CIRCO DI NERONE





Oggi scomparso, per fare posto alla attuale basilica di San Pietro.


LA STORIA

Nel secolo I d.c., l'area vaticana ospitava gli "Horti di Agrippina Maggiore", una grande villa della figlia di Agrippa, madre del futuro imperatore Caligola, che questi erediterà nel 33 d.c. alla morte della madre. Gli Horti, in epoca romana erano delle grandi ville, poste in aree periferiche di Roma, con immensi giardini, statue e fontane.

Annesso agli Horti di Agrippina c'era anche un Circo, che sembra fosse lungo 500 m, e in cui nel 37 Caligola collocò un obelisco egizio, risalente alla XII dinastia Egizia, collocabile tra il 1991 e il 1786 a.c., prelevato da Alessandria d'Egitto dove decorava il Forum Julii.

L'area dove oggi sorge la Basilica di San Pietro è la stessa dove c'erano quindi, gli Horti di Agrippina, il Circo di Nerone e l'obelisco, che invece oggi adorna il centro della Piazza San Pietro, naturalmente spostato dalla collocazione iniziale. In questa stessa area dove oggi sorge la basilica vi erano anche le necropoli, e la piramide, oggi scomparsa, detta Meta Romuli, simile alla piramide Cestia, e il Mausoleo di Adriano, oggi Castel Sant'Angelo.

L'antica zona degli horti di Agrippina Maggiore e il Circo di Nerone, sono gli stessi luoghi in cui vi trovò la morte l'Apostolo Pietro, il quale fu sepolto in un'area al di fuori degli horti imperiali, dove c'era già una necropoli con tombe pagane, ed è lo stesso luogo dove furono martirizzati i cristiani ritenuti da Nerone autori dell'incendio di Roma del 64 d.c.

LA BASILICA COSTANTINIANA

LA BASILICA COSTANTINIANA

Alla morte di Nerone il circo e gli horti caddero in disuso, mentre i cristiani si facevano seppellire accanto alla tomba di San Pietro, ingrandendo così la necropoli.

Nel 318 d.c. l'Imperatore Costantino decise di far interrare la necropoli, per quanto fosse ormai cristiana, (riscoperta nel 1950, nel 1999 e nel 2003), e di costruirvi una grande Basilica in onore dell'Apostolo San Pietro, detta Basilica Costantiniana.

Era una grande chiesa a forma di croce con 5 navate e l'altare era in corrispondenza con quella che la tradizione riteneva la Tomba di San Pietro. Durante tutto il periodo in cui ci fu la Basilica di Costantino, l'obelisco rimase nello stesso punto in cui era stato collocato nel Circo di Nerone. Pertanto l'attuale basilica secondo la ricostruizione degli Archelogi sorge nel medesimo punto della tomba di San Pietro, della antica necropoli, e della Basilica Costantiniana.

Vedi anche: BASILICA COSTANTINIANA



LA BASILICA DI S. PIETRO

Anche la Basilica Costantiniana subi un periodo di abbandono, e solo nel 1506, dopo 1200 anni, Papa Giulio II affidò al Bramante l'incarico di progettare la nuova e la attuale Basilica di San Pietro, e ci vollero quasi 2 secoli per la sua ultimazione.

La vecchia Basilica di Costantino, rimase in piedi fino all'epoca di Papa Paolo V (1605-1621), epoca in cui fu definitivamente abbattuta.
Infatti tutti gli architetti che collaborarono alla costruzione della Basilica di San Pietro dal Bramante, ad Antonio da Sangallo, a Carlo Maderno a Gian Lorenzo Bernini, continuavano a lavorare mentre parzialmente la Vecchia Basilica di Costantino continuava ad esistere.



IL COMPLESSO DEL CIRCO

Dunque dove oggi sorge la Basilica di San Pietro, sorgeva un circo di Caligola, o circo di Nerone, accanto al quale l'imperatore aveva fatto costruire un grandioso complesso di palazzi, templi e giardini.
Nel 37 d.c. con uno sforzo enorme per l'epoca, fu trasportato in questo circo per volere di Caligola, l'enorme obelisco che oggi svetta a Piazza San Pietro, alto 25,50 m. Successivamente sulla presunta "tomba di S. Pietro", Papa Anacleto fece erigere un "trofeo", tra il 76 e l'88 d.c., come riporta un documento del 199.

Il ritrovamento più significativo fu la scoperta del muro delle "carceres" che era il lato orientale più corto del Circo e trovato sotto la Via del Sant'Uffizio oltre il colonnato del Bernini, muro che risulta essere maggiore del Circo di Massenzio.

