GENS FURIA



IL TRIONFO DI FURIO CAMILLO

I Furii furono una gens romana patrizia, famosa e gloriosa, i cui membri ebbero infatti incarichi nelle magistrature per tutta la durata della Repubblica romana. Ebbero un periodo di oscurità tra il III e il I secolo a.c. tornando poi alla ribalta sotto il Principato augusteo e la dinastia giulio-claudia. Il primo a ottenere la carica di Console della Repubblica romana fu Sesto Furio Medullino Fuso nel 488 a.c., ma il più celebre fu Marco Furio Camillo, onorato come il Secondo Fondatore di Roma.



I PRAENOMINA

Nella Gens Furia erano usuali i praenomina Marcus, Spurius, Lucius, Publius, e Agrippa. I Furii Pacili usano anche il prenome Gaius, che gli altri rami non usarono.



I COGNOMINA

Cognomina dei Furii furono: Camilli, Medullini, Fusi, Pacili, Phili, Bibaculi, Purpureones, Prassides, Brocchi.

MARCO FURIO CAMILLO
 
FURII CAMILLI

tribuno consolare nel 401 a.c., nel 398 a.c., nel 394 a.c., nel 386 a.c., nel 384 a.c. e nel 381 a.c. e dittatore nel 396 a.c., nel 390 a.c., nel 389 a.c., nel 368 a.c., nel 367 a.c.,

- Spurio Furio Camillo
figlio del precedente, fu tra i primi pretori.

Lucio Furio Camillo - 
figlio di Marco Furio Camillo. dittatore nel 350 a.c. e 345 a.c. e console nel 349 a.c.

Lucio Furio Camillo -
console nel 338 a.c. e nel 325 a.c.

Marco Furio Camillo - 
console nell'8 d.c..

- Marco Furio Camillo -
figlio del precedente, membro del collegio dei Fratres Arvales nel 37 d.c..

Lucio Arrunzio Camillo Scriboniano -
nato Furio Camillo, fratello dei precedenti, fu adottato dal console del 22 a.c. Lucio Arrunzio, ne assunse il nome e ricoprì la carica di console nel 32 d.c. Sotto il principato di Claudio istigò una rivolta delle truppe contro l'imperatore, ma fu sconfitto e graziato con l'esilio in vistù della gloriosa famiglia.

- Marco Furio Camillo Scriboniano -
figlio del precedente, fu esiliato nel 53 d.c. per aver consultato gli Oracoli Caldei sulla morte di Claudio. Morì avvelenato in esilio.



FURII MEDULLINI

- Sesto Furio Medullino Fuso -
Fu il primo membro della gens a essere eletto console nel 488 a.c., con Spurio Nauzio Rutilo per collega. Roma venne assediata dai Volsci, condotti da Coriolano esiliato da Roma, e da Attio Tullio, uno dei capi Volsci. I consoli prepararono la difesa, ma i plebei li implorarono di tentare la pace. Allora una delegazione di cinque ex-consoli, Marco Minucio Augurino, Postumio Cominio Aurunco, Spurio Larcio, Publio Pinario Mamercino Rufo e Quinto Sulpicio Camerino Cornuto si recò presso le Fossae Cluiliae, dove stava Coriolano con il suo accampamento.
Marco Minucio, che si era opposto all'esilio di Coriolano, chiese la pace, ma Coriolano congedò gli ambasciatori. Non gli fecero cambiare idea nè una seconda ambasciata nè i sacerdoti, ma vi riuscirono la madre Veturia e la moglie Volumnia.

Spurio Furio Medullino Fuso - Uno dei primi esponenti della gens Furia, eletto console nel 481 a.c. insieme a Cesone Fabio Vibulano, in un momento difficile per le lotte contro Equi ed Veienti. Malgrado i vecchi dissensi tra patrizi e plebei, il tribuno della plebe Spurio Licinio tentò di far promulgare la legge agraria, ma venne ritenuta più importante la leva militare. Mentre Cesone guidava la spedizione contro gli Equi, Spurio guidò le truppe contro i Veienti ma durante questa campagna non accadde nulla.
Secondo Dionigi invece, che lo riporta eletto in rappresentanza della plebe, Spurio Furio marciò contro gli Equi e Cesone Fabio contro i Veienti. La campagna di Spurio fu un successo, poiché i nemici non osarono affrontarlo, ed egli ricavò un consistente bottino, sia in denaro che in schiavi, distribuendone buona parte ai propri soldati, guadagnando così il favore popolare.

