BOVILLAE - FRATTOCCHIE (Lazio)



ARCHI DEL CIRCO
Bovillae, l'odierna Frattocchie in provincia di Roma, era una delle trenta cittadine della Lega Latina, successivamente trasformata in città romana a tutti gli effetti. Come Roma arcaica, anche Bovillae fu inizialmente una colonia di Alba Longa. Dopo la distruzione di quest’ultima i sacri riti laziali furono trasferiti a Bovillae, incluso il culto della Gens Julia, il clan familiare di Giulio Cesare.

I suoi resti sono reperibili nella località detta “delle Giostre”, vicino a Frattocchie. Rimangono splendidi reperti archeologici del periodo imperiale: lo stadio, un piccolo teatro, ville, domus ed edifici collegati probabilmente al servizio postale.

Il circo o stadio di Tiberio è l'elemento più importante dell'area archeologica, costruito dall'imperatore per commemorare suo padre Augusto. Poichè la gens di Giulio Cesare era originaria di Bovillae, pur essendo Augusto nativo di Velitrae (Velletri), quando morì a Nola nel 14 d.c. la sua salma fu prima traslata a Bovillae per gli onori e gli antichi rituali, e poi scortata a Roma, per essere infine tumulata nel suo mausoleo.

Bovillae,  centro agricolo e residenziale, era posta all'incrocio tra la Via Appia Antica, la Regina Viarum, e la moderna Via della Cavona, che anticamente portava da Tivoli (Tibur) ad Anzio (Antium),  un crocevia importante nella transumanza della mandrie, da cui il nome, Bovis Villae, Città dei Buoi. Non a caso il primo tratto pavimentato dell’Appia Antica, realizzato nel 312 a.c., giungeva sino a Bovillae.

Come Roma in età più antica, anche Bovillae fu inizialmente una colonia di Alba Longa, divenuta ora Castel Gandolfo, il cui nome si rifaceva alla "Montagna Lunga" dove era situata la città, in quanto "alba" significava "montagna". Nelle iscrizioni odierne i cittadini si chiamano ancora “Albani Longani Bovillenses”.

Nell'unico fondo agricolo coltivato a vigneto rimasto nel Quartiere Palaverta di Frattocchie, ex proprietà “Pompili-Marcheggiani”, in Via J. F. Kennedy, sono in corso dei sondaggi effettuati dalla Soprintendenza Archeologica della Regione Lazio che riferiscono già di antiche incanalature di irrigazione ottimamente conservate, con bordi di ceramica, ed anche un antico muro di contenimento. Tali resti insistono sugli immobili siti nel Comune di Marino, segnati in Catasto al foglio 30, particelle 34, 35 e 63.

Si chiede alla Soprintendenza Archeologica per il Lazio di emanare apposito vincolo archeologico per l'area dato che secondo l’ultima Variante al PRG del Comune di Marino in questa area sarà possibile realizzare nuove costruzioni per circa 13.000 mq., con terreno terreno già acquistato da un’impresa di costruzioni edili. Purtroppo spesso la febbre edilizia ha avuto in Italia la supremazia sulle zone archeologiche.



LA STORIA

Boville ebbe inizio in epoca repubblicana in una località detta oggi   "Due Santi", a sinistra dell'Appia andando verso Albano, esattamente dove inizia il Parco Regionale dei Castelli Romani. Successivamente in epoca imperiale la cittadina si estese a valle, a destra dell'Appia andando verso Albano,  nell'odierna Frattocchie.

L'antica Bovillae aveva grande rilevanza culturale per i culti latini che vi venivano celebrati. Dopo la distruzione di Alba Longa da parte di Roma, i riti sacri di Vesta e della Gens Julia furono trasferiti a Bovillae.

