ELOGIA ROMANI



LE ESEDRE DEL FORO DI AUGUSTO

ELOGIA COME NOTIZIE

Gli elogia romani erano appunto elogi funebri di persone decedute, in quel tempo o in tempi precedenti, che venivano incisi sulle epigrafi poste sul monumento funerario o sulle statue dedicatorie. Le informazioni degli elogia, e in particolare gli elenchi delle magistrature, ha svolto un ruolo importante nella ricostruzione delle carriere politiche e le realizzazioni dei "summi viri". La ragione principale è che negli elogia sono contenuti numerosi dettagli riguardanti le carriere di politici repubblicani che non sono attestate altrove.

Gli elogia sono stati uno strumento di informazione e di propaganda per le aristocratiche familiae romane, ma anche una fonte di informazione per i posteri, cioè per noi. Infatti ci rivelano ad esempio, che:
- Marcus Valerius Maximus (dict.494) (E9),
- Marcus Furius Camillus (dict.396) (EIO);
- Caius  Duilius (eo,.260) (EIS);
- Quintus Fabius Maximus (eo,.233) (El6);
- Lucius Aemilius Paullus (co,. 182) (E19);
- Caius Marius (E22);
- Lucius Liciuius Lucullus (eos.74) (E26)
celebrarono dei trionfi per le loro brillanti vittorie in guerra.



IL FORO DI AUGUSTO

Le fonti informano che Augustus volle il Foro a lui dedicato, il Foro di Augusto, e per esso comprò a sue spese la terra dove sarebbero stati costruiti entrambi i templi di Marte U1tore, ed il Foro. I templi furono costruiti a spese dello Stato, ma la terra, la costosissima ed estesissima terra sul colle Palatino venne pagata da Augusto di tasca sua, cosa incredibile ai nostri tempi, o almeno con i nostri politici.

Sia Svetonio che Diodoro asseriscono che Augusto decretò pure le cose che dovevano essere poste nella struttura, e lo storico suggerisce che l'imperatore avrebbe avuto un ruolo nella selezione di tutti coloro che dovevano essere onorati con statue poste nel Foro. Svetonio o no, l'imperatore decideva tutto ciò che voleva e uno attento alla propaganda come Augusto di certo non si faceva scappare l'occasione.

Sicuramente Augusto si coinvolse nell'intero progetto, un po' perchè si interessava continuamente dell'abbellimento di Roma, un po' perchè voleva seguire le orme del venerato zio e come lui fare un Foro dedicato a se stesso, ma soprattutto perchè era molto attento alla propaganda, tristemente memore dell'assassinio di Cesare nonostante fosse molto amato dalla popolazione.
Augusto sicuramente scelse il disegno architettonico del foro, la sistemazione delle statue del Forum, i templi e pure le iscrizioni e gli Elogia.



AUGUSTO

Tutto questo gli fu attribuito dagli storiografi o biografi dell'epoca, come Virgilio. Secondo altri due storici e biografi romani, Marcus Terentius Varro e Titus Pomponius Atticus, avrebbe se non diretto, influenzato la scelta della statuaria e delle iscrizioni del Foro.

I registri che componevano le esedre del Foro presentavano nicchie che si adattano alla curvatura, e che ospitavano le statue dei "summi viri", corredati di tituli ed elogia su tabulae affisse sotto le statue. Attraverso la titolatura dei personaggi rappresentati e il racconto delle loro gesta, delle loro opere positive per la grandezza di Roma, si realizzava la comunicazione e la propaganda di Augusto su ciò che l'uomo romano doveva tendere ad essere o a diventare.

Nella nicchia centrale dell’esedra settentrionale c'era il gruppo scultoreo di Enea che fugge da Troia ponendo in salvo i Penati, il padre Anchise e il figlioletto Ascanio: il fondamento della gens Iulia.

Nelle nicchie laterali c'erano i gloriosi re di Albalonga, a rappresentare le origini di Roma, mentre nell’esedra meridionale era collocato Romolo, l'eroe vittorioso che trasporta le armi dei nemici sconfitti. Ai lati di Romolo ben figurano i summi viri, coloro che “hanno fatto” la grandezza di Roma sotto vari punti di vista, militare e civile, secondo l’ideologia del principato augusteo e non solo.

Nel 39 a.c., Varrone completò le sue Imagines, una collezione di 700 ritratti di uomini famosi, sia greci che romani. La collezione includeva ritratti di re e uomini di stato, generali. filosofi, storici, letterati, artisti e chiunque meritasse di passare ai posteri.

Sotto ad ogni ritratto, Varrone fece scrivere le conquiste del personaggio in un breve epigramma, purtroppo non abbiamo la lista completa degli epigrammi, non essendo sopravvissuta la collezione, si sa solo che tra i personaggi romani vi erano gli Scipios e la famiglia dei Fabii, tutti con la propria statua nel Forum.

Le biografie di Pomponius Atticus, a imitazione di quelle di Varrone, compilò un album con i ritratti e i relativi epigrammi di 4 o 5 righe ciascuno. Fu l'avvio per i grandi Elogia romani: dalla compilazione di Atticus derivarono tutti gli elogi futuri che presero spunto da quelli. Probabilmente Augusto si sarà ispirato o avrà imitato lo stile di Varro e di Atticus, per comporre gli altri elogi nel Foro.



VIRGILIO

Si sa che Augustus aveva letto l'Eneide e che Virgilio aveva letto diversi brani di sue opere all'imperatore, il quale potè rimanerne influenzato. Due passaggi dell'Eneide, uno sul VI libro e uno sul VII, contengono molte similarità con la disposizione del Foro, di modo che Virgilio può essere considerato una fonte per il disegno del complesso.

