GALLA PLACIDIA



GALLA PLACIDIA

Nome: Elia Galla Placidia, in latino Aelia Galla Placidia
Nascita: Costantinopoli, 388/392 
Morte: Roma, 27 novembre 450 
Padre: Teodosio I
Madre: Galla
Dinastia: Teodosiana
Mariti: Ataulfo e Flavio Costanzo
Figli:
Teodosio da Ataulfo,
Onoria e valentiniano da Flavio Costanzo


Elia Galla è stata un'imperatrice romana, figlia dell'imperatore Teodosio I (che regnò dal 378 al 395) e della sua seconda moglie Giustina Galla.



GIUSTINA GALLA

Dopo la morte di Graziano nel 383 e l'attacco dell'usurpatore delle province galliche, Magno Massimo, fuggì nel 387 con madre e fratelli a Tessalonica, rifugiandosi presso l'imperatore Teodosio I. 

Qui Giustina pensò bene di fare un tentativo di fascinazione attraverso la figlia Galla, allora tredicenne, in lacrime davanti al quarantenne imperatore, il quale non solo perse la testa ma la chiese in sposa. A Teodosio piacevano le ragazzine, in più Galla era particolarmente bella, pertanto Giustina pensò bene di sfruttare la situazione. 

Così accettò le nozze, che solo lei in quanto genitore superstite poteva accettare, ma pose la condizione che Teodosio intervenisse in Italia per ricollocare Valentiniano sul trono . Non era una cosa da nulla ma Teodosio, ormai completamente preso, accettò. Il matrimonio fu celebrato quello stesso anno e subito dopo Teodosio, tenendo fede alla sua parola, si recò in Occidente a combattere Massimo.



L'IMPERATRICE GIUSTINA

Divenuta imperatrice, si trovò ad essere a tredici anni la madre adottiva dei figli del primo matrimonio di Teodosio, Arcadio (che aveva dieci anni) e Onorio. Nel 388, cioè a 14 anni, diede alla luce il primo figlio, Graziano, morto però ancora infante. 

Tra il 388 e il 391 Teodosio rimase in Italia, dove rimise sul trono Valentiniano; nel frattempo Galla e Arcadio, che vivevano a Costantinopoli nel Gran Palazzo, entrarono in contrasto, tanto che nel 390 Arcadio fece allontanare Galla dal palazzo. 

Nel 392 le nacque una figlia, Galla Placidia ma morì due anni dopo nel 394 per le conseguenze di un altro parto a cui non sopravvisse neppure il bambino.



GALLA PLACIDIA

Galla Placidia era così figlia dell'imperatore Teodosio I e della sua seconda moglie Galla Giustina; prima di Placidia, Teodosio aveva già avuto tre figli dal precedente matrimonio con Flaccilla (Pulcheria Teodosia, Arcadio e Onorio) ed un figlio da Galla, di nome Graziano, morto infante.

In Placidia si riunirono due dinastie imperiali romane, quella valentiniana (suo nonno materno era l'imperatore Valentiniano I, suoi zii materni gli imperatori Graziano e Valentiniano II) e quella teodosiana del padre.

Pertanto nel 390 Placidia ricevette il titolo di nobilissima, che le dava dignità pari a quella dei fratelli, e delle proprietà che la resero finanziariamente indipendente. Nel 394 la madre Galla morì neanche ventenne, e in quello stesso anno Teodosio si recò in Occidente a combattere l'usurpatore Eugenio, succeduto a suo cognato Valentiniano.

Teodosio lasciò a Costantinopoli Arcadio, facendosi seguire invece da Onorio e Galla Placidia, entrambi poi affidati a Serena, figlia di un fratello defunto di Teodosio e moglie del generale Stilicone. Galla Placidia venne educata al cristianesimo, a tessere e ricamare, ma con pochi studi.



SERENA

«Serena, disprezzando i riti pagani, volle visitare il tempio della Gran Madre e, non appena vide che la statua di Rea portava una collana degna del divino rispetto, gliela tolse e se la mise. Una vecchia, una delle ultime vestali, la accusò di empietà, ma lei la insultò e la fece scacciare dal suo seguito. Allora la vecchia lanciò contro Serena, suo marito e i loro figli tutte le maledizioni che il suo gesto meritava. Serena, però, non le fece alcun caso e uscì dal tempio ostentando l'ornamento
(Zosimo, Storia nuova, V, 28)

Alla morte di suo padre nel 395, l'Impero romano fu diviso in una parte orientale, sotto Arcadio, ed una occidentale, governata da Onorio; ma il potere effettivo era nelle mani di Rufino e poi di Eutropio in Oriente e del generale Stilicone in Occidente.

