LUDUS MAGNUS - PALESTRA GLADIATORI



IL GRANDE GIOCO

Il Ludus Magnus era la più grande e importante palestra dei gladiatori a Roma, situata a fianco e ad est del Colosseo e con questo comunicante, nella valle tra l'Esquilino e il Celio.

Fu uno dei quattro ludi (giochi) da Domiziano, l'unico parzialmente visibile perchè parzialmente scavato.

Oltre metà di esso infatti giace ancora sotto al suolo, nell’area di Via Labicana e Via di San Giovanni in Laterano.

I resti della caserma furono scavati nel 1937, ripresi poi tra il 1959 ed il 1961, negli scavi per la costruzione di orribile edificio moderno, tra pregiati edifici ottocenteschi e liberty, tra via di San Giovanni in Laterano e via Labicana.

All'epoca venne posta in luce la parte nord del Ludus Magnus, mentre la parte sotto la Via San Giovanni, fino alla Via Labicana e sotto il palazzo tra questa strada e la Via dei Santissimi Quattro Coronati, è tutta da scoprire.

Altri resti sono visibili a Piazza Iside, accanto ai resti del tempio della Dea egizia.

 Basta dare un'occhiata alla zona per comprendere che la parte interrata è molto più estesa di quella scavata. Del resto la parte portata alla luce di Roma antica è circa un decimo, e forse meno, di quella da scavare.

Il Celio e l'Oppio erano colli contigui pieni di ville, caseggiati, monumenti, negozi, templi, strade, basti citare la Domus Aurea, la Domus Faustae, le Terme traiane, per citare le costruziioni maggiori, solo in parte portate alla luce.

Da alcuni sondaggi si sa che nell'area si trovavano precedentemente una domus della tarda repubblicana e un'insula del primo impero, distrutte nell'incendio del 62 d.c..

Il Ludus Maguns era dotato di una galleria sotterranea che comunicava con la parte sotterranea del Colosseo, evidentemente per il passaggio indisturbato dei gladiatori. La parte visibile è quella
restaurata sotto Traiano.



DESCRIZIONE

Il Ludus Magnus fu realizzato, come il Colosseo, completamente in mattoni a pianta rettangolare e su tre livelli. Il modello era quello classico delle caserme, dotato al centro di un vastissimo giardino porticato a due ordini di colonne tuscaniche di travertino, che accoglieva ad ogni angolo una piccola fontana triangolare.

Una di queste è stata ricostruita col materiale del sito. I portici davano luce agli alloggi e i servizi per gladiatori e assistenti. Del colonnato rimangono solo pochi resti in travertino che sono stati rialzati nel posto che occupavano precedentemente le colonne.

Gli alloggi erano celle rettangolari che si vedono ancora a ovest e a nord dove ne restano ben 14. I passaggi interni consistevano di un corridoio alle spalle delle celle e di scale per i piani superiori, disposte agli angoli.

Su uno dei lati corti del giardino si apriva una grande aula con porticato interno, probabilmente adibita, come in ogni caserma, ai vari culti dei gladiatori cone le statue dei vari Dei.

L'entrata principale era posta a nord con una gradinata che conduceva in Via Labicana, rialzata sotto Traiano.
Al centro del giardino c'era un anfiteatro per gli allenamenti dei gladiatori, raggiungibile attraverso diverse entrate della costruzione. La sua forma ellittica ricorda molto il Colosseo, la cui metà mancante è ancora interrata sotto la Via San Giovanni, anzi ne è una copia a scala ridotta, con un rapporto di 1:2,5.

Aveva infatti un asse maggiore di 62 m. e un asse minore di 45. Indubbiamente prevedeva rappresentazioni aperte al pubblico, visto che la cavea, circondata da gradinate in origine rivestite di marmo, poteva ospitare ben 3000 persone.

