GENS ACILIA




La gens Acilia era una familia dell'antica Roma che si suddivise in vari rami, alcuni nobili e altri plebei, anche se di origine plebea; dei vari rami i più noti erano quelli degli Acili Balbi,  Acili Glabrioni, Acilii Rufi e Acilii Severi. Molto ricorrente il prenome Manio, ma pure Gaio, Lucio, Ceso, e Marco.



HORTI ACILIORUM

I Glabrioni erano nel II sec. proprietari degli Horti Aciliorum, nella zona del Pincio, tra la Porta Pinciana e Trinità dei Monti. La parte settentrionale degli horti è il famoso Muro Torto.

Era presente un vasto emiciclo, con l'apertura orientata a occidente, con una scalinata che scendeva nel pianoro,con una piscina, divisa in due sezioni e connessa ad una cisterna, consistente di un labiritino di piccole gallerie scavate nella roccia; la collinetta nell'attuale Villa Medici fu costruita sulle rovine di un ninfeo ottagonale, detto Parnassus.


RODOLFO LANCIANI

"II Monte Pincio, detto collis hortorum dalle numerose ville di famiglie nobili romane, — p. es. gli horti Domitiorum, horti Lucullani e nell'epoca bassa quelli di Petronio Probo ed Anicia Faltonia, ultima discendente forse della gente Pincia, il cui nome è rimasto alla collina fino ai giorni nostri, — è ricco di avanzi di costruzioni antiche. Dopo avere annoverato quegli ancora esistenti, il riferente ragionò di due monumenti distrutti nell'epoca del risorgimento : del cosi detto templum Solis, sotto il Belvedere » della villa Medici, edifizio forse destinato ad uso di ninfeo o castello dell'acqua Vergine ; e di un grandioso emiciclo con terrazze e scalinate discendenti all'antico Campo Marzio; esso stava quasi sul posto della moderna gradinata della Trinitä dei Monti, ma fu distrutto circa il 1550, quando si costrui il monastero della Trinitä e la Villa Medici.

Oltre al piccolo schizzo dato dal Bufalini se ne hanno soltanto due piante nelle opere dl Pirro Ligorio: una più piccola nel codice Bodleiano testo pubblicato dal Middleton {Archaeologia LI p. 497), ed un'altra molto dettagliata, scoperta dal dott. Hülsen nell'archivio di Torino. II riferente presentò una copia di quest'ultima [Bull, comun. 1. c. 1891 tav. V. VI), ed accennò agli avanzi tuttora esistenti sotto il monastero della Trinitä del Monti, che confermano in parte le Indicazioni del Ligorio. Pare che questi edifizi abbiano appartenuto, nel primi secoli dell'era nostra, alla nobile famiglia degli Acilii Glabriones, la quale possedette inoltre, fuori delle mura, grandi terreni ridotti a ville e giardini, corrispondenti in parte alla moderna villa Borghese ed estesi fino alla via Salarla.
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MAUSOLEO ACILII

Il Mausoleo degli Acili Glabrioni si trova ad Alife, fuori Porta Napoli. Il mausoleo funerario, attribuito alla nobile famiglia degli Acilii Glabriones, che doveva avere vaste proprietà nel territorio alifano,  nella prima metà del I sec. d.c.,conserva quasi integra l’originaria struttura, con un  basamento quadrato con lato di m 13, un corpo superiore cilindrico, coperto a cupola, e all’interno una pianta circolare con otto nicchie rettangolari alle pareti.

Il paramento, già rivestito di intonaco e stucco, è in opus latericium, l’attacco della cupola, a getti anulari aggettanti in coementicium, è marcata inferiormente da una fascia di opus incertum. Lo spazio interno era una sfera di m 9 di diametro. All’esterno una modanatura in calcare marcava la distinzione tra basamento, a nicchie absidate oggi scomparse, ed elemento superiore, rivestito in blocchi in calcare, di cui restano pochi elementi. Il monumento fu trasformato verso la fine del secolo XIII nella chiesa di San Giovanni Gerosolimitano e nel 1924 in cappella votiva dedicata ai Caduti, infine, fu restaurato nel 1938.

La gens Acilia ha dato il nome all'omonima borgata, situata a metà strada tra Roma ed Ostia, lungo la Via del Mare.