ROMANI CONTRO VOLSCI

console: nel 474 a.c..

- Publio Furio Medullino Fuso -
Era il fratello di Spurio Furio Medullino Fuso, console nel 464 e nel 453 a.c. Nel 472 a.c. Publio fu eletto console con Lucio Pinario Mamercino Rufo, e il tribuno della plebe Publilio Volerone propose una legge per cui i magistrati plebei, e i tribuni della plebe, dovevano eletti dai comizi tributi, da cui erano esclusi i patrizi. La legge, la Lex Publilia Voleronis, non fu votata quell'anno, per i forti dissidi tra patrizi e plebei, e per una pestilenza a Roma.
Furio fece parte con Tito Quinzio Capitolino Barbato e Aulo Virginio Tricosto Celiomontano del triumvirato incaricato della suddivisione e dell'assegnazione delle terre ai coloni. Nel 464 a.c. fu legatus del fratello Spurio Furio Medullino Fuso, divenuto console, nella guerra contro gli Equi. I romani vennero assediati nel loro campo dagli Equi e Publio venne isolato con i suoi soldati durante una sortita e massacrato insieme ai suoi uomini.


- Spurio Furio Medullino Fuso -
Fu eletto console nel 464 a.c., con Aulo Postumio Albo Regillense, nell'anno della guerra contro gli Equi. Mentre Postumio rimaneva a Roma, a Furio Medellino fu dato il comando contro gli Equi, che avevano sconfinato nei territori degli Ernici, alleati dei romani. Lo scontro non fu favorevole ai romani, inferiori per numero, che per non soccombere, si ritirarono nell'accampamento, subito assediato dai nemici. In un tentativo di sortita, morì il fratello Publio Furio Medullino Fuso, e lo stesso console rimase ferito, nel tentativo di salvare il fratello, circondato dai nemici. 
A Roma, mentre Postumio difendeva la città, si inviò Tito Quinzio Capitolino Barbato, console dell'anno precedente che sbaragliò i nemici, inseguendoli sul territorio romano e sgominandoli. Nel 453 a.c. Spurio fu poi scelto come consul suffectus per sostituire il console Sesto Quintilio Varo colpito dalla pestilenza, ma rimase anche lui vittima della stessa malattia.

Agrippa Furio Medullino Fuso -
Nel 446 a.c. venne eletto console con Tito Quinzio Capitolino Barbato console per la IV volta.
Profittando dei dissidi tra Patrizi e Plebei, per l'ennesima volta Volsci ed Equi avevano razziato le campagne, arrivando impunemente sotto le mura di Roma. Tito Quinzio pronunciò un discorso al popolo romano riunito, come riporta Tito Livio:
«Tenetevele strette le vostre assemblee e continuate pure a vivere nel Foro: ma la necessità di prendere le armi - da cui rifuggite - vi incalza. Vi pesava marciare contro Equi e Volsci? Ora la guerra è alle porte. Se non si riuscirà ad allontanarla, presto si trasferirà all'interno delle mura e salirà fino alla rocca del Campidoglio, perseguitandovi anche dentro le case.»
Approntato l'esercito, Agrippa cedette il comando delle proprie legioni a Tito Quinzio riconoscendone il valore. Lo scontro, al quale Agrippa partecipò come legato del collega più anziano, fu breve e cruento, e i romani vittoriosi, tornarono in città con un grande bottino. Ma il popolo romano riunito, sobillato da Publio Scapzio, decise di avocare a Roma la proprietà di territori contesi tra Ardea ed Ariccia, per i quali le due città avevano chiesto il giudizio di Roma