Si crede che il disegno del Forum, volto ad onorare l'imperatore, ebbe inizio da una scena del libro VI dell'Eneide, quando si mostra Enea, discendente dal padre Anchise, coi suoi discendenti e o grandi romani del futuro. In questa "Parata di Eroi", Enea riconosce un numero di re albani, incluso Aeneas Silvius, e re Procas.

Quindi scorge le figure di Romulus, i primi re di Roma, e gli eroi del periodo repubblicano. Tra questi le figure di M. Furius Camillus, L. Aemilius Paullus, i Gracchi, gli Scipios, C. Fabricius Luscinus, Q. Fabius Maximus, e il giovane M. Claudius Marcellus.



OVIDIO

Questo è l'ordine esatto che usa Ovidio per descrivere il Forum, visto attraverso gli occhi del Dio Marte che disceso dai cieli, vide Enea e i suoi discendenti, poi vide Romulus, e infine i summi viri con i loro Elogia.

Ovidio basò la sua descrizione su Virgilio, ma più probabilmente sulle strutture del Foro, che fu aperto 6 o 7 anni prima che egli scrivesse i Fasti, ciò gli dette il tempo di frequentare assiduamente il Foro, con la collocazione delle statue e di quella di Marte sopra al tempio.

Nella 'Parata degli Eroi,' Virgilio non cita tutti i nomi degli eroi, ma ne ricorda dei successi. Per esempio, Camillus è ricordato perchè conquistò 7 stendardi, Paullus perchè distrusse Argos e Fabius per le sue tattiche che salvarono lo stato.

Quando Enea e il suo equipaggio raggiunsero il Lazio, re Latino li ricevette nel suo palazzo. La descrizione di Virgilio della reggia contiene numerosi paralleli col Foro. Nella reggia latina, riceveva i simboli delle sua autorità, incontrava il senato, si eseguivano le cerimonie religiose, e si partecipava ai banchetti sacri, un po' tutte le funzioni che Augusto decretò dovessero avvenire nel Foro. Anche se ci sono somiglianze tra le due strutture, è il disegno del palazzo di Latino e gli oggetti in esso contenuti, che richiamano il Foro di Augusto.

Nel vestibolo del palazzo di re Latino poi Enea vide le statue degli antenati di Latino, e di altri che avevano combattuto per il suo regno, e c'erano nel cortile le spoglie dei nemici vinti. Questa descrizione ha molte analogie col Foro, dove figure ancestrali, insieme agli antichi re, venivano onorati con statue. Inoltre, entrambe le strutture fungevano da depositi per bottino dei successi militari.

Si è pensato che Virgilio conoscesse il progetto del Forum, o la costruzione aveva già iniziato prima della morte di il poeta nel 19 a.c., ma questa ipotesi è stata smentita dagli studiosi. Le tre fonti letterarie esaminati, Varrone, Atticus, e Virgilio, anteriore al Forum, rappresentano comunque impressionanti similitudini con il programma scultoreo della struttura augustea. Sembrerebbe quindi che Augusto potrebbe essere stato influenzato, direttamente o indirettamente, da questi lavori nel pianificare il modo in cui le statue e gli Elogia dovevano essere visualizzati nel suo Foro.



GLI ANTENATI

Polibio, scrivendo verso la metà del II sec. ac, narra che l'immagine di una persona deceduta veniva eseguita in cera dopo le cerimonie funebri, poi racchiusa in una teca di legno, e risposta nell'atrio. A un nuovo decesso in famiglia, le maschere, indossate da attori, facevano parte del corteo funebre.

E ' evidente che le immages, nei i cortei funebri e nell'atrio con nomi ed imprese specificati, dovevano fornire esempi ai vivi, affinchè i giovani emulassero i loro gloriosi antenati. Lo stesso motivo per cui, afferma Svetonio, Augusto scelse di erigere le statue nel suo Forum, cioè per i posteri.

L'atrio romano era come la Hall di un albergo, da cui si evince l'importanza di tutto il resto. Quindi il lignaggio e l'opulenza di una familia si esprimeva proprio nell'atrio, attraverso le immagina e i tituli, nonchè la ricchezza delle decorazioni.

Il Forum di Augusto aveva lo stesso intento con le statue e gli Elogia raffiguranti la discendenza e le imprese degli antenati di Augusto, nonchè di altri individui gloriosi che dimostravano il grande destino di Roma. Insomma il Foro poteva essere il pubblico atrio della Gens Julia.



GLI ELOGIA DEI CIMITERI

Purtroppo non un solo titolo statuario è giunto fino a noi, ma dagli Elogia reperiti nei cimiteri repubblicani si è potuto ricostruire qualcosa, come ad esempio dalla tomba degli Scipioni. La maggior parte degli Elogia erano costituite in due parti, la prima forniva il nome e tutti gli incarichi pubblici che gli erano stati conferiti, la seconda tendeva a lodare il defunto, menzionando le conquiste o certe qualità particolari che l'avevano distinto in vita. Ma anche i tituli degli antenati mostrati nell'atrio tendevano un po' a questa celebrazione. Ciò è evidente nella tomba degli Scipioni.

Gli Elogia trovati in questa tomba, nella forma e nel contenuto, sono stati i modelli su cui si basano gli elogia del Forum, ma è difficile dire se gli Elogia augustei si basavano sul tiluli, o se il tiluli erano basati su la struttura e i contenuti degli Elogia del sepolcro degli Scipioni.