Serena volendo assicurarsi la sua influenza sul cugino Onorio, nel 399 gli diede in sposa la figlia Maria, ma il matrimonio non fu consumato per l'impotenza di Onorio e allora, nel 400 Serena promise Galla Placidia con suo figlio Eucherio, di otto e undici anni, ma il matrimonio non venne mai celebrato.

Intanto Stilicone venne assassinato col beneplacito di Onorio, e in quello stesso anno i Visigoti di Alarico, legato a Stilicone, scesero in Italia verso Roma, contando sul sostegno degli amici del generale assassinato e soprattutto di Eucherio che però ucciso da emissari di Onorio, che stava rinchiuso a Ravenna.

Alarico giunse a Roma e la cinse d'assedio, ma dovette desistere. Allora Serena venne processata dal Senato romano con l'accusa di aver chiamato i Visigoti a Roma. Al processo partecipò Galla Placidia, che emanò la sentenza capitale insieme dal Senato, contro il partito di Stilicone e a favore della corte di Onorio.

ALARICO


ALARICO

Alarico voleva ottenere un territorio dove stanziare il proprio popolo e per sé il grado di generale dell'impero. Infine Alarico accettò di levare l'assedio a Roma in cambio di un notevole tributo ma Onorio non accettò. Alarico tornò allora ad assediare Roma, nell'ottobre del 409. Allora Alarico e il Senato romano decisero di elevare al trono un nuovo imperatore, Attalo, rifiutato sia da Onorio che da Galla, in quanto ariano.

Alarico depose Attalo in segno di distensione ma, attaccato da un sottoposto di Onorio, assediò Roma per la terza volta (410). La città cadde il 24 agosto e ci fu il famoso sacco di Roma, spogliata dei suoi beni, della sua gente e dei viveri.



ATAULFO

Quando i Visigoti di Alarico lasciarono l'Urbe, portarono con loro la diciottenne Galla Placidia, un ostaggio per costringere Onorio a cedere alle loro richieste. Galla seguì i Visigoti fino allo stretto di Messina, ma Alarico morì. Il successore di Alarico, Ataulfo, condusse i Visigoti e Galla Placidia in Gallia, dove, nel 412, fu prima alleato e poi nemico dell'usurpatore Giovino, che catturò e consegnò ai Romani:

Ataulfo sperava di essersi guadagnato il riconoscimento della corte ravennate, ma Onorio gli richiese Galla Placidia. Ataulfo riuscì ad entrare a Narbona e nel 414, all'età di quaranta anni, sposò con rito romano la ventiduenne Galla Placidia, impalmandola come regina dei Visigoti, sperando nel riconoscimento di Onorio.

Ma il matrimonio non fu riconosciuto a Ravenna e Ataulfo rielesse imperatore Prisco Attalo, sempre nel 414, con potere nominale sulla Gallia. Costanzo si recò con un esercito in Gallia per affrontare i Visigoti; Ataulfo e Galla abbandonarono la regione e si recarono in Spagna (fine 414, inizi 415), lasciando indietro Attalo, il quale fu catturato e spedito a Onorio.



MORTE DI ATAULFO 

Fu a Barcellona che Galla diede alla luce il figlio di Ataulfo, Teodosio; la scelta di dare al bambino, morto poco dopo la nascita e seppellito in una chiesa di Barcellona, il nome del nonno materno e fondatore della dinastia regnante indicava la volontà dei genitori di inserirlo nella linea di successione imperiale, ma questo irritò i "nazionalisti" visigoti, che nel 415, procurarono la morte di Ataulfo.


ATAULFO


IL SUCCESSORE VALLIA

Il successore di Ataulfo, Sigerico, umiliò Galla facendola marciare a piedi per venti chilometri davanti al suo cavallo, ma fu ucciso sette giorni dopo e gli successe Vallia, che restituì la dignità regale a Galla, cercando di negoziare con i Romani. I Visigoti nel 416, incontrarono i messaggeri di Costanzo, e in cambio di un grosso quantitativo di grano, Vallia accettò di combattere per i Romani i Vandali e gli Svevi, popolazioni barbare stanziatesi in Spagna, e di restituire Galla Placidia.

