BATTAGLIA DI DYRRHACHIUM (48 a.c.)




La battaglia di Dyrrhachium fu combattuta nell'estate del 48 a.c. nei pressi di Dyrrhachium (Durazzo, Albania) tra gli eserciti di Gneo Pompeo Magno e quelli di Gaio Giulio Cesare nel corso della II Guerra Civile di Roma.

Dopo essere fuggito dall'Italia senza combattere, Gneo Pompeo, allarmato dalla caduta delle città che si erano opposte a Cesare, si rifugiò in Puglia, per raggiungere con la flotta la penisola balcanica. Aveva cercato di organizzare e potenziare le sue ingenti forze terrestri e navali per raggrupparle nel Mediterraneo Orientale.

Egli disponeva in totale di undici legioni, di cui almeno cinque piuttosto efficienti, ma la maggior parte era ancora da addestrare. Le truppe in generale manifestavano un morale elevato ma non avevano grande esperienza esperienza. La superiorità militare di Pompeo stava nel campo navale, dove disponeva di circa 500 navi da guerra. Inoltre il comandante navale Marco Calpurnio Bibulo aveva raggruppato oltre 110 navi nel quartier generale di Corcyra.


Bibulo conosceva bene Cesare per essere stato console con lui nel 65 a.c. quando Cesare lo oscurò ed esautorò dal comando, si che si diceva che era l'anno dei consoli Gaio Giulio e Cesare. d'altronde riuscì nel 59 a.c. ad essere nominato console grazie al denaro di catone e dei senatori che corruppero gli elettori. Così Bibulo odiava Cesare e con tutto il cuore si preparava a distruggerlo.

Il grosso delle legioni pompeiane invece si muovevano in posizione più arretrata; dopo aver lasciato l'accampamento estivo sull'Aliakmon, le truppe marciavano da Tessalonica verso Durazzo dove Pompeo voleva porre il suo comando supremo; invece due legioni al comando di Metello Scipione erano ancora presso il regno di Pergamo e non era previsto il loro arrivo fino alla primavera del 48 a.c.
Dvrrhachium (noto anche come Epidamnus, Durazzo in Albania moderna) si trova all'inizio della Via Egnatia, la strada romana che collegava il Mar Adriatico in Macedonia e sul Mar Egeo. La città divenne il centro di una serie di impegni militari durante la seconda guerra civile (49-48), in cui Giulio Cesare ha combattuto contro Pompeo Magno. In questione era la fine della Repubblica Romana con a capo Cesare come dittatore, o di una repubblica con un forte leader militare, come proposto da Pompeo.
GIULIO CESARE
Gennaio 49, Cesare aveva invaso l'Italia al Rubicone, e Pompeo aveva evacuato l'Italia, che non poteva essere difeso contro i soldati esperti di Cesare (17 marzo). Dopo una campagna lampo in Spagna, dove ha sconfitto diverse legioni fedeli a Pompeo, Cesare ha diretto la sua attenzione alla Grecia, dove il suo avversario stava costruendo un nuovo esercito di nove legioni. Voleva invadere l'Italia e aveva bisogno di Dyrrhachium come sua base. Quando la campagna è iniziata, Pompeo stava ancora raccogliendo il suo esercito in una zona del sud-est di questo porto.

Nel gennaio del 48 a.c. la XII Legio, insieme alla Legio XI attraversò lo stretto di Otranto da Brundisium all'Epiro, pur decimata da un'epidemia che aveva colpito la zona.

Caesar disponeva di undici legioni (V Alaudae,  VI Vitrix, VII Claudia, VIII, IX Hispana, X Fratensis, XI Claudia, XII Fulminata, XIII, XIV Gemina, XXVII), ma non era in grado di trasportarne più di sette sul Mar Adriatico. Avendo sbarcarono a Apollonia, a sud di Dyrrhachium, Cesare, immediatamente inviò due legioni a est, per evitare che Pompeo ricevesse rinforzi. Con le restanti cinque unità, Cesare marciò verso nord e si accampò tra Pompeo e Dyrrhachium. Quando Pompeo, giunse, fece porre il suo accampamento su una collina chiamata, "roccia", e poiché i suoi uomini erano ancora inesperti, rifiutò la battaglia.

Pertanto, Cesare iniziò a costruire fortificazioni. per impedire ai soldati di Pompeo di ottenere cibo dalle campagne circostanti, per impedire alla cavalleria di attaccare, e, di massima importanza, avrebbe dato l'impressione che Pompeo fosse assediato e che non avesse il coraggio di combattere. Così, gli uomini di Cesare fecero un'opera colossale: costruirono ventiquattro porte e un muro di 22 Km.

Pompeo intanto costruiva a sua volta opere di difesa. Ci sono stati diversi scontri tra le due forze romane, in cui la IX legione di Cesare ebbe a soffrire parecchie perdite. La costruzione della circumvallazione, tuttavia, continuò. Nella sua Storia della guerra civile, Cesare dice che durante un attacco in un fortino del sud, un centurione ricevette non meno di 120 colpi sul suo scudo, ecco la prova della disciplina e il morale alto dei legionari.

Cesare non era affatto contento, aveva perso molti uomini, aveva dato Pompeo la possibilità di addestrare i suoi reclute, e non aveva ancora una linea di comunicazione con l'Italia. Eppure, i suoi uomini erano rimasti disciplinati e motivati, ed entro un mese lo avrebbero dimostrato a Farsalo. La parte meridionale delle fortificazioni di Cesare erano ancora incompiute, e Pompeo doveva staccarsi dal suo campo prima che l'anello si fosse chiuso.

POMPEO MAGNO
Ciò diventò ancora più urgente quando il luogotenente di Cesare, Marco Antonio arrivò con le restanti quattro legioni. Durante la notte del 7 luglio, Pompeo ordinò ai suoi soldati di attaccare la parte incompiuta delle fortificazioni di Cesare, e dopo una giornata di combattimenti, Cesare dovette ammettere che non era in grado di riprendere il controllo di questa parte del campo di battaglia. Ciò significa che la sua circonvallazione non sarebbe stata chiusa. 

Le cose precipitarono: il 17 luglio 48 a.c.. Pompeo riuscì a organizzare un attacco combinato in tre punti diversi; i cesariani subirono forti perdite e ci furono cedimenti sull'ala sinistra delle fortificazioni. Cesare preferì rinunciare alla guerra d'assedio e ripiegare con le sue forze a est verso la Tessaglia, sarebbe stato inseguito, ma sul terreno che decideva lui.

La vittoria di Pompeo fu di scarsi risultati, anche per le indecisioni del generale che, conoscendo l'astuzia di Cesare, temette che la fuga delle sue legioni fosse una manovra tesa a preparargli una trappola. Cesare poté quindi riorganizzare le sue legioni e trasferire i combattimenti nelle pianure aperte della Tessaglia, nel combattimento aperto dove Cesare poteva esercitare le sue grandi doti di stratega, e dove conseguì dopo poche settimane la decisiva vittoria di Farsalo.


BIBLIO

- Theodore Ayrault Dodge - Caesar - New York - 1989-1997 -
- T. Mommsen - Storia di Roma antica - vol. II - tomo II -- Andrea Frediani - Le grandi battaglie di Giulio Cesare - Roma - 2003 -
- 1th International Congress of Roman Frontier Studies - a cura di E. Birley - Durham - 1952 -
- M. Jehne - Giulio Cesare - traduzione di Alessandro Cristofori - il Mulino - 1999 - ed. italiana a cura di A. Guida E. Horst, Cesare - Rcs Libri - 2000 -



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