DENARIO DI ACILIUS GLABRIO
  • Gaio Acilio Glabrione - questore nel 203 e tribuno della plebe nel 197 a.c.
  • Manio  Acìlio Glabrione -  ( Manius Acilius Glabrio) Tribuno della plebe nel 201 a. c., quindi edile, pretore e infine console nel 191, ottenne di condurre la guerra contro Antioco III di Siria, e, come narra Livio lo vinse facilmente alle Termopoli: inseguendolo conquistò Scarfea. L'anno seguente celebrò il trionfo. Nel suo bottino vi era una sontuosa veste tessuta d'oro che donò alla statua di Giove Feretrio. Pose nel 190 a.c. la candidatura alla censura; ma due tribuni lo accusarono di peculato, e contro di lui testimoniò M. Porcio Catone; A. G., protestando contro la falsa testimonianza, ritirò la sua candidatura, ma fece fallire anche quella di Catone.      
  • Manio Acilio Balbo - console nel 150 a.c.
  • Gaio Acilio - senatore e storico, buon conoscitore della lingua greca, nel 155 a.c. fa l'interprete ai filosofi greci in visita a Roma; nel 142 a.c. (secondo Livio) pubblica una storia di Roma in greco. Grazie all'influenza politica della sua famiglia e soprattutto alla sua conoscenza del greco, nel 155 a.c. introdusse al senato romano i filosofi Carneade, Diogene e Critolao, che erano venuti là come ambasciatori di Atene, facendo loro da interprete. Il senato però li accolse non troppo bene perchè per Roma l'arte era una mollezza che distraeva dai doveri verso la patria. E' il periodo in cui Roma si espande, vengono distrutte Cartagine e Corinto, poi vine sconfitta Atene e i capolavori greci giungono tra lo stupore generale ad abbellire Roma, e vi resteranno moltiplicandosi nelle copie finchè Teodosio li bollò come idoli pagani decretandone la distruzione totale. Se ne salvò un numero esiguo e quasi tutte copie. Inizia  invece nel periodo di Gaio Acilio, che ne è grande estimatore, la cultura greca che si unisce felicemente a quella italica. Roma ha bisogno di arte e di storia che la giustifichi e le dia gloria. Seguendo l’esempio di Quinto Fabio Pittore, il primo storiografo latino di cui si ha notizia, Acilio scrisse una storia di Roma in greco,come narra Dionigi di Alicarnasso, probabilmente annalistica, che andava dai gloriosi  albori fino al 184 a.c. e che fu pubblicata, a quanto riferisce Livio, verso il 142 a.c. Dai frammenti conservati, sembra che, come nell’opera di Fabio Pittore,  Acilio avesse dedicato molto spazio al racconto delle origini nonchè alle cerimonie e istituzioni cultuali. Il lavoro fu tradotto in latino da un Claudio, che si presuma sia l’annalista del I sec. a.c. Claudio Quadrigario.
  • Manio Acilio Glabrione -  console suffecto nel 154 a.c.
  • Manio Acilio Balbo - console nel 150 a.c. con Tito Quinzio Flaminino
  • Manio  Acìlio Glabrióne  - Tribuno della plebe nel 122 a. c.: promotore della lex Acilia repetundarum, legge che puniva la concussione, promossa da Caio Gracco e da Manio Acilio Glabrione da cui prese il nome. Fu approvata nel 123-122 a.c. con un plebiscito. La legge puniva le malversazioni dei governatori con una pena in denaro, da versarsi  nelle casse dello Stato, pari al doppio del valore del danno prodotto, evitando persecuzioni da parte di privati.
  • Manio Acilio Aviola console nel 122. Collega di  Manio  Acìlio Glabrióne.  
  • Manio Acilio Balbo - pretore nel 117 a.c. e console nel 114 a.c. insieme a Caio Porcio Catone.   
  • Lucio Acilio -  avvocato, fu uno dei commentatori delle leggi delle dodici tavole in qualità di giurista romano, nel II sec. a.c..  Marco Tullio Cicerone, Laelius de amicitia, VI: «scimus L. Acilium apud patres nostros appellatum esse sapientem». Sembra dunque che fu una delibera popolare a conferirgli il nome di Sapiens.  
  • Manio Acilio Glabrione -  politico e generale, nipote del famoso giurista Publio Muzio Scevola, console nel 67 a.c., assieme a Gaio Calpurnio Pisone, il suocero di Cesare.   
  • Manio Acilio Canino - comandante del porto di Orico durante la guerra Farsalica. La battaglia di Farsàlo fu lo scontro finale del 48 a.c. tra l'esercito del console Gaio Giulio Cesare, del quale Canino era luogotenente, rappresentante della fazione dei populares, e quello di Gneo Pompeo Magno, leader degli optimates.
  • Manio Acilio Canino - proconsole in Sicilia nel 46 45 a.c.  
  • Manius Acilius Aviola, console suffetto nel 33 a.c.
  • Manio Acilio Glabrione - console suffecto nel 33 a.c.     
  • Acilio Aviola - legato in Gallia Lugdunensis sotto Tiberio nel 21 d.c. 
  • Acilius Lucanus - giurista a Cordoba nella provincia della Hispania Baetica.
  • Acilia Lucana -  moglie di Marco Anneo Mela, e madre nel 39 d.c. del poeta Marco Anneo Lucano.
  • Acilio - valoroso soldato leggendario della X legione di Cesare.
  • Manio Acilio Aviola - console nel 54 d.c. 
  • Manio  Acìlio Glabrióne - Figlio del precedente, fu pretore nell'anno 70 d.c. e in questa veste presiedé il processo contro Verre, venne nominato console nel 67, ebbe il comando della Bitinia e del Ponto, e assunse la direzione della guerra contro Mitridate. 
  • Manio  Acìlio Glabrióne - Console ordinario con Marco Ulpio Traiano, il successivo imperatore, nel il 91 d.c., finchè fu sospettato di congiura da Domiziano e fu obbligato a combattere con le fiere nel circo, poi esiliato e messo a morte (95 circa), o perché accusato di aspirare all'Impero (secondo Giovenale, e molto verosimilmente Svetonio) o perché "ateo" e seguace di "costumanze giudaiche" (Dione Cassio);  a parere di varî moderni, perché cristiano, ma non c'è fonte di questo. L' ipogeo sepolcrale degli Acilii Glabrioni, scoperto nel 1888-89, che doveva essere riccamente decorato, costituisce uno dei nuclei più antichi del cimitero di Priscilla in via Salaria a Roma.  
  • Manio Acilio Rufo - console suffetto nel 102.  
  • Manio Acilio Glabrione -  console nel 124
  • Manio Acilio Glabrione -  console nel 186, durante il principato di Commodo.  
  • Acilio Glabrione -  senatore con Pertinace 193. 
  • Manio Acilio Faustino - console nel 210 
  • Manio Acilio Aviola - console nel 239. 
  • Marco Acilio Glabrione - console nel 256 
  • Acilio Severo - citato anche da Gerolamo, proveniva da una famiglia equestre, era originario della Spagna ed era un cristiano. Fu console nel 323 e praefectus urbi dal 325 al 326. È probabile che il Severo che fu prefetto del pretorio di Costantino I nei Balcani nel 322-323 fosse questo Acilio. Il piatto d'argento ritrovato nel 1882 nel Foro romano, dedicato da "SEBERVS" all'imperatore Costantino I per il XX anno di regno (326) potrebbe essere stato prodotto per volere di Severo, per celebrare l'imperatore durante la sua visita nella città. 
  • Anicio Acilio Glabrione Fausto, console suffetto nel 438 d.c.

