la Tribuna dei Giudici.

Un museo dedicato al circo si trova vicino al bordo centrale del Circo e permette l'ingresso nella zona recintata attorno al circo.

Il piano dell'arena era di forma allungata a forma di U, con una estremità semicircolare e l'altra appiattita. Una spina longitudinale formata una divisione centrale all'interno, per fornire una meta continua per due cavalli e cocchio a quattro cavalli da corsa. La pista era circondata da cellae terra, con stand più livelli di cui sopra.

La prima campagna di scavi cominciò nel 1920 e portò alla luce parte dei 12 carceres, oltre alla vicina tribuna laterale ed un arco di ingresso al circo.

Gli scavi proseguirono dal 1970, portando alla luce, man mano, nuove zone della cavea per tutta la sua lunghezza fino alla curvatura finale, oltre al podio riservato alle personalità della città. Un'iscrizione rivela di un certo "Sabiniano, auriga, che riposa in pace e che visse 46 anni", forse um abile auriga vincitore di molti premi e idolo delle folle di Augusta Emerita.

PONTE ROMANO

PONTE ROMANO SULLA GUADIANA

Il ponte romano cavalca il fiume Guadiana, il più lungo ponte sopravvissuto dei tempi antichi, avendo
all'epoca una lunghezza complessiva stimata di 755 metri con 62 campate. E' alto 11 m e largo 5.

Oggi, ci sono 60 campate (tre dei quali sono sepolti sulla riva sud) su una lunghezza di 721 m tra i pilastri. Il tutto edificato in blocchi di granito locale. Compresi gli approcci, la struttura è pari 790 m.

E' il nodo nevralgico della città, collegamdosi a una delle arterie principali della colonia, il Decumanus Maximus strada est-ovest principale, tipica degli insediamenti romani.
La posizione del ponte venne accuratamente selezionata su un guado del fiume Guadiana, che ha offerto come supporto un'isola centrale che lo divide in due canali.

La struttura originale non ha continuità col presente, essendo stato composto da due sezioni di archi unite all'isola. In epoca romana vi furono molti restauri, con aggiunta di almeno cinque sezioni consecutive di archi in modo che la strada non venisse tagliata durante l'inondazione periodica del Guadiana.

ACQUEDOTTO

ACQUEDOTTO DI MILAGROS

L'Acquedotto Miracoloso è una bellissima rovina romana, il ponte di un acquedotto, cioè parte dell'acquedotto costruito per fornire acqua ad Augusta Emerita. Si trova nella Valle dell'Alberregas, dove si snoda seguendo l'orografia del terreno. Per la sua costruzione sono stati utilizzati diversi tipi di materiali: mattoni, conci, muratura e roccia naturale.

Esso presenta tre ordini di archi. Possedeva torri di distribuzione, piscina limaria e, alla fine, un serbatoio terrazzato per la decantazione dell'acqua. Nella zona della valle di Albarregas raggiunge un'altezza di 25 m. I materiali utilizzati per la costruzione, granito e mattoni, creano un originale effetto cromatico. Le arcate a tutto sesto sono rafforzate da archi posti a differente altezza.

ACQUEDOTTO DI MILAGROS A TRE ARCHI
L'acquedotto era parte del sistema di alimentazione che portava l'acqua a Merida dalla diga di Proserpina e si trova a 4-5 km dalla città e risale agli inizi del I sec. a.c..
Resta solo un piccolo tratto di questo acquedotto romano, composto da 38 pilastri in piedi ad arco di 25 m(82 piedi) di altezza, lungo un percorso di circa 830 m (2.720 piedi). 
Restano per una lunghezza di 827 m le arcate alte 25 metri ciascuna.

E 'costruito in opera mista - conci di granito intervallate da mattoni rossi - che utilizza una disposizione a doppia arcata. 

La struttura in origine portava l'acqua alla città da un serbatoio chiamato il Lago de Proserpina, alimentato da un ruscello chiamato Las Pardillas, a circa 5 km (3,1 miglia) a nord-ovest di Mérida.

Si pensa sia stato costruito nel I sec. d.c., con una seconda fase di costruzione (o ristrutturazione) intorno al 300 d.c.. Nei secoli successivi, gli abitanti di Mérida lo soprannominato il "Acquedotto Miracoloso" per il timore che potesse crollare.

