ALPES GRAIAE ET POENINAE (Province romane)



TEATRO DI AOSTA

Col nome di Alpes Poeninae i Romani designarono il tratto di catena alpina tra le Graie e il Gottardo, e con Vallis Poenina indicarono l'alta valle del Rodano, dalla sorgente sino al Lemano (Lemannus lacus).

Per Alpis Graia si intendeva invece il valico del Piccolo San Bernardo, mentre si chiamavano Alpi Graie le Alpes Cottiae, ossia dai confini del municipio di Segusio (Susa), sino ai monti sovrastanti il valico del Gran San Bernardo (Summus Poeninus). Come le Alpes Cottiae, già nel I sec., la regione divenne provincia con amministrazione autonoma.

Le Alpes Graiae et Vallis Poeninae, più tardi conosciute come Alpes Atrectianae et Vallis Poenina, erano dunque una piccola provincia alpina dell'Impero Romano probabilmente creata durante il regno di Claudio (41–54 d.c.) dopo la fusione delle Alpes Poeninae (o Vallis Poeninae) e le Alpes Graiae (o Alpes Atrectianae).

ALPI GRAIAE POENINAE

Questi territorî furono conquistati dai Romani durante la guerra gallica, nelle spedizioni contro gli Helvetii, per essere definitivamente sottomessi da Druso e da Tiberio, nelle guerre di Augusto contro i popoli alpini, annettendo le regioni delle Alpes e della Vallis Poenina alla provincia della Raetia et Vindelicia. 

Nel II sec., come attestano le iscrizioni dei procuratores Alpium Graiarum et Poeninarum che con la riforma dioclezianea verranno detti praesides, la regione fu annessa alla circoscrizione delle Alpi Graie, probabilmente sotto Marco Aurelio, in occasione di una riforma amministrativa della provincia retica.

Si suppone che per un certo periodo le Alpes Atrectianae et Poeninae avessero costituito una circoscrizione autonoma. Secondo alcuni, invece, tale termine sarebbe caduto d'uso solo con la riforma tetrarchica, quando sarebbe prevalsa la dizione equivalente Alpes Graiae et Poeninae; in tale occasione la provincia fu allargata nei confini specialmente a spese della Rezia e fu sottoposta alla dioecesis Galliarum.

AFITEATRO DI MARTIGNY

La provincia unita delle Alpes Graiae et Poeninae comprendeva solo territorî transalpini, nelle valli popolate dai Medulli, Graioceli, Centrones, Varagri, Vantuates, Seduni e Uberi, di cui gli ultimi quattro gruppi popolavano la vallis Poenina. Qui era l'unico centro della regione di qualche rilievo, Octodurum (Martigny, nel Vallese); sui Lemano sorgeva Viviscus (Vevey). Il valico del Gran San Bernardo costituì ancora un considerevole centro religioso, dedicato a luppiter Poeninus.

Tra le grandi vie di comunicazione transalpina, la via del Gran San Bernardo metteva in comunicazione la valle padana, per Augusta Praetoria e Octodurum con la valle del Rodano, Aventicum e Vesontio nella Germania Superiore, e le Gallie. La stessa valle del Rodano era percorsa da un'arteria che metteva per il Sempione nell'alta val d'Ossola (Oscela).

Alcune delle popolazioni della provincia sono menzionate tra le genti alpine nella grande iscrizione sul tropaeum Augusti, alla Turbia. Sottomesse da prima come comunità tributarie (civitates stipendiariae), ricevettero in parte, forse da Augusto, i diritti della latinità, e si organizzarono più tardi, e parzialmente, in municipi.

ARCO TRIONFALE DI AOSTA

I confini della provincia alpina si attestavano: a N negli attuali confini del cantone Vallese, sul displuvio tra il bacino del Rodano e quello del Reno, a partire dal Gottardo sino ad abbracciare la parte orientale del Lemano: a S il confine seguiva il crinale alpino e s'incuneava nell'alto bacino dell'Isère.

La provincia comprendeva il moderno Canton Vallese (Svizzera), la Valle Tarantaise (Francia) e la Val d'Aosta (Italia), una delle tre province a cavallo delle Alpi tra la Francia moderna e l'Italia, insieme alle Alpi Marittime e alle Alpi Cottie.

La provincia aveva due capoluoghi: Forum Claudii Ceutronum (odierna Aime-la-Plagne) per le Alpes Graiae e Forum Claudii Vallensium (odierna Martigny) per le Alpes Poeninae. Il procuratore della provincia risiedeva alternativamente in uno dei due capoluoghi.

Il nome ufficiale della provincia era inizialmente Alpes Graiae et Vallis Poenina. Dal II secolo d.c. al regno di Diocleziano (284–305), fu conosciuto come Alpes Atrectianae et Vallis Poenina, attestato da un'iscrizione del periodo severiano (193–235).

La regione della Vallis Poenina, corrispondente al moderno Canton Vallese tra il Lago di Ginevra e il Colle del Gran San Bernardo, fu abitata all'epoca della conquista romana dai celtici Nantuati, Veragri, Seduni e Uberi. Dopo l'invasione romana guidata da Augusto nel 16-15 ac., l'area fu inizialmente posta sotto il controllo militare (praefectus Raetis, Vindolicis, vallis Poeninae) e inglobata nella vasta provincia di Raetia et Vindelicia, che si estendeva tra le Alpi centrali e il Danubio.

RESTI DELL'ANFITEATRO DI AOSTA

Secondo la maggior parte degli studiosi, le tribù valdesi ottennero i diritti latini e si raggrupparono in un'unica civitas Vallensium durante il regno di Claudio (41–54 d.c.). Probabilmente nello stesso periodo, la Vallis Poenina fu separata da Raetia et Vindelicia e unita alle neonate Alpes Graiae, formando insieme la provincia di Alpes Graiae et Poeninae, con un capoluogo per ogni divisione:
- Forum Claudii Ceutronum (l'odierna Aime-la- Plagne) per le Alpes Graiae e 
- Forum Claudii Vallensium (l'odierna Martigny) per le Alpes Poeninae. 

Le Alpes Graiae, situate a ovest del Colle del Piccolo San Bernardo e abitate dai Ceutrone, furono poi conosciute come Alpes Atrectianae dal II secolo fino al regno di Diocleziano (284–205). Numerose iscrizioni e la menzione di famiglie di rango senatoriale alla fine del III sec. attestano l'intensa romanizzazione del Vallese. Durante il regno di Diocleziano (284–305), la provincia fu acquisita dalla diocesi di Gallia.

Alcuni studiosi datano l'unificazione delle Alpes Graiae e delle Alpes Poeninae a questo periodo piuttosto che al regno di Claudio. Nel 381 viene menzionato il primo Vescovo della regione, Theodul. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la regione fu invasa dai Burgundi e incorporata nel loro regno. Dopo la sua caduta entrò a far parte del Regno dei Franchi nel 534, poi venne invasa dai Longobardi nel 574 ma presto dovettero ritirarsi.


BIBLIO

- G. Oberziner, Le guerra di Augusto contro i popoli alpini, Roma 1900
- W. Woodburn Hyde, in Mem. Amer. Philos. Soc., II, Filadelfia 1935 -
- F. Stähelin - Die Schweiz in römischer Zeit - Basilea - 1948 -
- G. Walser - in Atti Conv. Rapp. Scient. Cult. Italo-svizeri - Milano 1956 -
- R. Christ, in Historia, VI, 1957 -


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