ODEON DI DOMIZIANO



CIRCO E ODEON DI DOMIZIANO

L'odeon di Domiziano (51 - 96) era un antico teatro di Roma, voluto dall'imperatore Domiziano, che sorgeva nei pressi dell'attuale Piazza Navona, vicino allo stadio voluto anch'esso da Domiziano. L'odeon, edificio di origine architettonica greca, di per sè venne ideato per ospitare gare musicali. 

Contrariamente a ciò che si pensa, la musica ebbe un posto importante nell'arte antica, sia greca che romana, anche se la musica non veniva scritta e pertanto nemmeno copiata. A noi sembra incredibile che la musica possa venire inventata all'impronta, eppure il nostro Jazz in parte è improntato, cioè ideato lì per lì in tutte le sue variazioni.

L'edificio veniva usato nei vari festeggiamenti che avvenivano soprattutto nello stadio adiacente, ospitando nell'odeon sia esibizioni ginniche che gare musicali, in particolare vi si tenevano le gare di eloquenza e di poesia e di musica del Certamen Capitolinum che si svolgevano in onore di Giove Capitolino, protettore della città, durante il triplice agone capitolino.

RICOSTRUZIONE DELL'ODEON DI DOMIZIANO

GLI SCAVI

Durante recenti scavi effettuati nei pressi del Palazzo Massimi, sono stati rinvenuti parti di una platea in travertino, tracce di un colonnato, ed un muro rettilineo, che si presumono pertinenti alla scena dell'odeon. Sembra che l'Odeon fosse riccamente decorato e che le decorazioni fossero opera dell'architetto di Traiano Apollodoro, talmente bello che ancora nel V secolo dallo scrittore romano Polemio Silvio viene descritto come una delle sette meraviglie dell'Urbe.

L'odeon venne costruito tra il 92 e il 96, durante il regno dell'imperatore Domiziano, ed era un teatro piuttosto imponente, con una scena alta ben quattro piani. Al suo interno poteva accogliere dagli 8.000 ai 10.000 spettatori. Tuttavia non raggiungeva le dimensioni del teatro di Marcello, l'unico teatro antico di Roma giunto sino ai giorni nostri.

Venne presto abbandonato in quanto il Cristianesimo considerava gli spettacoli peccaminosi, perchè vi recitavano anche le donne e sovente si indulgeva ad ambigui motti sessuali, o ad abiti succinti e provocatori, ma del resto anche i drammi greci o le gare di musica o ginniche vennero giudicate dal cristianesimo delle vanità a cui non si doveva indulgere. 



LO SPOGLIO

Secondo la nuova morale l'arte diventava buona solo se dedicata a magnificare Dio o i santi, altrimenti erano peccaminosi. Così i teatri furono i primi edifici penalizzati dal cristianesimo che permise invece a lungo le corse dei cavalli, considerate meno pericolose.

Con l'abbandono i suoi marmi vennero utilizzati come materiale da costruzione per ornare nuovi palazzi ma anche per produrre calce, come accadde in genere agli edifici antichi di Roma. La cavea, del resto abbandonata, sopravvisse sino al XV secolo, quando sui suoi resti venne edificato palazzo Massimo alle Colonne, ricostruito nel 1532 dall'architetto Baldassarre Peruzzi dopo la sua distruzione, avvenuta nel 1527 durante il sacco di Roma.

Non sono attualmente visibili i resti dell'odeon, inglobati nel palazzo, se non una colonna di marmo cipollino alta 10 metri eretta nel 1950 in piazza dei Massimi, l'unica residua delle 90 colonne che decoravano la scena dell'edificio.

PALAZZO MASSIMO ALLE COLONNE

PALAZZO MASSIMO ALLE COLONNE

Il Palazzo Massimo alle Colonne è un palazzo rinascimentale di Roma che sorge in corso Vittorio Emanuele II e che rappresenta il capolavoro dell'architetto Baldassarre Peruzzi. Esso faceva parte di un complesso edilizio più vasto, l'insula dei Massimo, dove risiedeva la principesca famiglia Massimo fin dal Medioevo (Cencio Camerario e atti notarili dal XII sec.). 

Una mitica tradizione fa risalire l'origine della famiglia Massimo alla Gens Fabia che con Quinto Fabio Rulliano avrebbe aggiunto nel IV secolo a.c., per senatoconsulto della repubblica romana, il cognomen «Maximi», ma non vi è traccia di ciò. 

