TEMPIO DI ADRIANO





Secondo altri il tempio sarebbe dedicato a Marco Aurelio, sebbene delle fonti riportino che i due templi fossero vicini l'uno all'altro:

LE PROVINCE
 "Non lontano dal tempio di Adriano venne dedicato a Marco Aurelio, dal figlio Commodo, un tempio. A questo complesso apparteneva anche la colonna Antonina oggi al centro di Piazza Colonna."

"Le grandi antiche colonne con immenso cornicione al di sopra, che veggiamo sulla Piazza di Pietra, nome avuto da' molti frammenti di marmo ivi ritrovati, si attribuiscono di comun consenso al tempio di Marco Aurelio: 

"unde etiam templum ei constitutum, dati sarcedotes Antoniniani, et sodales et flamines: da' regionar poi si allega Templum D. Antonini";

perciò chi lo volesse attribuire ad Antonino Pio pare che andrebbe lungi dal vero. 

Benchè le undici colonne, che rimangono delle tredici anticamente esistite, siano state assai danneggiate dagl'incendj; tuttavia quel tanto ne resta che ne la conoscere il pregio. Sono esse scanalate di marmo e dell'altezza, di 41 piedi sulla grossezza di quattro piedi e due pollici di diametro. 

RICOSTRUZIONE
Il cornicione in marmo greco è ammirabile per la grossezza e per la struttura: un angolo del medesimo di gran mole ornato di teste di leone, che servivano di scolo alle acque piovane, fu trovato nel Pontificato di Clemente XII in uno scavo operato in questa piazza: tagliato sottilmente per servirsi del marmo ed altro uso, si vede ora murato con iscrizione analoga sotto il portico, che conduce all'aree capitolina."

Ma la maggior parte degli autori oggi concordano sull'attribuzione del tempio all'imperatore Adriano.

Così in Piazza di Pietra, a Roma, spiccano i giganteschi resti piuttosto integri di una facciata laterale del grande Tempio dedicato all'imperatore Adriano dal figlio e successore Antonino Pio.

L'edificio, realizzato nel 145 d.c., era al centro di una vasta piazza porticata.

RICOSTRUZIONE
Il nome della Piazza si riferisce appunto al tempio di Adriano, che si trova su un lato della piazza situata nell'antica regione del Campo Marzio.

Il tempio venne eretto in onore dell'imperatore Adriano, divinizzato dopo la sua morte, dal successore Antonino Pio.

I suoi resti sono inglobati in un edificio del XVII secolo, eretto da Carlo Fontana.

Nel 1879 i resti furono riutilizzati ed inseriti nel palazzo della Borsa e della Camera di Commercio dando vita ad uno dei più terribili esempi di riuso storico.

Diciamo che l'epoca inoltre non giustifica minimamente l'ignoranza visto che già fervevano gli scavi archeologici in ogni dove.

La piazza è molto stretta e il tempio è costruito su un alto piedistallo, in parte visibile per il ristretto scavo effettuato sul suo laterale, dato il livello di pavimentazione al disotto di circa 4 m. rispetto alla piazza attuale. Attraverso un'incisione del sedicesimo secolo possiamo vedere come il tempio venisse usato come fortezza.

UNA DELLE PROVINCE ROMANE CHE DECORAVANO IL TEMPIO

DESCRIZIONE

Il tempio era circondato da una grande piazza porticata, con colonne di marmo giallo antico, che si apriva verso via Lata (via del Corso) con l'arco trionfale detto "di Antonino" o "di Claudio" e "dei Tosetti", dal nome della famiglia che abitava in piazza Sciarra, oggi scomparsa in seguito all'allargamento della via del Corso.

L'arco ha dato il nome al via dell'Archetto, ma venne demolito perchè molto danneggiato.

Il tempio aveva 8 colonne sul fronte e 13 sui lati lunghi. Oggi rimangono solo 11 colonne. Il tempio misurava 100 x 90 metri. Il podio del tempio era alto 4 metri mentre le colonne misuravano 15 metri, trabeazione e timpano misuravano circa 8 metri di altezza, contando poi le statue si poteva arrivare ad un altezza complessiva del tempio di circa 31 metri.

Al di sopra delle colonne si conserva anche un largo tratto della cornice e della trabeazione, che prosegue, ricostituita, anche sulle ali laterali dell'edificio che ha inglobato il tempio.

E' originale anche il livello stradale, che si vede dallo scavo, sul quale poggiava il podio del Tempio, alcuni metri più in basso dell'attuale.

Il muro della cella era coperto di marmo, come dimostrano i fori di fissaggio delle lastre, marmo ampiamente saccheggiato durante l'epoca dei papi.


I resti della cella, priva di abside e coperta da una volta a botte, sono visibili all'interno dell'edificio della Borsa.

LE PARTI EVIDENZIATE SONO
 RIMASTE INTEGRE
Nei Musei Capitolini, nel cortile del Palazzo dei conservatori, si conservano una serie di rilievi con province romane, che si alternavano a pannelli, più rientranti, con dei trofei, tutte attribuite al Tempio di Adriano, un tempo al podio su cui si innalzavano le lesene delle pareti interne della cella, ora si propende più a una loro collocazione sull'attico dei portici che circondavano la piazza.
Secondo recenti indagini, la piazza doveva presentare, per lo meno sul lato settentrionale, un'ampia esedra sul modello di quelle del Foro di Augusto e del Foro di Traiano.

I rilievi riflettono la politica più pacifica di Adriano rispetto al suo predecessore, Traiano, imperatore amatissimo dal popolo, che in qualche modo Adriano non voleva solo emulare ma superare di gran lunga.

Questo bassorilievi delle province mostrano una rassegna dei popoli e delle regioni che componevano l'impero romano con l'obiettivo di esaltare la potenza di Roma e il raggiungimento di un nuovo periodo di sostanziale pace che non si aveva dai tempi di Augusto, la famosa Pax Augusta.

Non dimentichiamo che l'imperatore che si fece ritrarre in più pose nell'arte scultorea fu, dopo Augusto, proprio Adriano, che vi unì però anche l'esaltazione dell'impero romano, che egli, come del resto Augusto, sentiva profondamente.


BIBLIO

- Cassio Dione - Historia Augusta - 69 -
- Cassio Dione - Storia romana - a cura di Alessandro Stroppa - BUR - Milano -
- Lucos Cozza - La decorazione (con M. Cipollone), in Tempio di Adriano (a cura di) - Roma - De Luca - 1982 -
- Lucos Cozza - Le scanalature delle colonne (con A. Claridge) - in Tempio di Adriano - Roma - De Luca - 1982
- Lucos Cozza - Tempio di Adriano (a cura di), Roma, De Luca, 1982
- Degli avanzi delle antichità - Bonaventura Overbeke - a cura di Paolo Rolli - Tommaso Edlin - Londra - 1739 -
- Andrew Drummond - The World of the Romans - New York: Oxford University Press. -1993 -
- Alessandro Galimberti - Adriano e l'ideologia del principato -




1 comment:

Botman on 24 agosto 2021 alle ore 21:57 ha detto...

Mancano le dimensioni del tempio.

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