ANTEMNAE - ANTENNE (Città scomparse)



MONTE ANTEMNAE

Gli Antemnati erano un popolo preromano stanziato nei pressi di Roma, secondo alcuni di origine sabina. Dionigi di Alicarnasso racconta invece che fu fondata dagli Aborigeni in conseguenza del rito della primavera sacra. Per Silio Italico, la città fu ancora più antica di quella dei Crustumini. Virgilio informa che Antemnae fu una delle cinque città che prese le armi contro i troiani.

Sembra che Antemnae sia stata fondata dai Siculi ma successivamente venne occupata dagli Aborigeni, ossia dagli Enotro-Pelasgi all'incirca nel 1360 a.c.. Nel 1280 prese poi le armi e fece parte della lega contro Enea secondo la testimonianza che Vir­gilio trasse dagli antichi testi. Da allora non si sa più nulla di Antemne per quasi 5 secoli fino al famoso ratto delle Sabine.

A Roma c'erano tanti buoni combattenti, ma scarseggiavano le donne, allora:
«...Romolo su consiglio dei Senatori, inviò ambasciatori alle genti vicine per stipulare trattati di alleanza con questi popoli e favorire l'unione di nuovi matrimoni.... All'ambasceria non fu dato ascolto da parte di nessun popolo: da una parte provavano disprezzo, dall'altra temevano per loro stessi e per i loro successori, ché in mezzo a loro potesse crescere un simile potere
(Livio, Ab Urbe condita libri, I, 9.)

«Allora Romolo indisse la festa dei Consualia, e sembra che gli Antemnati, proprio perchè così vicini a Roma, accorsero in gran numero «ed ebbero insieme cogli altri a soffrir quella ingiuria. Per vendicarla presero le armi contro i Romani, ma Romu­lo li sconfisse, s’impadronì della città, vi mandò co­loni romani, e dall’altro canto per la mediazione di Ersilia sua moglie, accordò ai vinti la cittadinanza ro­mana
(Livio, Ab Urbe condita libri, I, 11.)


Gli Antemnati superstiti che ancora abitavano la città residua se l'erano però legata al dito, tanto che aderirono al­la lega latina stretta contro i Romani per ri­porre i Tarquini sul trono, come narra Dionisio lib. V e XXI, insieme ai Tuscula­ni e ai Camerini. Sconfitti al lago Regillo scomparirono dalla storia come popolo. Si pensa però che venissero anch'essi trasferiti a Roma, infatti Strabone la pone nella categoria delle cit­tà scomparse.

Secondo Plinio il Vecchio invece la città di Antemnae fu sottomessa da Romolo dopo la sconfitta del suo re Tito Tazio, per cui venne così associata al regno romano. In effetti i Romani, guidati da Romolo assaltarono ed occuparono la città, dopo che gli Antemnati, a seguito dell'episodio del ratto delle Sabine, stavano razziando il territorio di Roma, approfittando dell'assenza dei romani, impegnati nello scontro contro i Ceninensi.

Dopo la vittoria che Romolo, il primo re di Roma, ottenne nel 752-751 a.c. ritenne bene di celebrare una seconda ovatio. Ancora i Fasti trionfali ricordano l'anno 752/751 a.c.:
« Romolo, figlio di Marte, re, trionfò per la seconda volta sugli abitanti di Antemnae  "(Antemnates).

Dopo il vittorioso scontro Romolo vi inviò dei coloni romani. Ovviamente dette ai romani alcuni territori degli Antemnati, forse centuriò una zona, oppure la tolse ai capi dell'armata, non sappiamo quale fu il criterio.

TESTA DI DIVINITA' IN TERRACOTTA

Naturalmente l'acquisizione romana la fece prosperare da allora in poi,  fino alla fine del IV sec. a.c...
Il sito della città è stato identificato nell'Ottocento con l'altura situata in corrispondenza della confluenza del fiume Aniene nel Tevere, oggi all'interno della città di Roma.

La città divenuta avamposto romano fu fortificata con le mura. In età tardo-arcaica e repubblicana vi fu eretto un tempio dedicato a Giunone famoso per le grazie che accordava e per i miracoli. Tuttavia a partire dal III sec. a.c. la città iniziò a decadere, finchè, verso il I secolo a.c., la città venne sostituita da una ricca ed estesa villa romana.

LA DEA MUCCA GIUNONE

IL SITO

Il sito archeologico, che si trova oggi all'interno di Villa Ada, nel punto in cui l'Aniene confluisce nel Tevere, è stato in gran parte distrutto a seguito della costruzione del forte Antenne, e la sua prima identificazione si deve ad Antonio Nibby.

L'edificazione del forte venne fatta eseguire dopo la presa di Porta Pia, dal 1882 al 1891, su una superficie di 2,5 ha, sul Monte Antenne, distruggendo totalmente tutti i resti romani della città di Antemnae.

