AULO PERSIO FLACCO - PERSIUS FLACCUS



AUOLO PERSIO FLACCO

De nihilo nihilum, in nihilum nil posse reverti - Nulla nasce dal nulla, nulla può tornare nel nulla - 


Nome: Aules Persius Flaccus
Nascita: Volterra, 4 dicembre 34 d.c.
Morte:  Roma, 24-29 novembre 62 d.c.
Professione: Poeta satirico



LE ORIGINI

Persius nacque a Volterra, in Etruria, da una famiglia piuttosto agiata, anche se non aristocratica, appartenente all'ordine equestre. e probabilmente di origine etrusca, visto la forma Aules del suo praenomen che lui stesso specifica in una sua biografia. 

All'età di dodici anni, età in cui il ragazzino si staccava dalla madre per passare nelle mani del padre che lo avviava alla palestra e agli incontri con la gente da lui conosciuta, i genitori lo inviarono a Roma per la sua educazione culturale affidata a celebri maestri come Quinto Remmio Palemone, uno dei migliori grammatici dei suoi tempi. 

I maestri di grido erano una specie di guru che si occupavano della vita quotidiana oltre che della cultura del giovinetto, ospitandolo nella sua casa e provvedendo a tutti i suoi bisogni nonchè alla sua educazione culturale oltre che sociale. naturalmente ciò veniva ben retribuito dai genitori e più il maestro era famoso più alto era il prezzo da pagare, ma i genitori di Aulo non badarono a spese.



IL CIRCOLO CULTURALE

Dopo soli quattro anni, terminati brillantemente gli studi con Palemone, Aulo divenne allievo del filosofo stoico Lucio Anneo Cornuto, insegnante stimatissimo e pertanto oneroso ma che la madre di Aulo che non cessò mai di interessarsi al figlio, fu lieta di pagare.

PERSIO - IV SATIRA
"Tramite Cornuto, Persio fu presentato a Lucano che era suo coetaneo e anch'esso un discepolo di Cornuto". 

Anneo in seguito divenne amico di Persio, che gli dedicò la quinta satira, il che dimostra quanto forte fosse la stima del filosofo verso il giovane poeta. Fu Anneo a far conoscere e apprezzare a Persio lo stoicismo, ma fu anche l'occasione per conoscere persone del valore di Lucano, Seneca, Trasea Peto, Cesio Basso, i quali influirono sia sulla sua personalità che sulla sua cultura. 

Persio aveva un carattere sensibile e introverso, ma con un forte rigore morale, rigoroso anche e soprattutto negli studi in cui molto fu supportato supportato dalla madre, dalla sorella e da una zia paterna, con la sua biblioteca contenente più di settecento volumi.

« O curas hominum! o quantum est in rebus inane! »  
« O cure dei mortali! o quanto vuoto nelle cose!  »



LA MORTE

« Verba togae sequeris iunctura callidus acri,
ore teres modico, pallentis radere mores
doctus et ingenuo culpam defigere ludo 
» 
« Tu ti attieni alle parole comuni, 
furbo nel far cozzare le parole, 
arrotondando con bella maniera la bocca 
a segare gli appannati costumi, e saggio 
a inchiodare la colpa con lazzo ingegnoso » 

Nel 62 d.c. Persio morì presso una sua villa a Roma, secondo alcuni in seguito a una grave malattia che lo colpì allo stomaco, alla precoce età di ventotto anni. La notizia però è stata estrapolata dalle sue "Satire": la circostanza della sua morte potrebbe essere semplicemente un'espressione metaforica per indicare che il poeta aborriva il vizio.

Alla morte di Persio, Cornuto restituì alla madre ed alla sorella di Persio il denaro lasciatogli in eredità da Persio, accettando invece la biblioteca del poeta composta di circa 700 rotoli di papiro. Rielaborò le satire del poeta deceduto per farle pubblicare, ma le diede da revisionare al poeta Cesio Basso, su specifica richiesta di quest'ultimo. 

Fra le satire di Persio c'erano versi che, come ci riporta Svetonio, 
"frustavano persino lo stesso Nerone, che era poi il principe regnante". 
Il verso era formulato come segue: 
«Auriculas asini Mida rex habet »  «Re Mida ha le orecchie d'asino» 
ma Cornuto lo modificò come: 
« Auriculas asini quis non habet? »  « Chi è che non ha le orecchie d'asino?» 
affinchè non si potesse supporre che intendeva riferirsi a Nerone.

Ciononostante Anneo Cornuto fu bandito da Nerone, nel 66 68 d.c.avendo indirettamente denigrato il progetto dell'imperatore di scrivere la storia romana in un poema epico, dopo di che non si seppe più nulla di lui. 



LE OPERE MINORI

La sua opera viene in seguito revisionata da Cesio Basso e Anneo Cornuto prima di essere pubblicata; molte parti, ritenute da Cornuto poco limate, furono eliminate, così come il maestro ritenne poco opportuno pubblicare il resto della produzione del giovane poeta. 


