SALVIO GIULIANO - SALVIUS IULIANUS



SALVIO GIULIANO

Nascita:
Hadrumentu (Susa in Tunisia, allora colonia romana) 100/110
Morte: 169/170
Console: nel 148
Professione: giurista


«In his, quae contra rationem iuris constituta sunt, non possumus sequi regulam iuris»
(Iulianus libro 27 digestorum) 
"Ciò che viene legiferato (in via eccezionale) in contrasto con i principi del diritto non possono diventare una legge".

In latino Lucius Octavius Cornelius Publius Salvius Iulianus Aemilianus, o Giuliano il giurista, fu, oltre che un politico, un noto e stimato giurista romano di epoca imperiale, di origini nord-africane, che esercitò sotto Adriano (r. 117–138), Antonino Pio (r. 138–161), Marco Aurelio (r. 161–180), e pure con Lucio Vero (r. 161-169).

Ebbe come maestro di diritto Giavoleno Prisco, come emerge da un suo passo del Digesto (Dig.40.2.5 Iulianus 42 dig.) che si riferisce a Giavoleno come "praeceptorem meum". Secondo il giurista Pomponio, Giuliano, insieme ad Aburno Valente e Tusciano, fu a capo della scuola dei Sabiniani, detta anche anche "Schola cassiana" perchè fondata da Cassio Sabino.

Egli ebbe una rapida e brillante carriera:
- questore sotto Adriano (con doppio stipendio), dove si dedicò alla codificazione dell'editto perpetuo "Adriano ha organizzato un consiglio permanente, composto da membri quali giuristi, alti funzionari imperiali di rango equestre, e senatori nominati a vita (consiliarii)"
- tribuno della plebe
- pretore
- prefetto dell'erario di Saturno
- prefetto dell'erario militare
- console nel 148 sotto Antonino Pio
- fece parte del consilium principis (Consiglio dei principi) sotto Adriano, che si occupava della legislazione, e talvolta era corte di Giustizia. Lo riferisce Elio Sparziano nella sua Vita Hadriani:
«Dovendo giudicare, egli aveva nel suo consiglio non solo i suoi amici e i suoi consiglieri, ma anche esperti giuristi, in particolare Giovenzio Celso, Salvio Giuliano, Nerazio Prisco e altri, solo quelli, tuttavia, che venivano accettati dal Senato
In questo ruolo contribuì alla stesura di nuova legislazione.



LE OPERE

"Il compito della sua vita consisteva nel consolidamento finale della legge edittale e nella composizione del suo Digesto in novanta libri".

Nel Digesto sono raccolti 457 frammenti delle sue opere, dei quali numerosi sono conservati nelle Pandette, la parte del Corpus iuris civilis di Giustiniano che comprende la raccolta degli iura. Il suo nome è il primo ad apparire nell'Index Florentinus, la lista dei giuristi dalle cui opere attinsero i compilatori giustinianei per la loro opera. Ancora secoli dopo l'imperatore Giustiniano lo definirà: legum et edicti perpetui suptilissimus conditor (Const. Tanta 18). Le sue opere più famose sono:

- I Libri Digestorum: una monumentale opera in 90 libri dedicata al commento dell'ius honorarium e dello ius civile.
- I Libri Questionum, redatti dal suo allievo Cecilio Africano, ma contenenti i responsi giulianei.
- Due commenti ad Urseium Ferocem e ad Minucium, poco noti,
- Tracce di un Liber singularis de ambiguitatibus (sull'interpretazione delle manifestazioni ambigue di volontà).


BIBLIO

- H. F. Jolowicz, Barry Nicholas - Historical Introduction to the Study of Roman Law - Cambridge University - 1972 -.
- Adolph Berger - Encyclopedic Dictionary of Roman Law - Philadelphia - American Philosophical Society - 1953 -
- Rudolph Sohm - The Institutes. A textbook of the History and System of Roman Private Law -Augustus Kelly - 1970 -


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