SOTTO S. MARIA DEGLI ANGELI E DEI MARTIRI



L'INTERNO

La chiesa è nata dalla trasformazione nel 1562, a opera di Michelangelo Buonarroti, dell'aula centrale (frigidarium) delle Terme di Diocleziano, per volere di papa Pio IV e su richiesta del sacerdote Antonio del Duca (1491-1564), zio del discepolo di Michelangelo, l'architetto e scultore Jacopo del Duca.

Il sacerdote aveva avuto una visione del 1541, in cui vide una "luce più che neve bianca" sulle Terme di Diocleziano con al centro i sette martiri: Saturnino, Ciriaco, Largo, Smaragdo, Sisinnio, Trasone e il papa Marcello I.

Così cominciò a ideare la costruzione della chiesa dedicata ai sette angeli e ai sette martiri, ma il pontefice Paolo III non l'accontentò. La chiesa nacque invece vent'anni dopo, per volere di papa Pio IV del 1561 e prese il nome di "Beatissimae Virgini et omnium Angelorum et Martyrum".



MICHELANGELO

Pio IV affidò il progetto nel 1561 all'anziano Michelangelo che stava ancora lavorando alla Basilica di San Pietro. Egli restaurò l'aula del tepidarium delimitando, con pochi setti murari, tre campate contigue coperte a crociera, a cui furono aggiunte due cappelle laterali quadrate, creando così una chiesa che spaziava lateralmente anziché longitudinalmente, nonostante la perplessità dei committenti.

I lavori proseguirono anche dopo la morte di Michelangelo a cura di Giacomo Del Duca e si protrassero fino alla metà del XVIII secolo quando furono chiuse le entrate laterali del transetto mediante le cappelle di San Bruno e la cappella Niccolò Albergati.



VANVITELLI

Nel 1750 Luigi Vanvitelli decorò nello stile dell'epoca il sobrio interno di Michelangelo, di cui non resta documentazione. Tramite le otto colonne in muratura creò il passaggio tra vestibolo e crociera e tra crociera e presbiterio.

Sulla piazza dell'esedra creò una facciata con portale a timpano, che Vanvitelli raccordò alla chiesa tramite lesene e fasce orizzontali. Santa Maria degli Angeli divenne una ricchissima raccolta di opere dal XVI al XVIII secolo, dal Martirio di San Sebastiano del Domenichino, alla Caduta di Simone Mago di Pompeo Batoni, al Battesimo di Gesù di Carlo Maratta, alla Messa di San Basilio di Pierre Subleyras. Nel transetto è anche collocata una pala di Giovanni Odazzi.

Con l'Unità d'Italia vennero allontanati i padri certosini dalla chiesa e dal monastero; la zona claustrale venne lasciata ai frati di Francesco da Paola e infine al clero diocesano. Con le nozze di Vittorio Emanuele III la basilica divenne chiesa di Stato, come è ancora oggi.

LA FACCIATA
 
LA FACCIATA

I restauri degli inizi del XX secolo eliminarono la facciata del Vanvitelli nel 1911, e la trasformarono in un nicchione a esedra con due ingressi ad arco, restituendole l'aspetto originario. Nel 2006 le vecchie porte lignee furono sostituite con quelle nuove, realizzate dal polacco Igor Mitoraj (lo stesso scultore della testa della Dea Roma a Piazza Grappa, sempre a Roma).

Il vestibolo venne costituito da un'aula di passaggio a pianta circolare con soffitto a cupola dove anticamente era il ninfeo delle Terme di Diocleziano che stava tra il calidarium, oggi scomparso, e il tepidarium: e venne inclusa nell'asse longitudinale della chiesa da Michelangelo Buonarroti, il quale vi inserì quattro edicole con timpano, con dei monumenti funebri.



CAPPELLA DEL CROCIFISSO 
Del 1575, con tela d'altare con crocifisso, attribuita a Giacomo della Rocca che decorò anche la volta. 

- Nella parete sinistra vi è la tomba di Pietro Tenerani a edicola con timpano sorretta da colonne ioniche al cui centro vi è un busto dell'artista. Sul basamento una porta che raffigura il passaggio all'Ade. 