Augusto probabilmente ebbe un ruolo di supervisione, su la disposizione della statuaria, nella selezione degli individui da onorare, e nella composizione e contenuto degli elogia. A sua volta Augusto avrà avuto numerosi consiglieri, anche se Ottaviano non era tuttavia molto suggestionabile dai consigli altrui, se non in parte da quelli di Livia e Mecenate.

Le opere di Varrone, Atticus, e Virgilio non solo hanno influenzato il modo in cui erano disposte le statue e Elogia nel Forum, ma anche per la selezione dei Summi viri, e per il contenuto delle iscrizioni. Il commento  di Plinio (vedi p.7 n. 32) suggerisce che Augusto ha scritto gli Elogia egli stesso. Gli augustei Elogia, con le statue erette nel Foro, commemoravano la vita e le realizzazioni dei Summi viri, con le cariche della sua carriera politica, e altri atti per i quali sono stati ricordati gli individui.



GLI ELOGIA DI CORNELIO SCIPIONE

L'elogium di L. Cornelio Scipione Barbato (LS 1) è il primo esempio di utilizzo del cognomen  nell'onomastica romana. 1. Si veda Kajanto, "I cognomina latini" (Helsinki, 1965), 9. 27 J "il cognomen viene dato dalla virtù" e altri due titoli, cognomina aggettivi, indicano sia un soprannome sia un tratto individuale, e vengono inclusi nella nomenclatura.
In tre delle iscrizioni, le cariche ricoperte dagli individui seguono immediatamente dopo il nome, ma non si capisce il criterio di elencazione delle cariche.

1) Dopo il nome
2) e l'elenco delle magistrature,
3) l'iscrizione ha elogiato il defunto per le diverse qualità mostrate nella vita, ed ha anche raccontato i successi del defunto. In generale, la maggior parte del testo su ogni iscrizione è dedicata alla lode di qualità morali, ma realizzate come le vittorie nella guerra e la costruzione di templi.
Gli elogia dal Foro di Augusto sembrano paralleli alla struttura e ai contenuti degli elogia di Scipione, ed hanno cinque caratteristiche che possono essere identificate, e che sono descritte separatamente, come si dimostra chiaramente nelle iscrizioni reperite ad Arretium (Arezzo)

4) successi personali o civili;
5) costruzione di edifici o altre informazioni.
In genere ogni iscrizione include i primi due, nome e magistratura, le ultime 3 compaiono variamente. La nomenclatura dei sopravvissuti elogia augustani segue la stessa struttura trovata negli epitaffi di Scipione.

La tomba degli Scipioni fu costruita dopo il 312 ac., lungo la Via Appia, visto che in questa data venne costruita detta via da A. Claudius Caecus, fuori Porta Capena. Sembra che la struttura sia stata completata entro la vita di L. Scipione Cornelins Batbatus (cos. 298). Vedi Flower (1996), 160-161, e Coarelli nel corso dei secoli III e II, e conteneva i corpi di circa trenta membri della famiglia Scipione.

Sui loro sarcofagi, gli elogia indicarono i nomi  e altre informazioni. Il nome della persona si presenta al nominativo, nella struttura tria nomina. Il prenome, che era abbreviato, era seguito dal gentilicum, almeno un patronimo, e infine il cognomen. In tre casi, cognomina supplementari sono stati inclusi anche nella nomenclatura. In un caso, un patronimo aggiuntivo che indica la discesa da un nonno. (1972), 43.

Il luogo della tomba fu notato da Livio e Cicerone. Livio (38.56.4) la colloca extra Portam Capenam ('fuori Porta Capena'), e Cicerone (Tuse. I. 7.13) lo conferma: an tu egressus porta Capena cum Caiatini, Scipionum, Serviliorum, Afetellorum, sepulcra vides, miseros pufas illos (giungendo fuori Porta Capena, si vedono le tombe dei Calatinii, Scipiones, Servilii, MeteIlii, riflettete su quei poveri uomini)

L'elogio di L. Cornelius Scipio Barbatus (lLS 1) ricorda che Taurasia Cisauna samnio cepit, subigit omne Loucanam opsidesque abdoucil ('egli catturò Tauarasia e Cisauna nel Samnium, conquistò tutta la Loucana e ne riportò molti ostaggi'); l'epitaffio di L. Cornelius Scipio Coarelli (1972), 60, stima che da 32 a 34 corpi erano seppelliti nella tomba. Ogni elogio della tomba di Scipione include l'indicazione di colui da cui discende e tre iscrizioni.

L'elogio di L. Cornelius Scipio Barbatos (ILS 1) è il primo esempio dell'uso del cognome negli onomastici romani. (Vedi 1. Kajanto, The Latin Cognomina Helsinki, 1965), J 9. 27
I cognomi vengono concessi per qualche virtù " e in due altri, cognomina aggettivali, indicanti sia un soprannome che un tratto personale, sono inclusi nella nomenclatura.'"

In tre delle iscrizioni, le cariche ricoperte dai soggetti seguono immediatamente dopo il nome, ma non vi è alcuna regola certa nel modo in cui gli uffici sono elencati. Dopo il nome e le magistrature, le iscrizioni elogiavano il defunto per le virtù e i successi del defunto. In generale, la maggior parte del testo in ogni iscrizione è dedicata alla lode di qualità morali, ma soprattutto alle realizzazioni, come le vittorie in guerra e la costruzione dei templi, 12 sono anche raccontati.

