CULTO DELLE PARCHE - MOIRE



LE PARCHE

LE MOIRE

« Notte poi partorì l'odioso Moros e Ker nera
e Thanatos, generò il Sonno, generò la stirpe dei Sogni;
non giacendo con alcuno li generò la dea Notte oscura;
e le Esperidi che, al di là dell'inclito Oceano, dei pomi
aurei e belli hanno cura e degli alberi che il frutto ne portano;
e le Moire e le Kere generò spietate nel dar le pene:
Cloto e Lachesi e Atropo, che ai mortali
quando son nati danno da avere il bene e il male,
che di uomini e dei i delitti perseguono;
né mai le dee cessano dalla terribile ira
prima d'aver inflitto terribile pena, a chiunque abbia peccato
»

(Teogonia di Esiodo)

Le Moire (greco antico: Μοῖραι, Mòirai), nella mitologia greca, avevano una forte influenza sul fato umano (μοῖρα in greco antico significa “destino”). Nei poemi omerici compare una sola Moira. Nella Teogonia di Esiodo compaiono due volte: come figlie della Notte e come figlie di Zeus e Temi, erano la personificazione del destino ineluttabile. 

Il loro compito era tessere il filo del fato di ogni uomo, svolgerlo ed infine reciderlo segnandone la morte. "Spesso nel mito le Moire sono presenti alla nascita di un Dio o di un eroe, presagendone le imprese future oppure decretandone il destino".

Moire è il nome dato alle figlie di Zeus e di Temi o secondo altri di Ananke. L’accostamento, nel primo Inno pindarico delle Moire, di Temi e di Zeus fa pensare alla testimonianza di Pausania (Paus. 9, 12, 3-4), secondo la quale a Tebe vi erano un santuario dedicato a Temi e uno alle Moire posti accanto a quello di Zeus Agoraios che conteneva una statua del Dio in pietra. Zeus avrebbe sposato Temi in seconde nozze.

LE MOIRE

«Per seconda sposò la splendida Thémis,
che generò le Ore (Eunomie, Dike ed Eirene fiorente)
che vegliano sulle opere dei mortali;
e le Moire, cui grande onore diede Zeús prudente:
Cloto, Lachesi e Atropo, che concedono
agli uomini il bene e il male

(Teogonia - Esiodo)

Nei miti greci "le tre Moire, le tessitrici della vita, decidevano, al momento della nascita, il destino assegnato a ogni persona e neppure gli dei potevano modificarlo. Cloto reggeva il filo dei giorni per la tela della vita, Làchesi dispensava la sorte avvolgendo al fuso il filo che a ciascuno era assegnato e infine Atropo, l’inesorabile, che lo tagliava con le forbici quando giungeva il momento di arrestare la vita, attribuendo il principio e la fine del tempo della vita, la nascita e la morte". 

Nonostante molti pensino che le Moire avessero un solo occhio e che se lo passassero vicendevolmente, bisogna dire che si tratta di una convinzione errata. Questa caratteristica, infatti, è propria delle Graie, come si può ben notare nel mito di Perseo, dove queste ultime vengono descritte con un solo occhio e un solo dente, dei quali fanno uso a turno. E sarà proprio questa loro debolezza che permetterà a Perseo di scoprire il nascondiglio delle Gorgoni.

Esse agivano spesso contro la volontà di Zeus. Ma tutti gli dei erano tenuti all'obbedienza nei loro confronti, in quanto la loro esistenza garantiva l'ordine dell'universo, al quale anche gli dei erano soggetti. Pindaro, in epoca più tarda, le indicò invece come le ancelle di Temi, durante il suo matrimonio con Zeus. Le tre Moire vennero assimilate anche alle Parche romane e alle Norne norrene.

LE NORNE

LE NORNE NORRENE

Da quel luogo vengono fanciulle
di molta saggezza,
tre, da quelle acque
che sotto l'albero si stendono.
Ha nome Urðr la prima,
Verðandi l'altra
(sopra una tavola incidono rune),
Skuld quella ch'è terza.
Queste decidono la legge,
queste scelgono la vita
per i viventi nati,
le sorti degli uomini.


(Edda poetica - Völuspá - Profezia della Veggente XX)

Per i Norreni il fato è eterno ma ogni altra cosa è destinata a morire, anche il mondo degli Dei, che avrà una fine nel giorno del Ragnarök. Le divinità del fato erano le Norne, da norn, "bisbigliare" . Le Norne sono portatrici di segreti che riguardano il destino del mondo e quindi predicevano il futuro.
In questo gruppo indistinto di divinità femminili, si potevano riconoscere Norne benevole, che accorrevano alla culla di un eroe per predisporgli un avvenire felice, ma molto più spesso la poesia eddica e scaldica fa riferimento a Norne ostili, annunciatrici di sventure o di morte.

LE FATAE

LE PARCHE

"Sic volvere Parcas" (Così filano le Parche)
(Virgilio - Eneide) 

Le Parche, (in latino Parcae) sono tre divinità che avevano la possibilità di controllare le sorti del destino degli esseri umani. Anticamente la Parca è una divinità che presiede alla nascita (Parica). Il numero divenne poi ternario con l'aggiunta di Nona e Decima (Varrone, in Gellio, III, 16, 10), che presiedevano agli ultimi mesi della gravidanza.

Nel Foro romano vi era una statua che le rappresentava chiamata Tria Fata, "i tre destini"; infatti, proprio per la loro connessione con le sorti del mondo e dell'umanità, le Parche erano conosciute nel mondo romano anche con il nome latino di "Fatae", coloro che presiedono al Fato.

Prima di assumere le connotazioni funeste e pure i nomi delle Moire Le Parche altro non erano
che i tre aspetti della Grande Madre, colei che dà la vita, che fa crescere e che dà la morte, ovvero la Madre Natura che provvede ad uomini, animali e piante. Dà la vita in quanto la Terra è la vera madre di tutti gli esseri del pianeta, fa crescere perchè dà il nutrimento nelle piante e negli animali e dà la morte in quanto tutti noi, uomini, animali e piante, ci decomponiamo e ci ritrasformiamo in terra, rientrando nel corpo della Madre Terra.

Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE


BIBLIO

- Eschilo - Orestea - Rizzoli - Mondadori - 1970 -
- Eschilo -Agamennone - Rizzoli - Mondadori - 1970 -
- Le Coefore - Rizzoli - Mondadori - 1970 -
- Matteo Bandello - Le tre parche - ed. la Biblioteca Digitale - D.F. Maras - Fortuna Etrusca - A. Ancillotti, A. Calderini, R. Massarelli (a cura di) - Forme e strutture della religione nell'Italia mediana antica - Atti del III Convegno di Studi Umbri dell'IRDAU - Perugia-Gubbio - 2011 -
- Gabriella D'Anna - Dizionario dei miti - Newton&Compton - Roma - 1996 -
- Moira Tessera - Gazetteer of Planetary Nomenclature -


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