VILLA DI MAMURRA (Formia)



RICOSTRUZIONE DELLA VILLA

La villa di Mamurra è locata nel Parco della Riviera di Ulisse, e prende il nome dal suo proprietario, Lucio Mamurra, cavaliere romano originario di Formia.



MAMURRA

Questi seguì Gaio Giulio Cesare in Gallia, rivestendo il ruolo di praefectus fabrum (prefetto degli ingegneri) ed arricchendosi immensamente, si che molti pensarono, e probabilmente non a torto, fosse l'amante del bisessuale Cesare.

Così lo condanna Catullo, che tuttavia aveva rapporti con gli efebi, quindi non avrebbe dovuto fare il moralista:

Splendido: c’è un accordo tra i due froci
sfrontati, tra Mamurra e quel finocchio
di Cesare. Non c’è di che stupirsi:
le ville entrambe, sia quella di Roma
sia quella di Formia, sono macchiate
delle stesse colpe, che non potranno
essere lavate via. Son tutti e due
pervertiti, uniti come gemelli,
due saputelli in un solo lettino.
Mamurra avido, Cesare arrapato,
compagni e rivali quando si tratta
di ragazzine. Davvero splendido:
c’è un accordo tra i due froci sfrontati.


RICOSTRUZIONE
Catullo inoltre definì Mamurra bancarottiere di Formia, nonchè mentulus (piccolo pene) asserendo vi fosse una relazione omosessuale tra lui e Cesare e incluse nel disprezzo pure  la fidanzata di Mamurra, tale Ameana, che nulla aveva a che fare, per il suo brutto naso.

Ma lo scrisse prima che Cesare salisse al potere, perchè poi, quando divenne il dictator dell'impero, andò a chiedergli scusa e Cesare, da quel magnanimo che era, non solo lo perdonò, ma gli aprì ab aeternum le porte della reggia.

Che Mamurra fosse ricchissimo però risponde alla realtà, perchè Cornelio Nepote asserisce che fu il primo romano a costruirsi una casa interamente rivestita in marmo e con colonne marmoree, posta sul Celio.



IL PARCO DI GIANIOLA

All'estremo sud del Lazio, il Parco Regionale di Gianola e Monte di Scauri è collocato sulla lingua costiera che separa i Monti Aurunci dal mare del Golfo di Gaeta e rappresenta uno dei pochi lembi verdi di un territorio purtroppo assalito dalla speculazione edilizia.. L'area, fortunatamente protetta, è costituita da rilievi collinari con quote non superiori ai 40 m sul livello del mare dai quali emerge, con i suoi 123 metri, il Monte di Scauri.

Il clima mediterraneo attenua il freddo invernale e il caldo estivo. In particolare in primavera l'area si colora di ginestre, cisti, eriche, gladioli e altre piante della folta macchia mediterranea. Le rupi e le scogliere scendono a picco sul mare con una visione mozzafiato.
Numerosi i resti di epoca romana susseguentesi da 2000 anni a oggi, per i tanti ammiratori della bellezza paesaggistica della zona.

L'Ente Parco Riviera di Ulisse invece non è un area parco ma un'entità amministrativa che ha competenza su distinte aree protette: Formia , Gaeta , Minturno e Sperlonga.

PARCO DI GIANIOLA - RIVIERA DI ULISSE

LA VILLA DI FORMIA

La villa di Mamurra, che sorgeva a pochi m dal mare, doveva estendersi, in lunghezza, per alcune centinaia di m, e ciò aveva una sua logicità, perchè così da molte finestre poteva godere della vista del mare.

Il corpo principale era di forma ottagonale, e risultava affiancato da due bracci, da una cisterna e da due portici che degradavano verso il mare. La struttura a pianta ottagonale costituiva il Tempio di Giano. La scala coperta che possiamo ammirare serviva a collegare i due portici. Le due piscinae ospitavano gli allevamenti ittici di Mamurra.

L’intero complesso della villa di Mamurra fu riscoperto e studiato a partire dal Settecento; nella stessa occasione fu redatta una relazione, a noi pervenuta, nella quale è possibile ricostruire lo stato di conservazione dello stabile all’epoca.

Oggi della villa restano diversi ambienti posti in modo discontinuo lungo un tratto di costa di oltre 200 m.

Il che significa che se la villa era lunga almeno 200 m, e sicuramente andava oltre, la sua larghezza doveva essere almeno di 10 m, per cui la superficie complessiva doveva superare a dir poco i 2000 mq.

