ULPIA OESCUS TRAIANA (Bulgaria)



GLI ORNAMENTI

Oescus era un'antica città della Moesia (Serbia Bulgaria), a nord-ovest della moderna città bulgara di Pleven, vicino al villaggio di Gigen della Moesia inferiore (da non confondere con Sarmizegetuza Ulpia Traiana in Romania). Claudio Tolomeo la definisce una città triballiana, cioè trace, ma fu romanizzata, raggiungendo lo status di colonia sotto Traiano, con il nome di Colonia Ulpia Oescus, concessa ai veterani della legio I Italica e V Macedonica. Così Oescus fu tracia, romana e bizantina.

In questa città, localizzata alla confluenza tra i fiumi Danubio e Iskar, ebbe il suo campo la Legio V Macedonica da Augusto a Traiano. Oggi l'Iskar dista 300 m dal sito archeologico dell'Ulpia Oescus, a causa della sezione paludosa che aveva causato lo spostamento del Danubio negli ultimi secoli, ma che probabilmente esisteva anche nell'antichità.

I primi edifici dell'Ulpia Oescus venero eretti durante la campagna dell'imperatore Traiano (106–109 d.c.), sulle rovine del precedente campo permanente della V Legio Macedonica (10 d.c.), che prese parte alla soppressione della rivolta dei Traci a sud dei Balcani, e alle operazioni militari nelle guerre partiche di Nerone, e più tardi nella guerra romano-giudaica del 66-67..

La V Macedonica prese parte alle guerre daciche di Domiziano nel 85-86, e a quelle daciche di Traiano nel 101-106. Il Pyasutsite and Prez Livada localizzano a east-northeast di Oescus una necropoli del I-II sec. da cui sono emerse le più antiche epigrafi e monumenti di veterani.

Tra le rovine di Ulpia Oescus, restano visibili i resti delle mura difensive del campo legionario, fette di terra e pietra (71–101 d.c.), come Ratiaria (dal villaggio sul danubio di Archar, distretto di Vidin, Bulgaria) in Moesia Superior, Poetovio in Pannonia Superior, colonia Ulpia Traiana in Germania Inferior e Thamugadi in Numidia.

Al di fuori delle rovine della cinta muraria romana di Ulpia Oescus, sono ancora visibili i resti del muro di difesa del campo della legione, fatto di terra e pietra (71-101). Poco dopo la Legio V Macedonica lasciò il suo campo permanente a Oescus nel 102 d.c., la città fu riconosciuta come colonia fondata da Traiano, così come la Ratiaria (dal villaggio danubiano di Archar, distretto di Vidin, NW Bulgaria) nella Mesia Superiore, Poetovio in Pannonia Superior, colonia Ulpia Traiana in Germania Inferiore e Thamugadi in Numidia.
I RESTI DELLA FORTEZZA
Era ormai consuetudine affermata spedire soldati esperti di origine italica dalle coorti pretoriane come centurioni a diverse legioni, per volere del lungimirante di Traiano, usanza in seguito ripetuta. Nel 167 dc, Oescus divenne colonia ottenendo un nuovo nome, Colonia Ulpia Oescensium ("Ulpia" dal secondo nome di Traiano, Ulpio).

I suoi cittadini erano per lo più legionari in pensione e la colonia fu chiamata per il reinserimento dei soldati in pensione nella società civile. Dopo il 271 d.c., la legione V Macedonica tornò in questo luogo evi costruì un secondo sistema di fortezza (Oescus II).
C'erano 150 città coloniali romane, ma l'Ulpia Oescus era particolare perché gli erano stati concessi tutti i diritti romaniin qualità di colonia romana. L'Ulpia Oescus proteggeva la strada del Danubio Limes ed era un'importante strada militare verso l'odierna Plovdiv (Philippopolis greca, Trimontium latino) perché passava vicino alla stazione stradale e, in seguito, alla possente fortezza di Storgosia (nell'odierna Pleven).
MOSAICO "GLI ACHEI", OPERA GRECA PERDUTA IN MENANDRO DI ATENE (342-291)

I RESTI

Gli scavi archeologici sono iniziati in Ulpia Oescus 1904-1905, e indagini archeologiche effettuate finora sull'estensione orientale di Oescus II mostrano che vi erano case risalenti all'epoca del Principato, alcune delle quali piuttosto imponenti e decorate con mosaici datati al tempo di Settimio Severo. Un acquedotto forniva Oescus di acqua sorgiva proveniente da fonti poste a 20 km di distanza, e un muro di pietra lo proteggeva dagli invasori e dalle alluvioni del Danubio.

