VIA ASINARIA



PORTA ASINARIA (ESTERNI)

LA PORTA ASINARIA

La Via Asinaria usciva da Roma da Porta Asinaria,  presso Porta San Giovanni e risale al periodo della costruzione delle mura, edificate tra il 270 e il 273 dall'imperatore Aureliano. Vennero pertanto erette le torri cilindriche ai lati dell'unico fornice, alte circa 20 metri, ancora perfettamente conservate, e si provvide al rivestimento in travertino tuttora visibile. 

L'Asinaria è la sola, tra le porte antiche di Roma, ad avere contemporaneamente torri cilindriche affiancate a torri quadrangolari e questo conferma che, come le altre due, era in origine un’apertura di scarsa importanza, legata soprattutto al traffico locale, una porta ad un solo fornice posta al centro di due delle torri a base quadrata che componevano la normale architettura del muro. Questo perchè la Via Asinaria all’epoca della costruzione delle Mura Aureliane, era un percorso di secondaria importanza.

L’importanza della Porta crebbe soprattutto a partire dal IV secolo, probabilmente per la vicinanza della sede episcopale del Laterano. Nella ricostruzione di Papa Onorio nel V secolo, la Porta Asinaria venne monumentalizzata con la costruzione di due torri semicircolari che si affiancarono alle preesistenti torri quadrate, da allora riutilizzate come vani scala. 

Nel corso di questi lavori, inoltre, venne realizzata una controporta e un cortile di guardia. Come ben documentabile lungo tutto il percorso della cinta difensiva, anche Porta Asinaria venne in questo momento rialzata e l’altezza della costruzione venne quasi raddoppiata, passando da due a quattro piani nelle torri e a tre nella corte interna.

Utilizzata per proteggere la città durante le invasioni barbariche, la porta giocò un ruolo importante e decisivo durante la Guerra Greco-Gotica, tra il 535 e il 553, quando Roma resistette 9 mesi all’assedio del Re dei Goti Vitige.

Interrata e completamente dimenticata per secoli l’antica porta è stata riaperta al pubblico nel 1951 e oggi, dopo secoli, è nuovamente accessibile attraverso un piccolo giardino segreto e nascosto, quasi un’isola di pace all’interno del moderno quartiere trafficato.

PORTA ASINARIA (INTERNI)

LA VIA  ASINARIA

"Così chiamavasi perchè per essa entravano in Roma i giumenti, che portavano le erbe dagli orti, che erano da questa parte. Essa non era, che una via secondaria, la quale raggiungeva ben presto la via Latina vicino agli odierni bagni di Acqua Santa, circa due miglia distante da Roma. Di là dovea partire un diverticolo, che univa la Latina all'Appia, ed all'Ardeatina, il quale continuava ad avere il nome di Asinaria."

La via è citata da Festus 282: Retricibusaqua eo nomine quae est supra viam Ardeatinam inter lapidem secundum et tertium, qua inrigantur horti infra via Ardeatinam et Asinariam usque ad Latinam", il che dimostra che doveva avere corso verso la via Appia e la via Ardeatina. Il suo corso è in effetti variamente indicato, ma probabilmente la moderna Via Appia Nuova inizialmente coincide con essa e la via Tusculana si discosta da essa a circa 400 metri dal cancello.

Essa era collegata con la via Latina, poichè viene riportato che Belisario, durante l'avanzata su Roma, lasciò la via Latina per poter entrare in città dalla Porta Asinaria; quest'ultima era considerata uno dei principali accessi per chi proveniva dal sud, in quanto la Porta San Giovanni risale al '600.

Il Nibby (op. cit. pag. 587) la considera proveniente dalla Porta Celimontana delle Mura serviane:
« La porta Latina oggi è chiusa, onde la Via Latina rimane in questo punto troncata: si raggiunge però uscendo dalla porta Appia ed andando lungo le mura. 
Passate due case rurali moderne, che lasciansi a sinistra, incontrasi circa 1 miglio fuori della porta Capena una via antica, che traversa la Latina venendo dal canto di porta s. Giovanni odierna, e scende alla valle volgarmente detta di Egeria.
Questa è la via asinaria, che uscendo in origine dalla porta Celimontana, e poscia dall'Asinaria, fu una strada che legava insieme le vie latina, appia, ed ardeatina, siccome ricavasi da Festo nella voce Retricibus, e che certamente non ebbe nome dagli asini, che caricavano gli erbaggi, come hanno creduto, o piuttosto immaginato gli autori de' secoli scorsi, che hanno scritto sulle antichità di Roma, ma da altra causa oggi ignota, e probabilmente dal nome, o cognome di chi la costrusse. 
Imperciocchè la gente Asinia contossi fralle più chiare di Roma e celebre rimarrà sempre il nome di Cajo Asinio Pollione. »

ANTICA STAMPA DELLA PORTA ASINARIA

Giuseppe Lugli era dello stesso avviso, ribadendone il percorso Porta Celimontana - Porta Asinaria, la considerava una strada di servizio destinata a collegare trasversalmente gli agglomerati di ville "fra le vie Ardeatina, Appia, Castrimeniese e forse anche Latina, andandosi a ricollegare con quest'ultima nella tenuta chiamata di Roma Vecchia".

Secondo invece una versione del XIV secolo pare che nei pressi della porta si trovasse il “foro degli asini”, il mercato in cui gli animali giunti a Roma dalle regioni del sud venivano venduti ai contadini della campagna romana. Non è comunque da escludere, sebbene non vi sia alcuna conferma, che il nome sia derivato, semplicemente, da quello di qualche personaggio di epoca romana, dato che il nome Asinio non era poi così raro.


BIBLIO

- Platner e Ashby, - Via Asinaria - A Topographical Dictionary of Ancient Rome -
- Antonio Nibby - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma - tomo III - Roma - 1837 -
- A. Nibby - Analisi dei dintorni di Roma, III, Roma 1848 - 
 - Th. Ashby - Papers of the Brit. School at Rome -V - 1910 -


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