STAURACIO - STAURACIUS



NICEFORO E STAURACIO


Nome: Stauracio, in greco: Staurakios, in latino: Stauracius
Nascita: 775 circa
Morte: Costantinopoli 11 gennaio 812 
Padre: Niceforo I
Madre: sconosciuta
Sorella: Procopia
Regno: per pochi mesi, dal 26 luglio al 2 ottobre dell'811.


Figlio di Niceforo I il Logoteta, venne allevato per un futuro glorioso di regno attraverso le varie campagne militari in cui si dovette cimentare accompagnando il padre o i vari generali in battaglia.
Ben presto di distinse per la bravura e il coraggio si che il padre lo volle al suo fianco in ogni offensiva, facendosi benvolere dai soldati e dai superiori. 

Nell'811 come al solito prese parte alla campagna di Niceforo contro i Bulgari di re Krum. Niceforo riunì un esercito immenso per vincere i Bulgari attraverso la superiorità numerica, infatti i Bulgari ormai consci della loro inferiorità « abbandonarono tutto quello che avevano con loro e cercarono rifugio sulle montagne ».

L'esercito bizantino raccolto da Niceforo per la spedizione venne così descritto da Teofane, cronista a lui ostile: «Raccolte così le sue truppe, non solo dalla Tracia, ma anche dai themata asiatici, come pure molti uomini poveri che si erano armati a proprie spese con fionde e bastoni e lo maledicevano, insieme ai soldati, egli mosse contro i Bulgari»

I temi di cui scrive Teofane erano quelli degli Ottimati, Opsiciani e Bucellari, visto che gli altri temi dell'Asia Minore restavano in loco e all'erta per affrontare eventuali incursioni arabe. Invece secondo la Cronaca bizantina dell'anno 811 Niceforo portò nella sua spedizione «tutti i patrizi e i comandanti e i dignitari, tutti i tagmata e anche i figli degli archontes che avevano almeno quindici anni, con cui costituì un corteggio da destinare al proprio figlio, cui diede il nome di hikanatoi (i più degni).»

I BIZANTINI


LE VITTORIE

Le prime battaglie furono vinte dai Bizantini, al punto che Krum richiese più volte la pace ma Niceforo, un po' troppo sicuro di sè, rifiutò sempre. Così l'esercito proseguì la sua avanzata giungendo a occupare la capitale dei Bulgari, Pliska, saccheggiandone il palazzo reale. 

Teofane riferisce che Niceforo tenne tutto il tesoro di Krum per sé, invece la Cronaca ne vanta la generosità: «Trovò grandi spoglie, che ordinò fossero distribuite tra l'esercito, secondo l'orario dei turni di servizio. Quando aprì i depositi in cui si conservava il vino lo distribuì in modo che tutti potessero berne

Distrutta la capitale, i cui palazzi erano in legno e quindi facili da bruciare, l'esercito bizantino proseguì la sua marcia e il suo saccheggio, seguito dalle implorazioni del re: «Vedete, avete vinto. Quindi prendete tutto quello che volete e andate in pace



LA BATTAGLIA DI PLISKA

Ormai la lungimiranza del popolo Romano che non infieriva mai, o quasi mai sul nemico vinto era svanita, Niceforo rifiutò la pace e Krum fu costretto ad ingaggiare gli Avari e gli Slavi con gli ultimi soldi rimasti. Poi fece innalzare infinite palizzate di legno chiudendo tutti i punti di accesso e di uscita dalla Bulgaria, palizzate che inoltre proteggevano i soldati bulgari che tiravano frecce attraverso le fessure del legno.

I mutati costumi dell'esercito procurarono un grande disastro. I romani costruivano a tempo di record i loro accampamenti che vigilavano con corpi di guardia bene addestrati, appostando vedette e spedendo spie a sorvegliare i dintorni. Invece i Bulgari sorpresero il campo bizantino quasi incustodito, molti soldati bizantini vennero massacrati nel sonno e il resto tentò la fuga.

Tentarono di attraversare un fiume paludoso ma molti annegarono nella traversata, formando con i loro corpi una sorta di "ponte" che permise ai Bulgari di guadare il fiume. I fuggitivi tentarono poi di scavalcare la palizzata ma i Bulgari vi avevano scavato un fossato molto profondo in cui i Bizantini caddero spezzandosi le gambe.

Niceforo fu ferito, imprigionato e decapitato, Stauracio fu ferito a sua volta, con lancinanti dolori alla schiena. Riuscì a tornare a Costantinopoli, e si fece incoronare, ma la schiena, sicuramente con una o meglio con più ernie del disco, gli dava dolori insopportabili, un peccato perchè aveva tutte le doti di buon generale e buon imperatore. Dovette allora nominare un altro erede ed abdicò in favore del cognato Michele I, che era stato l'unico illeso della famiglia imperiale nella battaglia di Pliska. 

La tradizione vuole che il Khan Krum abbia preso il corpo di Niceforo, lo abbia fatto decapitare per poi fare infilare la testa in cima ad un palo. Infine pare abbia fatto ricavare dal teschio, ricoperto d’argento, una coppa in cui bere con i suoi ospiti. Ciò a dimostrare la barbarie orientale che aveva comunque inquinato quella bizantina.

Questo fece pensare che Michele fosse benedetto da Dio, per cui senato e popolo accettarono facendogli però promettere prima dell'incoronazione, di continuare le trattative di pace con Carlo Magno, la cosiddetta "pax Nicephori", iniziata dal padre. 



LA MORTE

Per le varie ferite riportate, Stauracio morì l'11 gennaio dell'812. Michele si affrettò a concludere la pace con Carlo Magno riconoscendogli il titolo di Imperatore (ma non quello di Imperatore dei Romani) per poter concentrare le sue forze sul fronte bulgaro.


BIBLIO

- Teofane Confessore - Cronaca -
- Cronaca dell'anno - 811 -
- Edward N. Luttwak - La grande strategia dell'Impero bizantino - Rizzoli - 2009 -
- John Julius Norwich - Bisanzio - Milano - Mondadori - 2000 -
- Alexander P Kazhdan - Bisanzio e la sua civiltà - Bari - Laterza - 2004 -
- Giorgio Ravegnani - La storia di Bisanzio - Roma - Jouvence - 2004 -
- Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -


0 comment:

Posta un commento

 

Copyright 2009 All Rights Reserved RomanoImpero - Info - Privacy e Cookies