PUBLIO SEMPRONIO TUDITANO - SEMPRONIUS TUDITANUS


Nome: Publio Sempronio Tuditano, Publius Sempronius Tuditanus,
Nascita: Roma, 26 marzo 270 a.c.
Morte: Eraclea, 5 agosto 180 a.c.
Padre: Gaio Sempronio Tuditano
Gens: Sempronia
Professione: magistrato, tribuno militare, pretore e censore. 
Consolato: 204 a.C.

Publio Sempronio Tuditanus fu un console e censore repubblicano, famoso per aver condotto circa 600 uomini in salvo a Canne nell'agosto 216 a.c. e per il Trattato di Fenice che pose fine alla I guerra macedone, nel 205 a.c..



LE ORIGINI 

Tuditanus, discendente da un ramo importante della gens plebea Sempronia, si dice fosse nipote o cugino del censore Marco Sempronio Tuditano che era stato console nel 240 a.c. con Gaio Claudio Centone e censore nel 230 a.c. con Quinto Fabio Massimo Verrucoso

Non è chiaro come sia imparentato con gli altri due o tre importanti Tuditani: 

- M. Sempronius Tuditanus, uno degli ufficiali di Scipione alla presa di Nuova Cartagine in Spagna. (Liv. XXVI. 48.). 

- Forse lo stesso uomo del console nel 185 a.c. Caius Sempronius Tuditanus, edile plebeo nel 198 a.c. e pretore nel 197 a.c., quando ottenne la Spagna più vicina come sua provincia. Fu sconfitto dagli Spagnoli con grande perdita, e poco dopo morì per una ferita che aveva ricevuto nella battaglia. Era pontifex al momento della sua morte.

- Marius Sempronius  Tuditanus (m. 174 a.c. Roma), tribuno della plebe nel 193 ac,,  propose e promulgò un plebiscitum, che sanciva che la legge sul denaro prestato fosse la stessa per i Socii e i Latini come per i cittadini romani. Fu pretore nel 189 a.c., quando ottenne la Sicilia come sua provincia, e console nel 185 a.c. con Appio Claudio Pulcher. Nel suo consolato fece la guerra in Liguria e sconfisse gli Apuani, mentre il suo collega ebbe altrettanto successo contro gli Ingauni. 



LA BATTAGLIA DI CANNES

2 agosto 216 a.c. - La battaglia di Canne, una delle peggiori disfatte della Storia romana, sta volgendo al termine. Il console Varrone è scappato con una cinquantina di uomini, mentre Lucio Emilio Paolo giace sul campo di battaglia insieme ad almeno 40.000 uomini. I sopravvissuti romani si rifugiano nel villaggio di Canne, senza difese, e soprattutto nei due accampamenti (settemila in quello minore, diecimila in quello maggiore).

L’esercito di Annibale ancora esausto per il massacro, non si lancia contro gli accampamenti, perché cala il buio. Dall’accampamento più grande giunge l'ordine che i soldati passino al campo maggiore, così che insieme si possa andare con passo spedito verso Canosa.

Questo evento divenne leggenda per il popolo romano: "Post pugnam Cannensem in castris multitudo...Canusium incolumes perveniunt".  Lucio Emilio Paolo aveva lasciato sull'altra sponda un campo di riserva di circa 10.000 uomini. Questi uomini che non parteciparono alla battaglia ebbero tre scelte dopo la disastrosa battaglia: 
- arrendersi ad Annibale, 
- tentare di sfondare le linee cartaginesi e fuggire, 
- oppure resistere e morire combattendo. 
Il più piccolo dei due campi fu assediato dai Cartaginesi. 

Publio Sempronio Tuditano tribuno dei soldati parlò così: 

"Preferite dunque essere catturati da un avarissimo e crudelissimo nemico? Ciò non potrà accadere, perché siete cittadini del console L. Emilio, che preferì morire bene che vivere turpemente. Ma, prima che le maggiori schiere dei nemici vi sbarreranno il passo, tramite quelli, che sono a difesa delle porte disordinati e scomposti, irrompiamo! Con il ferro e con l'audacia la via sarà accessibile anche attraverso i nemici serrati. Pertanto procedete con me, che volete salvi voi e lo stato!