- Sul lato opposto vi è il monumento alla moglie di Tenerani, Lilla Montabbiio, un'edicola con timpano e colonne corinzie.


CAPPELLA DELLA MADDALENA E BATTISTERO 
Costruita da Consalvo Alvaro di Giovanni nel 1579. 

- La pala d'altare col "Noli me tangere" è attribuito ad Arrigo Fiammingo. Nel dipinto Gesù appare risorto alla Maddalena sotto forma di giardiniere e riconosciuto, per non farsi toccare, esclama "Noli me tangere".

- L'angelo della luce - una scultura in bronzo di Ernesto Lamagna, in stile barocco-futuristico. invecchiato con acidi particolari rendendola simile alle opere di Michelangelo che sotterrava le sue opere per invecchiarle.

- Cupola in vetro "Luce e tempo" - in epoca romana era un'apertura circolare a cielo aperto dove l'acqua piovana finiva nella piscina sottostante. 

Con la trasformazione delle terme di Diocleziano in chiesa si è resa necessaria una vetrata. Michelangelo e Vanvitelli vi installarono delle lanterne poi demolite. La nuova lanterna, dell'artista italo americano Narcissus Quagliata, ha un diametro di 2 m suddivisa in otto spicchi con 24 lastre di vetro multicolore. Altre tre lenti collocate ad altezze differenti ma tutte poste nella zona sud completano l'opera. Il sole, così, raggiunge il centro esatto del pavimento nei due equinozi e nei solstizi indicando il mezzogiorno a Roma.


PASSAGGIO VOLTATO VERSO LA CROCIERA  
Un locale riadattato da Vanvitelli con quattro colonne in gesso dipinto a marmo, simili a quelle del transetto in granito rosso. Vi si trovano: 
- un dipinto ovale di Francesco Trevisani della cacciata dal paradiso terrestre e la statua di un angelo che sorregge un'acquasantiera. 
- Statua di San Bruno di Jean-Antoine Houdon del 1766-68, a braccia conserte e testa china insieme a quella di San Giovani Battista, distrutta nel 1894.
 

CAPPELLA DI SAN BRUNONE 
Del 1620, con quadro di San Brunone, di anonimo seicentesco, il prospetto è di Vanvitelli.


CAPPELLA DI SAN PIETRO 
Costruita da Pietro Alfonso Avignonese nel 1635 con facciata progettata dal Vanvitelli. Sull'altare vi è un paliotto. Sopra l'altare un dipinto di Girolamo Muziano raffigurante la consegna delle chiavi. Sulle pareti vi sono raffigurati "San Pietro liberato da un angelo" e "I santi Pietro e Paolo" di M. Carloni. Al centro una testa in marmo di Carrara donata da Igor Mitoraj.

IL TRANSETTO

IL TRANSETTO

Posto nell'antico frigidarium, subì varie ristrutturazioni, da Michelangelo, da Jacopo Del Duca e da Vanvitelli. Rimasero sempre le dimensioni originali: l'altezza delle volte a crociera è di 29 m e le colonne di 17,14 m, con circonferenza di 5,10 m e diametro di m 1,62.

Le pareti sono adornate di paraste e lesene dipinte a imitare il marmo rosso di Cottanello, con riquadrature incorniciate in cui vi sono otto quadri della Basilica di San Pietro.

L'illuminazione avviene mediante finestroni negli archi di accesso alle cappelle laterali e più altri finestroni ai lati a forma di mezzaluna con sopra immagini di profeti, sibille e condottieri di Niccolò Ricciolini.

LA MERIDIANA

MERIDIANA

Sul pavimento c'è la meridiana che Clemente XI commissionò a Francesco Bianchini per il Giubileo del 1700. Intorno alla meridiana dei riquadri rappresentano le costellazioni. Una lapide recente afferma che fu usata come orologio solare fino al 1846 quando fu sostituita dal cannone del Gianicolo. Si voleva dimostrare la correttezza del Calendario Gregoriano determinando la data della Pasqua con i moti del Sole e della Luna.

Il foro attraverso cui la luce del Sole cade in un punto misurato della linea di bronzo lunga 45 m tracciata nel pavimento. L'avvicendarsi delle stagioni è rappresentato dai segni zodiacali intarsiati nel marmo disposti lungo la linea, che porta a un capo il Cancro, il solstizio d'estate, e all'altro il Capricorno, solstizio d'inverno.


