GENS ABUDIA



GENS ROMANA

La gens Abudia fu una gens plebea romana. Viene nominata solo in epoca imperiale dove evidentemente diventò agiata ma nessuno dei suoi membri ricoprì le alte magistrature superiori dello stato romano. Solo Ruso Abudio ricoprì la carica di edile sotto Tiberio. Infatti tutti gli altri appartenenti a questa gens ci sono noti solo grazie alle iscrizioni.



PRAENOMINA

I principali praenomina degli Abudii furono Marco, Publio e Tito, ciascuno dei quali fu molto comune nel corso della storia romana. Ma l'epigrafia fornisce anche esempi di Gneo, Lucio e Quinto, però meno usati.



MEMBRI CITATI

- Ruso Abudio -

già magistrato edile, aveva comandato una legione sotto Gneo Cornelio Lentulo Getulico in Germania Superiore, senatore, generale e console nel 26 d.c. Era un ex magistrato edile e ha servito nell'Alta Germania come legato nell'esercito di Gneo Cornelio Lentulo Getulico durante il regno dell'imperatore Tiberio. Ruso accusò Lentulo poiché aveva fatto sposare la figlia con il prefetto del pretorio Seiano, che nel 31 era caduto in disgrazia accusato di cospirazione contro l'imperatore. 

Allontanatosi Tiberio da Roma, Seiano era diventato il "consigliere e ministro di tutti gli affari", ma quando l'imperatore sospettò che il suo ministro volesse spodestarlo, lo aveva atto destituire e condannare a morte. Non si sa se ci fosse un'accusa formale contro Lentulo; in ogni caso, egli non fu mai condannato, ma Ruso Abudio fu invece esiliato da Roma.


- Abudio -

nominato in una iscrizione del I secolo d.c. da Virunum nel Noricum, regione che include la maggior parte dell'Austria e parte della Slovenia (oggi Carinzia in Austria) e che nel I secolo d.c. divenne provincia dell'Impero romano. I suoi confini erano il Danubio a nord, la Raetia e i Vindelici a ovest, la Pannonia a est e sud-est e l'Italia (Venetia et Histria) a sud. Il regno fu fondato intorno al 400 a.c. e aveva la sua capitale nella residenza reale di Virunum, sul Magdalensberg.


- Lucio Abudio -

Nominato da un'iscrizione da Vasio in Gallia Narbonensis che occupava la maggior parte dell'Austria moderna e parte della Slovenia e che nel I secolo divenne una provincia dell'Impero romano. Il regno fu fondato intorno al 400 a.c. e aveva la sua capitale nella residenza reale di Virunum, sul Magdalensberg. 


- Gneo Abudio Fortunato -

Venne sepolto a Roma, bella tomba familiare dedicata da sua moglie, Octavia Faustilla, datata tra la fine del I secolo e la prima metà del II secolo.


- Marco Abudio Luminario -

Gli venne dedicata una tomba a Roma dal suo cliente e sua moglie, Abudia Megiste, e dal loro figlio, Marcus Abudius Saturninus.


- Massima Abudia -

Le venne dedicata una tomba da suo figlio a Iader (Zara) sul mare Adriatico in Dalmatia, datata tra la metà del II secolo e la fine del III secolo.


- Megiste Abudia -

Una liberta che fu cliente e moglie di Marcus Abudius Luminaris, forse il suo precedente padrone, che dedicò una tomba a Roma per Abudia e il loro figlio, Marcus Abudius Saturninus.


- Murinilla Abudia -

Dedicò una tomba a Carnuntum, centro di origine celtica e poi un'importante fortezza legionaria nella Pannonia Superiore, , oggi in Austraia, datata nella seconda metà del II secolo a suo marito Crescens Licinianus, probabilmente un tribuno della XVIII cohorte di volontari della Mauretania, dell'età di 45 anni.


- Pelegusa Abudia -

Dedicò una tomba a Nemausus (Nimes) nel sud della Francia, nella Gallia Narbonensis, al suo liberto, Gellius.


- Prima Abudia -

sepolta a Roma, in una tomba dedicata dal marito Epafrodito e risalente alla seconda metà del I secolo.


