VILLA DI PATTI (Sicilia)



La Villa Romana di Patti è una grande ed elaborata villa romana locata nel comune di Patti Marina in provincia di Messina in Sicilia, scoperta nel 1973 durante i lavori di costruzione di un tratto dell'autostrada A20, quando a causa di detti lavori una parte del lato nord della villa fu distrutta. La villa è situata al centro dell'omonimo golfo che va da capo Milazzo a capo Calavà, su una collina che si affaccia sul Mar Tirreno.

L’edificio residenziale, scoperto in occasione dei lavori per la costruzione dell’autostrada Messina-Palermo, si trova a nord delle colline su cui si estende la moderna città di Patti, a pochi chilometri di distanza dal sito di Tindari, sulla sponda destra del torrente Montagnareale, in prossimità della costa e di quello che doveva essere l’antico tracciato della via Valeria.

Al complesso si accede attualmente da un ingresso, probabilmente all'epoca secondario (posticum), situato sul lato ovest dell’edificio, che immette in un grande peristilio quadrangolare, orientato sull’asse nord-sud e che rappresenta il punto centrale della villa, intorno a cui si distribuivano i numerosi ambienti privati, di ricevimento, di rappresentanza e di servizio.

L'edificio col suo terreno costituiva un classico latifondo tardo romano, un esempio di villa suburbana rinvenuta lungo l'attuale Strada Statale 113,  a ridosso dell'antico tracciato della Consolare Valeria sulla tratta viaria: Messana - Mylae - Týndaris - Pactae o Pactis - Alesa Arconidea - Cephaloedium - Thermae Himerae - Panormos - Drepanon.


LA STORIA

La villa originale fu costruita nel II-III secolo d.c. e fu demolita per edificare una villa più grande e molto più ricca all'inizio del IV secolo d.c., con un peristilio circondato da stanze residenziali, tipiche della villa tardo romana. 

La residenza era stata abbandonata prima del terremoto che colpì la Sicilia nel 365 d.c., ma dopo il terremoto, tra il VI e il VII secolo, i resti della villa furono in parte restaurati e ci fu un'abitazione continua almeno fino al X secolo d.c. Negli ultimi anni il sito è stato ricoperto nuovamente da una speciale copertura protettiva.



DESCRIZIONE

Anche se gli scavi continuano e molte stanze devono ancora essere rivelate, la configurazione generale della villa è abbastanza delineata. Le stanze più rappresentative sono, nell'ala ovest, l'Aula Absidata ("sala absidale") particolarmente grande che ricorda la basilica di Piazza Armerina, e nell'ala sud la "stanza trilobata" dove il peristilio dava sul mare. Nella zona nord-est, un sistema di bagni aveva pareti costruite con una tecnica diversa per cui deve essere stato aggiunto in epoca successiva.

L'Aula Absidata conteneva un pavimento a mosaico ora distrutto (causa l'abbandono degli scavi), ma i pavimenti a mosaico del peristilio e della trilobata, ancora interrati, sono in ottime condizioni. L'orientamento est-ovest dell'Aula Absidata, diverso dall'asse nord-sud del peristilio, la rende di uso incerto, forse una chiesa costruita dopo che il proprietario si era convertito al cristianesimo.

Il peristilio si presenta elegantemente e interamente decorato da un mosaico pavimentale policromo, costituito da una simmetrica composizione a doppia serie di riquadri, delimitati da festoni di alloro, trecce e meandri spezzati.

Arricchito da un quadriportico, il peristilio si apre su una corte centrale, adibita a giardino (viridarium), con una serie continua di archi a sesto ribassato, voltati su pilastri, di cui è possibile ammirarne l’alzato, sul lato sud, e i crolli ne sono perfettamente leggibili, sul lato est.

FIGURA FEMMINILE CON CETRA PORGE UN VASSOIO DOVE NIKE RIVERSA UN LIQUIDO

 Nella corte/giardino, sono visibili a tratti la decorazione musiva pavimentale degli ambienti che appartenevano al preesistente edificio del II-III sec. d.c. Si tratta di mosaici policromi a motivi geometrici, ma pure da scene figurate, come nel “mosaico di Bacco”, in cui il Dio è rappresentato al centro di un medaglione circolare, contornato da bighe trainate da antilopi e pantere.

Un’ampia sala triabsidata, si estende nel lato sud del peristilio con funzione di “sala da pranzo” (triclinium), fronteggiata da un maestoso arco a tutto sesto, oggi restituito nell’alzato, insieme alla parete portante di destra. La qualità di entrambi i mosaici policromi non è molto alta, il che indica che erano il prodotto di una bottega siciliana ma con artigiani nordafricani. 

In epoca bizantina si riporta un evento sismico che determinò un'improvvisa interruzione dei lavori. Sembra comunque che la villa fosse vuota già prima del sisma. Comunque la costruzione non si espanse nè venne abbellita, forse per il terremoto di Creta ampiamente descritto dallo storico romano Ammiano Marcellino.

Per lo stesso avvenimento dovette avvenire la parziale demolizione della vicina Villa romana di San Biagio, e alla devastante frana che determinerà il collasso e conseguente sprofondamento di Tindari, la bellissima città greca e romana, e della sua civiltà.



GLI SCAVI

La villa romana di Patti è stata scoperta nel 1973, durante i lavori di costruzione di un tratto d'autostrada, quando due piloni hanno distrutto parte del lato nord della villa a 6 km di distanza da Tindari. 