IL TIMPANO
Il piano completo di scavo e ricostruzione del sito di Ulpia Oescus intende comunque ripristinare completamente gli edifici di Oescus I che forniranno ai visitatori un'impressione completa di questo antico centro commerciale, culturale e militare di epoca romana.
Le maestose rovine della città coprivano infatti circa 280.000 m², testimoniando la ricchezza delle dinastie Antonina e Severana, con, vicini all'entrata, edifici amministrativi e un pozzo romano perfettamente ricostruito di fronte a un grande complesso di bagni pubblici.

I DECORI
Ulteriori scavi hanno fatto emergere tre bagni pubblici (terme) e una strada perfettamente conservata che va dalle terme al notevole edificio del Tempio della Fortuna. Lungo la strada c'erano tabernae (negozi) che esercitarono il loro lavoro fino al VI secolo. Il Tempio di Fortuna, costruito nel 190-191 d.c., era dedicato alla protettrice della città, appunto la Dea della Fortuna, ovvero Dea Fortuna(in parte equivalente ad Ananke e Fatum), la cui statua è ora esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Sofia. 
CARIATIDE ROMANA DI OESCUS
Proprio dall'altra parte della strada, il famoso mosaico degli Achei, del III sec. dc., fu scoperto nel 1948. Ora è esposto nel Museo storico regionale di Pleven, con altri reperti di Oescus e Storgosia. Nel sono stati rinvenuti gli imponenti edifici del Tempio della Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva) e della basilica.
Il 5 luglio 328 d.c., l'imperatore Costantino I inaugurò personalmente il Ponte di Costantino, il più grande e famoso ponte in pietra sul Danubio, che collegava Oescus sulla sponda sud con il castrum Sucidava a nord. 
Oggi, le sue rovine possono essere viste solo sulla sponda settentrionale del Danubio, a Celei, una volta fortezza romana Sucidava, in Romania.

Il ponte fu in uso solo per un breve periodo e venne smantellato prima delle invasioni dei Goti nel 376–378. Nel 411 Oescus venne distrutta dagli Unni. 
L'imperatore Giustiniano I tentò di ristabilire Oescus con un sistema di difesa posto sul Danubio, ma tutte le sue fortezze vennero fermate dagli Avari nel 585.
Un altro tentativo di stabilirsi nel sito avvenne per opera di un villaggio bulgaro, costruito sulle rovine romane (X-XIV secolo), prima che Oescus svanisse totalmente e divenisse storia segreta, poi riportata alla luce.


RINVENUTA LA TESTA DI AURELIANO


Bulgaria, la testa della statua dell'imperatore romano Aureliano rinvenuta a Ulpia Oescus (Foto: Gergana Kabakchieva) Gli archeologi che scavano nella colonia romana di Ulpia Oescus, nell'odierna Bulgaria , hanno scoperto la testa di una statua risalente al III secolo d.c. che si pensa possa essere stata la statua dell'imperatore Aureliano (250-275).

"Le statue romane antiche, soprattutto le teste di queste statue, si trovano raramente. Nell'antichità si pensava che rimuovendo la testa di una statua, si toglieva energia al personaggio che essa rappresentava. Noi abbiamo ritrovato la parte più preziosa di una statua, insomma", ha affermato la Professoressa Gergana Kabakchieva, archeologa dell'Istituto Nazionale e Museo Archeologico di Sofia, responsabile dello scavo.



AURELIANO - ULPIA OESCUS


L'antica città di Ulpia Oescus è una delle altre tre città romane dell'odierna Bulgaria che godettero dello status di colonia di Roma. Le altre due sono Ratiaria e Deultum. La città ospitava circa 100.000 abitanti. Ulpia Oescus si trova a circa 5 chilometri dal fiume Danubio.