Galla tornò da Costanzo e i due tornarono a Ravenna. Onorio premiò Costanzo per la liberazione di Galla da una prigionia durata sei anni con il consolato per il 417; portò con sé la sorella a Roma per celebrare il trionfo sui nemici dello stato (tra cui Attalo), per poi tornare insieme a lei a Ravenna.



IL MATRIMONIO CON FLAVIO COSTANZO

Tornata alla corte del fratello Galla Placidia dovette sposarsi con Flavio Costanzo, ottimo generale e fedelissimo di suo fratello, l'Augusto Onorio, Galla tentò di opporsi al marito di sgradevole aspetto, ma infine finse di accettare la decisione. Costanzo dal canto suo ricevette il titolo di patricius, iniziando ad esercitare sempre più influenza sul debole Onorio.

La coppia ebbe due figli: Giusta Grata Onoria nel 418 e Placido Valentiniano, nel 419, futuro Valentiniano III, il cui nome fu scelto in onore del nonno e dello zio di Galla, e che ricevette dallo zio Onorio il titolo di nobilissimus, con prelazione alla successione imperiale.

«Era Costanzo qual vedevasi in pubblico, di volto malinconico e tetro; con occhi spalancati, con alta la testa, ma poi inclinandola sino al collo del cavallo, su cui era salito; e volgeva obliquamente qua e là lo sguardo a modo che pareva a tutti, come con frase antica si dice, figura degna d'impero. Però nelle une, e negli altri simposi era si giocondo e civile che molte volte a tavola gareggiava scherzando coi mimi.»

Galla in qualità di nobilissima e di madre dell'erede al trono, ma anche come regina dei Visigoti, per cui aveva sempre al suo fianco la fedele guardia reale visigota, acquistò grande peso nella reggia e pure sul rozzo Costanzo.

Galla comunque era una fanatica religiosa che fece distruggere opere d'arte e uccidere le persone con doti speciali (sia pure inventate) ritenendole preda del demonio. Per contro era anche molto caritatevole
accogliendo nel suo palazzo di Ravenna i bambini abbandonati nelle strade e sui sagrati delle chiese.

I Visigoti avevano ricevuto l'incarico di combattere per conto dell'impero i Vandali e gli Svevi della Penisola iberica; sotto la guida di Vallia, avevano recuperato le province di Betica, Cartaginense e Lusitania, relegando la presenza barbarica in Galizia.

Nel 418 i Visigoti ebbero l'autorizzazione imperiale a stabilirsi in Aquitania come socii foederati, col diritto di acquisire un terzo delle terre mantenendo le proprie leggi e i propri re probabilmente per la presenza della regina dei Visigoti alla corte imperiale.

COSTANZO III


IL COIMPERATORE

Il 18 febbraio 421 Costanzo salì al trono come co-imperatore di Onorio; poco dopo Galla Placidia ricevette il titolo di augusta dell'impero, che la poneva allo stesso livello dell'augusta d'Oriente, Pulcheria. 

Costantinopoli però non la riconobbe, a causa del deterioramento dei rapporti tra le due corti: Costanzo stava persino progettando una campagna militare contro l'Impero romano d'Oriente, ma morì, lasciando Galla vedova e Onoria e Valentiniano orfani.

Ora Galla sosteneva Bonifacio e i Visigoti, ed era da essi sostenuta, mentre Onorio parteggiava per Castino. Onorio si lasciò convincere che Galla tramasse per deporlo, e l'imperatore prima ordinò che la sorella risiedesse a Roma, poi la esiliò dall'Italia.

Galla dovette rifugiarsi con i due figli a Costantinopoli, alla corte del nipote Teodosio II, figlio di Arcadio, sotto la reggenza della sorella Pulcheria, dove andarono a vivere in uno dei due palazzi di Galla.


 
L'USURPATORE

Nel 423, alla morte senza eredi di Onorio, il Senato romano scelse come successore Giovanni Primicerio, ma la corte di Costantinopoli non lo riconobbe. Giovanni ebbe dalla sua parte i validi generali Castino (già avversario di Galla) ed Ezio, ma anche dei forti avversari come Bonifacio, che come comandante dell'Africa controllava la fornitura di grano per Roma, e i Visigoti, che riconobbero legittimi successori la loro regina Galla Placidia e Valentiniano III.

