LA MUSICA ROMANA

MUSICA GRECA (fig. 1)

LA MUSICA GRECA

Anche se non ci è rimasta una grande raccolta musicale dall’antica Grecia, sappiamo che la musica era molto importante per il loro piacere e le loro  cerimonia e che i musicisti greci svilupparono un proprio sistema di scrittura musicale. Gli antichi greci consideravano Lino, figlio di Apollo e la musa Urania, come l’ideatore della melodia. 

Una leggenda narra che fu un grande maestro di musica, per cui ricevette in regalo una lira (archetipo dell’arpa) da suo padre Apollo, lira che elaborò migliorandola, attirandosi così le ire di Apollo che “prese questa modifica come un insulto al suo dono e uccise Lino”. 

Da Lino prese poi il nome un antico e triste canto che celebrava la fine della primavera e che era chiamata  il “lino”. Il che fa capire come funzionassero in Grecia i rapporti tra padre e figli. Sembra che questo canto di Lino, consistesse di “7 vocali” che formavano un inno, da cui ebbero evidentemente origine le 7 note musicali, base di qualsiasi composizione musicale.

Comunque le note musicali naturali (ossia quelle senza alterazioni di diesis o bemolle) nacquero, come le conosciamo oggi, nell'antica Grecia e si sa per che la poesia epica di Omero veniva in origine non solo recitata, ma cantata con un accompagnamento strumentale.

MUSICA ROMANA (fig. 2)

I calcoli matematici.

I matematici dell'epoca contribuirono al distanziamento dei suoni tramite calcoli appunto matematici, e pare che fu proprio Pitagora a scoprire che una corda, se accorciata esattamente a metà, una volta suonata produrrebbe lo stesso suono che produceva prima di essere dimezzata, ma di un’ottava più in alto.

Fu Terpandro di Antissa, un poeta di Lesbo, che creò una Lira a sette corde, in grado di generare sette note diverse. Grazie lui, nacque quindi la teoria musicale europea-occidentale, in uso a tutt'oggi.
Sappiamo anche che i Greci chiamavano le note con le lettere dell’alfabeto.

Inoltre sono pervenute a noi diverse canzoni complete nell'antica notazione musicale greca, alcune delle quali ci mostrano che venivano eseguite più note all'unisono, il che indica che già a quel tempo lo studio dell’armonica musicale era già sviluppato.

MUSICA ROMANA

LA MUSICA ROMANA

Non abbiamo molte testimonianze scritte di musica romana, ma sappiamo che la musica fu loro derivata da Greci e da Etruschi, che era in uso ai funerali, accompagnava gli spettacoli e gli eventi nelle arene, e faceva parte dello spettacolo chiamato pantomimus, una prima forma di balletto narrativo che associava danza espressiva, musica strumentale e voce umana. I Fescennini erano invece usati in campo rurale, usati spesso per scopi apotropaici. C'erano poi i canti detti atellani, anch'essi di uso rurale, che univa canti e musica.

Ma la canzone (carmen) fu la prima musica in uso corale che si usò soprattutto in epoca monarchica, poi intervennero sempre di più gli strumenti musicali. La musica interveniva praticamente in ogni occasione sociale: un evento di spettacolo, una processione sacra, una cena sontuosa, una gara di poesia, una rievocazione storica, una festa sacra o profana. 

La musica romana era caratterizzata da un ritmo costante, senza dubbio ottenuto attraverso l'uso di percussioni e l'effetto a percussione ottenuto battendo le mani e i piedi. I musicisti egizi spesso tenevano il tempo schioccando le dita. Inoltre, c'erano vari sonagli, campanelli e tamburelli.

Tra gli aristocratici, e non solo, studiare musica faceva parte della buona educazione e sovente i romani partecipavano a gare di musica. perfino Nerone partecipò ad una di queste gare in Grecia dove naturalmente gli consegnarono il primo premio (non avrebbero potuto fare altrimenti)

Il Carmen saeculare di Orazio fu commissionata da Augusto e fu eseguita da un coro misto di bambini ai Giochi secolari (Ludi Saeculares) nel 17 a.c.. Inoltre durante il periodo imperiale, i Romani portarono la loro musica nelle province, mentre le tradizioni musicali dell’Asia Minore, del Nord Africa e della Gallia influirono sulla musica e su tutta la cultura romana. 