Lucio Furio Medullino -
Fu eletto tribuno consolare nel 432 a.c. con Lucio Pinario Mamercino, e Spurio Postumio Albo Regillense, tutti e tre patrizi, come tribuni consolari dell'anno precedente. Mentre Roma si riprendeva dalla pestilenza e dalla carestia dell'anno precedente i plebei lamentavano che le massime magistrature repubblicane fossero appannaggio dei patrizi. Nel 425 a.c. fu eletto per la II volta Tribuno consolare con Lucio Quinzio Cincinnato, Aulo Sempronio Atratino e Lucio Orazio Barbato. Durante l'anno fu concessa una tregua di venti anni a Veio, ed una tregua di tre anni agli Equi. 
Nel 420 a.c. fu eletto tribuno consolare per la III volta insieme Marco Manlio Vulsone, Lucio Quinzio Cincinnato e Aulo Sempronio Atratino. In città ci furono tensioni per l'elezione dei questori, carica ancora appannaggio dei Senatori, anche se una nuova legge prevedeva che per quelli di nuova istituzione potessero essere eletti anche i plebei.

Lucio Furio Medullino - 
console nel 413 a.c. e nel 409 a.c., tribuno consolare nel 407 a.c., nel 405 a.c., nel 498 a.c., nel 497 a.c., nel 495 a.c., nel 494 a.c., nel 491 a.c..

- Spurio Furio Medullino -
tribuno consolare nel 400 a.c. con Publio Manlio Vulsone, Lucio Titinio Pansa Sacco, Publio Melio Capitolino, Publio Licinio Calvo Esquilino e Lucio Publilio Filone Volsco. Fu il primo plebeo ad essere eletto alla massima magistratura romana.

- Lucio Furio Medullino Fuso -
Nel 381 a.c. fu eletto tribuno consolare con Marco Furio Camillo, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo, Aulo Postumio Albino Regillense, Marco Fabio Ambusto e Lucio Postumio Albino Regillense.
La guerra contro i Volsci, che avevano occupato Satrico, fu affidata a Furio Camillo e a Lucio Furio suo aiutante. Furio per quanto con esercito numericamente inferiore volle attaccare i Volsci e Camillo gli lasciò il comando. 
I romani vennero sconfitti ma salvati da Camillo con le sue riserve. Furio fece ammenda con Camillo che accettò le scuse e anzi, quando il senato ordinò la presa di Tusculum affidandola a Furio Camillo questi volle comunque Lucio Furio al suo fianco perchè combatteva con grande valore, e Tusculum si arrese senza combattere.
Nel 370 a.c. Furio fu eletto per la seconda volta tribuno consolare con Servio Sulpicio Pretestato, Gaio Valerio Potito, Aulo Manlio Capitolino, Servio Cornelio Maluginense e Publio Valerio Potito Publicola.
Velletri attaccò Tusculum, ora alleata dei romani che assediarono Velletri ma non la espugnarono. Il suo nome appare nei Fasti Capitolini dell'anno 363 a.c., quando ricoprì la carica di censore assieme al collega Marco Fabio Ambusto.

- Spurio Furio Medullino -
tribuno consolare nel 378 a.c. con Quinto Servilio Fidenate, Licinio Menenio Lanato, Marco Orazio Pulvillo, Publio Clelio Sículo e Lucio Geganio Macerino. Mentre Patrizi e Plebei dibattevano sulla schiavitù dei cittadini romani a causa dei debiti, i Volsci iniziarono a razziare la campagna romana.
Il senato inviò l'esercito che fu diviso in due; Spurio e Marco Orazio entrarono nel territorio dei Volsci lungo la fascia costiera, mentre Quinto Servilio e Lucio Geganio guidavano l'esercito, seguendo una direttrice più interna. Poiché i Volsci rifiutarono il combattimento in campo aperto, i Romani si limitarono a saccheggiarne le campagne.

- Livia Camilla Medullina
in origine Furia Camilla, figlia del console dell'8 d.c., promessa sin dall'età degli otto anni al futuro imperatore Claudio, si ammalò e morì il giorno delle nozze.



