ALESSANDRIA D'EGITTO (Egitto)



L'ANTICA ALESSANDRIA D'EGITTO (By Jean-Claude Golvin)

LA CITTA' DI ALESSANDRO MAGNO

Alessandria (in arabo: الأسكندرية‎, al-Iskandariyya; in greco antico: Ἀλεξάνδρεια, Alexándreia; in latino: Alexandrea ad Aegyptum) è una antica città egiziana che si estende lungo la costa del Mediterraneo nella parte settentrionale del paese, a ovest del delta del Nilo, tra la palude Mareotide (Maryut) e il Mar Mediterraneo. Secondo le antiche fonti antiche sarebbe stata costruita sul sito della più antica Rhakotis e di altri cinque villaggi. Su Rhakotis si ipotizza un villaggio di pescatori, o una costruzione greca preesistente o un posto di guardia.

Alessandria sorgeva davanti all'isoletta di Faro, a cui era collegata per mezzo dell'Eptastadio, una diga di 1200 m che serviva anche da acquedotto consentendo due distinti porti. La diga e il piano di fondazione della città sono attribuiti all'architetto Dinocrate di Rodi. Alessandria d'Egitto fu la prima delle città omonime fondate da Alessandro Magno tra il 332 e il 331 a.c. durante il suo viaggio per visitare l’oracolo di Ammone, nell’oasi di Siwa. 

Arriano narra di come Alessandro Magno tracciasse al suolo la pianta della città al momento della sua fondazione servendosi di grano. Ciò venne interpretato come segno di futura ricchezza e come ruolo della città nell'esportazione del grano egiziano. 

RESTI DEL FORTE ROMANO

Alessandria doveva sostituire la precedente fondazione greca sul Delta, a 70 km nell'interno, ma Alessandro volle che la sua città fosse fondata sulla costa, malgrado la cattiva qualità del terreno in questa zona e l'approdo non facile. Dopo la morte di Alessandro a Babilonia nel 323 a.c., il suo corpo venne trasportato e seppellito ad Alessandria dal suo generale Tolomeo.
 
Capitale del regno tolemaico ed erede dei traffici commerciali della fenicia Tiro, che era stata distrutta da Alessandro durante la lotta contro I'lmpero persiano, divenne rapidamente una delle città più importanti del mondo ellenistico e più tardi una delle principali metropoli dell'antichità, seconda solo a Roma per grandezza e ricchezza. 


1)  Il Faro,  2) Tempio di Isis Pharia,  3) Il Forte,  4) La Grande Biblioteca,  5) L'Agora,  6) S.Anastasius,  7) Emporium Caesareus con i due Obelischi (gli Aghi di Cleopatra),  8) Tempio di Isis Plusia,  9) Palazzo di Adriano,  10) Tempio di Satuno,  11) Il Teatro,  12) "Timonium" di Marco Antonio,  13) Palazzo di Antirrhodos,  14) Tempio di Serapis,  15) Tempio di Isis Lochia,  16) Chiesa di S.Teona,  17) Forte,  18) Tempio di Ceres e di Proserpina,  19) Tempio detto il Serapeo e Colonna di Diocleziano,  20) Stadium



CESARE

II suo statuto era quello delle libere città greche e mantenne la sua assemblea cittadina sino alla conquista romana. Cesare vi soggiornò ospite della regina Cleopatra e dopo di lui Marco Antonio. Antonio e Cleopatra furono sconfitti da Ottaviano nella battaglia di Azio del 31 a.c., dopo di che l'Egitto venne annesso a Roma, come provincia imperiale, governata direttamente da emissari dell'imperatore invece che del Senato. L'Egitto divenne così uno dei più importanti territori dell'Impero romano quando fu acquisito da Ottaviano Augusto, dopo la morte di Cleopatra d'Egitto.