L'imperatore d'Oriente decise allora di porre il cugino sul trono d'Occidente e organizzò una spedizione per rovesciare Giovanni. Con l'aiuto dell'esercito orientale, Galla tornò in Occidente, depose l'usurpatore e pose sul trono il giovanissimo figlio Valentiniano III, per il quale fu reggente.

Galla e Valentiniano videro riconosciuti i loro titoli, e nel 424 Valentiniano fu nominato Cesare d'Occidente; il generale Aspare occupò Salona e poi Aquileia, dove si insediarono l'imperatore e la reggente. 

Aspare poi occupò Ravenna, catturò Giovanni e lo inviò ad Aquileia da Galla, la quale ordinò poco cristianamente che gli fosse tagliata la mano destra, che fosse legato ad un asino ed esposto per le strade di Ravenna al pubblico ludibrio e che fosse infine decapitato nel circo nel 425.

Poi Galla eliminò tutti i sostenitori di Giovanni e pure le leggi di Giovanni che estendevano ai pagani dei diritti riservati ai cristiani. Quindi si avviò al suo ingresso trionfale a Roma con Onoria e Valentiniano. Il 23 ottobre il giovanissimo Valentiniano, di soli 6 anni, salì al trono, divenendo augusto d'Occidente, ma il potere effettivo andò a Galla Placidia, che sostenne la Chiesa di Roma a tutti i costi.

La tutela di Galla durò legalmente dodici anni (425-437), ma la sua influenza molto di più. Riconobbe il possesso della Prefettura del pretorio dell'Illirico all'Impero orientale insieme alla provincia di Pannonia II. Per i buoni rapporti tra le due corti vennero fidanzati Valentiniano e Licinia Eudossia.

GALLA PLACIDIA E FIGLI


LA LOTTA TRA I GENERALI

Galla si trovò a dover gestire equilibratamente diverse figure forti, tra cui i generali Felice, Bonifacio ed Ezio. Galla nominò Felice, suo grande sostenitore a magister militum, ma Ezio che era stato un sostenitore di Giovanni, divenne comandante militare delle truppe stanziate sulla frontiera pannonica. Mentre Ezio contrastava con successo i Visigoti e i Franchi in Gallia, Felice venne nominato da Galla console (428) e patricius (429).

Bonifacio venne invece nominato comes domesticorum, ma tornato in Africa, sostenne l'arianesimo e venne dichiarato nemico dello stato. Felice organizzò contro Bonifacio due spedizioni per cui questi chiese aiuto ai Vandali di Genserico, che nel 430 sconfissero l'esercito romano facendogli perdere gran parte della provincia d'Africa.

Sempre nel 430 Felice, venne ucciso da Ezio, i Vandali di Genserico sconfissero l'esercito di Bonifacio e conquistarono Ippona nel 431. Galla richiamò a Ravenna Bonifacio e dette il comando ad Aspare, i cui successi (432-433) gli fecero guadagnare il consolato per il 434.

Galla Placidia tra Ezio, che odiava, e Bonifacio, responsabile della perdita dell'Africa. scelse Bonifacio dandogli la carica di magister utriusque militiae e creandolo patricius per metterlo al di sopra di Ezio, che sarebbe stato console per il 432. 

Bonifacio sconfisse Ezio nella battaglia di Ravenna e lo costrinse a rifugiarsi tra gli Unni dove morì per le ferite riportate. Galla dovette restituire ad Ezio la carica di magister utriusque militiae dandogli il patriziato. Ezio concluse la pace con i Vandali che riconosceva lo status quo. Nel 437 Valentiniano compì diciotto anni e terminò la reggenza di Galla, che però continuò ad esercitare la sua influenza.



ONORIA

Divenuto maggiorenne nel 437, Valentiniano III sposò Licinia Eudossia, figlia di suo cugino Teodosio II e da lei ebbe due figlie femmine: nel 438 nacque Eudocia, che venne elevata al rango di Augusta, e due o tre anni dopo nacque Placidia. intanto Genserico, re dei Vandali, allargò i suoi possedimenti a Cartagine nel 439 ed Ezio divenne l'uomo più potente dell'impero.

Nel 449 l'augusta Onoria fu scoperta per aver complottato con il proprio amante Eugenio per rovesciare Valentiniano, Eugenio venne messo a morte; Onoria inviò allora il proprio servitore Giacinto presso il re degli Unni Attila, per recargli la proposta di matrimonio e il suo anello come pegno. 