Frammenti della cavea sono riconoscibili nelle pareti a raggio utilizzate anche per reggere le scalinate. Gli ingressi principali dell'arena erano sull'asse maggiore, accessibile da scale esterne, con palchi per le autorità al centro dei lati corti.

Magari si assisteva a volte agli allenamenti, come oggi il pubblico va a guardare gli allenamenti della squadra di calcio del cuore. Il pubblico romano tifava per i gladiatori almeno quanto si fa oggi per un calciatore famoso.



LA STORIA

La costruzione del Ludus risale a Domiziano e venne costruito nell'area di un quartiere abitativo tardo-repubblicano. I resti della cavea e dell'arena oggi visibili sono del restauro di età traianea. Commodo, appassionato di giochi gladiatori, vi si esibì e sembra amasse pure soggiornarvi.

 In epoca tardoantica l'edificio fu nuovamente restaurato e la cavea fu sostenuta da muri radiali in opera listata, che cancellarono gli ambienti di servizio presenti nelle sostruzioni. I nuovi ambienti, con mura in tufelli, furono ricavati nella parte nord-ovest del portico.

L'edificio venne ancora restaurato sotto Odoacre. Le venationes, giochi con gli animali, continuarono fino al 536, ma i restauri fino a quella data, come risulta in iscrizione frammentaria, si riferiscono solo al Colosseo.

La vita del Ludus Magnus si concluse con quella del Colosseo e col divieto degli spettacoli gladiatori; prima della metà del VI sec. era terminata ogni manutenzione e venivano sorgendo numerose chiese sopra e dentro le rovine di circhi e templi pagani, mentre la città si spopolava sempre di più. Verso la fine del VI secolo, venne utilizzato come cimitero.


I gladiatori

Il gruppo dei gladiatori era costituito principalmente da schiavi, da condannati a morte, da debitori falliti, da persone assunti dalle famiglie nobili, da uomini liberi, gli auctorati, volontari in cerca di soldi ma anche di fama, visto che talvolta parteciparono anche patrizi, e da ex prigionieri di guerra che formavano squadroni con cui gli imprenditori, cioè i lanistis, organizzavano spettacoli in diverse aree dell’Impero Romano.

I gladiatori gli prestavano giuramento e questi avevano su di lro diritto di vita e di morte.
E' sbagliato pertanto pensare che la maggior parte dei gladiatori morissero nell'arena, perchè se morivano non diventavano esperti e se non erano bravi non davano spettacolo, per cui il manager non ci guadagnava abbastanza. Tra i gladiatori più noti: Pompeio, Diocle, Calamus, Flamma e Muscloso.

Il lanista, insieme al magister e a un medicus, decideva l’assegnazione del novizio (tiro) alla classe gladiatoria più idonea, curandone, dieta e allenamento.
I gladiatori combattevano all'inizio contro sagome umane, i palum, e poi tra di loro ma con armi fittizie. I combattenti della stessa palestra facevano parte di uno stesso gruppo, la familia gladiatoria.


Il lanista

 Era un imprenditore che faceva commercio di gladiatori e li affittava all’organizzatore, l'editor o munerarius, dei ludi gladiatorii, che guadagnava pure se il gladiatore moriva in combattimento; infatti l’editor, oltre a pagare il prezzo d’ingaggio, risarciva al lanista il valore del gladiatore, una specie di indennizzo per mancati guadagni futuri.

Per questo l’attività del lanista era piuttosto disprezzata.

Il lanista era spesso un ex-gladiatore ppoggiato dai Doctores (o Magistri), abili veterani affrancati dallo status di gladiatore che, conclusa l’attività per conseguite vittorie, erano stati insigniti del rudis (la spada di legno) ed elevati al rango di rudiarii.

Il lanista portava come segno di comando una bacchetta (virga) e provvedeva la palestra dell’equipaggiamento adatto ai suoi gladiatori a seconda della loro maestria.