FURII FUSI 

- Sesto Furio Fuso -
citato da Rufio Festo nel 486 a.c., probabilmente un tribuno militare, ucciso per aver cospirato con il console Spurio Cassio Vecellino.

- Sesto Furio Fuso
padre di Agrippa Fuso, tribuno consolare del 391;

- Marco Furio Fuso -
Nel 403 a.c. fu eletto tribuno consolare con Manio Emilio Mamercino, Lucio Valerio Potito, Appio Claudio Crasso, Lucio Giulio Iullo, Marco Quintilio Varo. Mentre i Romani assediavano Veio, i Veienti capirono che le altre città etrusche non avrebbero combattuto contro Roma. Giunse l'inverno e l'esercito romano venne mantenuto in armi ad assediare Veio, ma i tribuni della plebe si opposero, ma un'improvvisa sortita dei Veienti, per distruggere le opere d'assedio romane, riuscì a riportare la concordia.

- Agrippa Sex. Furio Fuso -
tribuno consolare nel 391 a.c. con Lucio Furio Medullino, Servio Sulpicio Camerino, Lucio Emilio Mamercino, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo e Gaio Emilio Mamercino. A Lucio Lucrezio e Gaio Emilio fu affidata la campagna contro Volsinii, e ad Agrippa Furio e Servio Sulpico quella contro i Sapienati, interrotte per la pestilenzia a Roma.
I Romani vinsero i Volsinii e iniziarono a razziarne il territorio, fino a che i Volsinii non ottennero una tregua ventennale, in cambio della restituzione di quanto razziato ai romani l'anno precedente, e la paga dei soldati romani per quest'anno.



FURII PACI

- Quinto Furio Pacilo Fuso -
pontifex maximus nel 449 a.c., tenne i comizi in cui furono selezionati i tribuni della plebe.

- Gaio Furio Pacilo Fuso -
Venne eletto console a Roma nel 441 a.c. con il collega Manio Papirio Crasso. Il tribuno della plebe Petelio propose di assegnare terre alle plebe, ma non ebbe alcun seguito. Nel 426 a.c. fu nominato tribuno consolare con Tito Quinzio Peno Cincinnato, Marco Postumio Albino Regillense e Aulo Cornelio Cosso, con il compito di condurre la guerra contro Veio.
Effettuata la leva, mentre i primi tre conducevano l'esercito in territorio etrusco, Aulo Cornelio Cosso restava a guardia della città. I romani vennero sconfitti, soprattutto per l'incapacità dei tribuni di coordinare le loro azioni. A Roma la notizia fu accolta con terrore, tanto che il senato nominò un dittatore, ricorrendo perla terza volta a Mamerco Emilio Mamercino.

- Gaio Furio Pacilo -
console nel 412 a.c. con Quinto Fabio Vibulano Ambusto. Durante l'anno, il tentativo del tribuno della plebe Lucio Icilio di discutere la questione agraria, fu frustrato dalla pestilenza che invase Roma.

- Gaio Furio Pacilo -
console nel 251 a.c. con Lucio Cecilio Metello durante la I guerra punica; i consoli vennero mandati dal Senato in Sicilia per contrastare l'esercito cartaginese comandato da Asdrubale di Annone. L'esercito romano restò inattivo terrorizzato dagli elefanti dell'esercito nemico, e i due consoli accettarono l'attesa. Allora il Senato richiamò a Roma il console Gaio Furio Pacilo; a quel punto Asdrubale vide la possibilità della vittoria ed attaccò l'altro console, ma fu sconfitto pesantemente da Cecilio Metello.

MARCUS FURIUS PHILUS

FURII PHILI

- Marco Furio Filo -
nonno del console del 223 a.c..

