PROVINCIA HISPANICA



ITALICA

Quando i Romani arrivarono, nel II secolo a.c., la popolazione indigena della penisola iberica, di origine basca si era mescolata per quasi sedici secoli con popolazioni di origine celtica, provenienti dalla Gallia, formando così una nuova popolazione, i Celtiberi, con una cultura celtiberica.

La Provincia Hispanica o Spagna romana (Hispania) si ebbe quando nel 226 a.c. fu stipulato fra Romani e Cartaginesi il trattato dell'Ebro che stabiliva la ripartizione delle zone di influenza delle due potenze nella Penisola Iberica.

Ma il processo di romanizzazione sarà evidente dal 133 a.c. , con la distruzione di Numancia, dando luogo alla trasformazione della Cultura Celtiberica, che terminò nel I secolo a.c. quando le antiche oppida celtiberiche di Bilbilis, Uxama, Termancia o Numancia divennero città romane, alcune con il rango di municipium.

BAETICA

CARTAGINE

- 236 a.c. - il generale cartaginese Amilcare Barca sbarca in Iberia con le sue armate attraverso Cadice.
Il suo successore Asdrubale, ampliò le conquiste e fondò Nova Carthago, capitale della nuova provincia.

- 226 a.c. - Asdrubale, ora sufficientemente indipendente da Cartagine, siglò il trattato dell'Ebro con Roma, il quale fissava al fiume Ebro i limiti tra le due potenze mediterranee. 

- 220 a.c. - Annibale, succeduto ad Asdrubale conquista la Spagna a sud dell'Ebro, con l'eccezione di Sagunto.

- 219 a.c. - Tuttavia nel 219 a.c. Annibale violò il trattato dell'Ebro assediando ed espugnando la città di Sagunto alleata dei Romani che non avevano mosso un dito per difenderla, con l'aiuto della popolazione locale dei Turboletae. "Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur" significa "Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata" (Tito Livio, Storie, XXI, 7, 1). Gli ambasciatori romani recatisi a Sagunto furono dirottati a Cartagine dove, non ricevendo soddisfazione, dichiararono la guerra.

Annibale, espugnata Sagunto  partì per l'Italica per attaccare i Romani sul loro stesso territorio. Lasciò al suo giovane fratello, Asdrubale Barca il comando delle truppe cartaginesi in Iberia. Inizia la II guerra punica tra Cartagine e Roma.

HISPANIA TARACONENSIS



INVASIONE DELLA SPAGNA

- 218 a.c. - Finalmente nel 218 a.c. le legioni romane reagirono alla violazione e invasero la Spagna guidate dal console Publio Cornelio Scipione (padre di Scipione Africano). Secondo Polibio l'episodio di Sagunto fu un pretesto dei Cartaginesi per la nuova guerra a causa delle pesantissime condizioni di resa imposte dai romani.

Pertanto Annibale iniziò la marcia verso l'Italia lasciando in Spagna diecimila soldati e mille cavalieri sconfitti però da Gneo Cornelio Scipione Calvo (fratello di Publio Cornelio Scipione) nella battaglia di Cissa, presso Tarragona.

Peraltro l'esercito romano inviato in Iberia al comando di Gneo e Publio Cornelio Scipione, riuscì a sconfiggere i Cartaginesi a Cissa. I due Scipioni svernarono poi a Tarraco, mentre Asdrubale Barca si ritirò a Nova Carthago, dopo aver rinforzato le postazioni militari a sud dell'Ebro. Asdrubale lanciò una spedizione per distruggere la base dei Romani a nord dell'Ebro, ma è sconfitto da un attacco a sorpresa dalle navi romane, che distruggono completamente le navi cartaginesi.

LUSITANIA

I DUE SCIPIONI

- 216 a.c. - I due Scipioni cominciarono a colpire i possessi dei Barcidi in Iberia e nelle isole Baleari, reclutando truppe ausiliarie indigene e consolidando le loro posizioni a nord dell'Ebro. Incoraggiarono, poi, anche le tribù iberiche alleate dei Romani ad attaccare i possedimenti cartaginesi a sud dell'Ebro.

