CASA DEL SACERDOS AMANDUS (Pompei)



IL TRICLINIUM
È il primo dei “condomini" di via dell'Abbondanza, che in questo tratto presenta numerosi resti di affreschi sulle pareti esterne delle dimore (qui appartengono al terzo stile avanzato). Dei graffiti, in accordo con Varone e Stefani, si trovano sul lato est della porta di entrata, dove ci sono i CIL IV 7233 e 7234. L'abitazione prende infatti nome da una di queste scritte elettorali ritrovate all'ingresso, riguardanti un certo Sacerdos Amandi, ed è frutto di numerose trasformazioni edilizie.

 Sulla base di una pittura di soggetto gladiatorio rinvenuta presso il vestibolo e risalente ad una fase anteriore, l'edificio è stato identificato come sede di un’associazione di gladiatori, trasformato in vera e propria abitazione solo nell'ultimo periodo.

In effetti la domus presenta una pianta inusuale con il peristilio perpendicolare all'ingresso. La notorietà della residenza deriva dalla scritta di sostegno al sacerdote a fianco della porta d'ingresso e dall'iscrizione in osco “Spartacus” su uno dei gladiatori raffigurati sulla parete destra del vestibolo. 

Per questo fu detta anche "Casa dell'affresco di Spartacus", dal nome di un cavaliere ferito dove sopra c'è scritto il nome Spartaks. A sinistra c'è un duello tra due gladiatori smontati (forse sanniti) armati di spade e scudi rettangolari. Una teoria è che mostra la morte di Spartaco a seguito di una ferita alla coscia, come descritto nelle fonti antiche.

Una seconda teoria è che precede la rivolta di Spartaco e mostra uno spettacolo gladiatorio con un gladiatore chiamato Spartaco che era un nome comune tra i Traci. Sopra le loro teste ci sono indecifrabili iscrizioni osche. All'estremità sinistra invece si trova una struttura che potrebbe essere un altare.

IL TABLINUM

TABLINUM

La casa ha una disposizione insolita, con il peristilio sfalsato verso ovest. Il tablino nell'angolo sud-ovest dell'atrio  costituisce un collegamento tra l'atrio e il peristilio. Il tablino è stato decorato nel terzo stile con pannelli neri decorati con paesaggi architettonici sopra un fregio decorativo rosso inferiore. Il tablino è completamente aperto all'atrio sul lato est e al peristilio sul lato ovest.

Il peristilio ad ovest del tablino, era colonnato sui lati est e nord con colonne di tufo stuccato che sostenevano i margini interni del tetto. Le pareti del deambulatorio e la parete ovest erano decorate nel terzo stile con una zona centrale rossa ornata da vignette di amorini sopra un fregio ornato di nero inferiore. La decorazione della zona superiore era costituita da elementi architettonici su fondo bianco.

IL GIARDINO

 IL GIARDINO

 La casa venne scavata dal 1912 al 1924. Sull'atrio si aprono le stanze più importanti, tra cui il triclinio affrescato con raffigurazioni mitologiche che illustrano imprese di eroi. Un altro puteale è stato trovato nel giardino.

 Il tavolo (cartibulum) nel giardino era decorato con teste di leone su un lato. La piccola base circolare di marmo conteneva probabilmente una statuetta. La nicchia ad arco con una facciata ad edicola sulla parete ovest era un Lararium. Il calco della radice dell'albero è visibile accanto alla parete sud.

 Secondo Boyce, la nicchia ad arco era ornata da una facciata a edicola in stucco e da un cornicione che corre lungo le pareti interne. L'area della parete immediatamente intorno alla nicchia è stata dipinta come parte della decorazione, in cui la nicchia è stata inserita in un pannello.

GIARDINO CON PUTEAL


PUTEAL DEL PORTICO NORD DEL GIARDINO

Nel portico nord del giardino si è rinvenuto un puteal di marmo  cilindrico e scanalato che doveva soddisfare almeno in parte il fabbisogno idrico dell'abitazione.

