AERARIUM - ERARIO



RESTI DEL TEMPIO DI SATURNO

DOMANDE

Cosa era l'erario romano?
Per Erario si intendeva a volte il sistema amministrativo delle casse dello stato, a volte il tesoro delle monete conservato nel Tempio di Saturno, ottenuto dalle riscossioni della stato dai cittadini con le tasse e dai paesi stranieri sia come bottino di guerra che come tributo annuale dai popoli sottomessi.

L'Erario (dal latino ærarium, a sua volta da aes "bronzo") era il tesoro e l'archivio del popolo romano, conservato nel tempio di Saturno che era posto nel Foro, ai piedi del Campidoglio e a sud-ovest dei Rostra imperiali. e perciò detto, oltre che "aerarium publicum" o "aerarium populi Romani" (per distinguerlo dalla cassa del princeps), o anche "aerarium Saturni".

Il Tempio di Saturno, uno dei templi più antichi di Roma, venne consacrato sotto il consolato di Aulo Sempronio Atratino e Marco Minucio Augurino, nel 497 a.c.. Esso conteneva una statua di Saturno che veniva riempita di olio e avvolta in bende di lana. 

Durante i Saturnali, le festività che si tenevano dal 17 al 23 dicembre, le bende venivano tolte, si teneva un banchetto pubblico, il gioco d'azzardo era ammesso; secondo la tradizione, le festività si concludevano al grido di "Io Saturnalia!"

L'aerarium indicava genericamente l'amministrazione patrimoniale della Res publica romana, come pure il luogo in cui si conservava il tesoro di stato costituito da un cospicuo ammontare di monete dovuto a:
- i proventi delle imposte e dei tributi,
- i proventi delle vendite di cose pubbliche o beni pubblici,
- i proventi delle indennità di guerra e dei bottini,

ma pure la pare amministrativa costituita da:
- i contratti pubblici,
- i rendiconti finanziari dei magistrati,
- i registri censori,
- i testi delle leggi e dei senato-consulti,
- i protocolli delle elezioni e dei giuramenti dei magistrati.



ETA' REGIA

L'erario di Roma antica viene menzionato per la prima volta da Tito Livio, riferendo che ai tempi del rex Servio Tullio si stabilì che l'acquisto dei cavalli per le 18 centurie di equites fosse di competenza del tesoro pubblico o Aerarium cittadino, quantificando uno stanziamento annuo iniziale di 10.000 assi a centuria. 

Venne però addebitato alle donne non sposate il mantenimento dei cavalli con 2.000 assi annui a centuria. Le donne che si sottraevano al matrimonio erano considerate eticamente colpevoli di non fornire allo stato nuovi cives romani che potessero difendere la patria con le armi. Il provvedimento intendeva sollecitare i padri a maritare le figlie nubili, visto che erano appunto i genitori ad organizzare ed imporre il matrimonio ai figli, sia maschi che femmine.

RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO DI SATURNO

ETA' REPUBBLICANA

Durante la Repubblica romana nell'erario continuarono a confluire tutte le rendite dello Stato, comprese quelle provenienti da tutte le vecchie e nuove province romane. In questo caso i questori, sottoposti al Senato centrale ed ai governatori provinciali, raccoglievano le imposte attraverso i pubblicani (che avevano in appalto la riscossione dei tributi, da versare successivamente all'aerarium).
 
Il sistema di riscossione provinciale rimase invariato anche durante il principato, anche se va precisato che, in questo caso, nelle casse dell'aerarium populi Romani erano versate solo gli introiti delle province pacatae, ovvero di quelle senatorie, non di quelle imperiali.
 
Il tesoro constava dell'aerarium sanctius, contenente la riserva metallica dello Stato (bronzo, oro e argento), gemme, gioielli e i proventi della tassa del 5% sull'emancipazione degli schiavi e veniva custodito nel tempio di Saturno nel Foro insieme alle leggi incise su tavole bronzee, ai decreti del Senato, alle insegne degli eserciti e ad una bilancia per la pesatura del metallo.



IL PRINCIPATO

Con l'instaurazione del Principato di Augusto, nel 27 a.c., l'ærarium diventò il tesoro amministrato dal Senato romano, mentre il princeps ne creò uno nuovo denominato Fiscus Caesaris, amministrato dallo stesso Imperatore che del resto aveva il controllo dell'intero sistema fiscale, compreso l'aerarium populi Romani.
 
Vi era così una separazione tra due fondi, uno appartenente al populus ed un altro al princeps. A questi si univa il patrimonium principis, ovvero il patrimonio "privato" dell'Imperatore (res privata principis). I tributi venivano raccolti nelle province senatorie dai quaestores. Il tesoro (aerarium) non fu più amministrato dai questori urbani, ma da pretori anziani o ancora in carica.



L'ERARIO MILITARE
 
Nel 5 d.c Augusto fissò la nuova durata del servizio militare: 16 anni per i pretoriani, 20 per i legionari. Ma la ferma veniva spesso prolungata, come Augusto stesso riconosce, sino a 30 o 40 anni. Poi Augusto creò, nel 6 d.c. l'aerarium militare, le cui entrate provenivano dalle imposte sulle successioni e sulle vendite e serviva per pagare gli stipendi ed il premio di congedo ai veterani delle legioni.

«17. Quattro volte aiutai l'erario con denaro mio, sicché consegnai centocinquanta milioni di stesterzi a coloro che sovrintendevano l'erario. E sotto il consolato di Marco Lepido e Lucio Arrunzio trasferii l'erario militare, che fu costituito su mia proposta perché da esso si prelevassero i premi da dare ai soldati che avessero compiuto venti o più anni di servizio, centosettanta milioni di sesterzi prendendoli dal mio patrimonio.»
(Augusto - Res gestae divi Augusti)

Le entrate di questo fondo erano costituite dalle imposte dirette delle province non pacatae. A queste imposte si aggiungevano le rendite dell'ager publicus dell'Italia e delle province senatorie.



I CONTROLLORI

Il controllo della cassa fu affidato a diversi magistrati: 
- prima ai questori, 
- sotto Cesare a due senatori in qualità di praefecti
- dal 28 a.c. a due praefecti scelti tra pretori, 
- dal 23 a.c. a due praetores aerarii, 
- dal 44 al 48 d.c. ai questori nuovamente con Claudio,
- nel 56 d.c., sotto Nerone che mise a capo dell'aerarium due senatori ex-pretori, con il titolo di prefetti,  - nel 69 Nerone affidò il compito a due praetores.
A questi funzionari era affidato il compito di emettere moneta d'oro (aurei) e argento (denarii), come risulta dalle diciture scritte sulle monete, ex S C (per Senatus consultum).

Poiché le entrate delle province imperiali e poi anche in parte di quelle senatorie, furono devolute al fisco imperiale, l’importanza dell’e. andò diminuendo e nel III sec. d.c. esso si ridusse a cassa municipale della città di Roma.

Per un approfondimento: TEMPIO DI SATURNO


BIBLIO

- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana - 
- Svetonio - Augusto - 
- Svetonio - Claudio -
- Livio - Ab urbe condita libri - I -
- Tacito - Annales - I -
- Tacito - Historiae -
- George Dumezil - La religione romana arcaica (La religion romaine archaïque, avec un'appendice sur la religion des Étrusques - Parigi - Payot - 1964) - Milano - Rizzoli - 1977 -
- Macrobio - Saturnalia - I -
- Filippo Coarelli - I templi dell'Italia antica - Milano - 1980 -



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