- 215 a.c. - I Romani assediarono Ibera, città alleata di Cartagine e Asdrubale assediò allora la città alleata dei Romani, Dertosa. Gli Scipioni accorsero e vinsero nella battaglia di Dertosa e rioccuparono Sagunto.

- 212 a.c. - I Romani e gli alleati Edetani invasero la Turboletania, radendo al suolo la capitale Turba e vendendo i suoi abitanti come schiavi.

- 211 a.c. - Una grande contro-offensiva cartaginese condotta da Asdrubale Barca, Magone Barca e Asdrubale Giscone portò sconfitta e morte a Publio e Gneo Scipioni, nelle battaglie del Baetis superiore. Roma invia rinforzi in Iberia sotto il comando di Gaio Claudio Nerone, ma senza risultati.

SCIPIONE L'AFRICANO

SCIPIONE L'AFRICANO

- 210 a.c. - Dietro sua richiesta, viene inviato dal Seanato romano in Iberia Publio Cornelio Scipione Africano, figlio di Publio Scipione, con 10.000 armati, che vuole vendicare il padre o lo zio morti in battaglia. Tutti sanno che gli Scipioni sono abili e coraggiosi e non gli si può negare la vendetta,
Infatti Scipione conquista subito Nova Carthago. I Cartaginesi colpiti dalla velocità di Scipione dividono la loro armata in tre parti. Scipione fulmineo mosse contro Asdrubale e riuscì a sconfiggerlo, infliggendogli numerose perdite.

- 208 a.c. - Asdrubale intanto condusse la sua armata in Gallia, attraverso i passi dei Pirenei, per poi raggiungere l'Italia e ricongiungersi alle forze del fratello Annibale. Scipione invece si ritirò per l'inverno a Tarraco, assicurandosi però l'alleanza della maggior parte delle genti iberiche, che passarono dalla sua parte colpiti dalla fulminea vittoria.

- 207 a.c - i rinforzi cartaginesi sbarcarono in Iberia sotto Annone, e si unirono a Magone Barca mentre Asdrubale Giscone avanzò con la sua armata da Gades fino all'Andalusia. Scipione intanto mandò distaccamenti a colpire Magone  in modo tanto inaspettato, che il suo luogotenente Silano prese l'accampamento cartaginese, disperdendo l'armata celtibera di Magone e catturando Annone.

- 206 a.c. - Scipione è una valanga, ad Ilipa (presso Siviglia), distrusse le armate cartaginesi comandate da Asdrubale e Magone. E' la disfatta dei Cartaginesi che abbandonano la Spagna. Cadice si arrese senza combattere. I Turboleti chiedono la pace, pagando una grossa somma agli abitanti sopravvissuti di Sagunto.

- 202 a.c. - Scipione sconfigge definitivamente Annibale a Zama. Roma è salva e plaude al suo eroe. Finisce la II guerra punica.

- 197 a.c. - I Turdetani si sollevarono ancora sedati però dal pretore della Hispania Citerior, Quinto Minucio Termo, in una battaglia presso Turba. I loro territori vennero divisi tra i Bastetani e gli Edetani, scomparendo totalmente.



LE DUE HISPANIAE

Allora Roma fondò la nuova provincia e iniziò l'occupazione della penisola, che si prolungò per buona parte del II secolo a.c. con varie rivolte e conquiste finchè nel 197 a.c., i Romani crearono le due province della Hispania Citerior e dalla Hispania Ulterior. 

La Spagna Citeriore comprendeva i territori già in precedenza sotto il controllo romano e si estendeva lungo la costa mediterranea dai Pirenei a Cartagena, governata da un pretore che risiedeva a Cartagena.
La Spagna Ulteriore comprendeva i territori tolti ai Cartaginesi da Cartagena, lungo la costa meridionale, fino al territori dei Tudertani, oltre lo stretto di Gibilterra. 

Questa provincia era governata da un pretore che risedeva a Siviglia.Le principali città della Spagna Citeriore erano Tarragona (Tarraco), Ampurias (Emporion), Huesca (Osca), Saragozza (Salduba) e Cartagena (Nova Carthago); nella Spagna Ulteriore Cadice (Gades) e Siviglia (Hispalis Italica).