RODOLFO LANCIANI

Esplorando quella parte delle Catacombe di Priscilla che si trova sotto il Monte delle Gioie, vicino all'ingresso dalla Via Salaria, de Rossi osservò che il labirinto delle gallerie convergeva verso una cripta originale, a forma di greca Γ (Gamma), e decorato con affreschi. Il desiderio di trovare il nome e la storia dei primi occupanti di questa nobile tomba, la cui memoria sembra essere stata così cara ai fedeli, portò gli esploratori a setacciare attentamente la terra che riempiva il luogo; e le loro pene furono ricompensate dalla scoperta di un frammento di una bara di marmo, inscritto con le lettere: ACILIO GLABRIONI FILIO.
EPIGRAFE DI ACILIUS GLABRIO

Questo frammento apparteneva davvero alla cripta o era stato gettato lì per caso? E in caso di appartenenza alla cripta, era un disco isolato, o apparteneva a un gruppo di tombe degli Acilii Glabriones? Le domande hanno avuto piena risposta dalle scoperte successive; quattro iscrizioni, che nominano Manius Acilius ... e sua moglie Priscilla, Acilius Rufinus, Acilius Quintianus, e Claudio Acilio Valerio furono trovate tra le frese, così che non ci sono dubbi sulla proprietà della cripta e sulla cappella che si apre alla fine del braccio più lungo del Γ.

I Manii Acilii Glabriones raggiunsero la celebrità nel sesto secolo di Roma, quando Acilio Glabrio, console nel 563 (ac 191), conquistò i macedoni nella battaglia dei Termopili. Abbiamo a Roma due record della sua carriera: il Tempio della Pietà, eretto da lui sul lato ovest del Foro Olitorio, ora trasformato nella chiesa di S. Nicola in Carcere; e il piedistallo della statua equestre, di bronzo dorato, offertogli da suo figlio, il primo del genere mai visto in Italia, che fu scoperto da Valadier nel 1808, ai piedi dei gradini del tempio, e sepolto di nuovo.


BIBLIO

- Andrea Frediani, Sara Prossomariti - Le Grandi Famiglie di Roma Antica - Roma - Newton Compton Editori - 2014 -
- Edward Gibbon Nomina Gentesque Antiquae Italiae (1763-1764) -
- Mario Enzo Migliori - L’Origo Gentis Romanae. Ianiculum e Saturnia - 2015 -
- George Davis Chase - The Origin of Roman Praenomina - in Harvard Studies in Classical Philology - vol VIII - 1897 -


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