SOTTO VILLA TORLONIA



TEATRO TORLONIA

I PRINCIPI TORLONIA

La famiglia Torlonia nacque come famiglia mercanti di tessuti e sarti in piazza di Spagna a Roma, bravi nelle relazioni sociali oltre che nell'attività commerciale, si che crearono una piccola banca per le cui fortune acquisirono un titolo ducale inventato per loro dai papi, e grazie all'enorme ricchezza accumulata, divenne successivamente principesco, per i ciclopici lavori del prosciugamento del lago Fucino da parte di Alessandro Torlonia (1878), già tentato da Gaio Giulio Cesare di cui, si dice, Alessandro si sentisse un emulatore.

Nel 1978 il comune di Roma, espropriando la Villa al senatore Alessandro Gerini, in quanto non manteneva la cura necessaria agli edifici, recintò tutti gli edifici della villa.

VILLA TORLONIA

Villa Torlonia, già proprietà della famiglia Torlonia è attualmente è un parco pubblico e suoi edifici storici ospitano i musei di Villa Torlonia. La villa romana, dotata di splendidi e grandi giardini, che si loca lungo la Via nomentana, venne disegnata dal grande architetto neoclassico Giuseppe Valadier (1762 - 1839). 

La costruzione della villa iniziata da Giovanni Torlonia, iniziò nel 1806 e venne finita sotto il figlio Alessandro, succeduto al padre Giovanni nel 1832, a cui si devono: la costruzione di un Tempio di Saturno, i Falsi Ruderi, la Tribuna con Fontana, il Caffe-House, la Cappella di Sant'Alessandro e l'Anfiteatro, ora non più esistenti.

Nella zona sud, differentemente da quella settentrionale, caratterizzata da un gusto neoclassico, vennero creati laghetti, viali a serpentina e nuovi edifici: la Capanna Svizzera, la Serra, la Torre, la Grotta Moresca e il Campo da Tornei. Inoltre, nel 1842, Alessandro fece erigere due obelischi in memoria dei genitori. Il successore, Giovanni, oltre a trasformare la Capanna Svizzera nell'attuale Casina delle Civette, fece edificare un nuovo muro di cinta, il Villino Medievale e il Villino Rosso.

Nel 1919 venne scoperto, nei sotterranei della Villa, un cimitero sotterraneo ebraico del III e IV secolo nella zona nord-ovest del terreno. Ci sono circa 3.800 tombe nel cimitero. Non è ancora aperto al pubblico perché lo scavo della catacomba è stato messo in discussione da molti a causa della legge religiosa ebraica che stabilisce che tutti i corpi umani devono rimanere sempre sepolti.

 

Nel 1920 Giovanni Torlonia Junior concesse la residenza ufficiale a Benito Mussolini, che pagava un affitto annuale simbolico di una lira; affitto concesso alle stesse condizioni anche dopo la morte del principe, avvenuta nel 1938, dall'erede Alessandro Gerini, dove il Duce rimase fino al 1943, con poche modifiche alle strutture in superficie.

Mussolini e il principe Torlonia costruirono un rifugio contro i bombardamenti nei sotterranei della villa, accanto alle catacombe ebraiche del III e del IV secolo d.c.. Nel periodo successivo alla guerra, la villa venne abbandonata e andò in decadenza, fino a quando, nel 1978, venne acquistata dal Comune di Roma che la restaurò e la trasformò in parco pubblico.

Sottoterra, un rifugio antiaereo fu dapprima costruito nel giardino della villa, e poi, in una seconda fase di costruzione, un bunker ermetico molto più grande e complesso fu costruito sotto la villa stessa, con l'intenzione di resistere sia ai bombardamenti aerei che alla guerra chimica.

Nel giugno 1944 la proprietà fu tutta occupata dall'Alto Comando Alleato che vi rimase fino al 1947. La Villa fu acquistata dal Comune di Roma nel 1977 e un anno dopo fu aperta al pubblico, ma con molti degli edifici in uno stato di degrado. Il restauro è stato iniziato negli anni '90, ed è stato completato con l'inclusione del Teatro e l'eccezione del Conservatorio moresco (Serra Moresca). Il restauro della villa è in corso.



IL MUSEO

Il museo nella villa contiene una piccola collezione di pezzi di statuaria della collezione Torlonia trovati nella villa e diversi pezzi trovati nei giardini o provengono da altre proprietà Torlonia, o dall' arredamento della Villa. Tutti scoperti nei sotterranei del teatro nei giardini.