Vita Persii

- La "Vita Persii" cita alcuni versi in onore di Arria maggiore, suocera dell'amico Trasea Peto e citata spesso come esempio di dedizione coniugale e stoicismo. 


Hodoeporicon

- L'Hodoeporicon fu una composizione di viaggio che sembrerebbe un primo tentativo del poeta di comporre poesia sulle orme di Lucilio e Orazio 


Praetexta 

- La Praetexta della Trafedia latina venne introdotta a Rome daGnaeus Naevius nel III sec. a.c.. Essa rimpiazzava i convenzionali miti greci con personaggi storici romani, in opposizione alla fabula cothurnata. Sembra fosse intitolata Vescio ma sul titolo vi sono forti dubbi. 


Satire 

- Delle Saturae (Satire) di Aulo cene sono pervenute solo sei, per un totale di 650 esametri, precedute da 14 coliambi in cui l'autore dichiara il suo intento di educare moralmente i suoi lettori, criticando aspramente le mode letterarie del tempo, tese all'unico scopo di piacere e intrattenere, e rivendicando orgogliosamente l'originalità della sua poesia e della sua ispirazione. 

- Nella prima satira, Persio ripudia le recitationes (esecuzioni pubbliche in cui si faceva sfoggio della propria conoscenza letteraria).
- Nella seconda satira attacca le incoerenze dei religiosi che dipendono solo dai loro Dei senza tentare essi stessi di liberarsi dai mali che li affliggono. 
- Nella terza satira, che chiude l'introduzione programmatica, incentiva studi rigidi e severi affinchè possano essere formativi. 
- Nella quarta satira esalta l'importanza di conoscersi secondo i principi stoici e la futilità degli affari pubblici.
- Nella quinta satira dà vari suggerimenti sul come liberarsi delle passioni, elogiando in proposito il suo maestro Anneo Cornuto  come un elogio al maestro Anneo Cornuto. 
- Nella sesta satira, sostiene che la vera libertas non è un dato esteriore che appartenga a un particolare ceto sociale o politico, bensì è libertà dell'anima, rifacendosi a Seneca «La libertà è affrancamento dalle passioni.» 



LO STILE

Persio stesso, per definire il suo stile, si serve di una metafora chirurgica: a suo parere, infatti, il poeta deve "radere, defigere, revellere", cioè "raschiare via e incidere per asportare". Il suo scopo è di correggere, usando come arma la satira ('ingenuo ludo'), i suddetti "mores pallentes", ossia i costumi pallidi, che sono malati in quanto corrotti. 

A questo fine corrisponde una lingua che si definisce ordinaria scabra. Il suo linguaggio, sempre a suo dire, è "ordinario" perché non cerca stupefazioni stilistiche, e "scabro" perché la "iunctura acris" produce una sonorità quasi fastidiosa che colpisce chi legge. Nel Novecento questo stile sarà felicemente ripreso dal poeta Eugenio Montale «tremuli scricchi / di cicale dai calvi picchi» (Meriggiare pallido e assorto, Ossi di seppia 1925).

Il suo stile è spesso incline al pessimismo poichè considerava solo gli aspetti peggiori della società in cui viveva. I suoi strani accostamenti, le sue metafore complicate, il suo moralismo e il suo criticismo, lo hanno reso uno degli autori latini più difficili, dovuto anche al fatto che Persio si rivolge a un pubblico di una cultura medio-alta, con un certo dispregio per il volgo e la persona comune. 

Il poeta pertanto intende rivolgersi a un ceto che l'imperialismo ha messo in ombra e che cerca riscatto nello stoicismo. Paragonato ad Orazio, mentre questi usa la satira su una cerchia di amici, talvolta oggetto e talvolta complici della sua satira, Persio si pone come censore censore, piuttosto freddo e distaccato come un giudice arcigno. 

A Volterra è incastonata una lapide marmorea funeraria di epoca romana (C.I.L., 1784)(Dia 6) in cui si legge: 
A. PERSIUS A.F. SEVERUS V. ANN. VIII M. III D. XIX. 
Traduzione: 
Aulo Persio figlio di Aulo Severo, visse 8 anni, 3 mesi e 19 giorni. 
Si tratta dunque della lapide funeraria di un giovanissimo membro della gens Persia, un’importante famiglia volterrana il cui più illustre membro fu il poeta satirico Aulo Persio Flacco.

BIBLIO

- Marcus Valerius Probus - Vita Persii -
- N. Rudd - Persio - in Letteratura Latina Cambridge - vol. 2 - Da Ovidio all'epilogo - Milano - Mondadori - 2007 -
- E. V. Marmorale - Persio - Firenze - Sansoni - 1956 -
- D. Bo - Persio. Satire - Torino - Paravia - 1969 -
- Antonio La Penna - Da Lucrezio a Persio - Sansoni - Firenze - 1995 -
- Concetto Marchesi - La libertà stoica romana in un poeta satirico del I secolo. A. Persio Flacco - tip. dell'Unione coop. editrice - Roma - 1906 -
- A. La Penna - Persio e le vie nuove della satira latina - in Persio, Satire - Rizzoli - Milano - 1979 -


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