Il visitatore può ammirare due cisterne che servivano per raccogliere l'acqua piovana e quella proveniente dai vicini Monti Aurunci.

Tali cisterne dette una "Maggiore" e l'altra  "delle Trentasei colonne" presentano caratteristiche costruttive innovative. Si può inoltre ammirare la "Grotta della Janara", un corridoio scavato nella roccia utilizzato per congiungere la parte superiore della villa con una serie di vasche termali, poste a livello del mare, di cui restano ben visibili i perimetri.

Del tempio di Giano di forma ottagonale, conserviamo soltanto alcune rovine (in fase di recupero) poiché è andato distrutto dai bombardamenti della II Guerra Mondiale. Del complesso, in ogni caso, rimangono altre testimonianze di dimensioni inferiori ma di grande interesse.

La villa che era il luogo, anzi sicuramente uno dei luoghi, di villeggiatura del generale romano che possedeva già la sua domus romana sul Celio, di cui purtoppo non restano tracce.

Il fatto di averlo definito generale non stupisca, perchè per quanto ingegnere, Mumurra doveva combattere.

Nell'esercito romano nessuno poteva esimersi dal farlo e Lucio, essendo molto vicino a Cesare (in vari sensi) in qualità di amicizia e di capacità ingegneristiche doveva essere uno dei suoi generali.

PARCO DI GIANIOLA
Si può inoltre ammirare la “Grotta della Janara”, un corridoio scavato nella roccia utilizzato per congiungere la parte superiore della villa con una serie di vasche termali, poste a livello del mare, di cui restano ben visibili i perimetri.

La villa, risalente alla metà del I sec. a.c. fu concepita secondo le più odierne e migliori concezioni di 
architettura, e cioè estendendo scenograficamente al paesaggio con terrazze porticate digradanti al mare in due bracci speculari orientati secondo l'antica "rosa dei venti". Il tutto sormontato in cima da un particolare edificio a pianta ottagonale. 

L'intervento della Regione riguarda proprio l'edificio ottagonale, chiamato "tempio di Giano". 

"Questo edificio"  dichiara il Commissario Straordinario del Parco Regionale Riviera di Ulisse, 
Professoressa Erminia Cicione  "fu abbattuto dai tedeschi durante l'ultimo conflitto mondiale, nel 1943. Dopo gli interventi alla cosidetta "Grotta della Janara" una scala voltata sul ripido pendio e alle "trentasei colonne" una cisterna con volte su pilastri quadrati, di cui si stanno ultimando i lavori e che presto verrà inaugurata, cominciando ad intervenire sull'edificio ottagonale, a completamento della risistemazione di tutta l'area archeologica. 

Voglio ricordare che la tenuta della villa si estendeva fino all'area oltre l'Appia che ancora oggi chiamiamo "Mamurrano", riconducibile alla famiglia di Mamurra, cavaliere di Formia, praefectus fabrorum e amico di Cesare."

In effetti i resti della vasta villa romana, occupano, nella parte più evidente, un'area di circa nove ettari di proprietà dell'Ente Parco.

L'ufficio tecnico dell'Ente sta predisponendo le procedure per la redazione del Master plan che deve essere trasmesso alla Regione per l'approvazione.



FORMIA / Straordinaria scoperta agli scavi di Gianola, rinvenute 5 statue romane
Redazione Temporeale / Attualità, Cultura, Formia / 15 luglio 2015


(ANSA) - ROMA, 15 LUG - La capigliatura a boccoli che contorna il viso, la barbula leggera fin sul mento, gli occhi infossati con la pupilla segnata. Potrebbe esserci anche il ritratto del futuro imperatore Marco Aurelio o di suo figlio Commodo, tra le 5 teste maschili ritrovate un anno fa nella Villa romana di Gianola sul Golfo di Gaeta, appartenuta al ricco cavaliere Mamurra. Datate II-III secolo d.c. e restaurate dagli allievi dell'ISCR, le sculture torneranno ora a casa al Museo Archeologico Nazionale di Formia.

Sempre in questa zona, ad est della struttura appena descritta, ad una quota di poco superiore, è situata una scala in muratura in opus cementicium coperta da una volta a tutto sesto, che vincendo il dislivello tra la terrazza inferiore e quella intermedia immetteva su un’ampia area libera adibita a terrazza di belvedere.

Inglobata nel settore mediano della villa è, inoltre, una cisterna rettangolare adibita a serbatoio d’acqua piovana che doveva alimentare i vicini impianti termali e parte della stessa villa.