Dipinti del transetto

- La crocifissione di San Pietro - copia di un quadro di Passignano realizzato per la Biblioteca Vaticana da Nicola Ricciolini.
- La caduta di Simone Mago - copia del quadro di Francesco Vanni a San Pietro.
- Predica di San Girolamo - ultima opera di Gerolamo Muziano
- L'Immacolata - di Pietro Bianchi dove l'Immacolata è indicata da Gregorio Nazianzeno, con Francesco d'Assisi e Antonio di Padova adoranti.
- Resurrezione di Santa Tabita - di Placido Costanzi.
- Altra Caduta di Simone Mago di Pompeo Batoni del 1765.
- La messa di San Basilio di Pierre Subleyras dove San Pietro officia la messa davanti all'imperatore Valente che cade svenuto.


CAPPELLA DEL BEATO NICCOLO' ALBERGATI 
Dell'architetto Clemente Orlandi nel 1746. Al centro della volta lo Spirito Santo tra cherubini e i dottori della chiesa. Sull'altare un dipinto di Ercole Graziani "Un miracolo del beato Niccolò Albergati". Due tele di Francesco Trevisani "Battesimo d'acqua e Battesimo di desiderio" sopra i monumenti funebri. Ai lati dell'altare due statue in gesso degli Angeli della pace e della giustizia.

Monumento funebre ad Armando Diaz - eretto nel 1920 da Antonio Muñoz in architettura liberty, stranamente dedicato a un generale della guerra.

 - Monumento funebre al giurista e politico Vittorio Emanuele Orlando - del 1953 di Pietro Canonica, con sarcofago color giallo di Siena con medaglione centrale in bronzo e rilievi in marmo di Carrara. Sopra vi è un arco e sotto un basamento con dedica.

- Monumento funebre all'ammiraglio Paolo Thaon di Revel - aiutante di campo di Vittorio Emanuele III di Savoia, sempre del Canonica, con arco a trabeazione continua decorato e con sarcofago giallo di Siena a forma di nave sostenuto da una base in rosso e nero.

- Un miracolo di San Pietro - In origine nel Palazzo del Quirinale, di Francesco Mancini. Il quadro rappresenta il miracolo di San Pietro a un paralitico presso Porta Speciosa.


 
CAPPELLA DI SAN BRUNO
Decorata su progetto di Carlo Maratta dove l'altare è dipinto illusoriamente con quattro colonne di serpentino che sorreggono una trabeazione del frontone spezzato con stemma. Tutto intorno un finto coro dipinto da Balletti e Paradisi con nicchie di statue.

Gli affreschi della volta a crociera raffiguranti gli evangelisti sono di Andrea Procaccini. Sulla parete di destra le statue della Meditazione, del 1874, e della Preghiera, del 1875, copie delle statue poste all'ingresso del Verano.


- Battesimo di sangue - Due cartoni preparatori di Francesco Trevisani (battesimi d'acqua, di desiderio e di sangue con il martirio). 

- Apparizione della Vergine a San Bruno - Al centro dell'altare dipinto a olio di Giovanni Odazzi, l'artista passa dal barocco al rococò.

IL PRESBITERIO

PASSAGGIO VOLTATO VERSO IL PRESBITERIO
Oltre che al presbiterio immette anche a due cappelle, a destra vi è la Cappella di San Giacinto e a sinistra quella del Salvatore. 
Entrambe ammodernate dal Vanvitelli con chiara ispirazione michelangiolesca. Cappelle del passaggio voltato verso il presbiterio:


CAPPELLA DI SAN GIACINTO 
Nel 1608. Sull'altare un dipinto di Giovanni Baglione. 
Ai lati dei santi tra cui Santa Cecilia e Francesco d'Assisi che riceve le stigmate. Nella volta sono raffigurati Dio e gli angeli.


CAPPELLA DEL SALVATORE
Risale al 1574.
Il presbiterio è progettato dall'architetto Clemente Orlandi, mentre il coro è stato progettato dal Vanvitelli che curò anche la decorazione di tutto l'insieme. 