CASINA DELLE CIVETTE

CASINA DELLE CIVETTE

La Casina, disposta su due piani, è riccamente decorata da stucchi, maioliche, mosaici, pitture, sculture e ferri battuti. Nel 1914 venne installata una vetrata raffigurante due civette e dei tralci d'edera. Grazie ad essa ed alla presenza ricorrente di quest'uccello nelle decorazioni, ispirate dall'amore per l'esoterismo di Giovanni, la casina iniziò ad essere chiamata Villino delle Civette. 

Il degrado della Villa iniziò nel 1944, quando venne occupata da parte delle truppe alleate che vi sarebbero rimaste fino al 1947. La Casina, già in pessime condizioni al momento dell'acquisto da parte del Comune, subì, oltre a vari furti ed atti di vandalismo, un incendio nel 1991. 

Le venti sale comprendono 54 vetrate ricollocate, dopo il restauro, nelle posizioni originarie, oltre a 18 vetrate acquisite. Il tutto in stile liberty. Dal 1992 al 1997 la Casina delle Civette fu tuttavia sottoposta a un lungo restauro che ha permesso l'apertura al pubblico di questo edificio, primo tra tutti quelli della villa.

CASINO DEI PRINCIPI

CASINO DEI PRINCIPI

Valadier trasformò due edifici preesistenti in un palazzo e nell'odierno Casino dei Principi che  collegato al "Casino principale" tramite una galleria sotterranea, svolgeva la funzione di sala per i ricevimenti.
Inoltre risistemò il parco, creando viali simmetrici e perpendicolari alla cui intersezione è posto il palazzo. Intanto la villa venne abbellita con sculture d'arte classica acquistate appositamente.

CASINO NOBILE


CASINO NOBILE o Casino Principale

Il Casino Nobile è un esempio di architettura neoclassica, con colonne e paraste marmoree di ordine gigante. Una volta acquistata la Vigna Colonna nel 1797, Giovanni Torlonia affidò a Giuseppe Valadier il compito di ristrutturare il palazzo, cosa che fece, tra il 1802 ed il 1806, inserendo anche nella sala da pranzo (detta oggi Sala da ballo), degli specchi per migliorare e moltiplicare l'effetto dell'illuminazione dall'esterno.

Dopo la morte di Giovanni, il figlio Alessandro (nel 1832) fece aggiungere un pronao con loggia all'ingresso. Il piano terra ed il piano nobile servivano per ospitare i nobili nei ricevimenti, da cui il nome di "Casino nobile", mentre seminterrato e secondo piano erano lasciati alla servitù.

INTERNI DEL TEATRO

TEATRO

All'epoca della costruzione, fu definito più ampio del "Teatro di Corea", così come veniva definito il Mausoleo di Augusto.



FALSI RUDERI

Si trovano sul viale che porta alla Casina delle Civette, sopra il muro di cinta. I falsi ruderi erano una moda, ma non erano falsi, se non per il luogo di rinvenimento che non era quello originale, e cioè la villa di Domiziano a Castel Gandolfo e dal Palazzo della Rovere ai Santi Apostoli.

Vi si osservano un muraglione con sei nicchie, più un nicchione centrale con semi-cupola a cassettonato a losanghe. Le nicchie, in cui erano alloggiate le statue ora poste al Casino Nobile, sono suddivise da paraste corinzie. Di fronte, v'è un filare di ruderi di colonne in travertino scanalate e basi attiche tutte però autentiche. Tra i ruderi un Tempio di Minerva, un tempio periptero su podio con conci squadrati che faceva innalzare le colonne in rovina e i resti della cella sopra il muro di cinta.

Segue poi il rudere di un anfiteatro. Consisteva in due ordini di archi separati da un cornicione.
Infine vi fu edificata la Cappella di Sant'Alessandro, un santo della famiglia Torlonia. In pratica ogni famiglia nobile e ricca all'epoca ne vantava uno, per gentile concessione del papato, che innalzava la gloria del casato come in Roma antica l'innalzava un vittorioso generale. Il santo scomparve nel 1903 per motivi ignoti, ma scomparve pure dal calendario perchè oggi non è più citato tra i santi.