CATONE

MARCO PORCIO CATONE

- 195 a.c. - Gli abitanti dell'Hispania non accettano i nuovi vincitori. Marco Porcio Catone divenne console e assunse il comando dell'intera Hispania, sottomettendo le popolazioni della bassa e media valle dell'Ebro e occupando la città pirenaica di Iacca.
 
- 193 a.c. - Il nuovo console Fulvio Flacco sconfisse una coalizione di Vaccei, Vettoni e Lusoni nei pressi di Toletum (Toledo). I due governatori Gaio Flaminio e Marco Fulvio Nobiliore sottomisero le tribù dei Celtiberi Oretani, Carpetani, Vettoni e Vaccei.

Poi Lucio Manlio Acidinio seda la rivolta di alcune popolazioni celtibere e Tiberio Sempronio Gracco vince la tribù dei Belli.


I GUERRA CELTIBERIANA

Numerose tribù celtibere lungo il fiume Ebro si ribellarono a Roma, invadendo la Hispania Ulterior, la valle dell'Ebro alla ricerca di un posto dove trasferirsi. Inizia la I guerra celtiberiana.

- 180 a.c. - Tiberio Sempronio Gracco, proconsole della Hispania Citerior, liberò la città di Caravis (Magallón), alleata di Roma, dai Celtiberi e conquistò Contrebia Belaisca, centro della rivolta. I territori nemici furono divisi con le popolazioni indigene alleate dei Romani. Si procedette poi alla fondazione della città di Gracurris (Alfaro) per sottrarla ai Celtiberi, vinti ancora da Tiberio Gracco nella battaglia del monte Moncayo, Fine della I guerra celtiberiana.



GUERRA LUSITANA

Le oppida celtibare divennero presto municipi. Vennero fondate alcune colonie per le esigenze militari, come Carteia, Colonia Libertinorum nel 176 a.c., Corduba (Cordova), fondata da Marco Claudio Marcello, nel 152 a.c., Valentia (Valencia), nel 138 a.c. e, nel secolo successivo, Caesar Augusta (Saragozza).

155 a.c. - Il pretore Lucio Mummio sconfigge i Lusitani e i Vettoni a Gibilterra. Inizia la guerra lusitana.



GUERRA NUMANTINA

157 a.b. - Gaio Ostilio Mancino assedia  Numantia, ma fu respinto e dovette accettare un trattato che il Senato romano non ratificò.

- 154 a.c. - I Lusitani saccheggiarono la Hispania Baetica (Andalusia). Roma vietò l'ampliamento delle fortificazioni di Segeda, capitale dei Belli, come infrazione al trattato stipulato da Gracco nel 179 a.c., ma i Belli ampliarono le fortificazioni. Inizia così la guerra numantina.

153 a.c. - Con l'avanzata delle legioni romane del console Quinto Fulvio Nobiliore, gli abitanti di Segeda si rifugiarono a Numantia, città degli Arevaci. Nobiliore distrusse Segeda, prese Ocilis (Medinaceli), ma cadde in un'imboscata dal generale dei Belli, leader della coalizione dei Celtiberi, durante la battaglia di Ribarroya, nei pressi della vallata del fiume Baldano. Nobiliore comunque raggiunse Numantia, dove trascorse l'inverno senza riuscire a prenderla.

- 152 a.c. - Marco Claudio Marcello rimpiazzò Nobiliore e occupò le città celtibere di Ocilis e Nertobriga. Intrappolati, i Numantini si arresero, fine della II guerra celtibera.



II FASE DELLA GUERRA NUMANTINA

- 147 a.c. Viriato fu acclamato capo dei Lusitani. Formò una federazione di tribù celtiche, ostili al potere romano in Hispania. Gli Arevaci erano tra queste tribù, e diede inizio alla seconda fase della guerra numantina. Il governatore Quinto Cecilio Metello Macedonico attaccò i territori dei Vettoni, ma non fu capace di prendere la città di Numantia e di Termancia.