Il muro, in laterizio, aveva la parte convessa verso l'attuale Via della Conciliazione. Sembra che benchè il Circo di Caligola fosse di dimensioni enormi, non era pubblico, perchè, come narrano Seneca e Burro, il Senato aveva vietato a Nerone di esibirsi in pubblico limitando la sua passione circense solo nel Circo Vaticano.
Infatti non sono stati mai rinvenuti resti di gradinate nella zona, di solito presenti nei circhi pubblici di età imperiale dove i posti erano anche numerati, pertanto i sedili degli spettatori occasionali nelle esibizioni private erano dei sedili di legno, quindi deperibili.

Intono al 160 il circo di Nerone venne abbandonato, ed i cristiani eressero una edicola per ricordare il martirio di San Pietro.



L'OBELISCO

Quando l'Imperatore Augusto nel 30 a.c. conquistò l'Egitto trasportò l'obelisco ad Alessandria d'Egitto e lo innalzò nel Foro di Giulio, una piazza monumentale che il principe di Roma aveva dedicato al suo padre adottivo, Giulio Cesare. Diede ordine al prefetto di incidere sulla base "Iussu Imperatoris Caesaris Filii Cornelius cnei filius Gallus Prefectus fabrum Cesaris divi forum illium fecit".

Nel 37 d.c. l'imperatore Caligola ordinò di demolire il Foro di Giulio e di trasferire l'obelisco a Roma nel suo Circo Vaticano, da dove si estendevano gli Horti Agrippinae. Plinio il Vecchio nel "Naturalis Historia" riferisce del trasporto dell'obelisco da Alessandria d'Egitto a Roma, come di un evento straordinario.

L'imbarcazione arrivata alla foce del Tevere per ordine di Caligola venne ormeggiata al porto di Ostia, e l'obelisco portato a Roma, venne issato nel centro del Circo Vaticano con l'ausilio di una pesante struttura di legno, sulla base dell'obelisco venne posta una iscrizione che celebrava Augusto e Tiberio.

L'obelisco Vaticano, proveniente dall'antico Circo di Caligola, è in granito rosso, alto 25,37 metri, ed in origine era in coppia con un altro obelisco che si trovava a Heliopolis, la città del sole, entrambi gli obelischi erano stati dedicati al Dio Sole dal Faraone Nencareo, figlio di Sesoside, come ringraziamento per aver recuperato la vista.

L'altro obelisco di Heliopolis era alto 45 m, mentre l'obelisco Vaticano è più basso, e Plinio racconta che la differenza in altezza tra i due obelischi si deve al fatto che quello dei due che fu poi portato a Roma, già al momento della sua posa nel Foro di Augusto ad Alessandria, cadde e si ruppe, e fu lo stesso Cornelio Gallo che riutilizzò la parte terminale e che con i frammenti dell'altra parte andata in pezzi, fece rimodellare una nuova base. E fu lo stesso Cornelio Gallo che pose l'obelisco nel Foro Giulio di Alessandria d'Egitto su incarico di Augusto, e lì rimase fino al 37 d..c. portando poi il nome del successore di Augusto, Tiberio.

Nel 37 d.c., Caligola ordinò la demolizione del Foro di Augusto di Alessandria, e fece portare a Roma l'Obelisco. Caligola tolse il nome di Tiberio e vi fece apporre il suo e collocò l'obelisco sulla spina del suo circo personale in Vaticano. Sull'obelisco è ancora visibile la dedica di Caligola. Il Circo fu molto utilizzato per gli spettacoli, sia da Caligola che dai suoi successori, Claudio e Nerone.

Nel 64 d.c. il Circo Vaticano era ancora in uso, tanto che qui si consumò l'eccidio dei Cristiani ordinato da Nerone e il martirio del'Apostolo Pietro. Nel III secolo d.c. l'obelisco era già in disuso, e l'area utilizzata come necropoli, che si sviluppò in seguito alla tumulazione di San Pietro, che si insediò su tutto in perimetro dell'antico circo fino a 3 m dalla sua antica spina dove un tempo c'era l'obelisco.

L'obelisco, in granito rosso, alto m 25,36, con il basamento m 40,28, del peso di 3500 tonnellate, fu collocato al centro di Piazza San Pietro nel 1586 per volontà di Papa Sisto V e con l'ingegno di Domenico Fontana. Costruito in un unico blocco di porfido, di provenienza del Faraone Nencoreo III del VII sec. a.c., fu portato a Roma nel 37 d.c. da Caligola come ornamento al suo circo privato, i cui giardini si stendevano dal Colle Vaticano al Colle del Gianicolo fino a piazza Cavour.



DESCRIZIONE

Il circo di Nerone, iniziato da Caligola e finito da Nerone, era un impianto per spettacoli lungo 540 m e largo 100, che sorgeva in una valle che correva da dove si trova la parte sinistra della basilica fino quasi ad arrivare al Tevere.