Pertanto Sempronio propone un piano, che ora che è ancora buio, stretti a cuneo, i legionari attraversino la piana, dove i nemici sono sì presenti ma totalmente disordinati. Dei settemila uomini, solo seicento decidono di seguire Tuditano.

LA DISFATTA

Ora non appena dette tali parole, strinse la spada e realizzato il cuneo di legionari andò in mezzo ai nemici verso l’altro campo romano. I temibili cavalieri numidi si aggiravano sulla piana di Canne, e iniziarono a bersagliare i soldati di Tuditano sul fianco destro, il tribuno fece allora impugnare gli scudi nella mano destra, così che potessero difendersi nella folle corsa

I 600 uomini guidati da Tuditanus si fecero largo per raggiungere l'accampamento più grande, e da lì marciarono verso Canusium (Canosa), dove trovarono rifugio sicuro. La reputazione di Tuditanus crebbe così presso il Senato e il popolo di Roma.

I poco più di seimila rimasti nell’accampamento si arresero al nemico, confidando che sarebbero stati riscattati dal Senato che però rifiutò di riscattare coloro che si erano arresi ad Annibale o erano stati catturati vivi sul campo di battaglia, con un senatore anziano Tito Manlio Torquato che citava l'esempio di Tuditano e del suo gruppo, rispetto agli uomini codardi che non avevano osato evadere. 

Questo episodio registrato da Livio risale tramite Lucius Coelius Antipater al poeta romano Ennio, ma non è raccontato da Polibio, che nel III libro completamente conservato della sua opera fa un resoconto attendibile e dettagliato degli eventi della II guerra punica, negli anni dal 219 al 216 a.c. 

Ci sono quindi dubbi sulla storicità di questo episodio. Però per molti Tuditano partecipò alla battaglia di Canne come tribuno militare e riuscì a salvarsi passando a forza attraverso lo schieramento dei nemici, e c'è da crederci perchè i reduci di Canne (poi riscattati con la collaborazione delle famiglie) non ebbero il permesso di rientrare a Roma e le loro mogli romane vestirono a lutto per la vergogna e non uscivano di casa se non per necessità.

I romani erano molto sensibili ai loro soldati, se avevano combattuto bene tutti li omaggiavano e gli facevano pure regali ma se avevano perduto in battaglia quasi non li guardavano. Non per nulla i superstiti chiesero a gran voce a Scipione di riportarli sul campo di battaglia. 

Ma c'è una prova della veridicità del valore di Tuditano e della sua impresa eroica: solo un comportamento glorioso giustificherebbe la sua successiva repentina carriera. Se fosse stato un riscattato nè il popolo nè il senato lo avrebbero votato con tanto entusiasmo.

ANNIBALE ISPEZIONA IL CAMPO DOPO LA BATTAGLIA DI CANNE

LA CARRIERA

- Infatti nel 215 a.c. venne eletto edile curule. 

- Nel 213 a.c. ottenne la pretura, ed organizzò come edile i ludi scenici che durarono per la prima volta quattro giorni. 

- Ottenne poi il comando della Gallia cisalpina, la cui base operativa era posta a Rimini, e combatté contro i Galli della regione, espugnando la città di Aternum, facendo più di 7.000 prigionieri e ottenendo un ricco bottino di rame e argento coniato.

- Dato i numerosi successi il comando gli venne prorogato come propretore l'anno successivo (212 a.c.). e anche nel 211 a.c. gli venne prorogato il comando in Gallia. Presumibilmente conquistò la città di Atrinum, ed è stato mantenuto nello stesso comando per i due anni successivi (212 e 211 a.c.). Anche in questo caso qualcuno ha dubitato sulla storicità di queste gesta raccontate di Tuditanus come pretore.

- Fu console nel 204 a.c. e combatté contro Annibale nella battaglia di Crotone, il cui esito però fu incerto. 