LA SERRA MORESCA

SERRA MORESCA 

Risale al 1840 ed è in stile moresco. Arretrato al prospetto minore vi è un edificio sempre moresco ma più piccolo del principale. Una torre analoga con finestre colorate è sita sul lato est della serra rispetto a cui è molto simile. Di essa rimangono solamente delle strutture murarie. Tutto il resto, comprese le splendide finestre, è stato restaurato ma è chiuso al pubblico.



TRIBUNA CON FONTANA

Posta presso il lato orientale del Casino Nobile con alcune colonne e due bassorilievi con due bei putti ai lati di un'epigrafe celebrativa. Si sa che la composizione prevedeva statue, sarcofagi e ruderi archeologici, tutti perduti, alcuni perchè nei musei ma soprattutto trafugati per l'incuria della villa.

Nella nicchia centrale era raffigurato Enea in fuga da Troia, e una fontana con vasca semicircolare e una decorazione a parete, nelle nicchie laterali c'erano opere della collezione Torlonia. Le tre nicchie sono separate da colonne ioniche. Sopra la fontana vi è una targa con un'epigrafe.

TEMPIO DI SATURNO

TEMPIO DI SATURNO

Si rifà al Tempio di Esculapio di Asprucci realizzato nel 1786 per Villa Borghese. E' composto dal pronao e da quattro colonne doriche di granito. Vi è raffigurato il Dio del Tempo, Saturno che regge la falce, tra un serpente e un leone, con ai lati "Le quattro Stagioni". Ai lati dell'edificio si trovano dei calchi di altorilievi del Palazzo dei Conservatori. 

Sopra il portale c'è un rilievo in terracotta di fine XVIII secolo con Bacco che dona la vite; ai lati due maschere teatrali in stucco. Sono andati perduti dei busti che coronavano il timpano. Non è stato ancora restaurato.



CAMPO DEI TORNEI

Una specie di anfiteatro con le gradinate degli spettatori in peperino. Vi si trovavano una tenda in ferro e rame sorretta da figure in ghisa per la principessa Torlonia, più in alto c'era la tenda la tenda del principe con uno stemma in rame ed un altro in metallo. Oggi non vi sono più nè le tende nè le figure in ghisa.

FINTA TOMBA ETRUSCA

FINTA TOMBA ETRUSCA

Durante i lavori di restauro del Casino Nobile, è stato rinvenuto un ipogeo commissionato da Alessandro Torlonia a Giovan Battista Caretti, a una profondità di circa 2,50 metri, di circa 30 mq, di forma circolare con le pareti a nicchie alternate rettangolari e arcuate, e con un soffitto a cupola con oculo in cima, chiuso da una grata. Vi si accedeva con due gallerie sotterranee, di cui una fu interrotta da una frana mentre l'altra venne bloccata dalla costruzione del bunker antiaereo voluto da Mussolini.

La sala è completamente affrescata, la prima fascia in alto ha una corona di punte lanceolate. La seconda sette animali (un cinghiale, tre pantere, due stambecchi e un toro), la terza delle volute con una pianta stilizzata, la quarta undici animali (due arieti, un cervo, quattro pantere, due stambecchi, un leone e un toro). 

Nella sesta fascia venti animali (due uccelli con serpe nel becco, una lupa, una lepre, cinque cani, cinque uccelli, un cinghiale, un ariete, un uccello con pesce nel becco, un leone e un cervo) L’ultima fascia ha ventisette figure femminili, incoronate e con uno specchio in mano.

ULTIMA FASCIA SOTTO LA CUPOLA
Di tale ambiente non esistono tracce in alcuna descrizione o immagine della villa, scoperto solo nei lavori di restauro del Casino Nobile. Siccome Alessandro Torlonia si interessava di esoterismo o fece parte di circoli massonici, potrebbe essere la stanza segreta addetta a tali pratiche.



GLI OBELISCHI

I due obelischi furono commissionati da Alessandro Torlonia per onorare la memoria dei genitori, alti più di dieci metri e di 22 tonnellate ciascuno. Le basi sono rivestite di travertino e marmo.



COLONNE ONORARIE

Una dedicata elevata da Alessandro Torlonia nel 1840 in onore di suo fratello Carlo; la seconda dedicata da Carlo Torlonia ai genitori.

VILLINO ROSSO

VILLINO ROSSO 

Di stile medievale, con una fontana polilobata ed un mascherone sormontato dallo stemma dei Torlonia da dove sgorgava l'acqua. All'ingresso del ponte due sfingi in travertino provenienti da una delle fontane del Valadier demolite nelle varie trasformazioni.