Fino agli anni '40 fu utilizzato come deposito del Reggimento Radiotelegrafisti, quindi venne dismesso. Una parte del forte è stata presa in consegna dal Comune di Roma il quale l'ha solo parzialmente utilizzata. La parte restante è occupata da unità militari.

Le mura della città, realizzate in cappellaccio a mezzo di opus quadratum, sono state datate fra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.c.. Dell'abitato si conoscono diverse fondazioni in tufo e delle coperture in tegola. Sarebbero noti anche degli impianti idraulici, anche se le cisterne sono state distrutte durante i lavori ottocenteschi.

Vi permangono i resti di un tempio del VII sec. a.c. con molti reperti votivi, che indicano fosse dedicato a  Giunone Sospita. Tra l'altro vi è stata rinvenuta un'antefissa con la bellissima riproduzione di Giunone con un elmo realizzato con elementi bovini, ed oggi esposto al Museo nazionale romano, datata all'inizio del V sec. a.c..



TITO LIVIO (Ab Urbe Condita)

Mentre i Romani si stavano occupando di queste cose (battaglia contro i Cerninensi), gli Antemnati, cogliendo al volo l'occasione offerta dalla loro assenza, compiono un'incursione armata nel nostro territorio. Ma le truppe romane, spinte a marce forzate anche in quella direzione, piombano loro addosso trovandoli sparpagliati nei campi. 

Fu così che bastò il primo urto accompagnato dall'urlo di guerra per sbaragliarli e conquistarne la città; mentre Romolo era nel pieno dell'ovazione per il doppio trionfo, la moglie Ersilia, cedendo alle preghiere incessanti delle donne rapite, lo prega di perdonarne i genitori e di ammetterli all'interno della città (la cui potenza sarebbe così aumentata proprio grazie alla concordia interna). "

TEMPIO DI FLORA - VILLA ADA


VILLA ADA

In questo paeco romano vi sono numerosi  resti di un insediamento urbano databile all'VIII secolo a.c., conosciuto con il nome di Antemnae, da ante amnes, ossia "davanti ai fiumi" (in lingua latina), per indicare il punto in cui l'Aniene si unisce al Tevere.

Dionisio, Livio e Plutarco la ricordano in lotta contro Roma per vendicare il ratto delle Sabine. Tra le donne rapite, infatti, sarebbero state numerose quelle provenienti da questo centro. Si pensa inoltre che gli antemnati fossero di origine sabina, perciò doppiamente coinvolti.

Antemnae era molto prossima all'antica via Salaria, la più antica via consolare, fondamentale tra l'altro per il commercio del sale, prosperò proprio per questo commercio che i primi Romani dovevano importare dal mare Adriatico. Lungo questa strada vi sono molti resti di sepolture e di necropoli, come le splendide e antichissime catacombe di Priscilla, il cui tracciato si estende per la maggior parte sotto il territorio della villa Ada.

Il luogo apparteneva infatti alla famiglia degli Acilii (se ne conserva ancora il toponimo di piazza Acilia nella villa), che aveva qui un ipogeo gentilizio; e tra i quali fu famoso il console Acilio Glabrione – sospettato dall'imperatore Domiziano e obbligato a combattere con le fiere nel circo, poi esiliato e messo a morte nel 95, o perché accusato di complotto contro l'imperatore (secondo Giovenale e Svetonio) o perché, secondo Cassio Dione, cristiano.



GLI SCAVI

I nuovi scavi hanno evidenziato vari addossamenti: prima costituite da due muri paralleli, con un riempimento databile al VI sec. a.c..

L'abitato occupa un'area di circa 13 ha; e le più antiche attestazioni risalgono alla metà dell'VIII sec. a.c.,  per accrescersi dal VII. Delle prime fasi di vita sono stati scoperti fondi di capanne e, del periodo tardo-orientalizzante, una tomba infantile.

In piena età arcaica e di epoca alto-medio repubblicana sono i resti di abitazioni in muratura, con cisterne, pozzi, vasche per attività produttive, e fogne, che denotano l'alto grado di civiltà del centro.

IUNO DEA MUCCA
Comunque fin dall'età «romulea», il centro funzionò da forte e da vedetta sul confine territoriale stabilito dall'Amene, e pure importante era il tempio di Giunone Sospita eretto nel punto più alto dell'abitato.

Vi è emerso infatti materiale votivo almeno dalla metà del VII sec. a.c., con una bellissima antefissa con testa di Iuno Lanuvina (Museo Nazionale Romano, inv. 4461).

Una fase di epoca medio-repubblicana è comunque evidenziata da una testa giovanile in terracotta e da un frammento di Minerva seduta (Museo Villa Giulia, inv. 9681, 26716) che potrebbero fare parte di un frontone; due antefisse a testa di Menade (Museo Nazionale Romano, inv, 4457; la seconda nota da un disegno) potrebbero far scendere alla seconda metà del III se non alla prima metà del II sec. a.c..