La testa appena scoperta è di calcare marmorizzato, gli archeologi pensano che la statua alla quale apparteneva venne elevata durante una visita dell'imperatore Aureliano. Proprio durante il regno di quest'ultimo, la Legio V Macedonica fece ritorno ad Ulpia Oescus per rimanervi definitivamente. "L'acconciatura, la forma del mento, così come gli occhi sono indicativi dell'appartenenza di questa testa al III secolo d.c., il periodo degli imperatori soldati", spiega la Professoressa Kabakchieva.

"In base alle dimensioni della testa, supponiamo che la statua fosse di altezza leggermente inferiore al naturale, probabilmente 1,5 metri. Questa statua è opera di uno scultore di Ulpia Oescus. Da Oescus abbiamo notizie della più antica attività di una bottega di scultore dell'attuale Bulgaria. Questa bottega risale al regno dell'imperatore Nerone, vale a dire alla metà del I secolo d.c.", conclude la ricercatrice.

Le condizioni di conservazione della testa di Aureliano dimostra che nella tarda antichità e nel medioevo venne utilizzata come elemento da costruzione. Le orecchie sono state danneggiate e poiché, infine, è risultata troppo danneggiata è stata abbandonata nel pozzo nel quale è stata recentemente rinvenuta.

Ulpia Oescus è altresì nota per i mosaici pavimentali romani, colorati, risalenti all'epoca dell'imperatore Settimio Severo (193-211), rappresentante una scena dalla tragedia "Gli Achei", del drammaturgo greco Menandro (342-291). Questa commedia era sconosciuta fino al ritrovamento del mosaico nel 1948 che ha preceduto quello del papiro di Osirinco, nel 1961, che contiene un elenco alfabetico delle opere di Menandro.

L'antica Tracia e la città prima romana e poi fortezza bizantina di Ulpia Oescus, nota anche come Palatiolon o Palatiolum, è situata vicino alla città di Gig, nella Bulgaria settentrionale, a circa 5 chilometri dalla confluenza del fiume Iskar (il cui nome romano era Oescus) nel Danubio. Originariamente era un insediamento della Tracia dell'Età del Bronzo e del Ferro. Nella sua opera "Geografia", del II secolo d.c., il geografo greco-egiziano Tolomeo descrive Ulpia Oescus come una città dei Triballi, antica tribù tracia che abitava il nordovest della Bulgaria. Nel I secolo d.c., Oescus si è estesa oltre il perimetro dell'accampamento romano della Legio IV Scythica e della Legio V Macedonica.

La città romana data al 106, fondata dall'imperatore Traiano per celebrare la sua vittoria sui Daci a nord del Danubio. Ulpia Oescus ebbe lo status di colonia di Roma, il più alto per una città dell'impero. La città ebbe un suo momento di splendore in relazione alla costruzione, sotto l'imperatore Costantino, del ponte sul Danubio, della lunghezza di 2,5 Km (1,3 KM sul fiume) e della larghezza di 5,7 m, inaugurato, alla presenza dell'imperatore, nel 328.
Nella prima metà del V sec. d.c., Ulpia Oescus subì la minaccia degli Unni. Nel 444 venne conquistata da Attila che cercò di trasformarla in un insediamento unno, l'unico in territorio bulgaro, con il nome di Hunion. Tentativo che ebbe breve durata. Le mura della fortezza vennero costruite sotto il regno dell'imperatore bizantino Giustiniano il Grande (527-565). L'intera città venne distrutta nel 585 dagli Avari. Nel VI secolo venne invasa dagli slavi.

Fonte:
archaeologyinbulgaria.com


BIBLIO
- Ovidiu ŢENTEA, MOESICA ET CHRISTIANA - Studies in Honour of Professor Alexandru Barnea - Edited by Adriana Panaite, Romeo Cîrjan and Carol Căpiţă - Muzeul Brăilei -
- D. Boteva - Lower Moesia and Thrace in the Roman Imperial System (a.d. 193-217/218) - Sofia - 1997 -
- Daniele Farlati and Jacopo Coleti - Illyricum Sacrum - Venice 1819 - vol VIII -
- Ivan Tsarov - The Aqueducts in the Bulgarian Lands - II - IV century AD -




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