- Spurio Furio Filo -
padre del console del 223 a.c.;

- Publio Furio Filo -
Il primo dei Furii Fili ad ottenere una carica pubblica. Fu console con Gaio Flaminio nel 223 a.c., nella guerra contro gli Anari e gli Insubri, vennero richiamati dal senato per la cattiva interpretazione degli auspici, ma i consoli, presi dai preparativi aprirono la lettera dopo la fine della battaglia, o almeno così dissero. 
Furio tornò così a Roma dove il popolo, sebbene col senato contrario, gli concesse il trionfo su Galli e Liguri.Poi fu eletto assieme a Manio Pomponio Matone pretore peregrinus nel 216 a.c., nella II guerra punica; dopo la sconfitta a Canne, insieme al collega Matone, spinse il senato a migliori misure difensive per Roma. 
Poco tempo dopo Marco Claudio Marcello gli consegnò la flotta per l'Africa ma, gravemente ferito in battaglia, dovette tornare a Lilibeo (Marsala). Nel 214 a.c. divenne censore con Marco Atilio Regolo, ma dovettero arginare i tentativi di fuga dei Romani dopo le vittorie di Annibale. 
Con i nuovi tribuni della plebe ( 213 a.c.), venne col collega posto in stato d'accusa davanti al popolo dal questore Lucio Cecilio Metello, appena eletto tribuno che nell'anno precedente era stato privato da loro del cavallo, lo avevano allontanato dalla tribù urbana e lo avevano fatto diventare erario, poiché avrebbe cospirato dopo la battaglia di Canne per abbandonare l'Italia. 
L'intervento degli altri tribuni vietò ai censori di difendersi durante il loro mandato, fino almeno a quando non avessero cessato la magistratura (5 anni). La morte prematura di P. Furio impedì la fine dell'incarico e M. Atilio rinunciò alla carica. Furio fu anche augure fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 213 a.c. ed ebbe un figlio, anche lui di nome Publio.

- Publio Furio Filo -
informò Scipione dell'intenzione di abbandonare Roma dopo la battaglia di Canne di Marco Cecilio Metello e altri.

Publio Furio Filo -
pretore nel 174 a.c..

Lucio Furio Filo -
pretore nel 171 a.c.,

- Lucio Furio Filo -
console nel 136 a.c. con Sesto Atilio Serrano e gli fu affidato il governo della Spagna Citeriore nonchè il compito di consegnare a Numanzia il console dell'anno precedente, Gaio Ostilio Mancino, nodo e legato, colpevole di aver concluso un trattato di pace sfavorevole per Roma. Ebbe come legati Quinto Pompeo e Quinto Metello, suoi nemici, così che poterono però testimoniare la sua rettitudine e integrità.
Filo, con Scipione Emiliano, Gaio Lelio Sapiente ed altri del Circolo degli Scipioni, era noto per l'amore per la letteratura e la raffinatezza greca, ospitando spesso i più dotti greci presenti a Roma Inoltre, così come per la purezza del suo latino.
 
- Marco Furio Filo
triumvir monetalis del 119 a.c., le sue monete commemorano la vittoria di Quinto Fabio Massimo Allobrogico dell'anno precedente.

PUBLIUS FURIUS CRASSIPES - AR DENARIUS

FURII CRASSIPEDES

Marco Furio Crassipede -
pretore nel 187 a.c. e nel 173 a.c..

Publio Furio Crassipede -
edile curule nell'84 a.c., durante il suo mandato coniò monete.

Furio Crassipede -
questore in Bitinia nel 51 e marito di Tullia, la figlia di Cicerone.

Furio Crassipede -
ufficiale di Sesto Pompeo in Sicilia tra il 43 e il 36 a.c..

Lucio Furio Crassipede -
pretore o propretore in Macedonia in data indefinita.



FURII BIBACULI

Il cognomen Bibàculo è diminutivo dell'aggettivo bibax, "bevitore": questo ci informa probabilmente qualcuno della famiglia fosse stato un famoso bevitore.

- Furio Bibaculo -
magister dei Salii, padre del pretore Lucio.

- Lucio Furio Bibaculo
pretore tra il 226 e il 219 a.c..

- Lucio Furio Bibaculo -
questore, caduto nella battaglia di Canne del 216 a.c.

