GAIO TREBONIO - GAIUS TREBONIUS (cesaricida)



MARCO ANTONIO

Nome: Gaio Trebonio, in latino Gaius Trebonius
Nascita: 90 a.c.
Morte: 43 a.c.
Professione: politico e comandante romano, nella tarda Repubblica romana, 
Gens: Trebonia

Fu un fedele seguace di Cesare, prima di divenire nel 44 a.c. complice del suo assassinio. Suo padre fu un eques, ma non ricoprì mai la carica di magistrato; il figlio fu considerato un homo novus, uno dei pochi nella cerchia di Cesare. 

- 60 a.c. - Egli ricoprì la carica di questore attorno al 60 a.c., 

- 55 a.c. - Fu poi tribuno della plebe nel 55 a.c., fautore della Lex Trebonia con la quale si assegnava, per cinque anni, la Spagna a Pompeo e la Siria a Crasso.

- 54 a.c. - Successivamente trascorse cinque anni come legato di Cesare durante le campagne in Gallia e in Britannia. Infatti accompagnò Giulio Cesare durante la sua seconda spedizione in Britannia nel 54 a.c. e nel 49.

Trebonio comandò insieme a Decimo Bruto l'assedio di Marsiglia, organizzato da Cesare capo dei populares, contro gli optimates, capeggiati da Pompeo. Entrambe le fazioni volevano l'appoggio di Massalia (Marsiglia). Cesare si mosse con l'esercito nella Spagna Citeriore ma, non avendo alcuna flotta la raggiunse via terra ottenendone l'appoggio.

- 48 a.c. - Gaio Trebonio venne eletto pretore nel 48 a.c.

- 47 a.c. - Fu mandato in Spagna  per combattere contro l'esercito di Pompeo, ma non riuscì a sconfiggerlo e Cesare, che aveva ricoperto la carica di console nel 45 a.c., si dimise nominando consoli suffetti Trebonio e Q. Fabio Massimo. Si risentirono sia i senatori che l'opinione pubblica.

- 45 a.c. - Secondo Cicerone, Trebonio aveva cercato di animare una congiura contro Cesare già un anno prima delle Idi di Marzo: egli infatti, nel 45 a.c. avrebbe avvicinato Marco Antonio a Narbo (Narbonne), con l’intento di reclutarlo per un complotto di cui poi non si fece nulla.

- 43 a.c. - Trebonio fu poi scelto da Cesare come governatore della provincia dell’Asia per il 43 a.c., ma sembra si sentisse offeso dal dittatore quando, alla morte del suo collega Q. Fabio Massimo, il 31 dicembre Cesare fece addirittura nominare un sostituto, Caninio Rebilo, solo per poche ore, come sfregio alle istituzioni romane.



L'ASSASSINIO DI CESARE

Trebonio fu l’unico ex console a prendere parte all’assassino di Cesare, e svolse un ruolo cruciale, in quanto si assunse l’incarico di tenere Marco Antonio fuori dal Senato mentre Cesare veniva pugnalato, in modo da evitare che Antonio potesse prestargli aiuto, o per evitare che quest’ultimo fosse ucciso insieme al dittatore. Cicerone, del quale Trebonio era amico abbastanza intimo, gli scrisse infatti in seguito:

Quanto mi dispiace che tu non m’abbia invitato a quel banchetto meraviglioso delle Idi di marzo! Non avremmo questi avanzi che ci creano ora tutti questi problemi. Il beneficio quasi divino che tu e i tuoi compagni avete reso alla repubblica lascia spazio tuttavia a qualche critica. Quando penso che fosti proprio tu, magnifica persona, a tirarlo da parte [Antonio] e che grazie a te questa peste è ancora in vita, ogni tanto mi monta la collera verso di te. Hai lasciato a me solo più seccature che a tutti gli altri messi insieme!”.

Secondo alcune fonti, quando si preparava l’assassinio del dittatore, alcune settimane prima delle Idi di Marzo, gli altri congiurati avevano proposto di avvicinare Antonio per coinvolgerlo nell’assassinio, ma Trebonio li aveva dissuasi raccontando loro il suo rifiuto dell’anno precedente. A quel punto tra i congiurati si fece strada l’ipotesi di uccidere anche Antonio, ma Bruto rifiutò e Cicerone deprecò il grave errore.

Dopo la congiura, probabilmente ai primi di aprile del 44 a.c., avendo il senato deciso che gli atti di Cesare fossero comunque ratificati, Trebonio partì per la provincia dell'Asia, per assumerne il governatorato come proconsole. 

