MACRINO - MACRINUS





Nome completo: Marcus Opellius Macrinus
Nascita: Cesarea, 164
Morte: Cappadocia, giugno 218 (54 anni)
Predecessore: Caracalla
Successore: Eliogabalo
Consorte: Nonia Celsa
Padre: famiglia dell'ordine equestre
Regno: 217-218 d.c.



LA NASCITA

Marco Opellio Macrino, nacque a Cesarea, nel 164 d.c. e morì in Cappadocia nel 218, fu imperatore solo per quattordici mesi.
Nato da una famiglia dell'ordine equestre, fu sotto Caracalla Prefetto del pretorio, pertanto secondo in comando all'imperatore e responsabile dei Pretoriani.



LA CONGIURA

Nel 217 Caracalla andò in oriente per combattere contro i Parti, e Macrino lo seguì. Quando l'imperatore si recò a visitare un tempio, accompagnato solo dalla sua guardia del corpo, tra cui Macrino, venne assassinato.
Allora le truppe offrirono l'impero a Coclatinio Avvento, uno dei due Prefetti del pretorio, ma questi prudentemente rifiutò.



LA NOMINA

Così, tornato al campo, Macrino, che nessuno sapeva autore della congiura, simulò abilmente il dolore per la morte di Caracalla, si che dopo tre giorni si fece proclamare imperatore. Fu il primo imperatore che non fosse stato prima membro del Senato.

Egli nominò anche suo figlio Diadumeniano Cesare e successore, nonchè Principe della gioventù. Si fregiò pure del titolo di Severo, ma non avendo alcuna attinenza con quella famiglia, suscitò l'irrisione di tutti.

Poi Macrino scrisse al Senato promettendogli sottomissione e rispetto, cose che il Senato accettò, perchè felicissimo di essersi liberati del crudele predecessore. Anzi gli conferì il pontificato massimo, l'imperio proconsolare e la potestà tribunizia; al figlio confermò il titolo di Cesare aggiungendogli quello di principe della gioventù.

Sempre per ottenere il favore delle truppe ordinò l'apoteosi di Caracalla, ma ne mandò le ceneri a Roma di notte, senza cerimonie, e le fece deporre nel mausoleo degli Antonini.

Poi annullò le condanne per accusa di maestà, punì con l'esilio i favoriti del predecessore, fece uccidere i servi che avevano denunciato i padroni e ridusse le imposte che Caracalla aveva aumentato, tutte manovre tese a conquistare l'appoggio del Senato, ma contemporaneamente mise ai posti di comando i suoi amici e quanti parteggiavano per lui.



LA COSTOSISSIMA PACE

Alla notizia della morte di Caracalla, i Parti invasero i territori romani che avevano perduto nelle precedenti battaglie. Pertanto Macrino decise di trattenersi in oriente e lo scontento cominciò a manifestarsi a Roma.

Intimorito dai Parti Macrino cercò di ottenere la pace e ci riuscì ma a carissimo prezzo e sanza la restituzione dei prigionieri, in più dovette restituire il bottino e i prigionieri fatti da Caracalla, oltre a duecento milioni di sesterzi. La stessa cosa fece con gli Armeni, restituendo al loro re i beni conquistati da Caracalla ed assegnandogli un mantenimento annuo.

Macrino era un pessimo generale che non riscuoteva il consenso delle truppe, in più esigeva un'esagerata disciplina senza avere l'animo, come faceva Giulio Cesare, di darne per primo l'esempio.
Anzi si racconta fosse proclive alla gola e ai piaceri.

Intanto Giulia Mesa, sorella di Giulia Domna madre di Caracalla, e le figlie Giulia Soemia Bassiana e Giulia Mamea, ricevettero l'ordine di lasciare il palazzo imperiale e tornare nel luogo di origine della loro famiglia, in Siria.



ELIOGABALO

Mentre Macrino accumulava figuracce in Oriente, le donne cominciarono a complottare in favore del figlio di Giulia Bassiana, cioè Bassiano, detto Eliogabalo, ritenuto, a torto o ragione, figlio naturale ed erede di Caracalla.

Giulia Mesa fece man bassa delle ricchezze del tempio di Elios, il cui sacerdozio era ereditario nella famiglia di Domna Giulia e di Mesa, distribuendolo alla legione accampata vicino ad Emesa perchè fosse ben disposto verso Vario Avito Bassiano, cioè Eliogabalo, sacerdote di Elios.

Poi mandò il figlio quattordicenne al campo con gli abiti che Caracalla indossava da giovane. I legionari, colpiti dalla somiglianza, lo acclamarono imperatore col nome di Marco Aurelio Antonino nel 218.

Venutone a conoscenza, Macrino mandò contro la legione di Emesa il prefetto Ulpio Giuliano, ma i suoi stessi soldati si misero con Marco Aurelio Antonino uccidendo Giuliano.

Eliogabalo, che aveva preso il potere col nome di Marco Aurelio Antonino, intanto aveva preso le armi contro i Parti combattendo con onore, ma Macrino fuggì timoroso della sorte della battaglia, nominando Augusto il fratello Diadumeniano e inviandolo come ambasciatore alla corte partica.



LA MORTE

Poi Macrino si diresse verso Roma per garantirsi l'appoggio del Senato, ma fu catturato in Asia Minore dalle truppe di Eliogabalo e decapitato come usurpatore; Diadumeniano a sua volta fu giustiziato dai Parti.

Così gli successe Eliogabalo, col nome di Marco Aurelio Antonino.


BIBLIO

- Cassio Dione - Storia romana - a cura di Alessandro Stroppa - 5 volumi - BUR - Milano - 1995 -
- F. Cassola - Erodiano e le sue fonti - Napoli - L'arte tipografica - 1958 -
- Giuseppe Cascarino - L'esercito romano - Armamento e organizzazione - Vol. II - Da Augusto ai Severi - Rimini - Il Cerchio - 2008 -
- Santo Mazzarino - L'Impero romano - vol. II - Bari - Laterza - 1973 -



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