FORO DI AUGUSTO

ELOGIA DEL FORO AUGUSTO

Costruito sulla struttura e il contenuto suggeriti dagli Elogia Scipionis, le iscrizioni augustee contenevano quei dettagli che più efficacemente descrivessero i 'summi viri' come modelli di grandezza.
Tra queste, le magistrature, le vittorie militari, i programmi di costruzione, onori distintivi e altre realizzazioni che ritraevano gli individui come cittadini esemplari. Questi uomini erano exempla, pertanto cercati in tutte le possibili fonti di consultazione. Il risultato di questa ricerca è stato storicamente accurato e, a differenza di molte altre fonti, è sopravvissuto.. Gli augustea Elogia hanno cinque caratteristiche identificabili:

1) nomenclatura;
2) elenco delle magistrature possedute;
3) conquiste militari;
4) realizzazioni civili personale;
5) la costruzione di programmi o altre informazioni.

In genere ogni iscrizione comprende  primi: causa, nomo e Magistratura, le ultime 3 compaiono variamente. La nomenclatura nella sopravvivenza augustea Elogia segue la struttura trovata negli epitaffi Scipionici. I nomi sono riportati nel nominativo, i praenomina sono abbreviati, i gentilicia sono forniti, e la filiazione è indicata mediante l'utilizzo di patronymus.

I cognomina erano inclusi, e in alcuni casi, vi erano cognomina aggiuntivi. Subito dopo il nome, la II sezione degli elogia gli uffici svolti in forma abbreviata. Se uno era stato console, o dittatore, o censore, questi uffici venivano listati per primi, senza tuttavia spiegare se avevano svolto la carica. Seguivano le liste degli interrex,  in ordine decrescente, sono quindi ricordati gli altri magistrati del cursus honorum. Venivano elencati pure i tribuni militari. gli auguri e i pontefici.

IL GENIO DI AUGUSTO
Le magistrature elencati negli Elogia sopravvissuti, e quelli che possono essere determinati da altre fonti, rivelano che la maggior parte dei 'summi viri' tennero le posizioni più importanti dello stato romano.

Otto di loro furono dittatori, quindici Consoli, nove Censori, e quattro interrex. Alcuni di loro avevano svolto questi uffici più di una volta. Gli altri Magistrati del cursus honorum, pretore, edile, e questore, erano anch'essi annotati negli Elogia.

Quando integrati da altre evidenze, questi tre uffici sembrano essere stati quasi equamente rappresentati nel Forum dai 'Summi viri'. Tre altri uffici appaiono frequentemente nel Elogia. Il tribunato militare è stato tenuto da almeno undici degli individui, e cinque di loro ricoprirono la carica più di una volta.

La frequenza con cui questo ufficio è stato ritrovato negli Elogia può essere correlata alle funzioni militari associate con, ed eseguite, per il Tempio di Marte Ultore e dentro i confini del Foro. E' anche certo che otto dei 'summi viri' avevano appartenuto al collegio di auguri, e tre negli Elogia che prevedevano la posizione del pontefice. E' possibile che i sacerdoti siano stati inclusi negli Elogia, al fine di sottolineare l'importanza religiosa, e di funzioni religiose, del Forum.

Si è suggerito pure che l'ufficio di augure sia stato incluso negli Elogia perché Romolo, la figura centrale di una esedra, si diceva aver iniziato la lettura degli auspici. Per la lista delle magistrature, la terza sezione degli Elogia si concentra sui successi militari dei summi viri. In questa sezione, vittorie militari, importanti battaglie, la cattura delle città, il sottomettere dei nemici di Roma, e la celebrazione dei trionfi sono i più citati.

Questa sezione registra anche le azioni eseguite in un contesto militare, ma che non aderiscono a quelle cui sopra. Questi tendono a illustrare qualche risultato specifico o particolare azione, che ha distinto l'individuo tra gli altri summi viri.

La IV sezione degli elogia augustani presenta ciò che è stato considerato esempio di virtù. Questo esempio di virtù  è stato il motivo principale che aveva spinto Augusto a celebrarlo poichè voleva tali i futuri dirigenti di Roma. Anche se ogni esempio è unico, può rappresentare un'azione in cui l'individuo, in un periodo di crisi, ha salvato lo stato romano.

L'ultima componente della Elogia non è comune a tutte le iscrizioni, ma da quelle che non comprendono questa parte, due temi sembrano essere comuni. Uno si occupa dei programmi sponsorizzati dai summi viri, e l'altro si concentra su particolari onori e posizioni di certi individui.

In tre delle iscrizioni, che commemorano la costruzione dei templi, acquedotti e strade. In 3 degli elogi. le iscrizioni ricordano gli "Eccezionali Onori Dati a Uomini Morti nel Loro Servizio per Roma". Inoltre, i testi ricordano "Che a causa dei summi viri furono ricordati  nel Forum con una statua e un Elogio, chiamati ognuno princeps senatus".



CAIO MARIO

Un'ulteriore annotazione sull'elogio di C. Marius, che non sembra conforme a uno di questi temi. L'iscrizione Ricorda  "Mario Entrò in Senato in tenuta Trionfale", e Plutarco aggiunge "Che lo Fece Dopo la Celebrazione del Suo trionfo su Giugurta". Plutarco è incerto se Mario volle sfidare la sua buona fortuna o se l'avesse fatto inavvertitamente, ma ma una qualsiasi ragione delle due non sarebbe stata inclusa negli elogia.

Livio suggerisce, e sembra molto probabile che Mario fosse garantito da un privilegio che gli accordava di entrare in senato con la veste di trionfatore, cosa mai concessa prima a Roma.

Gaio Mario, console per sette volte, pretore, tribuno della plebe, questore, augure e tribuno militare. Come console, egli mosse guerra contro Giugurta, re di Numidia, lo catturò e mentre celebrava un trionfo nel suo II consolato, ordinò che Giugurta fosse condotto dietro al suo carro. Mentre era assente, fu eletto console per la III volta.