- 142 a.c. - Nei primi decenni dell'occupazione i romani si trovarono di fronte alla guerriglia scatenata dal capo lusitano ViriatoFabio Serviliano, nuovo console e governatore della Hispania Ulterior, dopo aver saccheggiato numerose città fedeli a Viriato in Hispania Baetica e nel sud della Lusitania, fu sconfitto dai Lusitani presso Erisane (in Baetica). Fabio Serviliano, dopo la sconfitta, dichiarò Viriato "amico di Roma".

- 141 a.c. - Dopo aver sofferto nuove sconfitte, il generale Quinto Pompeo, negoziò segretamente la pace con la città di Numantia. Ma nella Hispania Ulterior, Servilio Cipiano, con l'aiuto delle armate Marco Popilio Lenate, sconfisse pesantemente le armate dei Lusitani, obbligando Viriato a cercare rifugio a nord del fiume Tago. Le armate di Servilio Cipiano attaccarono anche i Vettoni e i Galleci.

139 a.c. - Il Senato di Roma ritenne che le azioni di Fabio Serviliano fossero indegne della Repubblica romana, e inviò Servilio Cipiano a rimpiazzarlo e a sconfiggere le tribù ribelli della Hispania. Questi fondò le nuove città di Castra Servilia e Caepiana (nel territorio dei Celtici).
Viriato inviò ambasciatori per negoziare la pace con Servilio Cipiano, ma fu tradito e ucciso nel sonno dai suoi stessi compagni, corrotti da Marco Popilio Lenate.
Le armate dei Lusitani tentarono una nuova incursione verso sud contro i Romani, ma furono sconfitti. Fine della guerra di Lusitania.

- 138 a.c. - Il generale Marco Popilio Lenate non riconobbe il trattato di pace del 141 a.c., siglato tra Quinto Pompeo e gli Arevaci, proseguendo la guerra numantina. Decimo Giunio Bruto Callaico pose sotto assedio e conquistò la città di Talabriga, sconfiggendo i Galleci. Dopo questa campagna militare, le legioni romane si ritirarono al sud, senza lasciare nessuna guarnigione.
SCIPIONE EMILIANO

SCIPIONE EMILIANO

- 134 a.c. - Compare all'orizzonte il nuovo eroe degli Scipioni che vuole la sua parte di gloria. Roma lo elesse e il console Publio Cornelio Scipione Emiliano fu inviato in Hispania Citerior alla fine della guerra, contro la città di Numantia.

- 133 a.c. - Scipione fece costruire intorno alla città di Numanzia, ultimo baluardo dei ribelli, una cerchia di fortificazioni tutto intorno, con sette forti dove porre il suo esercito. Poi iniziò l'assedio. Dopo aver sofferto la fame per un lungo periodo, la maggior parte dei sopravvissuti preferì commettere un suicidio collettivo, piuttosto che arrendersi ai Romani. E così Scipione vinse l'ultima resistenza numantina. Fine delle guerre celtibere.

123 a.c. - Le isole Baleari furono conquistate da Quinto Cecilio Metello, tanto da meritagli il titolo vittorioso di "Balearico". Metello sistemò 3.000 cittadini romani e iberici nei territori dell'isola di Maiorca, fondando la città di Palma e Pollentia.

105 a.c. - Dopo la battaglia di Arausio, le tribù germaniche di Teutoni e Cimbri saccheggiarono i territori settentrionali della hispania fino alla Gallecia. Poi Cimbri e Teutoni mossero dalla Iberia per attaccare i Romani nella Gallia Narbonense, ma furono sconfitti nella battaglia di Aquae Sextiae e poi di Vercellae (Gallia cisalpina).



LE GUERRE CIVILI - 79 a.c. - 83 a.c. - 

Il generale Quinto Sertorio fu inviato per la seconda volta in Iberia, dove rappresentava il partito di Gaio Mario contro Lucio Cornelio Silla durante la guerra civile che era scoppiata a Roma, guerra che vide il generale mariano unirsi agli insorti Lusitani.