- Ma fu eletto censore nel 209 a.c. con Marco Cornelio Cetego, sebbene né lui né il suo collega avessero ancora ricoperto il consolato. Questi due giovani censori riuscirono a completare il primo lustrum (ripulitura rituale) dello stato romano dall'inizio della II guerra punica. Altri lustra erano stati interrotti dalla morte di almeno un censore (a volte in battaglia). 



PRINCEPS SENATUS

Era Tuditanus che aveva il diritto di scegliere il nuovo Princeps Senatus; Cetego voleva che fosse scelto il censore più anziano, cioè Tito Manlio Torquato, poiché era stato censore nel 231 a.c.. Tuttavia, Tuditanus preferiva Quintus Fabius Maximus Verrucosus, il "Temporeggiatore", che era stato eletto censore nel 230 a.c, ed era quindi "junior", come Princeps Senatus ma era nell'avviso di Tuditano il più meritorio dei senatori. 

Poiché Tuditanus aveva il diritto di scegliere, la sua decisione prevalse. Il suo precedente permise a Roma di rompere con la tradizione di scegliere l'ex censore più anziano come Princeps Senatus; d'ora in poi sarebbe stato scelto l'uomo determinato ad essere il senatore più illustre, il che permise al giovane Scipione l'Africano di diventare Princeps Senatus nell'anno della sua censura. 



LA DIPLOMAZIA

Nel 205 a.c. Tuditano fu inviato in Grecia con il titolo di proconsole a capo di una forza militare e navale, allo scopo di contrastare Filippo V di Macedonia. Concluse invece con Filippo un trattato preliminare, il "Trattato di Fenice", un ottimo trattato di pace che dimostrò le notevoli capacità di ambasciatore di Tuditano.

Infatti il trattato favorevole per Roma fu prontamente ratificato dai Romani, ansiosi di dedicare la loro totale attenzione alla guerra in Africa. Il popolo lo ringraziò per aver riportato i suoi combattenti sani e salvi, e il senato fu felice di aver risparmiato uomini e soldi.



CONSOLE IN ASSENZA

Nel 204 a.c., Tuditano fu eletto console in sua assenza, sempre con il suo ex co-censore Cetego. Non era cosa facile da ottenere, ma la sua buona fama era rimasta intatta. Non si sa quanto bene gli uomini abbiano lavorato di nuovo insieme, visto il disaccordo sul Princeps Senatum, ma il popolo non li avrebbe eletti entrambi se avessero avuto problemi fra loro e Livio non menziona alcuna divergenza successiva. 

ANNIBALE

CONTRO ANNIBALE

Tuditano ricevette il Bruzio come sua provincia durante la guerra contro Annibale. Nelle vicinanze di Crotone Tuditano subì una sconfitta, con una perdita di ben 1200 uomini, cosa assolutamente inusuale per lui, ma poco dopo conseguì una vittoria su Annibale, che fu costretto di conseguenza a rinchiudersi entro le mura di Crotone. 

Fu in questa battaglia che Tuditanus fece voto di costruire un tempio a Fortuna Primigenia sul Quirinale, se fosse riuscito a sconfiggere il nemico. Consacrò questo tempio vent'anni dopo nel 184 a.c. ma venne dedicato da Quinto Marcio Ralla, creato duumviro per questo e ne aveva fatto voto dieci anni prima nella Guerra punica Sempronio Sofo, dividendo pertanto le spese. 

Nel 200 a.c, Tuditanus fu uno dei tre ambasciatori inviati in Grecia e presso Tolomeo V, re d'Egitto. Non viene successivamente menzionato da Livio. Si sa che Tuditano fu candidato senza successo al consolato nel 195 a.c. (vinto da Catone e Flacco), ma fu eletto pontefice per l'anno successivo.  


BIBLIO

- William Smith - "Tuditano" - Dizionario di biografia e mitologia greca e romana ed. - 1870 -
- Giovanni Brizzi - Canne. La sconfitta che fece vincere Roma - Bologna - Il Mulino - 2016 -
- André Piganiol - Le conquiste dei romani - Milano - Il Saggiatore - 1989 -
- Bruun, Christer - The Antonine Plague and the 'Third-Century Crisis - in O. Hekster, G. de Kleijn, D. Slootjes (ed.) - Nijmegen - 2006 -

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