Come console la IV volta distrusse l'esercito dei Teutoni. Come console la V volta vinse e trionfò su Cimbri e Teutoni. Come console la VI volta, ha protetto lo stato dalla insurrezione del tribuno della plebe e il pretore che avevano occupato il Campidoglio.

Dopo i suoi 70 anni fu espulso dal paese dalla guerra civile, ma fu reintegrato e fatto console una VII volta. Come un vincitore, ha costruito un tempio per l'onore e Virtus delle spoglie del Cimbri e Teutoni.

Questi, dunque, sono stati i precedenti che dovevano fornire il exempla su cui i Romani dovevano trarre a modello per la loro vita. Le informazioni della Elogia, e in particolare i registri di magistrature, ha svolto un ruolo importante nella ricostruzione delle carriere politiche e le realizzazioni dei 'summi viri'. La ragione principale è che il Elogia contiene numerosi dettagli riguardanti le carriere dei politici repubblicani che non sono attestate altrove.



VALERIO MASSIMO

L'elogium di Marco Valerio Massimo (dict. 494) (E9) conclude notando che era stato nominato princeps senatus. Valerio è anche accreditato, nell'iscrizione, di aver ristabilito l'accordo tra la plebe che si era arroccata sul Monte Sacro e il Senato nel 494 ac Vi è, tuttavia, un'altra tradizione: sia Livio che Dionigi affermano che Valerio non era responsabile di aver posto fine alla secessione. Forse coloro che compongono gli Elogia dovevano scegliere una versione.
L'elogium 1000. Maximus (dict.494) (E9) conclude notando che era stato nominato Princeps Senatus. Questo non è, tuttavia, confermata da alcuna fonte letteraria, e quindi la data esatta di questo appuntamento è incerto.



APPIO CLAUDIO

Molti dettagli della carriera politica di Appio Claudio Cieco (cos. 307) (E13) sono conosciute solo dal suo elogium.

La sua dittatura non è menzionata nelle fonti letterarie, né lo sono i suoi secondo e terzo incarichi interrex. Inoltre l'elogio è l'unica evidenza della sua carica di pretore, edile, questore e tribuno militare.
Nota l'iscrizione che Cieco, come console nel 296 ac, sconfisse gli Etruschi e Sabini.

Tuttavia, nessuna prova riporta la presenza dei Sabini nel conflitto, e quindi questo dettaglio dal elogium è stato respinto come errore storico.
E' difficile pensare che qualcuno ponga una notizia errata in un elogium che è alla vista di tutti, presenti e posteri, e nel caso fosse un errore sarebbe stato corretto. Evidentemente esisteva una diversa tradizione andata perduta.



FABIO MASSIMO

L'elogium di Q. Fabio Massimo (cos.233) (E16) è l'unica prova per i suoi due incarichi di interrex, la sua edilità, le sue cariche di questore, e i suoi due tribunati militari militare, l'edilità,  la questura e il tribunato del comando militare.



SCIPIONE ASIATICO

Cornelio Scipione Asiatico sono noti solo dal suo elogium, e l'iscrizione di L. Emilio Paolo, fornisce l'unica prova che è stato nominato interrex, fu questore, e ricopre la carica di tribuno militare tre volte.



GIULIO CESARE SENIOR

Anche se il 52 elogium di Iulius Caesar (pr.ca.92), il padre del dittatore, è frammentaria, le abbreviazioni per gli uffici del questore e tribuno militare sono chiaramente visibili. Le fonti letterarie, tuttavia, non menzionano che Cesare tiene questi offices.
L'ultima riga delle registrazioni elogium che Cesare era responsabile per la composizione coloni sull'isola di Cercina.  Questo non è registrata altrove, ma è stato suggerito che questa colonia è stata fondata, secondo la normativa Direttiva agraria.

Questo non è registrata altrove, ma è stato suggerito che questa colonia fu fondata secondo la legislazione agraria di L. Appuleius Saturnino. Cesare fu apparentemente un membro della commissione (decemviri) che effettuò le leggi di Saturninus. Nominato anche per questa commissione era C. lulius Cesare Strabone (aed.cur. 90). Tutti i restauri di elogium di Strabone, anche se frammentarie, comprendono la sua appartenenza a questo decemvirato. L'iscrizione conferma che Strabone ha tenuto queste magistrature.



LICINIO LUCULLO 

L'elogio di L. Licinius Lucullus (cos.74) (E26) fornisce anch'esso notizie non provenienti da altre fonti, che fu un tribuno militare e che fece parte di un collegio di auguri.

Evidentemente fu tribuno militare sotto il comando di Sulla, durante la Guerra Sociale. Anche se l'annotazione è di Plutarco, alcuni sono scettici sulla notizia, poichè non ha altre fonti.



NERO CLAUDIUS DRUSUS 

Il sacerdozio augurale di Nero Claudius Drusus è assente dalle fonti, inoltre fu tribuno militare in due occasioni. Sembra probabile che chi è stato responsabile delle iscrizioni abbia attinto da fonti non sopravvissute. Questi potrebbero essere opere di Varrone e Atticus, entrambi inclusi brevi descrizioni verbali riguardanti la vita e le realizzazioni degli individui raffigurati. È stato anche suggerito che una versione augustea degli Annales Maximi può aver fornito alcune delle informazioni che si trovano nel Elogia.