Nella casa non esiste alcun dipinto di larario e nessun'altra indicazione di uso religioso. La nicchia che si presenta nella parete del  giardino viene chiamata "edicoletta larare" nella relazione archeologica e probabilmente si trattava di un'edicoletta larare, in quanto non ce n'è nessun'altra nella casa.

LA CADUTA DI ICARO - OGGI MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI

LA CADUTA DI ICARO

"Delle rappresentanze della caduta di Icaro nella pittura  della Casa del Sacerdos Amando ha trattato estesamente l'archeologo Carl Robert (1850 - 1922):
Egli ha esposto come esse si dividono in due classi, 
- di cui una, rappresentata allora da una sola pittura mostra la caduta stessa, 
- l'altra un momento posteriore, quando cioè Icaro giace su una spiaggia, guardato pietosamente da persone del paese e divinitä locali, e Dedalo viene a cercarlo. 
L'opinione del Robert, che quest'ultima composizione sia 1' originale, e l'altra una trasformazione di esso, non viene certo contraddetta dalla nuova pittura, la quale con le figure disposte verticalmente una sopra l'altra non e come composizione troppo felice e non fa affatto l'impressione di una composizione originaria. Inoltre in favore della tesi del Robert si puö fare la considerazione seguente. 
Rappresentandosi Icaro giacente sulla spiaggia, tutte le figure del quadro stanno in relazione con lui : Dedalo lo cerca, le persone del paese e le divinità locali lo guardano con compassione; e non si può dubitare che in un originale di esecuzione più perfetta tutte le fisionomie non mostrassero un'espressione interessante ed in relazione col soggetto del quadro. 

Rappresentandosi invece la caduta stessa, tutto ciò che prima era ben collegato si scioglie ; le singole figure non stanno più in relazione fra loro: 
- Icaro casca ; 
- ma Dedalo prosegue tranquillamente il suo cammino, 
- le persone del paese e le divinità locali non si accorgono ancora di quanto accade, 
- e cosi le fisionomie non potevano mostrare altra espressione che quella dell'indifferenza. 

La trasformazione dunque fu fatta grossolanamente e con assai poco intendimento: sembrava a qualcuno che l'effetto sarebbe maggiore rappresentando la catastrofe stessa, ma non si accorse che cosi si guastavano i veri pregi dell'opera."

(BULLETTINO  DELL' IMPERIALE  ISTITUTO ARCHEOLOGICO GERMANICO)


PSEUDOPERISTILIO

 Lo Pseudoperistilio era una specie di peristilio, in quanto aveva pareti più che colonne, le quali peraltro erano, all'uso sannita, fatte di mattoni triangolari e ricoperte di stucco. Ed ecco lo pseudoperistilio in figura, guardando ad ovest dal portico est. Una piccola stanza si apre a nord dello pseudoperistilio, nell'angolo nord-est.

Secondo Jashemski, il giardino era racchiuso a nord e ad est da un portico sostenuto da cinque colonne e due colonne agganciate. La stanza sul lato ovest aveva una grande finestra che dava sul giardino. Maiuri fece notare che la grande radice di albero trovata contro il muro meridionale mostrava che il piccolo giardino era stato ben ombreggiato.

I fori dei chiodi nel muro indicavano che una vite era stata accuratamente fatta inerpicare sul muro. Il calco delle radici degli alberi è visibile a metà del giardino vicino al muro a sinistra (0,80 x 0.80m a livello del suolo). C'era un puteal sopra l'apertura della cisterna nella parte nord-ovest del peristilio. 

L'ATRIO

L'ATRIO

 La parete ovest del vestibolo conserva resti di antiche pitture murali da combattimento con iscrizioni osche. Come colori prevalgono il rosso, il marrone e l'arancione. Queste pitture sono venute alla luce quando una buona parte dell'intonaco murale è caduto rivelando, sotto di esso, l'antico dipinto di figure con tracce di iscrizioni.