L'area dei Carceres, da dove partivano le bighe, era situata nel punto dal quale la Via del Sant'Uffizio lascia piazza Pio XI, mentre quella del lato curvo sta a una decina di m dall'abside di San Pietro.

Si trattava in realtà del circo privato dell'imperatore, dove si tenevano corse di cavalli, bighe e quadrighe, e dove assisteva con la sua corte, aprendo talvolta le porte del circo al popolo romano. Sembra che l'impianto non contenesse più di 20.000 spettatori.

Il Circo ebbe vita lunga, tanto da essere ricordato anche nella biografia di Eliogabalo, del III d.c., che racconta come egli stesso qui guidasse delle quadrighe tirate da elefanti in una pista ingombra di sepolcri.

Nel IV sec. d.c. ai lati del Circo già vi era infatti una serie rettilinea di sepolcri, e successivamente la zona venne inglobata dalla Basilica di San Pietro che si sovrappose a parte del Circo e dei sepolcreti. Dove un tempo c'era la spina del circo, furono edificati due mausolei, che oggi non esistono più, uno era dedicato alla moglie dell'Imperatore Onorio, uno dei due mausolei venne demolito nel 1520, durante i lavori per la costruzione della nuova Basilica di San Pietro, mentre l'altro mausoleo scomparve nel XVIII secolo.



LE CENERI DI CESARE

L'obelisco rimase al suo posto nella antica spina del circo fino al 1586, quando Papa Sisto V realizzò il progetto dei papi precedenti, di inserire l'obelisco al centro di piazza San Pietro.

L'architetto incaricato del delicato "trasloco" fu Domenico Fontana che utilizzò 40 argani, 40 cavalli, 800 uomini e spese 40 mila scudi. Sembra che in epoca romana sulla sommità dell'Obelisco, posto oggi a piazza San Pietro, vi fossero nella sfera della guglia le ceneri di Cesare.

Dopo aver liberato l'obelisco dalle macerie che gli erano intorno, fu ingabbiato in un ponteggio, quindi si tolse dalla cuspide il globo metallico che lo sormontava e venne annunciato che non conteneva le ceneri di Cesare, anzi non conteneva nulla. E visto che si trattava di due semiglobi avvitabili, perchè avevano posto un contenitore apribile e non una palla interamente saldata?

All'epoca i pellegrini che visitavano i luoghi sacri facevano ancora pellegrinaggio sulle ceneri di Cesare, e questo non piaceva di certo al papa, così si disse che la palla di bronzo dorato era vuota, e vuota com'era il Vaticano l'ha regalata al Palazzo dei Conservatori, il museo dov'è tutt'ora. Del resto a tutt'oggi la gente depone ancora fiori sull'ara e sulla statua di Cesare.

Il circo fu abbandonato già verso la metà del II secolo d.c. e l'area fu suddivisa e assegnata in concessione ai privati per costruire ulteriori tombe nella necropoli. Tuttavia pare che fino al 1450 ne sopravvivessero ancora molti resti, distrutti accuratamente con la costruzione della nuova basilica vaticana.


BIBLIO

- Svetonio - Vite dei dodici Cesari - "Nerone" - 31 -
- Publio Cornelio Tacito - ''Annales - XV -
- John Humphrey - Roman Circuses: Arenas for Chariot Racing - (I circhi romani: arene per la corsa dei carri) - Berkeley - University of California Press - 1986 -
- Adriano La Regina - Circhi e ippodromi. Le corse dei cavalli nel mondo antico - Roma - Cosmopoli - 2007 -
- J.H. Humphrey - Roman Circuses - Londra - 1986 -
- Eugen Cizek - La Roma di Nerone - Milano - Ed.Garzanti - 1986 -
- Carlo Palumbo - La vita di Nerone - Le Grandi Biografie - Milano - Peruzzo - 1985 -

 



6 comment:

Ilian Rachov on 10 settembre 2018 alle ore 15:11 ha detto...

Bellissimo articolo! Grazie! Dal vostro sito sto imparando molte cose!

Unknown on 10 settembre 2018 alle ore 18:13 ha detto...

Grazie, sapevo della sua esistenza ma non tutti i dettagli

Enzo on 14 maggio 2020 alle ore 12:29 ha detto...

Bellissimo , emozionante ...

Unknown on 4 aprile 2021 alle ore 10:00 ha detto...

Bellissimo articolo

patrizia crespi on 13 aprile 2021 alle ore 22:46 ha detto...

Molto interessante ,vi seguiro'

Mantinia on 17 gennaio 2023 alle ore 12:22 ha detto...

Un santuario simile anche se di dimensioni modeste, ma con un piccolo teatro, fu innalzato sulla collina della Pieve di Cavriana, che allora si chiamava Andes, da Publio Virgilio Marone che lo dedicò a Augusto Dio.

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