ANNALES PONTIFICUM MAXIMORUM

Gli Annales Maximi erano una cronaca mantenuta dal pontifex maximus che conteneva le liste annuali dei prodigi di cui erano stati testimoni, e anche registrato altri eventi storici. Questi elenchi annuali originarono nel periodo monarchico, quando Anco Marzio fece il pontifex per visualizzare una tabula di marmo bianco che conteneva una sintesi degli eventi che hanno avuto luogo nel corso dell'anno precedente. La tabula, come gli augustea Elogia, elencava le varie magistrature e i nomi delle persone che hanno tenuto gli uffici.

Alla fine dell'anno, i contenuti della tabula venivano registrati in quello che è diventato noto come il Libri Annales Pontificum Maximorum. Questa pratica sembra aver continuato fino alla fine del II sec. RC., Quando il pontefice P. Muzio Scevola cessò di costituire la tabula annuale. Le liste dei magistrati negli Annales, e gli altri dettagli storici, può essere stata una fonte per gli storici antichi, ma non vi è alcuna indicazione di come fossero accessibili, o in che misura fossero consultati.

Se le liste pontefici prima erano disponibili, avrebbero potuto essere consultati da colui cui era affidata la ricerca di pertinenza, e la composizione, della augustea Elogia. Poiché sembra che gli Annales Maximi contenesse informazioni poi inclusi negli Elogia, questi elenchi possono fornire gran parte delle informazioni che non può essere trovata in altre fonti.



LE RES GESTAE

Svetonio afferma che Augusto decretò che le persone ritratte nel Foro erano destinate a fungere da esempio per i futuri leader di Roma, e, soprattutto, dovevano essere i modelli con cui Augusto, e i suoi, dovevano essere confrontati e da cui dovevano essere giudicati '. Questa dichiarazione è stata fatta da Augusto nel 2 dc, ma fu solo dopo la sua morte, il 19 agosto 14 dc, che il popolo romano venne fornito con il documento che ha fornito i dettagli del suo governo, e che ha consentito un confronto diretto con coloro che era stato ritenuti exempla.

Il documento è le Res Gestae, rendiconto dell'imperatore del suo mandato come governatore del mondo romano. Questo capitolo esamina i vari collegamenti tra la Res Gestae, le statue, e il Elogia del Forum.

Deve essere dimostrato che tutti e tre sono stati impiegati da Augusto per illustrare e annunciare, che era il leader di maggior successo, e il più distinto, nella storia di Roma.

La Res Gestae e il Foro di Augusto, con la sua statuaria e Elogia, devono essere considerati come interdipendenti e complementari. Nel Forum, la preminenza di Augusto su quelli che lo avevano preceduto si rileva immediatamente da chi entra nel Forum. Situato direttamente di fronte al Tempio di Marte Ultore, e centrato tra le sale colonnate, era la statua di una quadriga con il titolo di pater patriae inscritto sulla sua base. Augusto conferma che la statua è stata istituita nel Foro a seguito di un decreto del Senato, e che il titolo di 'padre della patria' è stato dato a lui dal senato, i cavalieri, e il popolo di Roma.

Non si sa se vi fosse sulla quadriga la statua dell'imperatore, ma in ogni caso i Romani avrebbero associato la statua con l'imperatore. L'iscrizione del pater patriae titolo sulla base della statua era in suo onore. Tutti i romani avevano apparentemente partecipato a conferire questo titolo su di Augusto, il 5 febbraio 2 dc: e peretanto chi entra nel forum avrebbe facilmente riconosciuto i successi, e l'importanza, del loro imperatore.

Il carro trainato da quattro cavalli era, a partire intorno al 30 ac, impiegato nel linguaggio figurato trionfale che commemora i successi di Augusto. L'immagine della quadriga è inserita in una serie di archi, e su un certo numero di monete emesse dopo il 30 ac

Diodoro conferma che gli archi sono stati costruiti nel 30 ac. per celebrare la vittoria di Azio, nel 27 ac., e conferma che il Senato decretò, nel 20 ac, che un arco doveva essere costruito per commemorare la vittoria di Augusto sui Parti. Un denaro emesso circa il 29 a.c., rivela che uno degli archi costruiti in onore di Azio era sormontata da una statua di quattro cavalli essendo guidato da Augusto.

L' immagine è stata inclusa anche su almeno uno degli archi eretto in onore delle riparazioni stradali della Flaminia che Augusto ha intrapreso nel 27 a.c. Emesso circa nel 18 a.c., un denaro commemora queste riparazioni raffigurando un viadotto e un arco, su cui siede una quadriga.

Dal momento che il titolo era stato assegnato solo a pochi eletti, Augusto, dal 2 a.c., si distingue dalla maggior parte dei suoi predecessori, ed è evidente che la statuaria e Elogia sono stati impiegati da Augusto a ritrarre se stesso come il leader più illustri, e di successo, nella storia di Roma.

Di conseguenza, Augusto istituì statue nel Foro che pubblicizzato la sua ascendenza. Nel centro del nord-ovest esedra, una statua di Enea era circondato dai re Albani, e altri membri della linea Julia. Di fronte ad Enea, al centro dell'esedra sud-est, era una statua di Romolo. Il nome di Augusto era inciso sull'architrave del Tempio di Marte Ultore,  e sembra che l'architrave fosse posizionato esattamente parallelo alle statue di Enea e di Romolo.

L'effetto risultante era che Augusto sembrava collegato ad entrambi Enea e Romolo, e il legame tra gli Julii ed Enea e Romolo era stato precedentemente stabilito, ma Augusto lo rafforzò col forum. Augusto, scelse di includere nel foro gli antenati delle famiglie dominanti tradizionali di Roma, e ha sostenuto, come notato da Svetonio, che questi individui erano stati inclusi perché i loro successi, il valore, e il comportamento sono stati i modelli su cui aveva basato la propria vita, e su cui gli altri dovrebbero modellare la loro.