L'acquedotto è stato uno dei tre costruiti a Mérida, gli altri due sono i 15 chilometri (9.3 miglia) di lunghezza Aqua Augusta, alimentato dal serbatoio Cornalvo, e di San Lázaro, alimentato da canali sotterranei.
Ne restano 37 piloni, alcuni con triplici arcate superiori



PONTE DI ALBARREGAS

Nelle immediate vicinanze dell'acquedotto di Milagros ci sono le rovine del Ponte di Albarregas, un piccolo ponte a quattro arcate parallele, posto a nord di Merida, sulla via militare che porta a Salamanca
Si chiama così perchè sembra un miracolo che stia ancora in piedi.

Venne descritto come "Più lungo di 400 piedi e largo 25, alto altri 25 m sopra la pelo dell'acqua. Ha quattro archi più grandi e due più piccoli dalla parte della città".

Fu costruito durante il regno di Augusto, per cavalcare il fiume Alabarregas prima che si getti nel fiume Guadiana ad appena qualche centinaio di metri a valle. Da qui partiva la Via de la Plata che arrivava ad Astorga, lunga 145 km.

Secondo altri invece risalirebbe all'epoca di Traiano e si suppone allora che il suo ingegnere fosse lo stesso del ponte di Alcantara, Caio Lucio Lacero, o dei suoi allievi, avendo uno stile molto simile.
Il portico è abbastanza ben conservato, in particolare la sezione che attraversa la valle del fiume Albarregas.



ACQUEDOTTO DI SAN LAZARO

Questo acquedotto portava l'acqua da torrenti e sorgenti sotterranee situate a nord della città, la parte sotterranea dell'acquedotto è molto ben conservato. Invece della struttura costruita per attraversare la valle Albarregas, restano solo tre colonne e le arcate vicino al monumento del circo romano e ad un altro acquedotto del XVI sec., in cui il materiale è stato riutilizzato da l'acquedotto romano.



TEMPIO DEL DIVO AUGUSTO

Trattavasi di un tempio esastilo periptero su zoccolo, di epoca augustea, era consacrato al culto dell’imperatore. Ne restano solo le basi.

IL TEMPIO DI DIANA

TEMPIO DI DIANA

Questo tempio è un edificio comunale appartenente al foro della città, edificato in epoca augustea con elementi architettonici in granito locale stuccato. Si tratta di uno dei pochi edifici di carattere religioso ben conservato, sfuggito miracolosamente alla distruzione cristiana che investì templi ed altri edifici.

Nonostante il nome, erroneamente attribuito all'epoca della sua scoperta, l'edificio era dedicato al culto imperiale, cioè ad Augusto. E' stato dunque costruito alla fine del I sec. a.c. o all'inizio in epoca augustea.
Successivamente è stato in parte riutilizzato per il palazzo del Conte di Corbos, il che lo ha preservato dalla distruzione.

Elevato su alto podio, il tempio è rettangolare e circondato da colonne, si trova di fronte alla parte anteriore del Forum della città. Questo fronte è formato da sei colonne di ordine corinzio con i fusti montati a sezioni sovrapposte, che sostengono un timpano sormontato da un arco. Esso è principalmente costruito in granito.



ARCO DI TRAIANO

ARCO DI TRAIANO
Un arco di ingresso, forse per il forum provinciale. Si trovava sul Cardo Maximus, una delle principali vie della città ed era collegato al Foro cittadino.

Realizzato in granito e in origine col fronte con marmo, misura 13,97 m di altezza, 5,70 m di larghezza e 8,67 m di diametro interno.

Si è creduto avesse un carattere trionfale, anche se potrebbe essere l'entrata al Forum Provinciale.

Immerso nel dedalo di costruzione moderna e mascherato da case vicine, questo arco si erge maestoso e ammirato dai viaggiatori e storici di tutti i tempi.

Il suo nome è arbitrario, in quanto l'iscrizione commemorativa andò persa secoli fa.



CASA DEL MITREO

Casa patrizia della seconda metà del I sec., scoperta fortuitamente nel 1960, sulle pendici meridionali del Monte S. Albino. Il complesso è stato recentemente ristrutturato e coperto.
Deve questo nome alla sua vicinanza col Mitreo. Tutta la casa è costruita in blocchi di pietra grezzo con angoli rinforzati. Risale al II sec. d.c. e fu abbandonata nel IV sec.