Attila accettò la proposta di matrimonio e chiese metà dell'Impero romano d'Occidente come dote, ma Valentiniano rifiutò, malgrado Teodosio fosse favorevole. Onoria ebbe salva la vita solo per l'intercessione di Galla ma fu obbligata a sposare Basso Ercolano, un qualsiasi senatore. Ezio riuscì a combinare con Valentiniano il fidanzamento tra suo figlio Gaudenzio e Placidia, seconda figlia dell'imperatore. 



RELIGIOSITA' DI GALLA

Galla Placidia scrisse sia al nipote imperatore sia a sua sorella Pulcheria, chiedendo di rivedere la propria posizione nel confronto tra le due dottrine nell'interesse dell'unità della Chiesa e del primato della città di Roma, sia quale antica sede dell'impero sia come sede di san Pietro.

- Galla Placidia a Ravenna, nel 426, fece edificare la chiesa di San Giovanni Evangelista per sciogliere il voto fatto durante la traversata marittima che l'aveva riportata in Occidente, a causa di una tempesta.
- Sempre a Ravenna fece erigere la chiesa di Santa Croce, con annesso il proprio mausoleo, 
- una chiesa del Santo Sepolcro 
- e un ampio complesso monastico dedicato a san Zaccaria. 
- A Rimini fece edificare la chiesa di Santo Stefano, 
- a Milano la cappella di Sant'Aquilino nella Basilica laurenziana, ove si trova un sarcofago tradizionalmente attribuito a Galla.
- A Roma fece restaurare la basilica di San Paolo fuori le mura,
- rivestì di mosaici la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a spese del tesoro imperiale in seguito ad un voto di Galla, Onoria e Valentiniano.

Galla ebbe la soddisfazione di vedere restaurata l'unità religiosa dell'Impero, ma morì il 27 novembre 450 a Roma, dove si era recata all'inizio dell'anno per incontrare Leone.


MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA


IL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA

A Ravenna il Mausoleo di Galla Placidia, secondo la tradizione fu fatto costruire da Galla Placidia con tre sarcofagi che la tradizione assegna a Galla e, tra pareri diversi, a Costanzo III, a Onorio, a Valentiniano III e a Onoria. 

Galla però venne sepolta a Roma, probabilmente nel Mausoleo onoriano, o cappella di Santa Petronilla nell'antica basilica di San Pietro. Nel 1458 nella cappella fu aperto un sontuoso sarcofago in marmo contenente due bare in cipresso, una grande e una piccola, foderate d'argento, con all'interno due corpi, un adulto e un bambino, avvolti in vestiti intessuti d'oro (i metalli preziosi furono fatti fondere da papa Callisto III).

Forse i resti di Galla e del suo primogenito Teodosio, dato che una cronaca anonima del V secolo narra che nel 450 Placidia, papa Leone e il senato romano parteciparono alla sepoltura del corpo di "Teodosio" in una cappella della basilica di S. Pietro; si tratterebbe dunque del corpo del figlio di Galla e Ataulfo, trasportato e risepolto a Roma.



IL SEGUITO

L’ultimo grande generale di Roma, Ezio, fu assassinato da Valentiniano, timoroso del suo potere, ma venne a sua volta venne ucciso l’anno seguente. Lo stato romano era destinato a un rapidissimo tramonto: a Galla fu almeno risparmiato di vedere il secondo saccheggio di Roma da parte dei Vandali nel 455 e, circa vent’anni più tardi, la fine dell’Impero in Occidente.


BIBLIO

- Vito Antonio Sirago - Galla Placidia e la trasformazione politica dell'Occidente - Louvain, Bureau du Recueil - Bibliothèque de l'Université - 1961 -
- Lidia Storoni Mazzolani - Vita di Galla Placidia - Milano - Rizzoli - 1975 -
- Vito Antonio Sirago - Galla Placidia. La nobilissima - Milano - Jaca Book - 1996 -
- Giuseppe Zecchini, Attila in Italia: ragioni politiche e sfondo "ideologico" - in Silvia Blason Scarel - Attila flagellum Dei? - Roma - L'Erma di Bretschneider - 1994 -
- Stewart Irwin Van Oost - Galla Placidia Augusta - A Biographical Essay - Chicago - University of Chicago Press - 1968 -
- Procopio- de bello vandalico - 1293 -



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