Poco prima di arrivare all'altare si notano due opere di Innocenzo Orlandi del 1866: L'angelo con l'aquila e la Cattedra, quest'ultima è sorretta da un toro e da un leone, che rappresentano gli evangelisti.

Dipinti del presbiterio:
Presentazione di Maria al tempio - di Giovanni Francesco Romanelli.
- Martirio di San Sebastiano - del Domenichino con tecnica a olio su muro per la Basilica Vaticana.
- Madonna in trono - fra i sette angeli e abside.
- Madonna degli Angeli - nell'abside pentagonale, dipinta di rosso, tra angeli e cherubini scolpiti da Bernardino Ludovisi. La Madonna allatta Gesù e perciò chiamata Madonna del latte. Gli arcangeli Michele e Gabriele sorreggono la corona sulla testa della Vergine. Tutti gli arcangeli sorreggono cartigli con su scritti i loro compiti.
- Battesimo di Gesù - di Carlo Maratta. 
- Morte di Anania e Safira - del Pomarancio per la Basilica Vaticana nel 1604, in stile manieristico tardo-cinquecentesco.


CAPPELLA DELL 'EPIFANIA (o coro dei certosini)
Dalla sacrestia a volta semicilindrica si può raggiungere la sacrestia michelangiolesca, riservata al coro dei certosini, in stile rinascimentale.

RICOSTRUZIONE DELLE TERME DI DIOCLEZIANO

SOTTO LA CHIESA - LE TERME

"Queste Terme di Diocleziano furono le più grandi, le più magnifiche, e le più celebri di tutte. Occupavano tutta la gran piazza, la Chiesa, ed il Convento della Certosa, quello di S. Bernardo, i Granaj, e le case vicine, in tutto formavano il giro di 1200 passi, cioè di un miglio e un quinto. In esso erano portici magnifici, una celebre Biblioteca, una Galleria bellissima, Giuochi, Scuole, Passeggiate, e Bagni ne' quali potevano bagnarsi 3200 persone tutte in una volta.

Il numero delle statue trovate, le incrostature marmoree, le grandi colonne delle quali si sono serviti i Certosini per ornare la Chiesa, e le rovine, che vi si veggono ancora non permettono di dubitare della ricchezza, e magnificenza di queste Terme, una gran parte delle quali è stata convertita in Tempio Sagro, che si chiama Chiesa di Santa Maria degli Angeli."

A parte la chiesa e il museo passeggiando attorno all'area sono ancora visibili i resti di altri ambienti delle terme: ad esempio, da via Parigi alle spalle dell' aula ottagona e su via Volturno, dove si può vedere quello che rimane della grande cisterna.

RICOSTRUZIONE DELLE TERME DI DIOCLEZIANO

"Sopra gli avanzi delle Terme di Diocleziano il Papa Pio IV. fece costruire la Chiesa presente; il celebre Michelangelo si servì del Salone exedra amplissima, e di qualche altra sala delle Terme, cambiandovi poche cose, per formare in questo spazio una croce Greca.

Fino al tempo di quel Pontefice un edifizio si bello era restato in abbandono, contentandosi di toglierne le colonne i marmi, e tutti gli ornamenti senza far caso della maestà delle proporzioni, e dell'uso, che se ne poteva fare.

In seguito colla direzione dell'architetto Vanvitelli nel 1749 fu ridotta nello stato attuale, chiudendo l'ingresso fattovi da Michelangelo, e formandovi un Altare; e allora la porta laterale divenne la principale, dalla quale si entra presentemente in una rotonda, ove si vedono fra quattro depositi quello di Salvator Rosa celebre pittore e poeta, e l'altro di Carlo Maratta. La rotonda comunica alla navata traversa, che formava il gran Salone delle Terme, e che ha una maestà, che subito impone.

Le Terme furono abbandonate dopo il taglio degli acquedotti a opera dei Goti di Vitige, nel 537, e le devastazioni degli armati di Totila, nel 546. Da allora il sontuoso edificio divenne una cava di materiali di reimpiego, ma ancora nel XV e XVI secolo conservava parte della sua decorazione marmorea.



LA STORIA

Le terme furono iniziate nel 298 d.c. dall'imperatore Massimiano, nominato Augustus di occidente da Diocleziano, ed aperte nel 306, con un'estensione straordinaria, di quasi quattordici ettari. Erette tra il Viminale ed il Quirinale, le Terme di Diocleziano sono le più grandi di Roma e del mondo romano.