Ha un vestibolo di entrata, poi un peristilio a quattro colonne con giardino interno e una sala del famoso Mosaico Cosmogonico nel settore occidentale, una rappresentazione allegorica degli elementi della natura (fiumi, vento, ecc),  con allegorie del Nilo e dell'Eufrate, con a guardia la figura di Aion.

Segue poi, attraverso un corridoio, un cortile peristilio colonnato, usato probabilmente come sala da pranzo estiva e un'altra stanza che conserva pitture murali.

Attraverso un altro corridoio si giunge al terzo cortile porticato con un giardino chiamato viridarium, con tracce di pitture e mosaici con motivi geometrici, da cui si accede alle camere da letto e, infine, la camera matrimoniale in cui appare un mosaico rappresente Eros.

Ci sono anche alcuni locali sotterranei, che potrebbero essere quelli utilizzati in estate per tenere fuori il calore. Conserva anche una cisterna, agenzie eventualmente altre aree di servizio e alcuni bagni.
CASA DEL MITREO

I COLOMBARI

Il Columbaria sono due edifici funerari senza tetto, parte di una necropoli fuori dalle mura della città romana. Sono i migliori esempi di costruzioni funerarie in Emerita, realizzati in pietra e granito grezzo. Entrambi gli edifici hanno conservato le epigrafi identificativi delle famiglie originarie che li possedevano: i Voconii e gli Iulii.

Recentemente l'area è stata trasformata in una passeggiata e parco. Citazioni di Epicurei e stoici sono visualizzati in pannelli, e i resti e gli alberi tombali sono mescolati a pannelli esplicativi dei riti funebri romani. Due mausolei romani sono sullo stesso sito. L'area era accessibile tramite la Casa del Mitreo.



CASA DELL'ANFITEATRO

Era così chiamata perchè stava accanto all'anfiteatro e fu scoperta nel 1947.

In realtà si trattava di due case: la Casa del Castello d'acqua, e l'attuale Casa dell'Anfiteatro.

Trattasi di casa patrizia della stessa epoca con magnifici pavimenti a mosaico.
E' situata ad est dell'anfiteatro, aldifuori della cinta muraria.



RICOSTRUZIONE DEL PORTICO
IL PORTICATO DEL FORO 

Eretto nel I sec., fu restaurato nel secolo scorso con importanti ritrovamenti, molti dei quali sono conservati nel Museo Nazionale di Arte Romana.

Il monumento è costituito da un edificio porticato con una parete che ospita diverse nicchie per statue delle quali alcune ritrovate.

Si loca nei pressi del Tempio di Diana in uno dei due forum di Mérida:
uno provinciale locale e uno situato nel Cardus Maximus..



TERME ROMANE DI SAN LAZARO

Queste fonti termali nel Parco di San Lazaro, frequentati dai cittadini di alto rango che venivano ad assistere agli eventi del Circo romano.



TERME ROMANE E FOSSA PER LA NEVE A VIA REYES HUERTAS

Neve e bagni di acqua fredda utilizzati dai romani: sono unici durante l'Impero Romano. Ma furono utilizzate anche per la conservazione di prodotti deperibili.

MOSAICO DEL CACCIATORE

CONVENTO DI S. ANDREA

Recenti scavi nel sito del monastero hanno rivelato interessanti resti archeologici. Pavimentazioni a mosaico del III e IV sec. decoravano una ricca casa romana locata tra le mura della città.  



CASTELLUM AQUAE 

Situato sulla sommità della strada del Calvario, era il terminale dell'acquedotto dei Milagros e il punto principale di distribuzione dell'acqua attraverso la città.



TEMPIO DI MARTE

RESTI DEL TEMPIO DI MARTE
Ovvero la chiesa di Santa Eulalia, originaria del IV sec. e ricostruita nel XIII sec.

Reimpiega in un piccolo portico su strada elementi attribuiti ad un tempio dedicato a Marte.

Sull'architrave fra due colonne c'è la scritta latina Vetila, moglie di Paolo, dedica questo tempio a Marte, scritta corretta in epoca paleocristiana in una dedica a Santa Olalia, cioè Eulalia. Non si esclude che la chiesa sorga sulle rovine del tempio di Marte.