Ciò derivava probabilmente dalla grande importanza che aveva la nuova provincia per l'approvvigionamento di grano a Roma. L'amministrazione romana della prefettura d'Egitto si stabilì ad Alessandria che divenne sede del prefetto d'Egitto, sopprimendo la Bulé cittadina per ordine di Ottaviano. Però i romani rispettarono le usanze e le credenze religiose egiziane, cui venne aggiunto il culto dell'Imperatore. 

Nel tempio di Dendur, costruito dal governatore romano di Egitto Gaio Petronio, vi sono  raffigurazioni di Ottaviano, ora chiamato Augusto, vestito da faraone nell'atto di sacrificare a varie divinità egizie.  In quest'epoca la città raggiunse i 300.000 abitanti liberi, senza tener conto degli schiavi, la seconda città per numero d'abitanti dopo Roma. L'autonomia le fu in seguito restituita sotto Settimio Severo. 

Con la diffusione del Cristianesimo, che finì per diventare la religione di stato, gli imperatori rifiutarono il titolo di faraone, e a partire dagli inizi del IV secolo la stessa Alessandria, capitale d'Egitto fin dai tempi di Alessandro Magno, era diventata un importante centro del Cristianesimo. l'ultimo imperatore a cui fu conferito il titolo fu Massimino Daia (regno 311 - 313).

CESARE AUGUSTO FARAONE

IL FARAONE ROMANO

Ottaviano rifiutò il titolo di faraone al compimento della conquista dell'Egitto, temendo che non fosse gradito ai Romani, anche per il fatto che egli stesso aveva fatto attaccare dalla propaganda il comportamento filo egizio di Antonio quando soggiornò da Cleopatra. Nonostante ciò la popolazione nativa dell'Egitto lo considerava il faraone successore di Cleopatra e Cesarione. 

Nella versione in lingua egizia di una stele del 29 a.c. eretta da Cornelio Gallo, ad Augusto vennero attribuiti i titoli tipici dei faraoni, ma vennero omessi nelle versioni in latino e in greco. La religione egizia richiedeva un faraone quale intermediario tra le divinità e l'uomo, per cui gli imperatori romani furono considerati dei faraoni, come accaduto con i sovrani persiani ed ellenistici. 

A differenza delle precedenti dinastie straniere di faraoni, tuttavia, gli imperatori romani raramente visitavano l'Egitto più di una volta nella vita. Inoltre gli imperatori romani erano considerati faraoni solo in Egitto, mentre nel resto dell'Impero assumevano il titolo di Imperator (in latino) o Autokrator (in greco). Ma nessun imperatore cristiano fu mai considerato un faraone, nemmeno dalla popolazione dell'antico Egitto.

TEATRO DI ALESSANDRIA

STRABONE

Il geografo Strabone, che visse ad Alessandria intorno agli anni 20 a.c., descrive nella sua Geografia Alessandria costituita da un intreccio di ampie vie, ai lati delle quali sorgevano splendidi templi, il faro (annoverato tra le sette meraviglie del mondo), l'ippodromo, lo stadio, il ginnasio, la tomba di Alessandro e quella dei Tolomei. 

Vi fioriva un ricco artigianato che lavorava metalli, vetro, bronzo, ceramica, unguenti e papiri; a livello culturale, vi erano la Biblioteca e il Museo. Fu abitata oltre che da Egiziani, da Greci, Romani, Arabi, ebrei e Siriani.

Per tutta l'epoca ellenistica la popolazione restò suddivisa etnicamente tra greco-macedoni, ebrei, ed egiziani, con leggi e costumi differenziati. Questa divisione provocò molti disordini già durante il regno di Tolomeo IV (221-204 a.c.). L'autonomia le fu più tardi restituita sotto Settimio Severo (146 - 211).


IL CRISTIANESIMO

Con la diffusione del Cristianesimo divenne centro dottrinario dove Atanasio (295 - 373) combattè l'eresia ariana, istituendo il Patriarcato di Alessandria, che ebbe grande peso nelle vicende dottrinarie dei successivi due secoli. Il 31 luglio 365 uno tsunami con un'onda di 12 metri si abbattè sulla città (Terremoto di Creta) provocando 5000 morti e la distruzione di gran parte dell'abitato.