Per costruirle, furono demoliti numerosi edifici e fu modificata la rete stradale. Per l'approvvigionamento idrico fu realizzata una diramazione dell'Aqua Marcia. I lavori, iniziati nel 298 da Massimiano e Diocleziano, furono completati nel 305-306 da Galerio e Costanzo Cloro.

Questa è decorata da 16 colonne enormi, otto delle quali sono di un sol pezzo di granito di Egitto, le medesime che già ornavano l'antico salone, e le altre otto sono state fatte di mattoni colle stesse proporzioni per accompagnare.

Ma siccome per togliere l'umidità il Bonarroti rialzò il Pavimento, così le antiche basi, e piccola parte delle colonne restò sotto terra, e bisognò sostituire nuove basi di marmo al piano presente, che ridussero le colonne all'altezza di soli 43. piedi, compresa base e capitello, benché abbiano 16 piedi di circonferenza, malgrado ciò non compariscono sproporzionate."



LA BASILICA

- Nel 1561 Pio IV decise di realizzare all'interno delle terme una basilica dedicata a Santa Maria degli Angeli. Così dall'ambiente precedentemente adibito a Tepidarium venne ricavata la chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri: la dedica ai martiri venne aggiunta perchè, secondo l'agiografia cristiana, le terme furono costruite dai Cristiani resi schiavi, ma non ne esiste alcuna documentazione storica.

Risale infatti al periodo di impero di Diocleziano l'ultima persecuzione sui Cristiani, e la Chiesa afferma che Diocleziano impiegasse per sette anni 40000 Cristiani per la costruzione di questo superbo edificio, ma non c'è notizia storica di questa schiavitù.

- Nel 1575 Gregorio XIII trasformò gli ambienti a ovest del calidarium in granai. Sembra che allora la Chiesa fosse chiamata S. Maria degli Angeli in macello, cioè in mercato, trasformata poi S. Maria degli Angeli in martyrum, Comunque la chiesa, che già aveva deturpato e saccheggiato per la sua costruzione le terme romane, subirà ulteriori modifiche nel 1700, in quanto alcuni ambienti vennero invece usati dai papi come magazzini del grano, compresa purtroppo la sala ottagona.

Apparteneva al recinto perimetrale anche la grande esedra, anticamente adibita a teatro e in epoca moderna trasformata in Piazza della Repubblica. La facciata della chiesa di S. Maria degli Angeli, in piazza della Repubblica é infatti l'esedra di una delle sale delle Terme di Diocleziano.

- Nel 1754 Benedetto XIV installò nell'ambiente adiacente all'aula Ottagona la chiesa di S. Isidoro in thermis.

- Nell’Ottocento gli ex granai divennero sede del Pio Istituto Generale di Carità, e singole parti dell'edificio furono cedute a privati. "Nella piazza dei Cinquecento, compresa tra le Terme di Diocleziano e la Stazione Termini, scavi occasionali avvenuti in varie occasioni hanno permesso di rilevare un intero quartiere, del quale oggi più nulla è visibile. Esso comprendeva, tra l'altro, un notevole edificio termale del IV sec. (mosaici strappati da questi edifici sono ora esposti nei sottopassaggi tra la stazione e la Metropolitana)."

RICOSTRUZIONE DELLE TERME DI DIOCLEZIANO

- Dal 1861 un'enorme quantità di strutture e di materiali antichi fu scoperta quando, per la costruzione della vecchia stazione, fu demolito il cosiddetto Monte della Giustizia, una collinetta artificiale di circa 15 m, formatasi nel Medioevo nel punto dove sono i resti della Porta Viminale.

Le terme servivano i popolosi quartieri del Quirinale, del Viminale e dell'Esquilino e la gente che andava alle terme non lo faceva solo per bagnarsi, ma ci incontrava persone, ci mangiava, ci faceva affari, leggeva in biblioteca, ascoltava i processi e pure i pettegolezzi di Roma.