Nella raccolta di rilievi decorati, effettuati in zona, alcuni facevano parte di un fregio e cinque appartenevano all’architrave del tempio dedicato a Marte, dell’epoca di Adriano.

LE CISTERNE ROMANE

CISTERNE DI CORNALVO E PROSERPINA 

Locati nei pressi di Mérida, sembra siano i più antichi serbatoi in Spagna: Palude Parco Naturale Cornalvo e Riserva Proserpina. In genere considerati di origine romana, anche se alcuni studiosi propendono per origini medievali. Il lago di Proserpina a 4 km da Merida è un bacino artificiale opera romana che raccoglieva l'acqua per la città.


COPIA TEMPIO CONCORDIA DI ROMA RITROVATA IN SPAGNA
FU FATTO ERIGERE A MERIDA SU ORDINE DELL'IMPERATORE TIBERIO

Madrid, 30 lug. - (Adnkronos) - Le vestigia di un importante tempio di eta' romana sono state scoperte in Spagna.
Durante gli scavi nel sito di Merida sono emersi, infatti, i resti di un tempio che ha straordinarie somiglianze con il tempio della Concordia del foro di Roma.

TEMPIO DELLA CONCORDIA A ROMA
I resti del tempio di Merida hanno rivelato un disegno e una proporzione identici all'edificio
sacro di Roma, con colonne alte circa 15 m.

Durante lo scavo sono tornati alla luce numerosi resti di vasi utilizzati durante le cerimonie di culto ed anche monete dell'eta romana e di altra epoca.

Tra queste ultime spicca la scoperta di 20 soldi d'oro del periodo dei Visigoti, di cui finora non si conoscevano esemplari in Spagna.

Il tempio di Merida, secondo quanto hanno accertato gli archeologi spagnoli, fu costruito per ordine dell'imperatore Tiberio, figlio di Claudio Tiberio Nerone e di Livia Drusilla. 

Il tempio della Concordia edificato nella citta' spagnola fu innalzato come simbolo della potenza imperiale di Roma e per diffondere il culto del pantheon dei Romani e dello stesso imperatore Tiberio. L'ipotesi degli studiosi dell'Istituto di archeologia di Merida e' che la costruzione del tempio sia cominciata intorno al 30 dopo Cristo. Se ne conservano alcuni resti architettonici.



TERME DI ALANGE

Sono stati localizzati nella vicina città di Alang, presso Merida, circa 18 km a sud della città, fuori le mura, un complesso importante frequentato da esponenti di spicco della società romana, tra cui un senatore e governatore di Cappadocia probabilmente in tempi di Massimino, Licinio Serenianus, che grato per la guarigione della figlia Serena Varinia, ha offerto lo spazio in onore di Giunone Regina.
Le terme sono un edificio rettangolare di 33 m a lati lunghi e 16 nei minori.

Il suo orientamento è da ovest a est con due rotonde o sale gemelle. Queste sono di notevoli proporzioni: 10.90 m di diametro e 13,86 m di altezza. Al suo centro si trovano piscine, percorsi circolari, scale. La copertura è a cupola emisferica, al centro della quale c'era un'apertura circolare o oculo per la luce e la ventilazione delle camere.
Le volte erano state decorate con dipinti che era ancora possibile intravedere alla fine del XVIII secolo, con specie vegetali. Nel cortile, costruito in muratura, c'era l'altare votivo alla Dea Giunone.


BIBLIO

- Stanford Mc Krause - La vita nell'Impero romano - Pubblicato da Brainy Bookstore Mckrause - Editor: Cambridge Stanford Books - Translator: Benedetto Martinelli - 2004 -
- A.A.V.V. - Spagna - Mondadori - Dorling Kindersley - London - Mondadori - Milano - 1996 -- B. Taracena Aguirre - Carta arqueológica de España - Soria - 1941 -
- Kulikowsky - Late Roman Spain and its cities - Cambridge Press - 2004 -
- Appiano - Storia Romana - Libro 6 - Le Guerre Spagnole -





2 comment:

Jamie Mack on 26 luglio 2021 alle ore 08:02 ha detto...

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Giorgio Vitali on 25 ottobre 2021 alle ore 18:14 ha detto...

Meravigliosa reliquia imperiale. Ma non si vede il Mithreo.

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