Anche se gli eroi repubblicani possono essere stati scelti per le loro qualità esemplari, l'inserimento di questi uomini nel Foro ha inoltre permesso Augusto di associare se stesso, e la sua famiglia, con i grandi uomini del passato di Roma.

La familia Julia non ebbe successo, almeno politicamente, durante la Repubblica, e nel tentativo di alleviare queste carenze, Augusto cercò di collegare la famiglia Iulia con le famiglie eminenti della Repubblica.  Circondando le statue della sua famiglia con quelli del summi viri, Augusto associò il destino di Roma, e tutti gli eventi della storia di Roma, con la gens Julia.

Egli era responsabile della costruzione del Foro, in cui i suoi antenati giocavano come statue un ruolo preminente, e il suo nome adornava il tempio di Marte Ultore. Comunque fu il senato a chiedere una quadriga con Augusto e la Vittoria che dominasse tutto il foro, e fu il popolo a chiedere per lui il titolo di Padre della Patria inciso sotto la sua statua, lo stesso titolo che appartenne a Cesare, il suo padre adottivo.

La quadriga significò la preminenza di Augusto su ogni leader romano e divenne il punto focale dell'intero complesso, punto di arrivo della progressione storica della gens Iulia, e dei summi viri, coll'intento anzitutto di definire il ruolo della sua gens nella storia, poi di fare gli Elogia di sè attraverso le epigrafi del Forum prima e delle Res Gestae poi.

Un confronto tra la fraseologia impiegata sia nella Res Gestae e la elogia rivela che ci sono analogie compositive tra i due documenti. "Per esempio, l'elogio di Q. Fabio Massimo (cos.233) (E16) Ricorda che egli venne in aiuto dell'esercito quando era stato vinto dal nemico, nelle Res Gestae Augusto descrive la sua vittoria sull'esercito dei Daci".

L 'elogium di C. Marius (E22) nota "che egli, durante il VI consolato, ha liberato lo Stato da un'insurrezione". Augusto usa gli Stessi termini quando descrive la vittoria su Antonio.
L'iscrizione di Mario Ricorda che "con il bottino di guerra costruì un tempio dell'Onore e Virtus". Così Augusto asseri di aver costruito il tempio di Marte Ultore e il Forum con i profitti delle guerre.

Augusto sembra interessato a ritrarre se stesso come uno che supera le realizzazioni dei suoi predecessori. Ad esempio, elogium (E22) registra Marius che aveva portato re Giugurta dietro al suo carro in una processione trionfale. L'iscrizione che Mario fu console 7 Volte, comporta che Augusto ha trascinato prigionieri regali dietro al suo carro a ben 9 processioni trionfali, per giunta era stato console di Stato 13 volte, e anche che era stato Principe del Senato per 40 Anni. Più di Q. Fabio Massimo, il cui record elogium che era princeps senatus due volte.

E' chiaro che le Res Gestae dovevano raffigurare Augusto come capo degli esempi. In tutti gli aspetti, siano essi realizzazioni, incarichi ricoperti, onori, Augusto superava i suoi predecessori. Sembra che le Res Gestae non solo sono state modellate sulle iscrizioni, ma è stato volutamente composto in modo che Augusto sia sempre di gran lunga maggiore rispetto a quelli del Forum.

Svetonio afferma che la Res Gestae è uno dei tre documenti che Augusto ha affidato alla cura delle Vestali nel mese di aprile, il 13 dc. Svetonio afferma che Augusto aveva scritto un resoconto della sua vita nel 26 ac., e Augusto aveva enumerato i suoi successi in un manoscritto che lesse al Senato. Ciò suggerirebbe che Augusto si occupava di fornire la storia della sua vita per i posteri molto prima, forse dall'inizio della sua carriera, continuamente aggiornato e modificato, fino a quando non è stato depositato presso le Vestali.

Le somiglianze nel contenuto tra gli Elogia e le Res Gestae sembrano essere state intenzionali. Augusto con le Res Gestae voleva non solo a proclamare il suo contributo alla storia romana, ma voleva sancire che nelle sue realizzazioni Augusto aveva superato tutti quelli che lo avevano preceduto. In effetti fu uno dei migliori uomini che Roma abbia mai avuto nel comando dell'Impero.




 LE VIRTU' DI AUGUSTO E GLI ELOGIA

Nel 27 ac, il senato e il popolo di Roma onorarono Augusto con uno scudo d'oro, chiamato il "virtutis Clupeus". Questo scudo, posto nella Curia Julia, venne dato ad Augusto a causa delle sue virtus: clementia, iustitia e pietas. "clupeus aureus in curia Julia positus, quem mih; senaturn populumque Romanum osare virtutis ciementiaeque et iustitiae et pielatis caussa testatum est per eius cIupei inscripiionem" ('uno scudo d'oro è stata collocata nella Curia Iulia, che, come la iscrizione di tale scudo testimoniato, è stato dato a me dal senato e popolo romano per premio di coraggio, clemenza, giustizia e pietà'). Queste erano le virtù su cui Augusto scelse di basare la sua vita, e che continuamente si sforzò di dimostrare attraverso le sue azioni e il suo comportamento.

La pratica di attribuire canoni delle virtù di una persona, sembra abbia avuto origine nel periodo tardo arcaico in Grecia. Platone, nella Repubblica, ha stabilito la dottrina della quattro virtù del quale uno Stato deve possedere, saggezza, giustizia, il coraggio, e la moderazione.  Altre virtù, tuttavia, come la pietà, potrebbero essere inclusi, se il contesto lo richiede.