La leggenda sarebbe stata diffusa da Onofrio Panvinio (1529-1568) nel suo "De gente Maxima" del 1556 (Cod. Vat. 6168 pag. 166) pubblicato da Angelo Mai nel 1843 nel tomo IX dello "Spicilegium romanum". 

Secondo il Panvinio a questa famiglia sarebbero appartenuti due papi santi, Anastasio I e Pasquale I. In effetti le grandi famiglie patrizie con l'avvento del cristianesimo non mirarono più tanto a diventare generali (un tempo attraverso il consolato o per cursum honorum) quanto a diventare cardinali o Papi, ruoli che davano immense ricchezze riguardando, oltre al potere sacerdotale, un grande potere di tipo dittatoriale ad perpetuum nella vita del prelato


LA COLONNA SUPERSTITE DELL'ODEON

La leggenda ebbe una certa fortuna per cui la famiglia Massimo è considerata da alcuni, fra cui Vittorio Spreti (autore della Enciclopedia storico-nobiliare italiana), la più antica d'Europa. A Napoleone Bonaparte che chiedeva notizie sulla veridicità di tale discendenza, Francesco Camillo VII Massimo, plenipotenziario di papa Pio VI, rispondeva con una certa arguzia non priva di millanteria:

«Je ne saurais en effet le prouver, c'est un bruit qui ne court que depuis douze cents ans dans notre famille» (in realtà non potrei provarlo, è una diceria che si racconta nella nostra famiglia solo da una dozzina di secoli).

Il palazzo si trova nella Regione IX dell'antica Roma, o Campo Marzio, chiamata successivamente Parione, e già dal XII secolo affacciava sulla Via Sacra o Papale, chiamata in quel tratto Via dé Massimi (il plurale che spesso affiora nei toponimi sta ad indicare la famiglia nella sua globalità), e oggi ripercorsa parzialmente dalla moderna Corso Vittorio Emanuele II.

LA SAGOMA DELL'ODEON E' ANCORA RICONOSCIBILE NEI PALAZZI ODIERNI

L'attuale Palazzo Massimo fu ricostruito a seguito della distruzione del precedente edificio durante il Sacco di Roma del 1527 e si eleva pertanto sui resti dell'Odeon di Domiziano. È uno dei pochi palazzi di Roma a possedere un portico (reminiscenza poco amata dell'architettura romana antica), questo perché il Papa concesse il permesso alla famiglia Massimo di tenere il loro dopo aver fatto distruggere tutti quelli presenti a Roma negli anni 1400. 

Una delle 90 colonne dell'Odeon dell'imperatore Domiziano è stata eretta nel XX sec. nella retrostante piazza dei Massimi, sulla quale insiste il Palazzo Massimo istoriato, noto infatti come "Palazzo istoriato", dalle pitture a monocromo ricoprenti la facciata, dipinte presumibilmente nel 1532 per celebrare le nozze di Angelo Massimo con Antonietta Planca Incoronati.

La colonna è monolitica cioè costituita da un unico blocco (non usuale all'epoca) in prezioso marmo cipollino che si trova davanti alla facciata posteriore del palazzo e apparteneva probabilmente alla scena dell'odeon.

L'ODEON RICOSTRUZIONE

BIBLIO

- Antonio Maria Colini - Lo stadio di Domiziano - Governatorato di Roma - Roma - 1943 -
- Adriano La Regina - Circhi e ippodromi. Le corse dei cavalli nel mondo antico - Roma - Cosmopoli - 2007 -
- J. P. Thuillier - Le Sport dans la Rome Antique - Paris - 1997 -
- James C. Anderson - Architettura e società romana - Baltimore - Johns Hopkins Univ. Stampa - a cura di Martin Henig - Oxford - Oxford Univ. - Comitato per l'archeologia - 1997 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore -Verona - 1975 -
- Flaminio Vacca - Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi della città di Roma - 1594 -
- Patrizio Pensabene - Provenienze e modalità di spogliazione e di reimpiego a Roma tra tardoantico e Medioevo - in O.Brandt - Ph. Pergola - Marmoribus Vestita - Miscellanea - F. Guidobaldi - Città del Vaticano - 2011 -



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