- Prima Abudia -

Sepolta in una tomba di famiglia ad Aquileia, in Veneto, antica città romana all'estremità dell'Adriatico, a circa 10 Km dal mare, sul fiume Natiso (Natisone), il cui corso è leggermente cambiato dall'epoca romana, nella Venetia et Histria, creata da Augusto come X regio. La tomba venne edificata da Titus Albius Rufus, un soldato della Legio VIII Augusta, insieme a suo figlio o suo genero, e datata alla fine del I secolo. 


- Tito Abudio Prisco -

Figlio di Priscus, un nativo di Aquileia, che fu un veterano della Legio VII Claudia ovvero la VII legio Paterna Claudia Pia Fidelis ("paterna" nel senso che deriverebbe dalla legio VII del padre adottivo di Ottaviano, Gaio Giulio Cesare; "fedele e leale"), che venne seppellito a Scupi (Colonia Flavia Aelia Scupi ) nella Moesia Superior, all'età di 85 anni, in una tomba a lui dedicata da sua moglie Felicula, datata alla fine del I secolo, o alla prima metà del II secolo.


- Demetro Cassidiario Abudio Prisco -

Fu uno degli agenti dei decurioni municipali a Gabii nel  220 d.c., città del Latium vetus, posta al XII miglio della via Prenestina, che collegava Roma a Præneste, insieme a Cerlerinus Statienus Clementianus,


- Publia Abudia -

Sepolta nel III secolo in una tomba di Pola nella regione di Venetia e Histria (conquistata dai romani e rinominata Pietas Iulia, oggi in Croazia), dedicatale dai suoi genitori Quintus Postumius e Albudia Publia, e pure da suo fratello Publius.


- Marco Abudio Seleuco -

Gli dedicò una tomba a Roma suo fratello Gaius Attius Venustus, e sua sorella, la liberta Attia Primigenia.


- Satura Abudia -

una donna sepolta ad Ammaedara nell'Africa Proconsolare, situata in Tunisia a qualche km dal confine con l'Algeria, aveva ottant'anni.


- Marco Abudio Saturnino -

Figlio di Saturninus, un bambino di 8 anni sepolto a Roma con sua madre, Megiste Abudia, in una tomba dedicatagli dal padre Marcus Abudius Luminaris.


- Quinto Abudio Teodoto -

un liberto di Frontone, oggi nella provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche, che fece un'offerta alle Dee Madri di Vasio.


- Vero Abudio -
 
Dedicò nel I secolo un monumento a Parentium (Parenzo, sulla costa occidentale della penisola istriana, ad ovest della Croazia, della regio Venetia e Histria) in memoria di sua madre, Junia Varilla, e dei suoi fratelli; Publius Junius Severianus, Galeonia Larga, e Publius Junius Novatus, secondo le volontà testamentarie di sua madre.


Publio Abudio Vero - 

Durante il I o il II secolo offrì a Parentium in memoria di suo figlio, anche lui di nome Publius Abudius Verus.


- Publio Abudio -Il figlio di Publius Abudius Verus, che fece l'offerta nel I o II secolo, in memoria di suo figlio a Parentium.


- Tito Abudio Vero -

Un eques che servì nell'esercito a Ravenna durante il I secolo, e che aveva fatto un'offerta a Nettuno, probabilmente per essere scampato al mare in tempesta. I romani tenevano molto a mantenere le promesse fatte agli Dei perchè se non esaudite le divinità potevano vendicarsi.


- Marco Abudio Vitalio -

Dedicò nel III secolo un sepolcro familiare ad Aquileia per sua moglie e la sua famiglia.



BIBLIO

- Tacitus - Annales - VI -
- Theodor Mommsen et alii, Corpus Inscriptionum Latinarum - Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften - 1853 -
- René Cagnat et alii - L'Année épigraphique - Presses Universitaires de France - 1888 -
- Emile Espérandieu - Inscriptions Latines de Gaule - Narbonnaise - Paris - 1929 -
- Anna Gerstl - Supplementum Epigraphicum zu CIL III für Kärnten und Osttirol - 1902-1961 -
- Giovanni Battista Brusin - Inscriptiones Aquileiae - Udine - 1991–1993 -





1 comment:

Vincenza Iorio ha detto...

Buongiorno, vi suggerirei di intitolare questa sezione come Gentes Romane e non come Gens Romane poiché essendo l'aggettivo Romane al plurale, deve esserlo anche il sostantivo corrispondente. Ve lo consiglierei perché nella nostra lingua se usiamo una parola latina, dobbiamo usarla sia al singolare che al plurale, a seconda della situazione.

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