STRUMENTI MUSICALI ROMANI (fig.3)

Gli strumenti a fiato erano: 

la tuba, sia militare che per diletto: una lunga e dritta tromba di bronzo con un bocchino conico staccabile. Esemplari ancora oggi esistenti sono lunghi circa 1,3 metri, e hanno fori cilindrici dal boccaglio al punto in cui diventa a campana bruscamente. Non essendovi le valvole, la tuba era capace di riprodurre solo una singola serie di note. In campo militare, è stata utilizzata per le "marce militari". La tuba è anche raffigurata nell'arte, per esempio in mosaici mentre accompagna i giochi (ludi) ed eventi di spettacolo.

- il cornu, come una tromba con suono graffiante, era un lungo strumento a fiato in metallo di forma tubolare che girava intorno al corpo del musicista con una forma simile a una G maiuscola. Aveva un foro conico e un bocchino conico ed è stato utilizzato per i segnali militari e in parata. Il cornicen era un segnale militare ufficiale che trasformava gli ordini in chiamate. Come la tuba, il cornu appare anche come accompagnamento per eventi pubblici e spettacoli dove usualmente era accompagnato dall'organo. Veniva portato a spalla.

SUONATRICE DI TIBIA (fig. 4)

- la tibia, si suonava sempre in coppia, cioè soffiando contemporaneamente in due tibie, richiedeva molto fiato, di uso militare e non; aveva due tubi con doppie ance, non uniti ma generalmente suonati con una fascia per la bocca per tenere entrambi i tubi costantemente tra le labbra del suonatore.

- l'organo, i più piccoli erano a fiato, poi c'era l'organo idraulico con un cilindro e un pistone che forniva aria compressa che forniva la musica. Non è chiaro se l'aria fosse soffiata direttamente a bocca o da qualche mantice meccanico.

- un organetto si suonava spingendo il piede su una specie di piccola fisarmonica posta al suolo che emetteva la stessa nota (fig. 2).


Gli strumenti a corda erano:

- la lira, con due braccia e una cassa di risonanza a pelle di tamburo, con suono squillante; una specie di arpa, con una cornice di legno o di guscio di tartaruga e vari numeri di fili tesi da una barra trasversale al corpo sonoro. La lira si teneva o si faceva ondeggiare con un braccio e una mano e suonata con l'altra mano.

- la cetra, i Romani gradualmente abbandonarono la lira a favore della sofisticata cetra, uno strumento più grande, con una cornice a forma di scatola con corde tese dalla traversa in alto fino alla cassa di risonanza in basso, di legno. Era tenuta in posizione verticale e suonata con il plettro. Le corde erano accordabili regolando cunei di legno lungo la traversa.

- il liuto, aveva tre corde e non era tanto popolare quanto la lira o la cetra, ma era più facile da suonare.

- la chitara, con due braccia, cassa in legno e con la possibilità di accorciare o allungare le corde per modulare i suoni; era di diverse dimensioni, a volte erano tanto grandi che si faticava a tenerle in mano.



Gli strumenti a percussione erano:

- Lo scabellum, un dispositivo di legno o di metallo a cerniera usato per battere il tempo.

- Il sistrum era uno strumento in metallo, con una parte a forma di ferro di cavallo retta da un manico e attraversata attraverso dei fori da alcune asticelle più larghe alle estremità in modo che non escano dai fori; Il suono viene prodotto scuotendo lo strumento. Il numero e lo spessore delle asticelle flottanti ne definisce e caratterizza l'altezza e l'intensità del suono, il quale resta comunque - come in molti altri analoghi strumenti a sonagli - indeterminato, e cioè senza una precisa connotazione tonale.

- Il cymbali sistrum era un sonaglio composto da anelli infilati attraverso i buchi di un telaio metallico, che era spesso utilizzato per scopi rituali.

- I cymbala erano piccoli cembali: dischi metallici con centri concavi e bordi girati, venivano usati in coppie e si facevano sbattere l'uno contro l'altro.

Esistevano pure timpani e nacchere.