Marco Furio Bibaculo -
Sembra sia nato più o meno nel 73 a.c., fece parte del circolo dei Poetae Novi ed è probabilmente da identificare con il Furio cui si rivolge Catullo nel carme 11. Scrisse violenti epigrammi satirici contro Augusto e forse contro Cesare, a noi non pervenuti. Secondo Plinio il Vecchio, fu autore anche di un'opera in prosa, Lucubrationes (Veglie), e di un poema epico sulla guerra gallica di Cesare, gli Annales, di cui restano pochissimi frammenti.



FURII PURPUREONES

- Spurio Furio Purpureone -
padre del Lucio console;

Lucius Furio Purpureo -
Lucio Furio Purpureo o Purpurione fu tribuno militare nel 210 a.c. sotto il console Marcello, e pretore nel 200 a.c. quando, unito le sue forze con quelle del console, difese Cremona, assediata da 40.000 Galli che sconfisse in battaglia. Nel 196 a.c. fu eletto console con Marco Claudio Marcello e, unitamente al collega, sconfisse i Galli Boi.
Fece erigere tre templi a Giove a ricordo delle vittorie contro i Galli: il primo inaugurato nel 194 a.c., mentre gli altri due (tra cui il tempio di Veiove) nel 192 a.c. Dopo la vittoria contro Antioco III in Siria, Purpureo fu uno dei dieci commissari inviati in Asia per concordare il trattato di pace e la sistemazione dei nuovi territori.
Nel 187 a.c. accusò Gneo Manlio Vulsone, di aver minacciato la pace fra i Seleucidi e Roma e non gli venne concesso il trionfo. Fu assolto e il Senato ne celebrò il trionfo nel 187 a.c.. Nel 184 a.c. fu uno dei candidati alla censura, ma furono eletti Marco Porcio Catone e Lucio Valerio Flacco. Nel 183 a.c. fu, con altri due senatori, legato romano presso alcune tribù della Gallia Transalpina.

- Furio Purpureone -
triumvir monetalis tra il 179 e il 170 a.c..

- Furio Purpureone -
triumvir monetalis tra il 169 e il 158 a.c..


FURII BROCCHI

- Gneo Furio Brocco -
padre del triumvir monetalis del 63 a.c..

- Lucio Furio Brocco -
triumvir monetalis del 63 a.c..

- Tito Furio Brocco
lo zio di Quinto Ligario, un soldato difeso da Cicerone.

- Gneo Furio Brocco -
colto in adulterio e punito.



ALTRI FURII

- Lucio Furio -
tribuno della plebe nel 307 a.c., fece in modo che Appio Claudio Cieco non potesse essere eletto console se non rinunciando alla censura, come da legge.

Gaio Furio Cresimo -
un contadino accusato di aver avvelenato i campi dei vicini, assolto dall'edile Spurio Postumio Albino (console 186 a.c.), forse nel 191 a.c..

- Gaio Furio Aculeone -
questore sotto Lucio Cornelio Scipione Asiatico nel 190 a.c..

- Spurio Furio -
triumvir monetalis tra il 189 e il 180 a.c.

- Marco Furio Lusco -
edile plebeo nel 187 a.c.;

- Gaio Furio -
duumvirus navalis nel 178 a.c. e legato nel 170 a.c..

- Aulo Furio Anziate -
Furius Antias poeta del I secolo a.c., ammirato da Aulo Gellio e da Virgilio; amico di Quinto Lutazio Catulo, che gli dedicò un libro sul suo consolato e sulle sue imprese. Narrò in un poema epico, gli Annales le guerre cimbriche alla quale Lutazio aveva partecipato. Di lui sono rimasti sei esametri tramandati da Aulo Gellio, Macrobio nei Saturnalia cita alcuni suoi versi che sarebbero serviti da modello a Virgilio.

Publio Furio - 
tribuno della plebe nel 99 a.c., sostenitore di Mario, pose il veto sulla proposta di legge che richiamava Quinto Cecilio Metello Numidico dall'esilio.

- Furio
un navarco (capo della flotta militare) di Eraclea Minoa, condannato a morte dal vizioso Verre, nonostante la sua innocenza.

- Numerio Furio -
un eques dell'epoca di Cicerone.