I romani nelle terme ci vivevano, finito il lavoro invece di andare a casa si infilavano nelle terme; i gioiellieri portavano con sè alcune gioie da mostrare alle nobili matrone, e i commercianti portavano i campioni di stoffe per scegliere i vestiti, prendendo le misure in loco, o le sciarpe, i ventagli e i cappellini.

Oltre vari tratti delle Mura Serviane, nel IXX secolo fu scoperto un castellum aquae di età repubblicana, il ”bottino”, piccolo edificio circolare in pietra gabina e travertino, con diametro di m 3,05, con due fori destinati alla fuoriuscita delle fistule. Il castello doveva essere in rapporto con gli acquedotti della Marcia, della Tepula e della Giulia.

Sul lato opposto della piazza, per la costruzione dell'ex Istituto Massimo (angolo tra largo di Villa Peretti e piazza dei Cinquecento) furono scoperti in situ, nel 1883, due cippi di travertino con iscrizioni che indicavano qui il limite degli Horti Lolliani, appartenuti a Lollia Paulina. la rivale di Agrippina, e che, dopo la disgrazia della prima, passarono al demanio imperiale sotto Claudio, nel 49"

RICOSTRUZIONE DELLE TERME DI DIOCLEZIANO

Le Terme di Diocleziano costituiscono il più grande stabilimento termale dell’antichità occupando circa 140.000 mq, escludendo la cisterna rinvenuta in Piazza dei Cinquecento, alimentata da un ramo dell'Aqua Marcia. Costruite in mattoni, le Terme furono erette da Massimiano e Diocleziano fra il 298 e il 306 d.c.

Questo enorme edificio termale era costituito da un complesso centrale con calidarium, tepidarium e natatio disposti lungo l'asse minore. Lungo l'asse maggiore erano disposte le palestre, con un grande recinto circostante adibito a giardino, con alberi, piante, sentieri e statue.

La gigantesca costruzione, che poteva ospitare contemporaneamente più di 3.000 persone, occupa un’area di m 380 x 370. Il lato di fondo presentava al centro una grande esedra con gradinate, forse utilizzata per spettacoli teatrali, mentre ai lati del vasto emiciclo, due vani rettangolari ospitavano le Biblioteche.

L'edificio misurava circa m 250 x 180 e si articolava, secondo lo schema solito delle terme imperiali, attorno all'asse centrale minore comprendente la grande piscina (natatio), il frigidarium, il tepidarium e il calidarium.

Allineate con il calidarium erano due aule ottagone, una delle quali, l'ex Planetario, ospita oggi un'esposizione di sculture provenienti da terme.

La costruzione era riccamente decorata, con sculture, vasche di granito, di porfido verde di Laconia e la grande vasca monolitica di porfido, attualmente ai Musei Vaticani.




BIBLIO

- Renato Pisani, Giuseppe Valeri - La basilica di Santa Maria degli angeli e dei martiri - Introduzione - Cenni storico-artistici - Roma, Il cigno GG edizioni - 2008 -
- Renato Pisani, Giuseppe Valeri - Progetto michelangiolesco, in Guida - Roma - Il cigno GG edizioni - 2008 -
- David Karmon - Michelangelo's "Minimalism" in the Design of Santa Maria degli Angeli - in "Annali di architettura" - 2008 -
- Alessandro Brodini - Santa Maria degli Angeli - Mauro Mussolin (a cura di) - Michelangelo Architetto a Roma - Catalogo della Mostra - 2009 -
- Renato Pisani, Giuseppe Valeri - Intervento vanvitelliano - Guida - Roma - Il cigno GG edizioni - 2008 -
- Renato Pisani, Giuseppe Valeri - Monumento a Salvator Rosa - Guida - Roma - Il cigno GG ed. 2008 -
- Renato Pisani, Giuseppe Valeri - L'angelo della luce - Guida - Roma - Il cigno GG ed. - 2008 -
-Renato Pisani, Giuseppe Valeri - Cupola in vetro luce e tempo - Guida - Roma - Il cigno GG ed. 2008 -



1 comment:

Anonimo ha detto...

Ottimo lavoro di ricerca e inquadramento storico, va integrato con il resoconto degli scavi di Lanciani e, soprattutto con gli interventi macroscopici e distruttivi operati da Sisto V per la sua villa Peretti a Termini,con vigne e acquedotto apposito!

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