SOTTO LA BASILICA DEI XII APOSTOLI



La basilica dei Santi XII Apostoli è una chiesa storica situata nel rione Trevi nell'omonima Piazza Santi Apostoli, edificata nel IV secolo da papa Giulio I dandole il nome di Basilica Iulia a causa del proprio nome, come a rinverdire i fasti romani nelle preziose edificazioni delle basiliche.

In età bizantina, sui resti della chiesa originaria venne ricostruita una nuova basilica con pianta a croce greca, poi completata da papa Pelagio I (r. 556 - 561) sotto il governo del generale bizantino Narsete (478 – 574), nel VI secolo, inserendovi le reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo il Minore, da cui il nome attuale. 

S . GIOVANNI BATTISTA - L. VALDIER
Secondo il Gregorovius è forse l'unico edificio dell'occupazione bizantina di Narsete, che ne incoraggiò la costruzione per esaltare il trionfo della fede sull'eresia ariana del Goti. Fu cominciata nel 560 dal papa Pelagio I e terminata dal suo successore Giovanni III,

Essa è l'unica basilica di Roma che non sia stata edificata su edifici romani preesistenti, ma vi furono però utilizzati moltissimi materiali di spoglio, provenienti dalle terme di Costantino, dal Foro di Traiano e da altro.

Papa Adriano I (r. 772 -775) descrive la chiesa come piena di mosaici, ma nel 1348 essa venne distrutta da un terremoto.
«Della chiesa medievale rimane fra le cose più notevoli uno dei leoni che sosteneva una colonna, opera di uno dei più celebri maestri marmorari romani del secolo XIII, cioè Vassalletto: sulla base dove è il leone adagiato si legge infatti il suo nome preceduto da croce † Bassallectus; monumento che per mio suggerimento fu posto in luogo d'onore nell'interno del portico attuale della chiesa

(Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX)


La chiesa venne restaurata solo nel XV secolo da Papa Martino V (1369 -1431) della famiglia Colonna che viveva nelle vicinanze. Nel 1702 Clemente XI commissionò il rifacimento dell'edificio all'architetto Francesco Fontana, ma solo nel 1724 venne consacrata la nuova chiesa ad opera di Benedetto XIII.

Oggi la basilica, adiacente a Palazzo Colonna, si presenta oggi con il portico quattrocentesco che nasconde la facciata neoclassica di Giuseppe Valadier (1762 - 1839). Neoclassico resta invece il piano superiore della facciata con il grande finestrone, dove Giovanni Torlonia, eternò il proprio intervento del 1827 con la scritta: 
"IOANNES DVX TORLONIA FRONTEM PERFECIT A D MDCCCXXVII".

LA CRIPTA
Oggi la basilica, adiacente a Palazzo Colonna, si presenta oggi con il portico quattrocentesco che nasconde la facciata neoclassica di Giuseppe Valadier (1762 - 1839). Neoclassico resta invece il piano superiore della facciata con il grande finestrone, dove Giovanni Torlonia, eternò il proprio intervento del 1827 con la scritta: "IOANNES DVX TORLONIA FRONTEM PERFECIT A D MDCCCXXVII".

Il palazzo Colonna era il centro di una estesa area di proprietà di famiglia che si estendeva dal Quirinale fino al Monte Acceptorium (Montecitorio), includendo l'area dove sorge il palazzo Odescalchi, e quella dove sorge tuttora il palazzo Sciarra. Sembra inoltre che avesse inglobato i resti del Serapeo o Tempio di Serapide.

L'edificio originale fu il palazzetto costruito nel 1471 dal nipote di Sisto IV, il cardinale Pietro Riario, cui successe nel 1474, nella carica e nell’abitazione, il cardinale Giuliano Della Rovere, che qui risiedette molti anni prima di diventare Giulio II nel 1503. 

Nel 1478 il palazzo venne fatto ampliare da Giuliano da Sangallo, con una bella torre angolare e finestre contornate di marmi.

LEONE ALL'INGRESSO DEL VASSALLETTO, SALVATO DALLA BASILICA MEDIEVALE

Poi fece edificare un altro palazzo alla sinistra della chiesa, collegato al primo attraverso un porticato, quello stesso che troviamo di fronte alla chiesa odierna ma qualche anno dopo il palazzetto di destra scomparve, inglobato nel Palazzo Colonna.

