SOTTO LA CHIESA DI SAN MARCELLO AL CORSO



La chiesa di San Marcello al Corso è situata nel rione Trevi, lungo via del Corso. Ai tempi di Augusto via del Corso si chiamava “via Lata“ fino a piazza Colonna, mentre la parte restante, fino ed oltre la porta del Popolo, era la “via Flaminia“. 

Il primo cenno storico dell’esistenza in Roma di una chiesa detta “di Marcello” si trova nella lettera del 29 dicembre 418, con la quale il Prefetto di Roma Simmaco informava l’imperatore Onorio della contemporanea elezione, avvenuta il giorno prima, di papa Bonifacio I, nella chiesa di Marcello, e di Eulalio (antipapa), nella basilica lateranense. 

Più tardi la chiesa è spesso ricordata nelle fonti storiche come “titolo” di Marcello e infine chiesa di S. Marcello, Papa e Martire.

 

IL TITULUS

Dopo l'apertura al Cristianesimo operata dall'imperatore Costantino nei primi decenni del IV secolo d.c., nella città di Roma si passa dallo sfruttamento di ambienti privati per le assemblee liturgiche (domus ecclesiae) a strutture più vaste e articolate. Tale trasformazione deriva in genere dalle donazioni o lasciti testamentari dei proprietari alle comunità cristiane..

I nuovi edifici di culto vengono identificati con il nome del donatore o di colui che, acquistato l'immobile, ne aveva curato la conversione in aula di culto; il nome del donatore era di norma apposto su una lastra (titulus) affissa a memoria dell'atto di in favore della comunità. Poi il termine titulus passò ad identificare la struttura architettonica stessa in cui si svolgevano i riti religiosi, e nel IV secolo non esisteva differenza tra l'uso dei termini domus ecclesiae e titulus.

Agli inizi del IV secolo l'organizzazione parrocchiale di Roma contava 25 tituli, conosciuti come titulus Clementis, titulus Praxedis, titulus Byzantis e simili. Il sinodo svolto a Roma nel 499, tenuto da papa Simmaco, indicò i titoli della chiesa romana e che erano in corso di trasformazione in chiese:

Titulus Aemilianae (SS Quattro Coronati)
Titulus Anastasiae (S. Anastasia al Palatino)
Titulus SS Apostolorum (SS Apostoli)
Titulus Byzantis o Vizantis (sconosciuta)
Titulus S Caeciliae (S. Cecilia in Trastevere)
Titulus Clementis (S. Clemente)
Titulus Crescentianae (S. Sisto Vecchio)
Titulus Crysogoni (S. Crisogono)
Titulus Cyriaci (S. Maria Antiqua o S. Maria in Domnica)
Titulus Damasi (S. Lorenzo in Damaso)
Titulus Equitii (S. Martino ai Monti)
Titulus Eusebi (Sant'Eusebio)
Titulus Fasciolae (SS. Nereo e Achilleo)
Titulus Gaii (S. Susanna)
Titulus Iulii (S. Maria in Trastevere, identico al Titulus Callixti)
Titulus Lucinae (S. Lorenzo in Lucina)
Titulus Marcelli (S. Marcello al Corso)
Titulus Marci (S. Marco)
Titulus Matthaei (Via Merulana, distrutta)
Titulus Nicomedis (iVia Nomentana, distrutta)
Titulus Pammachii (SS Giovanni e Paolo)
Titulus Praxedis (S. Prassede)
Titulus Priscae (S. Prisca)
Titulus Pudentis (S. Pudenziana)
Titulus Romani (sconosciuto)
Titulus S Sabinae (S. Sabina)
Titulus Tigridae (S. Balbina all'Aventino?)
Titulus Vestinae (SS Vitale, Valeria Gervasio e Protasio )
Titulus S Laurenti (S. Lorenzo in Panisperna)

La chiesa risale al IV secolo e si ritiene fondata da Papa Marcello I, che venne perseguitato da Massenzio e condannato a svolgere i lavori più pesanti nelle stalle del catabulum (l’ufficio postale centrale dello Stato) fino alla morte per sfinimento. Nella stessa chiesa si trovano anche i suoi resti.

Tuttavia il Catabulum era un centro di uffici governativi a livello dell'amministrazione dell'impero e non
riguardava di certo delle stalle per il cambio dei cavalli. Inoltre sebbene la tradizione voglia che la chiesa sia stata costruita sopra la prigione di Papa Marcello I (morto nel 309), è noto che il Titulus Marcelli era presente nel 418, quando vi fu eletto Papa Bonifacio I.

