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MURA SERVIANE |
In Plutarco, Ratumena, un auriga di Veio in corsa folle dei suoi cavalli imbizzarriti, fu sbalzato dal suo carro non appena i suoi cavalli raggiunsero il Campidoglio.
Questo suggerisce che la porta fosse ai piedi del colle, forse su quella che era un tempo la Salita di Marforio, distrutta per far posto alla costruzione dell’Altare della Patria e di Via dei Fori Imperiali.
Un'altra versione di questa storia tracciò una forte connessione dell'episodio con il Tempio di Iuppiter Optimus Maximus; i cavalli procedettero nell'Area Capitolina, senza Ratumenna, per ammirare, come cita Festus, i carri di terracotta sul tetto del Tempio di Iuppiter Optimus Maximus, oppure i cavalli, come narra Plinio, procedettero intorno al tempio per tre volte come in una cerimonia lustrale.
Gli studiosi concordano che la porta fosse situata intorno al Campidoglio. Coarelli ipotizza invece che la ‘Porta Ratumena’ fosse in origine il nome etrusco della Porta Carmentalis.
Richardson osserva che un gruppo di cavalli avrebbe potuto avere accesso all'Area Capitolina solo attraverso il Clivus Capitolinus, o attraverso una strada che saliva tra le due sommità del Campidoglio dal Campus Martius (inter lucos).
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TOMBA DI GAIO PUBLICIO BIBULO |
La lapide funeraria è posizionata in modo tale da far pensare all’esistenza, in quella direzione, di una strada su cui appunto potrebbe essersi aperta la Porta.
Uno tra i maggiori studiosi delle mura di Roma, G. Säflund, ipotizza trattarsi della stessa porta successivamente chiamata Fontinalis.
Si tratterebbe a suo avviso di un accesso a fortificazioni precedenti all’invasione dei Galli del 390 a.c. e quindi preesistente alle mura serviane.
Un'ultima versione ipotizza che la diretta via che da Veio conducesse Ratumena a Roma fosse la Via Flaminia. Richardson identifica la Porta Ratumena come un cancello nelle mura serviane che portasse in cima al Campidoglio nella salta corrispondente all'odierna Cordonata di Michelangelo.
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