Posteriormente al III sec. a.c. la documentazione archeologica è scarsa, per riprendere dopo la metà del I sec. a.c., con l'impianto di una vasta villa, costituita da una parte residenziale con camere, corridoi,  criptoportico, terrazzamenti, gruppi edilizi distaccati r vaste cisterne. Eì pertinente alla villa un nucleo di lastre in terracotta della II metà del I sec. a.c. (Museo Nazionale Romano, inv. 4449, 4460).

Non ancora scavata è la necropoli arcaica di Αntenne, localizzabile nel parco di Villa Ada a Roma a sud dell'abitato. Tracce di una strada con poderose sostruzioni in opera quadrata di cappellaccio sono state riconosciute attraverso Villa Ada, a sud ovest di Αntenne: la via può essere identificata con la Salaria vetus, della quale era già noto il primo tratto, fuori Porta Pinciana, presso Villa Borghese a Roma.


OGGI

La tutela e la responsabilità di tutta l’area della Villa sono attualmente in concessione al Comune di Roma, che ha destinato solamente una piccola parte alla dignità di Parco. In virtù della sua collocazione urbanistica, il Parco ha un’importanza paragonabile a quella di Villa Ada ed è parte di un progetto congiunto tra Comune e Soprintendenza ai Beni culturali volto alla sua rivalutazione, con il fine di renderlo pubblicamente e facilmente accessibile.

La collina mostra ripide scarpate naturali tutt'intorno, alte sui 40 m, legata all'entroterra solo attraverso un istmo che, per difesa, fu tagliato e fortificato. Le prime scarpate sono circondate da poderose mura in blocchi d'opera quadrata di cappellaccio, alzate in struttura pseudoisodoma, che all'epoca della costruzione del forte furono trovate conservate fino a 7 m di altezza.

I nuovi scavi hanno evidenziato vari addossamenti: prima costituite da due muri paralleli, con un riempimento databile al VI sec. a.c.. L'abitato occupa un'area di circa 13 ha; e le più antiche attestazioni risalgono alla metà dell'VIII sec. a.c.,  per accrescersi dal VII. Delle prime fasi di vita sono stati scoperti fondi di capanne e, del periodo tardo-orientalizzante, una tomba infantile.

ANTEFISSE DEL TEMPIO
In piena età arcaica e di epoca alto-medio repubblicana sono i resti di abitazioni in muratura, con cisterne, pozzi, vasche per attività produttive, e fogne, che denotano l'alto grado di civiltà del centro.
Comunque fin dall'età «romulea», il centro funzionò da forte e da vedetta sul confine territoriale stabilito dall'Amene, e pure importante era il tempio di Giunone Sospita eretto nel punto più alto dell'abitato. Vi è emerso infatti materiale votivo almeno dalla metà del VII sec. a.c., con una bellissima antefissa con testa di Iuno Lanuvina (Museo Nazionale Romano, inv. 4461).

Una fase di epoca medio-repubblicana è comunque evidenziata da una testa giovanile in terracotta e da un frammento di Minerva seduta (Museo Villa Giulia, inv. 9681, 26716) che potrebbero fare parte di un frontone; due antefisse a testa di Menade (Museo Nazionale Romano, inv, 4457; la seconda nota da un disegno) potrebbero far risalire la datazione alla seconda metà del III se non alla prima metà del II sec. a.c..

Posteriormente al III sec. a.c. la documentazione archeologica è scarsa, per riprendere dopo la metà del I sec. a.c., con l'impianto di una vasta villa, costituita da una parte residenziale con camere, corridoi,  criptoportico, terrazzamenti, gruppi edilizi distaccati r vaste cisterne. E' pertinente alla villa un nucleo di lastre in terracotta della II metà del I sec. a.c. (Museo Nazionale Romano, inv. 4449, 4460).

Non ancora scavata è la necropoli arcaica di Αntenne, localizzabile nel parco di Villa Ada a Roma a sud dell'abitato. Tracce di una strada con poderose sostruzioni in opera quadrata di cappellaccio sono state riconosciute attraverso Villa Ada, a sud ovest di Αntenne: la via può essere identificata con la Salaria vetus, della quale era già noto il primo tratto, fuori Porta Pinciana, presso Villa Borghese a Roma.


BIBLIO

- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane - II -
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita - I -
- Livio - Ab Urbe condita libri - I -
- Plinio il Vecchio - Naturalis historia - III -
- Plutarco - Vita di Romolo -
- Stefania Quilici Gigli - A proposito dei vecchi scavi ad Antemnae - Comunale di Roma
Vol. 90, No. 1 - Published by: L’Erma di Bretschneider - 1985 -
- L. Quilici, S. Quilici Gigli - Antemnae - Roma - 1978 -
- A. Nibby - Viaggio antiquario ne' contorni di Roma - I - Roma - 1819 -
- E. Mangani - Recenti indagini ad Antemnae - Archeologia Laziale IX - Roma - 1988 -


0 comment:

Posta un commento

 

Copyright 2009 All Rights Reserved RomanoImpero - Info - Privacy e Cookies