VILLA DI CASAL MORENA



CISTERNA E TORRE

CASAL MORENA

Casal Morena si trova al km 4 della via Anagnina ed è costituito da un corpo a tre piani (forse in origine una torre) e da una serie di casali a due piani databili dal XVI al XVII secolo. Il terreno fu di proprietà del console romano Aulo Terenzio Varrone Murena (I secolo a.c.) da cui il nome dell'area. 

In zona sono presenti i resti di tre ville romane, una attribuita al console romano Lucio Licinio Murena, la seconda si trova presso la Torre di Mezzavia e la terza è detta villa dei Centroni, tutte del periodo imperiale. 

RICOSTRUZIONE DELLA VILLA


DERIVAZIONE DEL NOME

I Ipotesi

Il nome Morena si riferisce, probabilmente, alla gens romana dei Murena che avevano una villa in questa zona. Due, tra i membri della famiglia, ad essere ricordati: Lucio Licino Morena padre e figlio. Il padre fu legato di Silla nella Prima Guerra Mitridica (89- 85 a .c.), durante la quale si distinse nell’assedio del Pireo e nella battaglia di Cheronea ( 86 a.c.).

Rimasto governatore in Asia dopo la pace di Dardano ( 85 a.c.), desideroso di gloria, provocò di sua iniziativa, la Seconda Guerra Mitridica (83- 81 a.c.) e subì una grave sconfitta, tanto che Silla gli ordinò di sospendere le ostilità. Nonostante la sconfitta, ebbe il suo trionfo ( 81 a.c.).

Il figlio militò, insieme al padre, nella II guerra Mitridica, fu legato di Lucullo nella III guerra Mitridica (66- 63 a.c.), pretore nel 65 a.c. e console tre anni più tardi ( 62 a.c). Nelle elezioni per il consolato fu accusato di broglio, ma fu assolto nel processo nel quale ebbe come difensori Crasso, Ortensio e Cicerone. Legò il suo nome alla Lex Licinia Iunia.


II Ipotesi

Un’altra possibile ipotesi relativa al nome di Morena viene rintracciata in altri documenti, i quali trascrivendo il nome con le varianti Morano, Moreni, Morreni, Morene, si collegano alla radice “Mar” e “Mor” e fanno risalire il vocabolo Marrana. Questo rivo che ha origine nella valle di Molara scorre per la valle Marciana e Preziosa, vicina a Grottaferrata, entra a Morena, e nella zona del Casalotto, lascia il suo corso naturale presso le rovine di Centroni ed entra a Roma.

Nella pianta Bufalini del 1951 è detto Acqua Mariana, in quanto la scorreva sul territorio detto “ager marianus”. Popolarmente il toponimo fu corretto in Marrana, termine finito per identificare i fossati che ancora oggi circolano sotterranei, a volte riemergendo come risorgive.

MOSAICO DELLA VILLA

Il percorso

L’acqua passava per Morena sulla via Latina, dove fu costruita una torre soprannominata dell’Acqua Sotterra. Il percorso iniziale utilizzava un fosso preesistente detto dell’ acqua Crabia e prendeva le sue acque da Squarciarelli e dalla fonte La Preziosa, tra Marino e Grottaferrata, cioè dalle stesse acque che rifornivano gli antichi acquedotti romani Tepula e Julia.

Il canale seguiva gli antichi acquedotti e scendeva verso Roma. Vicino a Villa dei Centroni, a Morena, tramite una diga, l‘acqua veniva incanalata in un condotto sotterraneo appartenente all’ antico acquedotto Claudio, percorrendo il tratto della Via Latina.

GLI SCAVI DEL 1929 NELLA VILLA


LA VILLA

La Villa di Casal Morena, posta al km 4,900 della via Anagnina, VIII miglio della via Latina (Carta dell’Agro, f. 25, nn° 32,35), fu già in parte oggetto di scavi nel XVIII secolo, e ancora nel 1929 ad opera degli allora proprietari Romalli: i risultati dello scavo, di cui si conserva una documentazione parziale negli archivi della Soprintendenza, furono ripresi e pubblicati nel 1979 da De Rossi (G.M. DE ROSSI, Forma Italiae. Regio I. XV. Bovillae, Firenze 1979, pp. 98-155). 

Il complesso odierno di Casal Morena sorge sulle rovine della villa romana, attribuita a Lucio Licinio Murena, e se ne conservano ancora alcuni resti di ambienti: il criptoportico; il settore termale; e le vasche per l’allevamento dei pesci.

Essa occupa un lungo rettangolo di metri 120 x 30, diviso in tre settori di cui quello più settentrionale ne costituiva la parte rustica e produttiva. La parte centrale comprendeva invece una parte scoperta ad Est dove erano collocate vasche intercomunicanti, intonacate nella parte inferiore di cemento idraulico. La parte coperta ad Ovest era costituita infine da un ampio criptoportico a tre lati, intorno ad un giardino o a un cortile scoperto.

MOSAICO DELLA VILLA


COSTRUZIONE E MODIFICHE

L’impianto della villa, impostata su una grande piattaforma sostruttiva in muratura (basis villae), risale al I sec. a.c., con successive trasformazioni e abbellimenti decorativi di età tardo-flavia e antonina e di età tardoantica. 

La parte produttiva produttiva della villa si affacciava sulla via Latina, mentre la parte residenziale, consisteva in una serie di ambienti disposti intorno a un’area inizialmente scoperta, che venne poi trasformata in aula coperta a volta. 

LE PITTURE ORMAI SBIADITE
La villa, i cui proprietari divennero sempre più abbienti, fu dotata in età adrianea di un complesso termale decorato con mosaici ed affacciato su un ampio giardino, con intorno ulteriori ambienti solo in parte indagati (planimetria dell’edificio da De Franceschini 2005).

Il settore a sud, quello residenziale o padronale, si affacciava così su un giardino con loggiato, il cui lato nord era occupato dal suddetto complesso termale, con mosaici in bianco e nero. Nella villa si distinguono vari periodi costruttivi. Il primo, in opus incertum e in opus parte reticolatum, risale al I secolo a.c.. Seguono rifacimenti dell'età domizianea, altri di età adrianea e alla fine del III - inizi del IV secolo.

All'ultima fase risalgono le pitture, con rappresentazioni di dolia e di scene di vita agricola, sia sulle pareti che sul pilastro centrale dell'ambiente più vicino alla strada, purtroppo ora in gran parte perdute, visto che non si è operato a suo tempo per preservarle. 

Le scene erano evidentemente in rapporto con le attività che si svolgevano, durante l'ultima fase della villa, nella parte della casa occupata dalle vasche per la produzione del vino, e forse anche di olio. Altri però hanno sostenuto che le vasche servissero invece all'allevamento dei pesci.

Del resto il cognome Murena, relativo al primo proprietario sembra derivasse proprio dall'attività di uno dei membri della famiglia, cioè l'allevamento ittico su scala industriale" (Coarelli 1993, pp.154-155).
Lo stesso Coarelli poi descrive, adiacenti all'edificio del casale, i resti di "una grande villa romana, della quale numerosi resti (scavati nel 1929) sono visibili a sud del casale stesso, con un'area vincolata di 314 x 132 m ca."
(Coarelli 1993, pp.154-155).


BIBLIO

- G. M. De Rossi - Casal Morena e chiesa - Bovillae - Firenze - 1979 -
- F. Coarelli - Dintorni di Roma - Roma-Bari - 1993 -
- Angelelli, Claudia - Suburbio, Casal Morena, villa, ambiente 1, cementizio a base fittile - TESS – scheda 14610 -



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