Verso la fine del febbraio del 43 a.c. si rifiutò di aiutare il console Publio Cornelio Dolabella negandogli l'accesso nelle città della provincia. Dolabella, che aveva espugnato Smirne e Pergamo, piazzeforti tenute da Trebonio. continuò il suo viaggio verso la Siria, ma fu raggiunto dall'esercito mandato da Trebonio con il compito di ucciderlo.

Informato, Dolabella tese un'imboscata al nemico e fece ritorno a Smirne dove Trebonio era rimasto senza difese. Per il tradimento, Trebonio fu decapitato dagli uomini di Dolabella, che fece esporre poi la sua testa ai piedi della statua di Cesare. Trebonio fu quindi il primo dei cesaricidi a morire.

Soltanto due uomini, Gaio Calvisio Sabino e Lucio Marcio Censorino, due misconosciuti, avevano cercato di difenderlo. Loro, e lo stilo che Cesare stringeva in mano. Non era rimasto altro dello stuolo di soldati che un tempo aveva protetto e idolatrato il dittatore.


I CESARICIDI E LA LORO FINE


Gaio Cassio Longino, repubblicano, suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
Marco Giunio Bruto, repubblicano, ucciso o suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
Gaio Trebonio, cesariano prima e cesaricida poi, ucciso in Asia per ordine di Publio Cornelio Dolabella 43 a.c..
Lucio Minucio Basilo, ex-cesariano. Assassinato nel 43 a.c..
Lucio Tillio Cimbro, ex cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
Publio Servilio Casca, ex-cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
Gaio Servilio Casca (fratello del precedente), cesariano. Fine ignota.
- Servio Sulpicio Galba (pretore 54 a.c.), cesariano, fine ignota (probabilmente assassinato).
Decimo Giunio Bruto Albino, cesariano. Ucciso in Gallia per ordine di Marco Antonio 43 a.c.
Lucio Ponzio Aquila, repubblicano. Ucciso nella battaglia di Modena 43 a.c.
Quinto Ligario, repubblicano, fine ignota.
Petronio, repubblicano. Ucciso a Efeso per ordine di Marco Antonio nel 41 a.c.. ne conosciamo solo il nome.
- Lucio Cassio Longino (fratello di Gaio Cassio Longino) repubblicano, nonostante avesse combattuto nella guerra civile per Cesare in Tessaglia e in Grecia. Fu tribuno della plebe nel 44 a.c. e oppositore di Antonio, col quale si riconciliò nel 41. Console nel 30 d.c., partigiano di Seiano; sposò nel 33 Drusilla sorella di Caligola, dalla quale però si separò per volontà dell'imperatore. La sua figura di congiurato è dibattuta.
Gaio Cassio Parmense (74 – 31 a.c.) scrittore romano di una delle famiglie fondatrici della città di Parma (ramo della gens Cassia) e autore di tragedie ed elegie. Fu tra i congiurati che assassinarono Giulio Cesare nel 44 a.c. e venne ucciso per ordine di Cesare Augusto ad Atene, fu l'ultimo degli assassini di Cesare a morire, nel 31 a.c..
Pacuvio Antistio Labeone, repubblicano. Probabilmente suicida dopo sconfitta battaglia di Filippi.
Domizio Enobarbo, repubblicano, su cui esistono dubbi perchè sembra che nel 31 si conciliò con Augusto che di certo non avrebbe perdonato l'assassino di suo padre.
Publio Decimo Turullio, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano dopo Azio nel 31 a.c.
Cecilio Bucoliano (fratello di Bucoliano), repubblicano. Fine ignota probabilmente assassinato con il fratello.
Bucoliano Cecilio (fratello di Cecilio), repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Rubrio Ruga, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato). Potrebbe essere identificato con Lucio Rubrio, tribuno della plebe nel 49 a.c., o con Marco Rubrio, che fu con Catone a Utica. 
Marco Spurio, repubblicano. Senatore o cavaliere. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Publio Sesto Nasone, repubblicano. Senatore o cavaliere. Fine ignota (probabilmente assassinato).


BIBLIO

- Cicerone - Filippiche - II.34 -
- Plutarco - Antonio - 13.1 -
- Appiano - Guerre civili - II.114 -
- Christian Meier - Giulio Cesare - Garzanti Libri - Il Giornale Biblioteca Storica - 2004 -
- Barry Strauss - La morte di Cesare. L'assassinio più famoso della storia - Editori Laterza - 2015 -
- Luciano Canfora - Augusto figlio di Dio . Editori Laterza . 2015 -
- Costanza Novielli - La retorica del consenso. Commento alla tredicesima Filippica di M. Tullio Cicerone - Edipuglia - Bari - 2001 -


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