Chissà come accade che prima di costruire un'autostrada non si facciano i dovuti sondaggi nel sottosuolo. Tutto il terreno italico è ricco di memorie romane, come disse Adriano La Regina: "Noi italiani quando vogliamo un nuovo monumento basta che diamo un calcio in terra." Ma le multinazionali non ne tengono conto.

Anche se le operazioni di scavo sono tuttora in corso e molti vani attendono di essere scavati fino al livello del pavimento, la mappa della villa è piuttosto chiara. La parte esplorata fino ad oggi corrisponde al nucleo centrale della villa, incentrata su una corte a peristilio intorno alla quale si apre la zona residenziale della villa.



I MOSAICI 

I vani più importanti, tipici dell'edilizia privata tardoantica, sono costituiti dall'aula absidata, che si apre al centro dell'ala ovest e dal triportico dell'ala sud, che dal peristilio guarda sul mare. Il mosaico di quest'aula è andato distrutto, mentre le pavimentazioni del peristilio e quelli del triportico, anche se non in ottimo stato di conservazione, se ne distinguono le figure tipiche dei mosaici.

- Il mosaico del peristilio consiste in una griglia di pannelli quadrati inseriti in una cornice continua di ghirlande d'alloro arricchite da motivi ornamentali e floreali. 
- Il mosaico del triportico presenta medaglioni circolari e ottagoni dai lati curvilinei includenti protomi animali. 
- Il livello non elevatissimo tanto del disegno quanto della policromia sembrano indicare nel mosaico il prodotto di un'officina siciliana con manodopera africana. 

Successivamente al sisma, in età bizantina, tra VI e VII secolo d.c., i resti della villa furono in parte ricostruiti, e restaurati e in questa stessa epoca si edificarono una serie di tombe a fossa in muratura. Sia i corredi sia i materiali ceramici e numismatici dei corrispondenti livelli abitativi consentono di definire un protrarsi dell'abitato almeno sino al X secolo d.c.


IL NUCLEO RESIDENZIALE

- Portico esterno
- Ingresso
- Giardino porticato 
- Peristilium e portico
- Sala tricora o triclinium
- Sala absidata
- Ambiente con mosaico della Medusa
- Tablinium con mosaico di Bacco



EDIFICI ESTERNI

- Impianti termali
- Sepolture bizantine: manufatti ritrovati nell'area delle terme. I corredi funebri sono esposti nell'antiquarium.



AMBIENTI DI SERVIZIO

- Nucleo residenziale destinato alla servitù.



ANTIQUARIUM

- Il piccolo antiquarium aperto nel gennaio 2001, espone la cultura e i materiali delle varie fasi abitative della villa, con le diverse classi ceramiche:

- la terra sigillata sia africana che di altre fabbriche quella africana più rossa, quella aretina più chiara, quasi arancione,
- lucerne, semplici o a bassorilievi,
- ceramiche da cucina per cuocere i cibi ma anche come piatti,
- ceramica comune di diverse tipologie,
- anfore, dolii, internamente coperti o meno di pece,
- vasi grandi e piccoli di terracotta ornata a figure,
- oggetti di oreficeria,
- monete di vario tipo,
- una tessera da circo a rilievo in bronzo,
- mensole architettoniche di marmo,
- un capitello corinzio, anch'esso in marmo,
- una lastra con figurazione a rilievo (una donna e una Nike che compie una libagione presso un altare),
- un altorilievo con una figura panneggiata in trono,
- un torso maschile,
- il corredo funerario delle sepolture rinvenute nell’area dell’edificio termale, a conferma di una frequentazione del sito, tra VI e VII sec. a.c.,
- piccoli oggetti in osso e metallo.

La fronte principale della villa doveva probabilmente prospettare verso il mare e svilupparsi, insieme ad un ingresso monumentale, nella parte più a nord dell’area, dove recenti indagini archeologiche hanno restituito il perimetro di un grande “portico”, orientato sull’asse est-ovest e di cui è visibile una regolare successione di pilastri quadrangolari.



LE TERME

A nord-est del complesso architettonico organizzato intorno al peristilio, si colloca l’edificio termale, non direttamente raggiungibile con l’attuale percorso di visita, ma ben visibile percorrendo, dalla parte esterna, il lato est del peristilio.

Come la villa del Casale di Piazza Armerina, con cui la villa di Patti Marina condivide, oltre all’impostazione generale della planimetria, anche il genere di decorazione musiva africana, l’edificio termale era privato e direttamente collegato al nucleo abitativo.

Benché parzialmente esplorato e pesantemente danneggiato per la costruzione dell’autostrada, è possibile distinguere: 
- l’ambiente per il bagno freddo (frigidarium) e le vasche; 
- l’ambiente tiepido/caldo (tepidarium/caldarium) con pavimentazione sorretta da colonnine in mattoni (suspensurae) e il forno (praefurnium), 
- diversi impianti per la canalizzazione dell’acqua,
- l’Antiquarium.

L’antiquarium fa bella mostra dei manufatti mobili emersi dallo scavo archeologico della villa romana di Patti Marina, donando un quadro complessivo della cultura socio-economica che hanno caratterizzato la vita dalla fastosa residenza, nucleo di un vasto e ricco latifondo.


BIBLIO

- Annalisa Marzano, Guy P. R. Métraux - The Roman Villa in the Mediterranean Basin: Late Republic to Late Antiquity - Cambridge University Press - 2018 -
- Voza, Giuseppe - Le ville romane del Tellaro e di Patti in Sicilia e il problema dei rapporti con l'Africa -1982 -
- Sandro Ranellucci - Una struttura protettiva sui resti della villa romana di Patti Marina - La Sapienza Università di Roma -



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