- 80 a.c. - Estendendosi il conflitto a tutta l'Iberia, le armate del filo-mariano Quinto Sertorio controllavano ora la maggior parte della Hispania Ulterior e parte della Hispania Citerior. Nella battaglia del fiume Baetis, vennero sconfitte le armate repubblicane del governatore della Hispania Ulterior, Lucio Fulfidio. Il governatore della Hispania Ulterior, Quinto Cecilio Metello Pio, attaccò le armate di Sertorio presso Lacobriga, ma senza successo.

- 77 a.c. -  Quinto Sertorio sconfisse il generale Gneo Pompeo Magno e Quinto Cecilio Metello Pio presso Sagunto. Poi sconfisse Pompeo nei pressi dei Pirenei. Ma infine, nella battaglia del Sucro, Metello, Pompeo e il console Lucio Afranio riescono a sconfiggere Sertorio.

- 74 a.c. - Pompeo fonda la città di Pompelon (Pamplona). Sertorio perde tutta la regione della Celtiberia. Pompeo e Metello sottomettono i Turmodigi e annettono i loro territori. Perperna Vento, sobillato dallo stesso Pompeo e da Metello, uccise a tradimento Sertorio durante un banchetto a Osca.

- 72 a.c. - Marco Perperna Vento assunse allora il comando delle ex-armate di Sertorio, velocemente sconfitto da Pompeo. Fine della Guerra Sertoriana. Metello pacificò e sottomise la Hispania Ulterior. Mentre la regione a nord del fiume Tago non era ancora sotto il dominio della Repubblica romana.



L'ASTRO DI GIULIO CESARE

- 61 a.c. - Gaio Giulio Cesare fu assegnato come propretore al servizio del governatore della Hispania Ulterior ottenendo molti successi contro le tribù dei Galleci e Lusitani. I soldati lo acclamarono Imperator sul campo di battaglia.

- 56 a.c. - Un'insurrezione di Turmodigi, Vaccei e altre popolazioni fu sconfitta dal praetor Quinto Cecilio Metello Nepote Minore.



LA GUERRA CIVILE - CESARE CONTRO IL MONDO

- 49 a.c. - il Senato di Roma dichiarò Cesare "nemico pubblico", dando inizio alla guerra civile.
Cesare è inarrestabile e, in Hispania, sconfisse i legati di Pompeo, Marco Terenzio Varrone, Marco Petreio e Lucio Afranio nella battaglia di Lerida. Gaio Cassio Longino, legato di Cesare, fu lasciato in Hispania di fronte alle crescenti difficoltà nel mantenere le popolazioni locali obbedienti a Roma.

- 46 a.c. - i figli di Pompeo, Gneo il Giovane e Sesto, insieme a Tito Labieno, che già durante la conquista della Gallia, era stato primo legatus di Cesare, si rifugiarono in Hispania, dove continuarono a a combattere Cesare su tutto il mondo romano. A novembre Cesare torna in Hispania. Ottaviano e Marco Vipsanio Agrippa si uniscono a Cesare in Hispania, per continuare la guerra civile.

- 45 a.c. - Cesare vince a Munda, nel sud della Spagna, la sua  vittoria definitiva contro i Pompeiani di Tito Labieno e Gneo Pompeo il Giovane. Sesto Pompeo, partì dai suoi accampamenti di Corduba (in Baetica), verso la Hispania Ulterior, combattendo contro il governatore lasciato da Cesare, prima di scappare poi in Sicilia. Fine della guerra civile romana.

Cesare, prima di tornare a Roma, lascia alcuni suoi legati a governare la Hispania con l'obbiettivo di pacificarla e punire quelle tribù a lui non fedeli. Le colonie greche di Emporion e Rhode persero la loro autonomia, come punizione per essersi schierate con i Pompeiani.

Agli abitanti liberi della Hispania, venne man mano concessa la cittadinanza romana e vennero fondati municipi e colonie. L'Hipania diventa romana. Verso la fine del II e primi del I secolo a.c., durante le guerre civili della tarda repubblica, combattute in parte in Iberia, il potere romano sulle due province poté attuarsi in pieno, soprattutto dopo l'assoggettamento dei Cantabri in età augustea.


GUERRE CANTABRICHE

- 29 a.c. - Tito Statilio Tauro fece il primo importante intervento contro le tribù del nord della Meseta, iniziando le guerre cantabriche.