 Nella parte superiore si osserva un cavaliere ferito in fuga a cavallo sulla destra, dove è stato scritto in lingua osca "SPARTAKS". Sempre nella parte superiore c'è la figura di un altro cavaliere che, armato di una lancia, insegue il primo, e dove è scritto "PHELI.......ANS", interpretata come Phili[ks pumpaii]ans.

A sinistra c'è un duello tra due gladiatori smontati (forse sanniti) armati di spade e scudi rettangolari. Sopra le loro teste ci sono indecifrabili iscrizioni osche. Ambedue i cavalieri sono armati di scudi rotondi. All'estremità sinistra si trova una struttura che potrebbe essere un altare. Una teoria è che voglia rappresentare la morte di Spartaco a seguito di una ferita alla coscia, come descritto nelle fonti antiche.

Una seconda teoria è che la scena preceda la rivolta di Spartaco e mostri uno spettacolo gladiatorio con un gladiatore chiamato Spartaco che era un nome comune tra i Traci. All'estrema destra c'è una figura con la testa di un animale che suona una lunga tromba. L'impluvium conserva ancora il suo mosaico in tessere bianche e nere, con bordo nero e un cerchio al suo centro.

CARTIBULUM

IL CARTIBULUM 

Il cartibulum era in genere un tavolinetto in marmo con un piede unico, in genere molto semplice, posto di solito nell'atrio, dove il padrone di casa (dominus) poggiava le carte che lo schiavo gli porgeva prendendole da un armadietto posteriore al tavolino.

Questo cartibulum aveva appunto un piede unico con un paio di piccoli gradini, mentre la tavola in alto, di spessore non elevato, aveva i bordi scanalati al centro e quattro teste di leoncino al centro dei quattro lati, testine piuttosto piccole ma molto ben fatte.

ATRIO CON IMPLUVIUM

ATRIO CON IMPLUVIUM

Davanti a detto tavolino c'erano di solito delle sedie dove sedevano i personaggi più importanti, che stipulavano contratti col padrone, di vendita, di trasporti o altro. Di solito i clientes del padrone invece restavano in piedi. Essi erano gli schiavi liberati o le persone povere che ricevevano aiuto dal dominus, in cambio del proprio voto in caso di elezioni elettorali o di qualsiasi altro aiuto il padrone avesse bisogno.

Di solito i clientes oltre a dare il proprio voto assicuravano altri voti, oppure facevano opera di propaganda scrivendo sui muri a favore dell'eleggendo in questione. Tuttavia, trattandosi della casa del dominus, è più facile che l'invito ad eleggerlo fosse stato scritto da un servo o uno schiavo di Amandus, perchè i clientes dovevano propagare la pubblicità in altri angoli della città.

Il cartibulum pertanto era la scrivania su cui poggiare gli incartamenti, se il tavolo era nell'atrio, anche per ottemperare a un'antica tradizione in cui su quel tavolo, in tempi remoti si riunivano le famiglie per desinare.

Sicuramente si trattava di un tavolo più grande anche perchè anticamente le famiglie erano numerose.
Se invece il tavolo era posto in giardino, di solito veniva locato accanto all'impluvium posto all'aperto per farne una fontana e solitamente era accompagnato da una statua.

ERCOLE NEL GIARDINO DELLE ESPERIDI

IL TRICLINIUM 

Il triclinio appare decorato con uno zoccolo nero in basso che accoglieva diverse decorazioni. Sopra aveva due serie di immagini piuttosto alte ed ampie. In basso presentano diverse scene mitologiche, con personaggi come Ercole, Polifemo, Galatea, Perseo e Andromeda.

Tra un affresco e l'altro vi sono grandi pannelli rossi, divisi in due e con esili e graziose figure al centro di ogni pannello. Come marcapiano c'è una fascia di decorazioni su fondo bianco con medaglioni su fondo oro e rettangoli variamente figurati e colorati. Nei pannelli superiori predomina il giallo dorato, con immagini ed emblemata, e i soffitti sono a volta decorata.