"Boville continuarono ad essere celebrati importanti sacra Albana: a parte la possibilità che il suddetto tempio di Vesta sorgesse proprio qui, lo dimostra il fatto che, perlomeno in piena età imperiale, i suoi abitanti erano chiamati Albani Longani Bovillenses e che la gens Iulia, la quale vantava discendenza da Alba, celebrava  i suoi riti proprio a Boville, in un’antica ara diventata poi sacrario all’epoca dell’imperatore Tiberio. 
Ebbene, da una parte, il ruolo di Roma nel mantenimento dei culti albani si può appunto spiegare con la sua conquista di Alba in età monarchica: infatti, sappiamo che le pratiche religiose di una comunità latina non potevano cessare quando questa perdesse la sua autonomia o fosse distrutta, ma venivano prese in carico dalla nuova realtà egemone."

(Ridolfino 1763)

RICOSTRUZIONE DOMUS DI BOVILLAE
Il culto si evidenzia in un frammento della “Tabula Iliaca Capitolina” ritrovato nel 1683 nel territorio.

Si tratta di un rilievo rappresentante la cattura di Troia e la fuga di Enea che porta con sè oltre al padre ed il figlio, anche i Penati e i Sacra, cioè gli oggetti di culto degli antenati, i loro valori più sacri. Il reperto è oggi custodito al Museo Capitolino.

Il culto Enea veniva considerato un simbolo di “pietas”, cioe’ dell’essere pio, poiche' fedele ai Penati e ai Sacra, e come tale caro agli Dei.
Pertanto il fondatore di Roma e del suo impero aveva alla base delle sue imprese i valori tradizionali, sacri agli Dei. I discendenti di Enea, cioè Cesare e Augusto venivano pertanto accreditati delle stesse qualità, e si direbbe che non li delusero.

Quando Augusto, come narra Svetonio, morì a Nola, la sua salma fu prima traslata a Bovillae a spalla dai magistrati di ogni municipio lungo la strada, secondo le antiche usanze spettanti ai re e agli eroi, e poi scortata a Roma dai cavalieri dell’ordine equestre, per essere cremata ed infine tumulata nell'omonimo mausoleo.

Nel 16 d.c.. Tiberio fece erigere a Bovillae un luogo di culto alla Gens Julia, ed anche statue per commemorare Augusto, come narra Tacito negli annali, di cui si sono perse le tracce. Anche le competizioni del famoso circo erano del resto dedite al culto della Gens Julia.

Boville venne in gran parte abbondata nel IX sec. d.c., spostandosi in localita' "Ad nonum", cioè al nono miglio da Roma, dove oggi sorge Santa Maria delle Mole. Durante gli scavi del secolo XIX furono esplorate le tribune del circo, che erano ancora riconoscibili nella prima parte del secolo scorso. E' evidente pertanto l'urgenza di creare un "Parco di Bovillae", che congiunga il Parco del'Appia Antica con il Parco Regionale dei Castelli Romani.

POSIZIONE DEL CIRCO


IL CIRCO 

La facciata del lato Nord dello stadio "detto Oppidum", mostra ancora  i "carceres" del circo.

RICOSTRUZIONE DEL CIRCO
Oggi rimangono solo tre dei dodici archi dello stadio, detti "carceres"; i posti di partenza dei fantini a cavallo, ovvero gli auriga, o per le bighe pronte per la gara, interrotti da una porta centrale di accesso al circo.

Ne esistono ancora quattro, anche se uno è inglobato purtroppo in una moderna costruzione rurale, che include anche i resti della porta di accesso principale.

Sono gli unici rimasti del mondo romano antico, pertanto importantissimi, ma, come gran parte del patrimonio archeologico italiano, sono minacciati da crolli, per cui presto potremmo perderli per sempre, con grande gioia di abusivi e speculatori. Restano anche vari ruderi e frammenti di statue, ed e' ancora visibile la pianta dello stadio. Sotto terra, come dimostrano molte ricognizioni, vi sono le costruzioni e le ville della citta' antica, che aspettano solo di essere portate alla luce.

ARCHI DEL CIRCO
Il circo fu uno dei soli sei stadi della Roma antica, capace di 8000 spettatori, numero notevole per i circhi dell'epoca, era lungo m. 328.50 e largo m. 60.