SUDDIVISIONE DEGLI AMBIENTI

Accanto al Ludus sorgevano:
  • lo spoliarium, dove venivano sistemati i cadaveri dopo i combattimenti e spogliati delle loro armature; il saniarium, un pronto soccorso per il ricovero e la cura dei gladiatori feriti, infatti un medico con infermieri era sempre presente a combattimenti ed allenamenti, come accade oggi per le squadre sportive;
  • il summum choragium, il magazzino dove si conservavano gli scenari teatrali, le macchine, i costumi e ogni genere di attrezzi per la mastodontica scenografia del Colosseo;
  • l'armamentarium, il deposito delle armi dei gladiatori e le officine per riparare armi e armature, con il relativo personale.
  • La mensa per i gladiatori i cui piatti ricorrenti e famosi erano: polenta di farro, sogliola arrosto oppure carne di maiale, cavolo stufato oppure fave, focaccia o pane nero, frutta fresca



GLI ALTRI LUDI

Anche questi costruiti da Domiziano, tutti abbastanza vicini tra loro e col Ludus Magnus. Intorno al Ludus Magnus infatti c'erano edifici simili fatti costruire da Domiziano, tutti simili con arena e cavea e ambienti porticati. Sempre vicino al Ludus Magnus si trovavano:


Ludus Dacicus, così chiamato perchè destinato in origine ai prigionieri delle guerre in Dacia di Domiziano e poi allargate a qualsiasi gladiatore.

In un frammento della Forma Urbis Severiana risulta collocato tra le terme di Traiano e il Ludus Magnus, a nord di esso, oltre la via Labicana.

Si trattava di guerrieri Traci, armati a due mani, che usavano una spada corta e curva detta sica, insieme a una spada lunga.



Ludus Gallicus, riservato ai gladiatori di origine gallica, era il ludus più piccolo, che accolse poi anche i gladiatori Sanniti, entrambi armati pesantemente.

L'edificio costruito ai piedi del tempio del Divo Claudio, doveva servire all'allenamento del gladiatore gallico, che diventarà poco a poco, durante il periodo imperiale, il mirmillone.

Alcuni edifici romani, con mosaici di età repubblicana e imperiale, sono apparsi a E del Ludus Magnus, al momento della costruzione dell'Esattoria comunale.



Ludus Matutinus, era così chiamato per il tempo in cui avveniva e cioè di mattina.

Si usava per gli allenamenti alle venationes, lotte tra gladiatori e belve che si svolgevano al mattino, cosicchè i Romni che non potevano usufruire dei circhi la sera avessero di che divertirsi al mattino.

Sembra stesse sul Celius, tra il tempio del Divo Claudio sul Celio e il vicus Capitis Africae, dove se ne scoprirono le fondazioni ellittiche della cavea negli scavi del 1938.

Oggi il vicus è diventato via Capo d'Africa, dove, alla base di un palazzo primi '900 ancora si scorge una colonna che sporge dall'edificio. Sembra fosse su un edificio più antico, forse il Ludus Bestiarius citato da Seneca.


Ludus Aemilius, caserma di gladiatori di proprietà del console Lepido della gens Aemilia, non se ne conosce l'ubicazione anche se Orazio la cita, intorno al 10 a.c.. Fu poi trasformato in uno stabilimento termale, il Balneus Polycleti.


BIBLIO

- Lucos Cozza - Il compitum del vicus Cornicularius, in Ludus Magnus (con A.M. Colini) - Roma -Monte dei Paschi di Siena - 1962 -
- Lucos Cozza - Ludus Magnus (con A.M. Colini) - Roma - Monte dei Paschi di Siena - 1962 -
- Lucos Cozza - Epigrafi inedite - in Ludus Magnus (con A.M. Colini) - Roma - Monte dei Paschi di Siena - 1962 -
- Carlo Pavolini - Ludus Magnus - Eva Margareta Steinby (a cura di) - Lexicon Topographicum Urbis Romae - III - Roma - 1996 -




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