SUONATORE DI ORGANO A CANNE

ETA' REGIA E REPUBBLICANA

Nell'età regia e nella prima parte dell'età repubblicana si sviluppano a Roma forme di canto sia solista che corale di cui ci restano poche testimonianze. Si trattava di carmi accompagnati dal suono della tibia:

- carmi sacrali:
Carmen Fratrum Arvalium, Carmen Saliare;

- carmi conviviali di argomento epico-storico;
Carmina Convivalia;

- carmi in onore di generali vittoriosi:
carmina triumphalia;

- lamentazioni funebri:
neniae.



ETA' IMPERIALE
SISTRO ROMANO

 In questo periodo i Romani portarono la loro musica alle province, ricevendo a loro volta tradizioni dell'Asia Minore, del Nord Africa e della Gallia che arricchirono la cultura romana. Ma soprattutto musica e teatro subirono una grande trasformazione a contatto con la cultura greca attraverso quella "contaminatio" che portò a Roma un teatro tragico e comico greco trasposto in lingua latina.

Ora la musica accompagnava gli spettacoli e gli eventi nelle arene, e faceva parte dello spettacolo chiamato pantomimus, una prima forma di balletto narrativo che combinava danza espressiva, musica strumentale e un libretto cantato.

Non sappiamo se i Romani utilizzassero il metodo greco di 'notazione enchiriadic' per scrivere la musica, però quattro lettere indicavano una serie di quattro toni successivi. Segni ritmici, scritti sopra le lettere, indicavano la durata di ogni nota. Nessun musicista è raffigurato negli affreschi mentre legge la musica nè possediamo alcun esempio scritto della musica romana.



BIBLIO

- Habinek, Yhomas - The World of Roman Song - Baltimore: Johns Hopkins University Press - Naerebout Comotti - 2005 -
- Giovanni Comotti - La musica nella cultura greca e romana - Torino, EDT - 1991 -
- Franklin, Jr., James L. -. "Pantomimists at Pompeii: Actius Anicetus and His Troupe" - American Journal of Philology - 1987 -
- Pantomime Actresses in Latin Inscriptions - In New Directions in Ancient Pantomime -Tintori, Giampiero - 1996 -
- Frederick G. 2009. "Dance in the Roman Empire and Its Discontents". In Ritual Dynamics and 
'Roman Music' in The New Oxford History of Music, vol.1 -  Oxford University Press.Starks - 
- Garzanti - La nuova enciclopedia della musica Garzanti - Milano - 1988 -

8 commenti:

  1. Francamente non credo ad affermazioni tipo: «(la musica) Non veniva usata nel quotidiano o per alleviare, ma per ...»

    Signori, stiamo parlando di 1000 anni di impero, quello che era giusto in un secolo poteva cambiare nell'altro; milioni di persone, quello che era giusto per uno poteva non essere giusto per un altro

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  2. Non lo penso nemmeno io tato è vero che ho scritto:
    "I Greci, come erroneamente si crede, non hanno inventato alcun particolare strumento musicale che non fosse già conosciuto, Infatti gli strumenti e le sonorità melodiche di quella che adesso viene chiamata musica celtica in realtà sono frutto della cultura multietnica romana.
    Questi fattori “sfatano” il mito che i Romani fossero un popolo poco interessato alla musica, che anzi la musica era onnipresente nella Roma imperiale, sottolineava ogni attività."

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  3. ma sulle funzioni e sugli usi della musica tra i Sanniti non abbiamo informazioni?

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  4. Quali sono gli strumenti usati dai sa nniti,?

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  5. credo ci sia un errone nel sito, ho cliccato il paragrafo musica e questo è quello che mi esce:

    L'URBE

    Roma antica viene spesso portata a esempio di grossa sperequazione tra poveri e ricchi, il che è vero solo in parte. Bisogna considerare che la capitale ebbe uno stragrande fenomeno di urbanizzazione, all'epoca era il paese delle possibilità, l'America dell'epoca. Chi non aveva di che vivere, o era perseguitato o ricercato per vari motivi, si rifugiava nell'Urbe, la più grande città dell'intero mondo antico.

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  6. Grazie della segnalazione Andrea, sistemeremo quanto prima il problema.

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