Oggi quel che resta della villa pur essendone rimasta una minima parte, è di una straordinaria suggestione.

Non per nulla i turisti si affollavano già in questa gita di archeologia, mare, storia  e bellezze naturali, prima che iniziassero i lavori di restauro.

Che questa sia infine la villa appartenuta al cavaliere formiano e socio di Giulio Cesare, arricchitosi enormemente come prafectus fabrum (prefetto degli ingegneri), è dimostrato da un’epigrafe ritrovata nel 1908 in una zona di Formia detta Mamurrano recante il cognomen Mamurra.
(Fonte)


Formia / Villa di Mamurra, straordinaria lezione di Salvatore Ciccone
Scritto da Antonello Fronzuto 9 agosto 2015

È considerato unanimemente il massimo esperto di archeologia formiana. Su sue indicazioni fu ritrovata una statua comunemente classificata come “Tulliola”, accanto alla presunta tomba, oggi diruta, della figlia prediletta dell’oratore romano Marco Tullio Cicerone.

Salvatore Ciccone ha tenuto nei giorni scorsi una straordinaria lezione sulla villa del cavaliere Mamurra (ubicata nell’area protetta di Gianola e Monte di Scauri, all’interno del parco Riviera d’Ulisse), in occasione dell’inaugurazione dell’imperdibile mostra “I volti svelati”. 

In anteprima sono state illustrate le fasi dei lavori di recupero della villa e del ritrovamento dei frammenti di sei volti scolpiti e ricomposti che saranno esposti da settembre insieme ad altro materiale nel museo archeologico nazionale di Formia, in una stanza dedicata interamente ai ritrovamenti di Gianola.

Ciccone che ha curato personalmente il progetto finanziato dalla Regione Lazio con fondi "Por Fesr" in tandem con l’architetto Giovannone, ha illustrato alcune caratteristiche della villa “costiera”, risalente al 50 a.c. e ritenuta a ragione “antesignana” delle grandi strutture architettoniche del II sec. d.c. come villa Adriana a Tivoli.
La villa di Mamurra si estendeva su nove ettari e tre livelli. Il restauro attualmente è eseguito sul solo lato di Nord Ovest dell’edificio ottagonale, che costituisce il livello più alto dei tre. L’intera struttura, insieme alla parte rimanente della villa, ha subito un primo crollo in epoca medioevale, attribuibile a dissesto idrogeologico. 
Purtroppo all’evento che ha cambiato non solo la conformazione collinare dei luoghi ma ha anche inaridito la sorgente carsica che alimentava l’intera villa, durante la seconda guerra mondiale uno scellerato bombardamento completò l’opera distruzione dell’intero complesso. 
Ciò massacrò l’edifico ottagono seppur edificato in imponenti blocchi pesanti fino a 70 tonnellate. Secondo le previsioni la prima tranche dei lavori termineranno entro due mesi mentre la l’apertura al pubblico è prevista per inizio 2016.

C’era poi un secondo livello, adibito perlopiù a servizi (rimane ad esempio la cisterna maggiore dove è in corso di svolgimento la mostra) ed il livello inferiore, quello concretamente destinato ad abitazione.

Nel corso dello spostamento dei mezzi di lavoro del cantiere, è stato scoperto un cunicolo segreto che collegava i due livelli superiori, dove sono stati ritrovati i frammenti ricomposti in sei volti dall’istituto di restauro San Michele di Roma insieme ad altri altorilievi. Opere databili tra il III ed il IV sec. d.c., a testimonianza che nella villa era abitata da figure di primissimo piano.

Una ricostruzione irripetibile quella dello studioso Salvatore Ciccone, giocata sempre sul filo della curiosità suscitata nell’uditorio in maniera semplice e con risposte documentatissime. Due i nutriti gruppi che hanno avuto il privilegio di assistere al tour esplicativo. Tra i visitatori, a rappresentare il comune di Formia, il consigliere Pietro Filosa.
(Fonte)


BIBLIO

- James C. Anderson - Architettura e società romana - Baltimore - Johns Hopkins Univ. Stampa - a cura di Martin Henig - Oxford - Oxford Univ. - Comitato per l'archeologia - 1997 -
- Ranuccio Bianchi Bandinelli, Mario Torelli - L'arte dell'antichità classica - Etruria-Roma - Utet - Torino 1976 -
- N. Blanc - Les frises de stuc du décor intérieur en Italie romaine (TAV. V).53 -
- Alfonso De Franciscis - Note sull'arte dell'Italia antica - Libreria scientifica editrice - 1969 -






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