PERSEO E ANDROMEDA

PERSEO E ANDROMEDA

Nella parete ovest del triclinium si osserva la pittura parietale del mito di Perseo che libera Andromeda, questa fu la prima stanza che venne scavata nella casa. In realtà sono descritte due scene in un'unica pittura debitamente incorniciata.

In primo piano compare Andromeda, tutta vestita e disperata, che è incatenata alla roccia che emerge dal mare, mentre Perseo, rigorosamente nudo ma col rosso mantello, già vola giù per uccidere il mostro.

A destra, sullo sfondo, invece c'è la conclusione della scena precedente. Il mostro marino è morto per mano di Perseo, la principessa Andromeda è salva, e il Re Cepheo d'Etiopia, suo padre, accoglie con tutti gli onori l'eroe trionfante per l'uccisione del drago.

POLIFEMO E GALATEA
Polifemo era un orribile gigante con un unico occhio, ma si innamorò della ninfa-Galatea già promessa sposa al bellissimo pastorello sedicenne di nome Aci. I due giovani si amavano teneramente e inutilmente Polifemo tentò di attirare Galatea col suone del suo flauto, per cui adirato scagliò una rupe e uccise Aci. Disperata, Galatea trasformò il sangue di Aci in una sorgente che divenne un Dio fluviale.

Questo il mito infelice, ma un dettaglio interessante in questa scena è la prua di una nave dai remi a più livelli, probabilmente un quinquereme, con alti bastioni e molti uomini armati sul ponte.



LA NICCHIA E IL PIANO SUPERIORE

La nicchia del giardino doveva contenere un larario o una statua votiva, ma si protende per il primo. Essa è incorniciata in stucco sia nella volta che nella base, mentre la parete intorno ad esso appare affrescata in rosso con decorazioni varie.

Del piano superiore, accessibile da un ingresso indipendente, si conserva ancora il balcone in facciata; qui probabilmente doveva avere sede l’officina di un "tabellarius", un costruttore di tavolette di legno cerate, trovate carbonizzate in grande quantità fra le macerie e i crolli dell’edificio.

PARIDE SEDUCE ELENA

IL CUBICULUM

Ed ecco il cubiculum, o stanza da letto, con finestra sul giardino, che appare variamente decorato, anzitutto con la bella immagine di un Cupido alato che troneggia su uno sfondo giallo. Cupido od Eros, è un'immagine molto appropriata per una camera da letto, il regno del sesso e dell'amore. In un'altra scena si rappresenta Elena e Paride con la presenza di Venere e di Eros alato.

Un'altra immagine, di tipo ellenico romanizzata, rappresenta Paride che dopo aver consegnato il pomo della bellezza a Venere, da lui ritenuta la più bella, ottiene in cambio di poter sedurre e quindi sposare la più bella ragazza della terra.

La più bella è Elena di Troia, che tuttavia è già sposata al re Menelao, ma il pomo d'oro diventa il pomo della discordia sia tra gli Dei che tra gli uomini.

Il pomo della discordia o mela della discordia venne secondo il mito lanciato da Eris, Dea della discordia, durante il banchetto di nozze tra Peleo e Teti, infuriata per non essere stata invitata.
Tra gli Dei, si risentono le Dee escluse, cioè Giunone e Minerva, che evidentemente ambiscono allo stesso titolo.

Così Menelao, insieme agli altri achei, scatena la guerra di Troia per riprendersi la moglie e gli Dei partecipano parteggiando per l'una o l'altra fazione. Secondo Maiuri, l'immagine venne restaurata da parecchi frammenti i cui colori si erano ben preservati.


BIBLIOS

- William Gell - Pompeiana. The Topography of Edifices and Ornaments of Pompeii. 2 vols. London, 1817-8 - New ed. 1824. Further edition by Gell alone incorporating the results of latest excavations - London - 1832 and 1852 -
- Andrew Butterworth,  Laurence, Ray - Pompeii: The Living City. London: Weidenfeld & Nicolson - 2005 -
- Antonio Irlando - Pompei: guida alla città archeologica - Roma - Fortuna Augusta -1996 -





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