VIA IULIA AUGUSTA



LA VERA IULIA AUGUSTA


LA FALSA VIA AUGUSTA

Esiste una strada romana con lo stesso nome che andava da Aquileia al Norico, e si chiamava anch'essa Via Iulia Augusta. Di questa strada d'epoca romana ignoriamo il nome, ma seguiva un percorso già frequentato e conosciuto fin dalla preistoria.

Nel 1884 l'archeologo Carlo Gregorutti propose per questa strada il nome "Via Iulia Augusta", pur in assenza di documentazione storica che potesse giustificarne il nome.
Oggi non c'è traccia di questo antico percorso, salvo una pietra incisa nel IV sec. d.c. in località Passo di Monte Croce Carnico, al confine con l'Austria.

Invece da Piacenza (Piacentia) per raggiungere Roma, ci si collegava a Lucca (Luca) alla via Aurelia, attraverso la Via Emilia Scauri.



LA VERA IULIA AUGUSTA

La sua costruzione iniziò il 13 a.c. per volere dell'Imperatore Augusto per collegare Piacenza (Placentia) ad Arles (Arelate) pertanto con la costa meridionale della Gallia. Nelle città di Tortona e di Voghera la strada è erroneamente definita via Emilia. Il percorso della Via Iulia Augusta è ancora oggi testimoniato dalla presenza di resti dell’antico tracciato, cippi miliari, moderni toponimi e antichi documenti.

Venne chiamata anche Via Norrica, Via Norruena, Via Tresemane, Via Pontebbana o Via dell’Ambra.
Il suo percorso iniziava a Placentia (Piacenza) e, passando per Dertona (Tortona) e Aquae Statiellae (Acqui Terme), si concludeva presso il trofeo di Augusto della Turbie, eretto dall'imperatore nel 7-6 a.c. fra Mentone e Nizza (Francia).

In seguito venne prolungata fino ad Arelate (Arles), per collegarsi alla via Domitia (via Domizia). Lungo il suo tragitto attraversava, fra gli altri, i centri romani di Vada Sabatia (Vado Ligure), Albingaunum (Albenga), e Albintimilium (Ventimiglia).



Si trattò dunque del proseguimento della già esistente via Aurelia/via Æmilia Scauri che fino ad allora terminavano a Vada Sabatia. Una volta completato, l'intero sistema stradale Aurelia-Æmilia-Augusta era lungo 962 km.

Nel territorio ligure i resti del tracciato stradale originario sono individuabili solo in pochi casi, come tra Albenga ed Alassio, dove rimangono tracce del selciato antico, e nel finalese. Più numerosi, invece, sono i ponti sopravvissuti fino ai nostri giorni.

Molto probabilmente il suo percorso, nel tratto ligure, era quasi sempre parallelo alla costa, ma molti sono i dubbi riguardo al tracciato litoraneo tra Vado e Finale, dove doveva affrontare e valicare massicci montuosi e promontori a picco sul mare.

Per superare questa zona avrebbe dovuto arretrare notevolmente, ma va presa in considerazione la possibilità che, per evitare i tratti più accidentati, si ricorresse alla navigazione di piccolo cabotaggio.


L'Itinerario turistico

TROFEO DI AUGUSTO
L'itinerario Via Julia Augusta e Gallia greco-romana parte da Ventimiglia, dove è possibile visitare i resti della città romana di Abintimilium, attraversata dalla via Julia Augusta lastricata con calcare bianco, che coincideva col decumano massimo, dove è possibile visitare le terme, il teatro, le case signorili, gli antichi quartieri abitativi, con i ricchi mosaici e le numerose suppellettili, anche di importazione, recuperate dagli scavi archeologici.

Si prosegue per La Turbie, dove è possibile visitare il Trofeo di Augusto, imponente monumento romano che si trova a 480 metri di altitudine, oggi a picco sul Principato di Monaco. 

Il monumento venne eretto negli anni 7-6 a.c. in onore dell'Imperatore Augusto per commemorare la spedizione militare del 15 a.c. in cui Druso e Tiberio sottomisero 46 tribù alpine e servì a demarcare la frontiera tra l'Italia e la Gallia Narbonese lungo la via Julia Augusta. 

Si prosegue per Nizza: Nikaia, come venne battezzata dai greci che la fondarono, ha una vasta area archeologica di epoca romana sulla collina di Cimiez, con anfiteatro, arene, terme e una basilica paleocristiana circondati dagli ulivi.


BIBLIO

- Romolo A. Staccioli - Strade romane - L'Erma di Bretschneider -
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -
- Gabriella Airaldi - Storia della Liguria vol. II - Il caso di Bobbio e delle "vie marenche" - Ed. Marinetti 1820 - Genova - 2009 -
- Giovanni Annio da Viterbo, frate domenicano (pseudonimo di Giovanni Nanni erudito quattrocentesco -1432 - 1502) - Antiquitatum variarum volumina XVII - seconda edizione del 1498 -
- Gustav Friedrich Constantin Parthey - M. Pinder (a cura di) - Itinerarium Antonini Avgvsti et Hierosolymitanvm ex libris manvscriptis - Berlino - Friedrich Nicolai - 1848 -


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