Ma con la caduta dell'impero romano la popolazione si era impoverita e aveva abbandonato alcuni quartieri con conseguente rovina di alcuni complessi monumentali, alcuni distrutti dai cristiani in quanto pagani, soprattutto con il decreto di Teodosio del 391 ad opera dell'intollerante vescovo Teofilo. Nel 616 la città fu conquistata all'Impero bizantino da Cosroe II di Persia, e nel 640 venne conquistata dagli Arabi, dopo un tragico assedio durato 14 mesi. 

CATACOMBE ROMANE SOTTO ALESSANDRIA

DESCRIZIONE

La città era suddivisa in tre principali quartieri: quello ebraico nella porzione nord-orientale della città,
quello di Rakhotis verso est, occupato dagli Egiziani e il Brucheum, il quartiere greco o reale, che ne
costituiva la parte più artistica e monumentale.

La sua notevole cinta muraria aveva in epoca romana un perimetro di 15 km, ma una seconda cinta più ristretta fu costruita nell'XI secolo dal sultano Ahmad ibn Tūlūn, riutilizzando diversi blocchi di quella antica.

Due strade principali con portici colonnati, larghe circa 60 m, si incrociavano ad angolo retto nel centro cittadino, vicino al punto dove sorgeva il "Soma", il mausoleo di Alessandro, oggi presso l'odierna moschea di Nabī Dānyāl (Nebi Daniel, "profeta Daniele). 

La via est-ovest, o via Canopica, è seguita oggi dal Boulevard de Rosette, dove sono emerse tracce della pavimentazione e del canale vicino alla porta di Rosetta. Un altro notevole resto fu scoperto nel 1899 da scavatori tedeschi all'esterno delle mura orientali, in un'area interna alla città antica.

La diga dell'Eptastadio, ("di sette stadi") collegava l'isola di Faro alla terraferma, dove oggi si apre la "Grande piazza" con la "Porta della Luna". Il molo, che divideva i due porti occidentale e orientale, è oggi coperto dal moderno quartiere di Ras al-Tin.

LA COLONNA DI POMPEO E LA SFINGE

I PORTI

Il porto occidentale ("di Eunostos") era ampio, ma affiancato da scogliere situate sull'asse dell'isoletta di Faro, e racchiudeva un porto più interno artificiale, il Kibôtos ("scatola rettangolare"), oggi obliterato dal porto moderno.

Il porto orientale ("Gran Porto") era protetto dallo sperone di Lochias a Est e dalla punta dell'isola di Faro a Ovest. L'entrata nel porto era pericolosa per la ristrettezza dell'imbocco e numerose navi greco romane naufragate tra il IV secolo a.c. e il VII secolo d.c. sono state scoperte in questa zona. Al suo interno, l'isola di Antirodi delineava una piccola baia detta "porto reale".

   GOVERNATORATO

I PALAZZI REALI

La cosiddetta "Colonna di Pompeo" fu in realtà eretta in onore di Diocleziano, alta circa 30 m: l'imperatore, dopo aver assediato la città per otto mesi per strapparla a Lucio Domizio Domiziano e ad Aurelio Achilleo, vi dirottò un carico di grano per Roma allo scopo di sfamare la popolazione colpita dall'assedio.

Nei pressi della Colonna di Pompeo, verso sud-ovest, si trovano le catacombe egizio-romane di "Kom al-Shuqafa", con varie camere e con diverse architetture, sono scolpite nella roccia e ospitano vari sarcofagi.

I palazzi reali occupavano l'angolo nord-orientale della città, sul promontorio di Lochias che dominava il porto occidentale (moderna zona di Pharillon). La località è attualmente sotto il livello del mare, così come il "porto privato" e l'isola di Antirrhodos.