Il primo ordine dell'edificio sacro è formato da solidi pilastri ottagonali con capitelli a foglie, mentre le arcate sorrette da snelle colonnine ioniche che formavano il secondo ordine furono chiuse nella seconda metà del Seicento, sostituite da finestre con un angioletto alato sul timpano.

LOGGIA DEI COLONNESI E RESTI DEL SERAPEO

Ammirevole la Tomba di Lorenzo Colonna, opera rinascimentale di Luigi Capponi. Impressionante invece per l'effetto illusionistico è la Caduta degli Angeli ribelli sopra il presbiterio, di Giovanni Odazzi. Ma le due opere più note sono il fastoso affresco della volta, decorata dal Trionfo dell'Ordine Francescano del Baciccio (1707) e il monumentale sepolcro di papa Clemente XIV di Antonio Canova (1787). 

RESTI ROMANI
La volta della sacrestia è decorata dal veneziano Sebastiano Ricci. Nella basilica sono sepolti i cardinali Basilio Bessarione, Lorenzo Brancati, Agostino Casaroli e il compositore Girolamo Frescobaldi. 

La vasta cripta sotto l'altar maggiore fu realizzata da Luigi Carimini nel 1869-71 riunendovi, oltre alle spoglie degli apostoli titolari Filippo e Giacomo, le reliquie di vari altri martiri venute alla luce in occasione di tali scavi, e le tombe di due dei Riario aventi un tempo diritto di sepoltura presso il presbiterio. 

Le decorazioni a tempera dell'ambulacro si ispirano a quelle delle catacombe di San Callisto e di Domitilla. Sotto il porticato, sul lato destro, è situato un pregevole rilievo raffigurante un’aquila imperiale incorniciata da una corona di foglie di quercia del II secolo d.c.



 
LA CAPPELLA DI BESSARIONE

Dal 2008 in un'intercapedine fra la chiesa ed un palazzo confinante sono visibili alcuni affreschi della Cappella Bessarione, attribuiti a Melozzo da Forlì, Antoniazzo Romano e loro botteghe. Ne restano due scene di storie di san Michele Arcangelo e parte di un coro di angeli. 

L'interstizio fu casualmente scoperto nel 1959 da Clemente Busiri Vici durante lavori di manutenzione effettuati nel confinante palazzo Colonna. La cappella, con i dipinti molto danneggiati dalle inondazioni del Tevere, e poi dal saccheggio dei lanzichenecchi, era stata praticamente murata con la costruzione della cappella Odescalchi nel 1719-23.

RILIEVO AQUILA - EPOCA IMPERIALE


- Stefano V, riedificando la basilica dei ss. Apostoli nell'SlG, « in conca porphyretica recondidit » i corpi di Eugenia, Claudia, e di XII martiri tratti dalle catacombe di via Latina, ed in altro simile labro le spoglie di s. Savino.

La conca di porfido naturalmente apparteneva a delle terme, i romani non le usavano per i defunti, anche perchè una conca, o vasca, valeva una fortuna (Ficoroni, R. A., p. 191).

- Un calice di grande pregio istorico e topografico, ma la stoltezza dei nostri tempi ci ha privato anche di questa bella memoria dei tempi passati, il celeberrimo « calii marmoreus " posto nell' atrio della vetusta basilica dei ss. Apostoli, e quivi descritto sin dagli anni 560-573 da Giovanni III:
« Via ubi est calix marmoreus, et lapis marmoreus magnus in gradibus eicavatus » cioè la scala del tempio del Sole.

- La scheda 1557 del pittore Baldassarre nello schedario che va dall'anno 1530 al 36, ricorda un ossuario di Gaio Cesare in ss. Apostoli.


BIBLIO

- M. Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma - 1891 -
- Emma Zocca - La basilica dei SS. Apostoli in Roma - Roma - Miscellanea Francescana - 1959 -
- Lorenzo Finocchi Ghersi - La basilica dei SS. Apostoli a Roma. Storia, arte e architettura - Roma - Artemide - 2011 -
- Giovanni Filoramo - La croce e il potere. I cristiani da martiri a persecutori - Roma-Bari - Laterza - 2011 -
- Georg Schelbert - SS. Apostoli a Roma, il coro mausoleo rinascimentale e il triconco rinato - Frommel, Sabine - Parigi - 2012 -



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