GAIANUM




Il Gaianum era un'area del Transtiberim (Trastevere) nell'antica Roma, uno spazio aperto nella Regione XIV (Reg. Cat .; Hemerol. Filoc. Ad V Kal. April., CIL I2 p314), a circa 300 m a nord-ovest del Mausoleo di Adriano, a sud della naumachia Vaticana (che si pensa sia stata costruita da Traiano) e ad est della via Triumphalis.

Lo storico Cassio Dio dice fosse il luogo dove Caligola amava assistere alle corse dei cavalli (Cass. Dio LIX.14). Caligola, comunemente noto anche nelle fonti antiche come Gaio, usava il Gaianum, che evidentemente da lui prese il nome, per le esercitazioni delle corse dei cavalli e dei carri. Dalle iscrizioni trovate nelle vicinanze  sembra che fosse circondato da statue di aurighi di successo. 

Per le iscrizioni si veda CIL VI.10052‑4, 10057‑8, 10067, 33937, 33953; BC 1902, 177‑185; per le statue degli auriga si veda HJ 662; DAP 2.viii .355-60; BC 1896, 248-9.

In effetti nella zona sono state trovate numerose statue della vittoria, ma sembra che siano state installate originariamente al Circo di Gaio e Nerone. Il Gaianum era probabilmente solo una pista, e non un edificio circense. 

Il Calendario di Filocalus (354 d.c.) elenca un Initium Caiani (la cerimonia di iniziazione ai misteri di Attis) il 28 marzo, a conclusione di un festival religioso di epoca imperiale per la Dea Cibele e suo figlio Attis che aveva avuto inizio il 22 marzo. 4-10.
I cataloghi regionali collegano il Gaianum al Phrygianum, un santuario della Magna Mater sul colle Vaticano. nella localitå che oggi comprende parte della Piazza di San Pietro, l'Arco delle Campane, la piazza dei Protomartiri e il Camposanto Teutonico. Le are qui contenute presentano rilievi e quasi sempre iscrizioni votive, o latine o greche, tutte sono del IV secolo d.c. ma altri documenti attestano l'esistenza di un Phrygianum in Vaticano in tempi assai più remoti.
Alcuni studiosi ritengono invece che il 28 marzo si sia tenuto un rito di iniziazione in relazione al culto, con il Gaianum che sostituì il Phrygianum quando fu reso inaccessibile dalla costruzione dell'inizio di San Pietro all'inizio del IV secolo.

Il 28 marzo era anche la data dell'ingresso (initium) di Caligola a Roma nel 37 d.c., quando fu acclamato come princeps, e la festa potrebbe avere origine da lui, senza alcun rapporto con il culto di Cibele. Cosa molto probabile visto il carattere molto autoreferenziale di Caligola.

STATUA EQUESTRE FORSE DI CALIGOLA E DI INCITATUS - BRITISH MUSEUM

IL CAVALLO DI CALIGOLA

Si sa che Gaio Giulio Cesare Germanico, soprannominato Caligola per la sua consuetudine a calzare caligae (calzature militari), fu un grande appassionato di cavalli, e si sa che fosse molto attaccato al suo cavallo di nome Incitatus. Caligola non fu di certo un buon princeps, ma di lui fu raccontato anche troppo, perchè molte storie erano inventate, soprattutto dagli storici cristiani che dovevano far apparire gli imperatori romani come demoni.

Tra queste favole c'è quella che avesse nominato senatore il suo cavallo, ma è senza fondamento. Le fonti che ne scrivono, e cioè Svetonio e Cassio Dione, ne parlano in modo molto diverso. Caligola era un appassionato delle corse coi carri nel circo, dove si sfidavano quattro fazioni: i Verdi, i Rossi, gli Azzurri e i Bianchi. L'imperatore era grande sostenitore dei Verdi e spesso si fermava a cena nei locali accanto alle stalle a conversare con gli auriga. 

Ovviamente aveva cavalli di sua proprietà che partecipavano alle gare, e che faceva allenare in una zona del colle Vaticano chiamata appunto Gaianum. Qui si allenava anche il suo cavallo più amato. Egli amava molto gli equini, al punto da invitare a pranzo uno di essi, appunto il suo cavallo preferito, a cui aveva dato il nome di Incitatus. Durante il pranzo, come narra Cassio Dione (Storia Romana, 14, 7) “gli offriva chicchi di orzo dorato e brindava alla sua salute in coppe d’oro“.

Secondo Svetonio (Vita di Caligola, LV), per evitare che Incitatus “venisse disturbato alla vigilia di una corsa, imponeva ai vicini di stare zitti a mezzo di soldati, inoltre aveva fatto costruire per il suo cavallo una scuderia in marmo e una mangiatoia d’avorio, e gli regalò gualdrappe di porpora e finimenti ingemmati, e persino una casa arredata e dei servi, per ricevere con maggiore dignità le persone che l'imperatore invitava per glorificare il suo cavallo. Si dice che volesse persino nominarlo console“. Quindi non lo nominò console ma disse per sfregio ai consoli e quindi ai senatori che avrebbe voluto farlo.

Così lo riporta Cassio Dione: “Giurava inoltre in nome della salvezza e della sorte di Incitatus ed aveva anche promesso che lo avrebbe designato console, cosa che avrebbe sicuramente fatto, se fosse vissuto più a lungo” Ma questa è un'illazione.
(Dione Cassio - LIX, 14, 7).

Sembra però che avanzando la sua follia, quando nel 40 d.c. iniziò ad attribuirsi un rango divino, riferendosi a Giove come suo fratello, progettò un tempio dedicato a se stesso sul Palatino ed istituì un nuovo collegio sacerdotale preposto al suo culto. Nominò come suoi sacerdoti sua moglie Cesonia, suo zio Claudio e altri ricchi patrizi disposti o costretti a pagare dieci milioni di sesterzi per tale carica. Arrivò al punto di nominare sacerdote del culto anche il suo cavallo preferito: Incitatus, Dunque sacerdote ma non console.

(Cassio Dione LIX, 28, 6).


BIBLIO

- Cassio Dione - Storia romana - a cura di Alessandro Stroppa - 5 volumi - BUR - Milano - 1995 -
- Anthony A. Barrett - Caligola - L'ambiguità di un tiranno - Oscar Storia - Milano - Mondadori - 1993 -
- Cassio Dione - Geoffrey S. Sumi - Ceremony and Power: Performing Politics in Rome between Republic and Empire - University of Michigan Press - 2005 -
- Alison Futrell - The Roman Games: A Sourcebook - Blackwell - 2006 -
- CIL 6.2028e - Suetonius, Caligula 14.1 - as cited by Richardson - New Topographical Dictionary -


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