OTTAVIANO AUGUSTO

AUGUSTO

Sotto Ottaviano Augusto, nel 27 a.c. le due province furono abolite e i territori spagnoli furono suddivisi nelle tre nuove province di Lusitania con capitale Emerita Augusta, Betica (Hispania Baetica) con capitale Corduba e Tarraconense (Hispania Tarraconensis) con capitale Tarraco.

Marco Vipsanio Agrippa divise la Hispania in tre parti, dividendo la Hispania Ulterior nelle nuove province della Baetica con Andalusia, Lusitania, Gallaecia, Asturie, e la Hispania Citerior con la Cantabria e i paesi Baschi. 

Ma Augusto tornò in Spagna e cambiò le cose: la provincia della Hispania Ulterior Baetica (o Hispania Baetica), con capitale Corduba (Cordova), quella della Hispania Ulterior Lusitania, con capitale Emerita Augusta (Mérida); e quella della Hispania Citerior, con capitale Tarraco (Tarragona).

- 26 a.c. - Augusto stabilì il "quartier generale" in Cantabria a Segisama (presso Burgos), iniziando la sua prima campagna. Dette a Brigantum, il castrum di Asturica Augusta (Astorga), ai Brigaeci come premio per il loro aiuto. Spartì la pianura tra gli alleati. ma poco dopo ai Cantabri si unirono gli Asturi contro Roma. Augusto si ritirò a Tarraco, probabilmente malato.

- 19 a.c. - Il generale romano Tito Publio Carisio attaccò le armate asture, ponendo sotto assedio il sito di Mons Medullius. Asturi e Cantabri si arresero a Roma. Fine delle Guerre Cantabriche.

Augusto riorganizzò la Hispania trasferendo i territori di Galizia, Asturia e Cantabria dalla provincia della Lusitania a quella della ''Hipania Citerior Tarraconensis. Dopo quasi sette secoli di ininterrotta dominazione romana, l'Hispania assorbì totalmente la cultura latina, ne adottò la lingua, i costumi e le leggi, acquisendo un'importanza fondamentale all'interno dell'Impero romano, tanto da dare i natali ad alcuni imperatori: Traiano, Adriano, e Teodosio I. Inoltre nacquero lì anche alcuni importanti scrittori (fra cui Seneca e Marziale).

- 98 d.c. - Traiano, nativo della Hispania Baetica diventa Imperatore romano.
- 117 - Adriano, anche lui nativo della Hispania Baetica, diventa Imperatore.

- 212 - L'Imperatore Caracalla divise la Hispania Citerior in due parti, creando le nuove province romane di Hispania Nova Citerior e la Asturiae-Calleciae.

- 238 -  Viene riunificata la Tarraconensis o Hispania Citerior. Asturia e Gallaecia fanno ancora parte della stessa. Viene così ristabilita la provincia Hispania Tarraconensis. 

- 293 - Con la tetrarchia venne formata la dioecesis Hispaniae, una delle quattro diocesi governate da un vicarius della prefettura delle Gallie (che comprendeva le province della Gallia), oltre alla Germania Superiore ed Inferiore e alla Britannia). La diocesi aveva come capitale Emerita Augusta (Mérida), comprendendo le cinque province peninsulari iberiche (Baetica, Gallaecia e Lusitania, ciascuna sotto un governatore di rango consolare; oltre alla Carthaginiensis e alla Tarraconensis, ciascuna governata da un praeses), e le isole Baleari a cui fu aggiunta parte del nord Africa (Mauretania Tingitana).

Nel III secolo d.c., la Hispania Nova, la parte nordoccidentale della Spagna, fu distaccata dalla Hispania Tarraconensis, e divenne una piccola provincia. Con la riforma di Diocleziano si formò la diocesi Hispaniae, governata da un vicario, sottoposto al prefetto del pretorio delle Gallie, con capitale Emerita Augusta, che comprendeva le cinque province iberiche peninsulari, Baetica, Gallaecia e Lusitania, queste tre sotto un governo consolare, Hispania Carthaginiensis e Hispania Tarraconensis, queste ultime due rette da un praeses, le Isole Baleari e la Mauretania Tingitana.