Intorno ai "carceres", in peperino e alti circa m. 2.9, erano costruiti dei vani quadrilateri, larghi m. 4, per alloggiare i cavalli, le bighe e i cavalieri, posti sul lato corto settentrionale.

Le gradinate poggiavano su una larga base composta di pezzi di peperino, ed erano costituite in muratura, larghe 5 metri e alte circa due metri, esse ospitavano 6 file di sedili. Erano intervallate regolarmente da aperture ad arco che permettevano l'accesso all'arena dall'esterno dello stadio.

Caratteristica degli archi è la loro successione leggermente obliqua rispetto ai lati lunghi del circo in modo tale che il lato lungo a ovest sia più lungo di 10 m rispetto a quello est, consentendo ai condottieri di percorrere la stessa distanza in un giro del circo, come si usa ancora oggi con le corsie in atletica.

I pilastri dei carceres, nella faccia rivolta all'interno del circo, erano decorati con semicolonne sempre in peperino, con basi e capitelli.

Numerosi parti delle semicolonne, e delle strutture vicine, tra cui basi di colonne, sono state rinvenute, e sono oggi addossate ai carceres o ad essi immediatamente vicine. I carceres avevano dei cancelli lignei, a due ante, che si aprivano sull'arena, mentre un'altra cancellata lignea, come indicato dalla presenza di fori nei pilastri delle arcate, ne divideva i vani.

I CARCERES - RICOSTRUZIONE
Sino all'inizio del secolo scorso erano osservabili le tracce dei basamenti delle due torri poste alle estremità laterali dei carceres nei punti di congiunzione con i lati lunghi del circo.

Allora era anche visibile il basamento della spina, larga m. 2.5, decorata con elementi scultorei i cui frammenti sono stati a più riprese trovati nell'area del circo.

Dinanzi ai carceres, ma all'esterno del circo e in direzione Nord, sempre all'interno dell'attuale "Fattoria Boville", esistono resti di costruzioni antiche. Nell'esplorazione del XIX secolo venne rilevato trattarsi di un portico con all'interno una serie di vari piccoli ambienti di forma rettangolare, affiancati tra di loro, probabilmente si trattava di una struttura attinente l'attività del circo.



ALTRI RESTI

Numerose altre strutture della Bovillae Imperiale insistono nel territorio circostante: imponenti cisterne, le fondazioni dell’antico capiente teatro, resti delle tribune e la spina dello stadio, edifici collegati probabilmente al servizio postale, presenti soprattutto a Frattocchie nella localita cosidetta’ “delle Giostre”, dalle evoluzioni dei cavalieri nel circo, ma anche a Santa Maria delle Mole, specie in località “Mugilla”.

VITTORIA
In passato, numerose esplorazioni archeologiche, condotte prevalentemente nel XIX sec. dal Principe Colonna, dal Lugli e dal Lanciani, avevano portato alla luce un grande teatro, una costruzione a volta alta 6 metri con pianta ottagonale ad esso vicino, sarcofagi, mausolei, cisterne, statue, vari manufatti, tra cui una pianta del circo scolpita nel marmo, diverse abitazioni e ville, numerose statue e sepolcri, come illustrato in una delle numerose piantine e disegni dell'epoca.

Gli scavi per la realizzazione della fognatura in Via delle Giostre, nel novembre 2005, eseguiti dal Comune di Marino senza autorizzazione della Soprintendenza, e senza neanche notificare ad essa l’inizio dei lavori, entrambi passi previsti dalla legge, hanno portato alla luce numerosi reperti:
- 6 lastroni squadrati di peperino con al centro un grande incavo quadrato, presumibilmente per alloggiarvi travi di sostegno;
- una grande quantità di blocchetti di mura romane, "opus reticulatum";
- pezzi di antiche tegole;
- cocci di vasellame "Sigillato italico" di origine etrusca, usato nel I e II secolo a.c.;
- pezzi di marmo lavorati;
- il piano di calpestio di un precedente insediamento abitato antico romano lungo tutta Via delle Giostre, ad una profondità di circa 1 m sotto l’attuale livello stradale.