I MONUMENTI

Il "Grande teatro" sulla moderna collina dell'Ospedale, nei pressi della odierna stazione Ramle era stato utilizzato da Cesare come fortezza. Nei pressi sorgeva il tempio di Poseidone o "tempio degli Dei Marini".

Più avanti si incontravano il Timonium, costruito da Marco Antonio, e le strutture portuali. Dietro l'Emporium sorgeva il Cesareo, dove sorgevano i due grandi obelischi chiamati "aghi di Cleopatra", oggi trasferiti a Londra e a New York: il tempio fu più tardi trasformato in basilica patriarcale e i resti giacciono sotto le case moderne. 

Fu Teodosio, ordinando con il suo editto del 391 la chiusura di tutti i templi pagani e disperdendone i vari sacerdoti, a far dimenticare in assoluto il senso dei geroglifici dall' intero paese, che restò così un mistero fino alla fortunosa scoperta della Stele di Rosetta.

Il Ginnasio e la Palestra si trovavano nella zona orientale della città, un po' lontani dal mare, ma la loro posizione è sconosciuta, così come è sconosciuta la posizione del tempio di Saturno. Il Serapeo, dedicato al Dio Serapide, era il più famoso dei templi della città e si trovava nella parte occidentale, nel quartiere egizio di Rhakotis, nei pressi della cosiddetta "Colonna di Pompeo", costituito da una colossale colonna in granito alta circa 30 m.

Nei pressi, verso sud-ovest, si trovano le catacombe di Kom el-Suqafa con camere con architetture scolpite nella roccia e sarcofagi. Gli scavi del quartiere di "Kom al-Dik" hanno rivelato un piccolo teatro di epoca romana e i resti di terme.

RICOSTRUZIONE DEL FARO DI ALESSANDRIA

FARO DI ALESSANDRIA D'EGITTO

Il famoso faro di Alessandria d'Egitto, alto 134 m, venne costruito sull'isola di Faro, posta all'imboccatura del porto della città di Alessandria, nel III secolo a.c. sotto il regno tolemaico d'Egitto. Considerato una delle sette meraviglie del mondo, nonché una delle realizzazioni più avanzate ed efficaci della tecnologia ellenistica, rimase in funzione fino al XIV secolo, quando venne distrutto da due terremoti.

La costruzione del faro mirava alla sicurezza del traffico marittimo in entrata e in uscita, messo a rischio dai numerosi banchi di sabbia nel mare prospiciente il porto. I lavori andarono dal 300 a.c. al 320 a.c.; l'edificio costò circa 800 talenti e fu dedicato a Zeus Sotere (Salvatore), come guida e protezione dei marinai.

Un'iscrizione sulla parete esterna dedicata a Sostrato di Cnido, viene ritenuta da alcuni finanziatore dell'opera, tuttavia di costo troppo elevato per un privato, mentre per altri sarebbe l'architetto della struttura.

«Questa (il Faro) era un'offerta fatta da Sostrato di Cnido, un amico dei re, per la salvezza dei marinai, come dice l'iscrizione»
(Strabone)

Ma Plinio scrisse:
«Il costo per la sua costruzione fu di ottomila talenti, dicono; e, per non omettere la magnanimità che venne mostrata dal re Tolomeo in questa occasione, egli dette il permesso all'architetto, Sostrato di Cnido, di iscrivere il suo nome sopra l'edificio stesso.»

LA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA

LA BIBLIOTECA ALESSANDRINA

La nuova biblioteca di Tolomeo II, celebrata per la sua ricchezza e il grande numero di opere letterarie che vi si conservavano, stimate in circa 700.000 volumi, aveva la ragguardevole altezza di 135 m e poteva essere vista a 50 km di distanza. Le sue gigantesche proporzioni ne fecero una delle Sette meraviglie del mondo e dal suo nome deriva il termine che designa questo tipo di installazioni. 