COSTANTINO

COSTANTINO

- 406 d.c. - Vandali, Alani e Svevi invasero la Gallia varcando il fiume Reno, si pensa a causa della migrazione degli Unni nella grande pianura ungherese. Allora le legioni britanniche si rivoltarono acclamando imperatore prima un certo Marco, poi un certo Graziano e poi il generale Flavio Claudio Costantino che, traversata la Manica, riuscì a fermare i barbari e a prendere il controllo di gran parte dell'Impero: Gallia, Spagna e Britannia.

Costantino III, quindi, elevò al rango di Cesare suo figlio Costante, mentre in Spagna due parenti di Onorio si rivoltarono con un'armata che minacciava di invadere la Gallia e deporlo. Costantino III inviò il figlio Costante, insieme al generale Terenzio e al prefetto del pretorio Apollinare, nella penisola iberica per sedare la rivolta.
  
Nonostante ai soldati ribelli si fossero aggiunti schiavi e contadini, l'esercito di Costante riuscì a sedare la rivolta e a catturare i capi dei ribelli e li condusse prigionieri in Gallia da suo padre, dove furono giustiziati



I BARBARI

Quando però Costante tornò in Spagna, Geronzio proclamò imperatore un tale Massimo, incitando i barbari della Gallia a invadere la Gallia meridionale per tenere occupato Costantino III; ma nel 409 i Vandali, gli Alani e Svevi, a causa del tradimento o della negligenza dei reggimenti Honoriaci a presidio dei Pirenei, entrarono in Spagna, sottomettendola.

- 411 - Quando l'usurpatore Massimo e il suo comandante Geronzio decisero di invadere la Gallia per detronizzare Costantino III, i barbari approfittarono della partenza dell'esercito romano dalla Tarraconense per impossessarsi stabilmente del territorio. I Vandali si impadronirono della Galizia, gli Svevi della Galizia, gli Alani della Lusitania e della Cartaginense, i Vandali Siling della Betica. Gli spagnoli sopravvissuti si arresero in schiavitù ai barbari.

Massimo, Geronzio e gli altri usurpatori nelle Gallie furono sconfitti dal generale romano Costanzo, il quale riuscì anche a raggiungere nel 415 un accordo con i Visigoti, che divennero ancora una volta foederati dell'Impero, sperando Costanzo di usare i Visigoti per riconquistare la Spagna a Vandali, Alani e Svevi.

- 418 -  I Vandali Silingi vennero annientati nella Betica dai Visigoti di Wallia per conto dell'Imperatore d'Occidente, mentre gli Alani dovettero implorare la protezione dei rivali Vandali Asdingi, stanziati in Galizia. Le province ispaniche della Lusitania, della Cartaginense e della Betica tornarono sotto il controllo romano, ma dopo la sconfitta, Vandali Siling e Alani si coalizzarono con i Vandali Hasding, il cui re, Gunderico, divenne re dei Vandali e Alani. 

Costanzo, richiamò i Visigoti in Aquitania essendo quasi tutta la Spagna tornata in mano imperiale. i Visigoti furono stanziati in Gallia Aquitania come foederati, ricevendo terre nella valle della Garonna. L'Aquitania venne scelta da Costanzo per insediare i foederati Visigoti per la sua posizione vicina sia dalla Spagna, dove rimanevano da annientare i Vandali Asdingi e gli Svevi.

- 420 - Nel frattempo la nuova coalizione vandalo-alana tentò subito di espandersi in Galizia a danni degli Svevi, costringendo i Romani a intervenire spingendo i Vandali in Betica, che da essi prese in nome di "Vandalucia" (Andalusia). 

- 421 - Asterio riuscì a catturare l'usurpatore Massimo, che aveva per la seconda volta tentato di usurpare il trono, ricevendone il titolo di patrizio. Nel 422 il generale Castino si scontrò in battaglia contro di essi con un esercito rinforzato da foederati visigoti, ma, per un presunto tradimento dei Visigoti, fu sconfitto.