Attualmente è stata concessa in uso all'Accademia delle scienze o dei Quaranta, cosiddetta perchè appoggiata dai quaranta maggiori uomini di scienza dell'epoca, tra cui  Alessandro Volta e Lazzaro Spallanzani, che vi ha allestito anche una biblioteca scientifica aperta al pubblico.



VILLINO MEDIEVALE

Aveva delle belle vetrate artistiche e un orologio decorato con i segni zodiacali. Sopra l'ingresso del lato occidentale è rappresentata una fenice che risorge dalle ceneri.



VECCHIE SCUDERIE

Valadier costruì poi le Scuderie e un ingresso, oggi demolito in seguito all'ampliamento della via Nomentana. Oggi nelle Vecchie Scuderie è presente il Centro Sociale per anziani "Le antiche scuderie".



CATACOMBE EBRAICHE

Scoperte nel 1918, un'area sotterranea di 110x120 metri, disposta su diversi livelli, con due distinte catacombe, riunite successivamente da gallerie. Non anteriori all'epoca di Settimio Severo (193-211).
si sviluppano nel corso del III secolo, con due accessi al sottosuolo, probabilmente su un diverticolo della via Nomentana. 

La catacomba inferiore sfocia nei giardini della villa ed è quello attualmente in uso, con pile di loculi, intervallate da lesene, e numerosi "loculi ad arcosolio". La catacomba superiore è delimitata da due gallerie, ortogonali fra loro, poste ai piedi della scala e, verso nord, da altre due gallerie, che le danno una forma quasi quadrata. Presenta loculi e cubicoli affrescati creati dopo un abbassamento del terreno, in relazione a quella della proprietà del sopraterra.

Tutti i cubicoli presentano decorazioni come colonne scavate nel tufo, all'esterno, sui fianchi dell'ingresso e, all'interno, i quattro angoli dell'ambiente; affreschi coprono le pareti e la volta e pure  cubicoli e negli arcosoli.

La partizione a linee rosse, con una menorah, delfini col tridente, motivi vegetali, cedro e ramo di palma, melograni, il corno o i rotoli della Legge, sulla parete di fondo degli arcosoli, dentro l'arca rappresentata dietro un tendaggio aperto e sotto al sole e alla luna. Oltre ad un centinaio di lucerne fittili, sono state ritrovate numerose iscrizioni, per lo più in greco. 

INTERNO DEL TEATRO

CONSIDERAZIONI

Sembra strano che su una via consolare dove abbondano mausolei e ville romane, i principi Torlonia, sotto ai giardini così estesi, che devono essere stati oggetto di ampio scavo per poterli allestire, abbiano potuto rinvenire solamente delle catacombe ebraiche, che essendo appunto ebraiche nessuno poteva rivendicare, nè lo stato nè la chiesa.

In quanto alle numerose statue, bassorilievi e quant'altro, sicuramente molti vennero acquisiti, ma diversi dovettero provenire da reperti romani rinvenuti sotto ai giardini totalmente scavati per esigenze di giardinaggio. Si parla del rinvenimento di ricchi mausolei se non addirittura di una villa romana.


BIBLIO

- Casina delle Civette in Alberta Campitelli - Villa Torlonia Guida - Roma - Electa - 2006 -
- Alberta Campitelli - Villa Torlonia. Guida, Roma, Electa, 2007
- Annapaola Agati - Falsi ruderi in Alberta Campitelli - Villa Torlonia Guida - Roma - Electa - 2006 -
- A. Agati - Tempio di Saturno in Alberta Campitelli - Villa Torlonia Guida - Roma - Electa - 2006 -
- A. Agati - "Tribuna con fontana" in Alberta Campitelli -  Roma - Electa - 2006 -
- Annapaola Agati, Obelischi in Alberta Campitelli - Villa Torlonia Guida, Roma, Electa, 2006 -
- Pietro Lippolis - Il parco in Villa Torlonia - Roma - De Luca - 2000 -
- M. G. Massafra - Villino Medievale in Alberta Campitelli - Villa Torlonia Guida, Roma, Electa, 2006
- M. G. Massafra - Villino Rosso in A. Campitelli - Villa Torlonia Guida, Roma, Electa, 2006,
- M. G. Massafra - Scuderie Vecchie in Alberta Campitelli - Villa Torlonia Guida, Roma, Electa, 2006,.
- AA. VV., Il tesoro del lago. L'archeologia del Fucino e la collezione Torlonia, Carsa, Pescara 2001.



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