Il titulus riguardava pertanto il donatore e nessuno poteva donare il Catabulum che non apparteneva a privati, nè al papa, nè al senato, ma solo allo Stato.

Si è notato che la chiesa paleocristiana, dalla sua origine fino al medioevo, non ha subito forti rialzamenti poiché dalla quota pavimentale del VI secolo, di - 2,50 m ca. rispetto all’attuale via del Corso, si passò a quella del XII secolo, della quale resta un minimo frammento di commesso cosmatesco, ad una quota di - 1,68, quindi con un rialzamento complessivo di soli 80 cm in sei secoli.



L'ESTERNO

Le statue esterne in travertino sono state scolpite da Francesco Cavallini (XVII secolo), mentre il bassorilievo in stucco sopra l'ingresso, con la raffigurazione di San Filippo Benizi è di Antonio Raggi (1624 - 1686). La facciata concava, opera di stile barocco del tardo XVII secolo, è di Carlo Fontana (1681-1687).



L'INTERNO

L'edificio è a navata unica, con cinque cappelle per lato e un ciborio del 1691. Sotto l'altare maggiore, si trovano le reliquie di santo papa Marcello, di Santa Digna e Santa Emerita. Dietro la facciata si trova una Crocifissione del 1613 di Giovanni Battista Ricci.

- La prima cappella a sinistra ha la tomba del cardinale Giovanni Michiel, avvelenato in Castel Sant'Angelo, e del nipote Antonio Orso scolpita da Jacopo Sansovino.

Vi collocate varie opere:- Gregorio Guglielmi (Miracoli di Santa Giuliana Falconieri)
- Francesco Salviati (Storie della Vergine)
- Perin del Vaga (i Quattro evangelisti)
- Alessandro Algardi (busti della famiglia Frangipane)
- Taddeo e Federico Zuccari (Conversione di san Paolo),
- Pier Claudio Pantieri (Madonna del Fuoco, patrona di Forlì) in ceramica
- Nella cappella del Crocifisso si trova il monumento funebre del cardinal Consalvi e del fratello, di Rinaldo Rinaldi.
- Nella cappella di San Pellegrino Laziosi, sono sepolti i cardinali Fabrizio Paolucci e Camillo Merlini Paolucci, ornate da Pietro Bracci (il sepolcro di Fabrizio),
- Tommaso Righi (il sepolcro di Camillo),
Aureliano Milani e Domenico Corvi (Il sacrificio di Isacco e Il ritrovamento di Mosè).



LA PESTE

Correva l'anno 590 e la città di Roma fu devastata da una forte pestilenza che causò moltissimi morti. Il Papa del tempo era San Gregorio Magno che cercò con pubbliche preghiere di chiedere la grazia a Dio per porre fine al flagello.

Così il Papa comandò la litania settiforme, che vide gli uomini muoversi da San Marcello. a causa della peste inguinale (detta bubbonica), scoppiata in seguito a uno straripamento del Tevere. II morbo aveva già colpito a morte papa Pelagio. Gregorio, eletto papa subito dopo, stabili di eseguire la "litania settiforme", ovvero sette processioni che partivano ognuna da una chiesa diversa per radunarsi nella basilica della Vergine. 

Durante il percorso morirono almeno 80 persone durante la preghiera, ma Gregorio invitò i fedeli a continuare la supplica. Alla fine, mentre traversava l’odierno Ponte Sant’Angelo, il Papa vide l’Arcangelo Michele, in cima all’allora Mole Adriana, nell’atto di rimettere la spada nel fodero, segno dell’imminente fine della peste. L'Arcangelo che riponeva la spada lo vide solo lui ma i fedeli si fidarono. 

CRISTO MIRACOLOSO CHE AVREBBE FERMATO LA PESTE A ROMA


LA STATUA TESTIMONIA IL MIRACOLO CON QUALCHE INTOPPO

- All'angelo venne dedicata una prima statua di legno che però venne distrutta dalle intemperie.
- La seconda statua fu costruita in marmo ma crollò e andò in pezzi (!).
- La terza venne riproposta in marmo con ali di bronzo, ma fu colpita e distrutta da un fulmine.
- Il quarto elaborato in bronzo venne fuso nel 1527 per costruire cannoni (nel “sacco di Roma” dei lanzichenecchi).
- La quinta statua, in marmo con le ali di bronzo, è l'unica delle antiche che si può ammirare, posta oggi nel Cortile delle Palle, cioè le palle di pietra che servivano come munizioni per la difesa del castello.
- La statua attuale in bronzo protetta da un parafulmine è la sesta della serie.