L'usurpazione di Giovanni Primicerio prima (423-425) e le lotte per l'ottenimento del grado di generalissimo dell'Impero tra Ezio, Bonifacio e Felice (che durarono fino al 433) distrassero parzialmente il governo centrale dalla lotta contro i Barbari, avvantaggiandoli soprattutto in Spagna, la provincia meno prioritaria da difendere per l'Impero. 

- 425 - I Vandali poterono così occupare la Spagna meridionale, con la presa di Siviglia e di Cartagena e la devastazione delle Isole Baleari. Nel 428 Siviglia fu di nuovo espugnata e saccheggiata dai Vandali. La partenza dei Vandali per l'Africa (429) lasciò tuttavia la Spagna libera dai Barbari, fatta eccezione per gli Svevi in Galizia. 

Ezio in Spagna si limitò a negoziazioni diplomatiche con gli Svevi per accordarli con gli abitanti della Galizia, nonostante alcuni ispano-romani avrebbero preferito un intervento militare. Ezio non voleva perdere soldati nella riconquista di una provincia poco prospera come la Galizia e si limitò a ripristinare il dominio romano sul resto della Spagna, e nuove entrate fiscali affluirono nelle casse dello stato a Ravenna.

- 439 - Rechila condusse gli Svevi alla conquista di gran parte della penisola iberica occupando Merida (capoluogo della Lusitania), Siviglia e le province della Betica e della Cartaginense nel 441. L'unica provincia ispanica ancora sotto il controllo di Roma era la Tarraconense, infestata dai separatisti Bagaudi. Furono vane le campagne successive di riconquista condotte da Ezio, nonostante il sostegno dei Visigoti, l'esercito romano fu annientato. A partire dal 453,  i Visigoti cominciarono ad agire sotto i loro comandanti. 

- 455 - divenne imperatore Avito, un gallo-romano che invitò i Visigoti a combattere contro gli Svevi che minacciavano la Tarraconense. Questi annientarono gli Svevi, impadronendosi però del territorio ispanico.  Contro Avito si rivoltarono i generali dell'esercito italico Ricimero, nipote del re visigoto Vallia, e Maggioriano, che, approfittando dell'assenza dei Visigoti, lo sconfissero nel 456 e lo deposero. Ma gli Svevi erano troppo pochi per controllare le due province, Nel 449 il conte Censorio, funzionario romano venne assassinato in Betica, comunque dopo la campagna di Vito venne ristabilito il controllo romano sulle due province.



MAGGIORANO

- 458 - Maggioriano diventa imperatore e sconfigge un gruppo di Vandali sbarcato in Campania, poi, con un contingente di mercenari barbari, invade la Gallia, scaccia i Visigoti di Teodorico II da Arelate, facendoli tornare foederati e di riconsegnare la diocesi di Spagna, che Teodorico aveva conquistato tre anni prima a nome di Avito. Maggiorano mise l'ex-commilitone Egidio a capo della provincia, nominandolo magister militum per Gallias e inviò dei messi in Hispania ad annunciare la propria vittoria sui Visigoti e l'accordo raggiunto con Teodorico.

Mentre Maggioriano stava conquistando la Spagna, Nepoziano e Sunierico sconfiggevano i Suebi a Lucus Augusti e conquistavano Scallabis in Lusitania, l'imperatore raggiunse la Cartaginense, ma la sua flotta, attraccata a Portus Illicitanus, fu distrutta per mano di traditori al soldo dei Vandali. Maggioriano accettò la pace dagli ambasciatori di Genserico, ma al suo ritorno in Italia, venne assassinato per ordine di Ricimero nell'agosto 461. La morte di Maggioriano significò la definitiva perdita della Spagna a favore dei Visigoti.


BIBLIO

- Appiano di Alessandria, Guerra illirica -
- Strabone - Geografia - V -
- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana -
- Cesare - Commentarii de bello civili - I-III -
- Livio - Ab Urbe condita libri -
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia - III -
- Polibio - Storie - II -
- A. Morillo & V. Garcia-Marcos - Twenty years of Roman military archeology in Spain - 18th Intern. Congress of Roman Frontier Studies - Oxford - 2002 -
- Kulikowsky - Late Roman Spain and its cities - Cambridge Press - 2004 -


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