EMMINIO - COIMBRA (Portogallo)




Eminium (latino: Aeminium) è un'antica città romana costruita sul sito dell'attuale città portoghese di Coimbra. che era sotto la protezione della vicina Conimbriga situata a circa 15 chilometri (9,3 miglia) a sud. Il termine significa "elevazione" o "altezza" e quindi  deriva dall'antico insediamento preromano che si è conservato anche dopo la dominazione romana.

Durante il dominio romano, Emínio si trovava lungo la Via XVI dell'Itinerario Antonino che collegava Olisipo (Lisbona) a Bracara Augusta (Braga), passando anche per Conímbriga, importante città situata a 20 km più a sud. Era luogo di sosta per i viandanti e pure stazione di cambio, cioè dove venivano rimessi i cavalli per proseguire il viaggio.

L' Itinerario Antonino (Antonini Itinerarium) è una mappa di stazioni e distanze lungo molte strade dell'Impero Romano, con indicazioni su come spostarsi nei vari percorsi. Dell'Itinerario non si conosce l'autore nè la data di pubblicazione o scrittura. Si presume che risalga al III secolo, e si chiamerebbe Antonino prendendo il nome dall'imperatore Antonino Caracalla.

Era basato su documenti ufficiali, probabilmente a partire da Giulio Cesare che annotava ogni particolare sui luoghi che doveva conquistare e proseguito da Augusto che copiava per filo e per segno quel che il suo padre adottante era solito fare. 

La città romana era cinta da mura e seguiva una pianta ortogonale, con il cardo massimo e il decumano massimo che si incrociavano al Foro. La forniva un acquedotto, i cui resti furono inglobati in una ristrutturazione medievale. Si cercano ancora il teatro e l'anfiteatro, mentre è documentato un arco trionfale, ma fu distrutto nel 1778. Anche una necropoli era situata ad est della città.

I Suebi, o Svevi, (dal proto-germanico: swēbaz ; latino: Suevi o Suebi) erano un gruppo di popoli germanici, che in parte migrarono in Hispania durante le invasioni barbari, Gli Svevi provenivano dalla regione tra i fiumi Elba e Oder nell'odierna Germania. Lo storico romano Tacito si riferiva addirittura a tutti i tedeschi oltre l'Elba come "Suebi". 


« È giunto il momento di parlare degli Svevi: essi non costituiscono un unico popolo come i Catti o i Tencteri. Occupano gran parte della Germania, divisi in tribù con nomi propri. Comunque, tutti assieme, sono detti appunto Svevi » 
(Publio Cornelio Tacito, De origine et situ Germanorum, 38)

Gli Svevi rasero al suolo il vicino comune di Conímbriga nel 468. I suoi abitanti, che nel frattempo si erano rifugiati ad Aeminium, mantennero il nome originario della loro città, per poi fuggire di nuovo in altre località.

Nella moderna Coimbra ci sono pochi resti dell'antica Aeminium. Il più importante è il criptoportico, una galleria sotterranea di corridoi voltati ad arco costruita del I o II secolo  per sostenere il foro della città. Gaius Sevius Lupus era probabilmente l'architetto. 


Durante il Medioevo sul foro fu costruito il palazzo vescovile, riutilizzando molto pregiato marmoreo romano, ora trasformato in Museo Machado de Castro; sotto di essa si trova il criptoportico, visitabile pertanto attraverso il museo.

I saccheggi di Conímbriga da parte degli Svevi negli anni 460 fecero fuggire molti dei suoi abitanti a Eminium. Tale fu la portata dell'esodo che Emínio fu talvolta chiamato Conímbriga. L'ortografia fu cambiata in Coimbra nel VI secolo.

Gli Svevi nel nord scelsero di essere comandati da Ricimondo, che saccheggiò la Galizia nel 459 e 460. Venne espugnata la città fortificata di Lugo, che era ancora sotto l'autorità romana. Lugo divenne capitale di un regno fondatonell'antica provincia romana della Galécia (Portogallo settentrionale e Galizia) che sarebbe durato tra il 409 e il 585 d.c., data in cui fu annessa dai Visigoti.



IL CRIPTOPORTICO

In Emínio c'è un criptoportico romano che giace nel seminterrato del Museo Machado de Castro. Questo criptoportico era costruito su due piani. Al piano superiore c'era un ballatoio ne circondava un altro della stessa pianta. 

In ogni braccio, tre passaggi davano accesso dall'una all'altra galleria. In alto, anche le gallerie comunicavano tra loro. La costruzione di questa struttura fu la soluzione trovata dagli ingegneri romani per superare la naturale pendenza del terreno, creando una piattaforma artificiale dove era situato il foro cittadino.

Il criptoportico è di suggestiva bellezza e conserva vari reperti romani. All'epoca doveva essere usato nei giorni di pioggia o nei giorni dove il sole era cocente, offrendo ai cittadini ombra e riparo dalle intemperie.


BIBLIO

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