Comunque fino a circa 30 anni fa era ancora visibile a 20 m. di distanza dal lato lungo orientale del circo, in posizione centrale, un arco di lastroni di peperino alto m. 5.30 e con m. 2 di luce. Questo arco era probabilmente l'ingresso principale dello stadio, raggiungibile tramite un'apposita strada dall'Appia Antica, e da esso partiva una via delimitata da pareti di peperino alte 2 m. che portava al circo, ed anche a un corridoio di servizio tutto intorno ad esso, a sua volta delimitato da un muro di peperino. La porta trionfale, destinata all'uscita dei vincitori delle gare, era situata invece sul lato corto ricurvo, posto a Sud.

Purtroppo nella zona, anche in quella con vincolo archeologico, albergano grandi ville con loro “dependance” ed addirittura di una costruzione che ha usato alcuni “carceres” come architravi di sostegno.



IL TEATRO

Nel novembre 2005 sono stati eseguiti dei lavori di scavo per l’apposizione di tubi di fognature in Via delle Giostre, eseguiti anche qui dal Comune di Marino senza richiedere l'autorizzazione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici, e senza neanche informarla, entrambi obblighi di legge.

Nel corso degli scavi, condotti frettolosamente e con poca o nessuna cura verso eventuali ritrovamenti archeologici, sono stati rinvenuti 5 lastroni di peperino di notevoli dimensioni, di cui 3 molto grandi e squadrati, e 2 leggermente più piccoli, sempre squadrati, ma con al centro un grande incavo quadrato, presumibilmente per alloggiarvi travi di sostegno.

I lastroni, uniti tra loro, e posti ad una profondita' di 80-90 cm, formavano una struttura molto più grande delle dimensioni della traccia degli scavi fognari, venendo attraversata da essa.

Sono stati rinvenuti poi molti blocchetti di  "opus reticulatum", pezzi di antiche tegole, cocci di vasellame di "Sigillato italico" di origine etrusca del I e II sec. d.c., ed infine pezzi di marmo lavorati. I reperti sembra derivino tutti dal grande teatro antico di Bovillae, un’imponente complesso residenziale di epoca imperiale.



AREA DI MUGILLA

La Giunta regionale - incredibilmente – non ha inserito nel Parco Regionale dell’Appia Antica l'area di Mugilla, peraltro la naturale prosecuzione del Parco, contrariamente a quanto proposto dal Piano di Assetto. Il sito è di alto valore paesistico, poiché agisce da cerniera tra il Parco dell'Appia Antica e la campagna Romana, e contiene strutture archeologiche tra cui una cisterna romana, un sepolcro, resti murari attribuiti ad una villa romana.

Per questi motivi la Soprintendenza Archeologica del Lazio, con nota alla Variante Generale, prescrive nell'area di Mugilla l'inedificabilità assoluta. Non da ultimo, essa costituisce un importante polmone verde, inserita all'interno di un'urbanizzazione intensa e caotica.


BIBLIO

- Raimondo Del Nero - Bovillae - Iª ed., Marino - Tipografia Gianni Palozzi - 1994 -
- Sesto Aurelio Vittore - De Originis Gentis Romanae - XVII -
- Pamela Cerino, Andrea De Angelis, Andrea Pancotti, Noemi Tomei - Verso i carceres. Una via basolata nel territorio di Bovillae (Marino) - in Lazio e Sabina - X - atti del convegno di studi di Roma - 2013 -
- Filippo Coarelli - Guide archeologiche Laterza - Dintorni di Roma - Iª ed. - Roma-Bari - Casa editrice Giuseppe Laterza e figli - 1981 -
- Girolamo Torquati - Studi storico-archeologici sulla città e sul territorio di Marino - vol I - Marino - Tipografica Renzo Palozzi - 1974 -
- Girolamo Torquati - Studi storico-archeologici sulla città e sul territorio di Marino in tre volumi -  (di questo manoscritto è stato edito a Marino nel 1987 per i tipi della Tipografica Renzo Palozzi il I volume, contenente gli studi su Bovillae; gli altri due volumi sono inediti) -






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