Era costituito da un alto basamento quadrangolare che ospitava le stanze degli addetti e le rampe per il trasporto del combustibile. Vi si sovrapponeva una torre ottagonale e poi una costruzione rotonda sormontata da una statua di Zeus o Poseidone, più tardi sostituita da quella di Elio. I resti della biblioteca, crollata non per mano umana ma probabilmente per un terremoto, sono oggi inglobati in un forte del XV secolo. 

Numerosissimi blocchi ed elementi architettonici sono stati recuperati in mare, insieme alle colossali statue di Tolomeo II e della moglie Arsinoe II, rappresentata come Iside.  Nell'isola sorgeva inoltre un tempio dedicato ad Efesto.

MOSAICO DELLA VILLA DEGLI UCCELLI


L'INCENDIO DELLA BIBLIOTECA

È diffusa la credenza che la Biblioteca sia andata a fuoco la prima volta per colpa delle truppe romane al seguito di Giulio Cesare, ma al tempo della Guerra alessandrina bruciò solo un deposito di copie destinate all'esportazione, mentre fu grande la distruzione attuata dai cristiani al tempo dell'imperatore Teodosio e quella organizzata dai musulmani che alimentarono per anni le terme con i libri raccolti. Un'altra parte (il Serapeo) fu distrutta dal fuoco nel corso del III secolo.

Altri tumulti avvennero nel 415 e culminarono con la morte di Ipazia, filosofa, astronoma e matematica famosa per la sua cultura e capo della scuola neoplatonica. La biblioteca venne distrutta definitivamente con la conquista islamica dell'Egitto, nel 639. Si narra che verso il 642 il secondo califfo dell'Islam ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb pronunciasse la famosa frase: 

"Se il contenuto dei libri si accorda con il Corano, noi possiamo farne a meno, dal momento che il libro di Allah è più che sufficiente. Se invece contengono qualcosa di difforme, non c'è alcun bisogno di conservarli.". 

Vero o meno la parte relitta di quello che fu centro della cultura classica fu bruciata. Si dice che i rotoli furono usati come combustibile per i bagni termali di Alessandria, che, secondo Eutichio, erano circa quattromila, e ci vollero sei mesi per bruciarli tutti.


RESTI DEL SERAPEO

GLI SCAVI ARCHEOLOGICI

Le prime ricerche furono condotte da D.G. Hogarth con l'appoggio dell'Egypt Exploration Fund e della Società per la promozione degli Studi Ellenici nel 1895 mentre altri scavi furono intrapresi da una spedizione tedesca negli anni 1898-1899. Ma gli spazi erano limitati sia per la crescita della città, sia per i fenomeni di bradisismo che avevano portato la costa della città antica sotto al livello del mare.
Tuttavia Giuseppe Botti, direttore del museo, scavando presso i "Pilastri di Pompeo", rinvenne le sostruzioni di un grande edificio con vasti spazi sotterranei, che doveva essere il Serapeo, a cui sarebbe appartenuto un grande toro in basalto, oggi conservato nel museo.

Più tardi catacombe e tombe furono scoperte a "Kore al-Shuqafa", a Hadra e a "Ra's al-Tin". I tedeschi rinvennero quindi nella zona nord-est della città i resti di un colonnato tolemaico e di strade, mentre Hogarth esplorò una grande costruzione in mattoni presso Kom al-Dik, di uso ancora incerto.


BIBLIO

- Strabone - Geografia -
- Gaio Svetonio Tranquillo - De vita Caesarum - libri I-II-III -
- C. Daniels - Africa, in Il mondo di Roma imperiale: la formazione - Bari - 1989 -
G. Geraci, Genesi della provincia romana d'Egitto, Bologna, 1983.
- D. Salvoldi, L'Egitto romano. Da Augusto a Diocleziano, Cagliari, Arkadia, 2016 -
- Stéphane Rossini - Egyptian Hieroglyphics: How to Read and Write Them - Dover Publications - 1989 



1 comment:

Anonimo ha detto...

Grazie, comunque questa ricerca mi ha suscitato le mie conoscenze .
Ringrazio molto

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