- Publio Furio -
uno dei coloni militari a cui Silla aveva assegnato terre a Faesulae, complice nella Congiura di Catilina.

- Aulo Furio Terzio
era presente ad Efeso quando Lucius Cornelius Lentulus Crus diede un ordine che esonerava i cittadini ebrei romani dal servizio militare nel 49 a.c..

- Tito Furio Vittorino -
un eques che ebbe numerosi incarichi dagli imperatori Antonino Pio e Alessandro Severo, per le sue capacità e il suo valore.

Furio Antiano - 
un giurista di data incerta, non oltre il regno di Alessandro Severo.

- Gaio Furio Sabino Aquila Timesiteo -
Forse di origine anatolica, era dell'ordine equestre e divenne consigliere degli imperatori Eliogabalo e Alessandro Severo. Massimino il Trace invece lo mandò in oriente, e infatti congiurò contro di lui nel 238. Nel 240 divenne prefetto del pretorio del giovanissimo Gordiano III a cui dette in sposa la propria figlia Furia Sabina Tranquillina.
La politica di Timesiteo e dei suoi due collaboratori, i fratelli Gaio Giulio Prisco e Marco Giulio Filippo (noto come Filippo l'Arabo), fu di restaurare il predominio dell'imperatore sul senato, come nel periodo severiano. La campagna di Persia del 243 contro i Sasanidi, fu preparata da Timesiteo, Gordiano non era diciottenne, evitando di scegliere i senatori in favore di persone con più esperienza militare; riorganizzò le truppe che presidiavano l'Africa; si occupò del confine danubiano, sconfiggendo le tribù dei Carpi, dei Sarmati e dei Goti. 
L'esercito romano, con a capo l'imperatore ma sotto il comando di Timesiteo, si mosse da Antiochia nel 243 e riconquistò le città di frontiera di Carre ed Edessa, poi si scontrò con  Sapore I nella battaglia di Resena, sconfiggendolo. Timesiteo, vero vincitore della battaglia di Resena, morì, forse di malattia, venendo sostituito da Filippo.

- Furia Sabina Tranquillina -
moglie di Gordiano III, augusta dell'Impero romano e imperatrice romana dal 241 al 244. Figlia di Timesiteo, sposò Gordiano nel 241, quando questi aveva sedici anni e Sabina quindici.

- Marco Mecio Memmio Furio Baburio Ceciliano Placido -
probabilmente discendente di Gaio Memmio Ceciliano Placido e parente di Furio Mecio Gracco.
Venne nominato: corrector Venetiarum et Histriae, Praefectus annonae Urbis sacrae cum iure gladii; Comes di primo ordine; Comes d'Oriente, di Egitto e Mesopotamia, Iudex sacrarum cognitionum, nel 340; ancora iudex, con nomina speciale. 
Poi Prefetto del pretorio dal 342 al 344 e console nel 343. La Historia Augusta riporta che, in occasione della sua proclamazione, diede in dono dei ricchi paragauda, i bordi per tunica decorati in oro che erano utilizzati dalle donne e dai magistrati come insegne della loro magistratura. Dal 346 al 347 resse la carica di Praefectus urbi di Roma. Fu anche Pontifex maior, Augur publicus p.R. Quiritum e membro del collegio dei Quindecimviri sacris faciundis. Era patrono di Puteoli.


BIBLIO 

- Tacito - Annales - Historiae -
- T. Robert S. Broughton - The Magistrates of the Roman Republic - New York - 1952 -
- Tito Livio - Ab Urbe Condita - IX -
- Marco Tullio Cicerone - In Verrem -  2021 -
- Marco Tullio Cicerone - De Oratore -
- Marco Tullio Cicerone - In Catilinam - 1834 -
- Gaio Sallustio Crispo - De coniuratione Catilinae -
- Flavio Giuseppe - Antichità giudaiche - XIV -
- M. Maecius Memmius Furius Baburius Caecilianus Placidus - PLRE (Prosopography of the Later Roman Empire - I -
- Theodor Mommsen - Storia di Roma antica - Firenze - Sansoni - 1973 -


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