LA SECONDA CHIESA

Nell'VIII secolo, Papa Adriano I (700 - 795) fece costruire una chiesa nello stesso luogo, che attualmente si trova al di sotto la chiesa moderna. Per la ricostruzione dell'edificio moderno il progetto originale fu ideato da Jacopo Sansovino, (1486 - 1570) che però fuggì dalla città durante il sacco di Roma e non tornò mai più a finirla. I lavori furono così proseguiti da Antonio da Sangallo il Giovane (1484 - 1546), che ricostruì la chiesa. Dal 1369 la chiesa è amministrata e di proprietà dell'Ordine dei Serviti dal 1369.



IL CARNEVALE IN VIA DEL CORSO

Nel 1466 papa Paolo II volle che le feste del Carnevale si svolgessero su questa strada e avevano come partecipanti gli ebrei, costretti a correre dentro i sacchi, i nani e i buffoni tra i lazzi osceni del popolino. Si svolgevano anche le corse dei cavalli detti “barberi”, che correvano senza fantino, spinti dalla pece bollente sparsa nella parte posteriore o da palle con aculei assicurate alla groppa, fino a piazza Venezia, dove venivano ripresi in custodia.


IL CRISTO MIRACOLOSO

Nel 1519 un incendio distrusse la chiesa. Dall'incendio si salvò un antico crocifisso in legno del XIV secolo, come al solito si gridò al miracolo, e si formò un gruppo di preghiera detto "Compagnia del SS. Crocifisso". 

Nel 1522, la città fu colpita dalla peste. Il crocifisso venne portato in processione per la città per ben 16 giorni, dal 4 al 20 agosto, e si racconta che al termine della processione la peste si fermò. Pertanto la processione del Crocifisso continuò il giovedì santo di ogni anno, lungo il percorso da San Marcello a San Pietro.

Nel 1530 un'alluvione del Tevere danneggiò nuovamente la chiesa, ma stavolta non vi fu miracolo e solo nel 1692-1697 la chiesa fu completata con la facciata realizzata da Carlo Fontana (1638 - 1714). Rispetto alla chiesa paleocristiana, questa rinascimentale ebbe un orientamento opposto, con l'ingresso principale su via del Corso.

CATABULUM

I SOTTERRANEI

CATABULUM

Il catabulum (costruito sotto Augusto nel I sec. a.c.) era il complesso di strutture che conteneva gli uffici destinati alla cura del "cursus pubblicus" ovvero tutto il complesso di strade che Roma costruiva, restaurava e manuteneva nell'ambito dell'Urbe.

Ma gli uffici, di notevole estensione, si occupavano pure di tutte le strade che, partendo da Roma, la collegavano alle varie regioni e province, tutte le stazioni di cambi di cavalli, tutte le masserie che consentivano una sosta, tutte le cittadine che lungo quelle strade furono costruite e fondate.

Questo enorme e fondamentale aspetto della vita e della politica di Roma era gestito negli “uffici” siti su Via Lata (oggi Via del Corso), circa al di sotto della chiesa di San Marcello al Corso e dintorni, da funzionari e impiegati. Pertanto Non esistevano in loco stalle per cambi di cavalli ma solo uffici, pertanto la vicenda della morte di S. Marcello appare del tutto priva di senso.

VASCA BATTESIMALE

VASCA BATTESIMALE

La vasca battesimale è un esempio quasi completamente intatto del battesimo cristiano effettuato nei secoli per totale immersione del battezzando. Costruita secondi i dettami della catechesi: a base ottagonale nel perimetro esterno, e, all’interno, in muratura listata e polilobata, era rivestita sempre con lastre di marmo decorate.

Per la sua pericolosità specie nei confronti dei neonati e nei bambini, nel tempo il sistema venne abbandonato e sostituito coll'acqua spruzzata sul capo del battezzando.


BIBLIO  

- Mariano Armellini - San Marcello, in Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma - 1891 -
- Giuseppe Fiocco - La cappella del Crocifisso in San Marcello - Bollettino d'Arte, n. 3 - 1913 -
- H. Hager - La facciata di S. Marcello al Corso - in Commentari - XXIV - 1973 -
- Darko Senekovic - S. Marcello al Corso - in D. Mondini, C. Jäggi e P.C. Claussen - Die Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter - 1050-1300 - Stoccarda - 2020 -
- L. Muñoz Gasparini - S. Marcello al Corso - Casa editrice Roma - Roma -



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