Gli Elogia dalla tomba degli Scipioni (ILS 1-10) rivela che le virtù sono state attribuite ai singoli nella Repubblica. Virtus è notata nelle iscrizioni, e sono incluse anche altre virtù, come honos e sapientia. Sembra probabile, tuttavia, che Augusto scelse questa virtù per emulare Cesare, che fu lodato e onorato soprattutto per la sua clementia.

In Augusto 'Virtus è illustrata all'inizio della Res Gestae. Nel primo paragrafo, Augusto è ritratto come il giovane coraggioso che prende su di sé l'onere per difendere la res publica. È nel paragrafo seguente, le due vittorie contro Bruto e Cassio ancora definiscono Augusto come il generale eroico.'  Il tema di Augusto del coraggioso generale che affronta tutti i nemici per il bene di Roma è mantenuta in tutto il documento.

La  Clemenza di Augusto è chiarita all'inizio della Res Gestae in quanto ha mostrato misericordia a entrambi cittadini romani e stranieri.  Justitia era, se applicato a un uomo di Stato, indicativo di uno che governa in modo giusto, e conduce se stesso secondo le tradizioni consolidate.
Augusto applica il concetto di Iustitia belle legalità romane per condannare Bruto e Cassius. In entrambi i casi Augusto è ritratto come il solo statista che è conforme ai costumi romani, al fine di raggiungere il potere, e si affida sulla giustizia per realizzare i suoi obiettivi.

Anche se Augusto include altri aspetti della sua Iustitia, è il rispetto delle leggi romane, e i costumi, che sono raffigurate più spesso in Res Gestae. La riverenza Augusto 'per la tradizione romana è chiaramente illustrato dal suo rifiuto di occupare qualsiasi posizione che era in contrasto con il mos maiorom.

Richiamando l'attenzione sul fatto che tutti gli aspetti del suo governo erano stati autorizzati dallo Stato, Augusto ha sottolineato la validità della sua posizione, e afferma di non aver mai combattuta una guerra ingiusta, dal momento che la tradizione romana prescriveva solo guerre giuste,

Quando una carenza di grano minacciò Roma, Augustus nota che ha intrapreso la posizione del curatore annonae e rapidamente ha alleviato il problema. L'ultima virtù attribuita ad Augusto sul Clupeus virtutis è pietas. Anche se questa virtù, per i romani, denota rispetto per gli Dei, e il senso del dovere, per la famiglia e la patria.  In questo caso, la pietas di Augusto è illustrata dal suo senso del dovere, che gli imponeva di vendicare la morte del padre.

Uno dei sottoprodotti della sua campagna di successo è stato il Tempio di Marte Vltor che Augusto aveva, nel perseguire gli assassini di suo padre, promesso di costruire se il Dio gli permesse il suo atto di pietas, cioè la vendetta.

Il Tempio di Marte Ultor, e la sua menzione nella Res Gestae, espone la pietas Augusta su due livelli. Da un lato, Augusto dimostra il rispetto per gli Dei costruendo il tempio, ma d'altra parte, la struttura serviva come testimonial di Augusto per la sua devozione al padre.

Augusto, come è raffigurato nella Res Gestae, ha mostrato rispetto per gli Dei, e per la religione romana nel suo complesso. Augusto, come riferito dalle Res Gestae, restaurò ottantadue templi, altri ne costruì e occupò vari uffici religiosi onde perpetuare la pax deorum.

La 'pace degli Dei "è stata mantenuta attraverso la corretta osservanza delle procedure religiose che avevano lo scopo di placare gli Dei. Augustus pietas verso gli Dei, dunque, sembra essere strettamente collegato alla sua pietas verso lo stato. Da un lato le azioni  di Augusto rivelano la sua devozione agli Dei, ma d'altra parte le sue offerte alle divinità, la sua partecipazione a cerimonie religiose, e le sue edificazioni religiose contribuirono al mantenimento della pax deorom che, ovviamente, ha beneficiato l'intero stato.

Insomma Augusto, nella Res Gestae, chiaramente dimostra che le sue virtù di gran lunga hanno superato quelle dei suoi predecessori. Così il Foro venne costruito per snellire la congestione dei tribunali e quella dei fori, ma con la statuaria divenne un monumento ai successi di Augusto, e simbolicamente lo proclamò come apice della storia romana. Gli Elogia furono un mezzo importante della capacità Augusto di presentare un'ottima immagine di se stesso.

Le statue e gli Elogia pertanto hanno consentito ad Augusto di collegarsi agli eroi del passato di Roma, e presentarsi come apice della storia. Inoltre gli Elogia, confrontando Augusto con i summi viri, ne esce come la massima gloria della storia romana.

Svetonio afferma che Augusto aveva depositato presso le vestali, oltre le sue Res Gestae, anche le indicazioni per il suo funerale. In effetti nel suo corteo funebre, il suo corpo e tre sue immagini furono posti in prima linea nel corteo, seguiti dalle immagina degli antenati di Augusto, poi un'immagine di Romolo e le immagina di altri romani di spicco, tra cui quella di Pompeo Magno.  Tradizionalmente, le immagina degli antenati del defunto precedevano il corpo, e non si includevano immagini aldifuori dei parenti.


LE STATUE DEL FORO DI AUGUSTO 


AENEAS  ( ENEA)
 "Aen[e]a[s Venerisf(ilius)] Latin[orum rex]. Regnav[it annos III]."
Enea divenne re dei latini dopo la morte di re Latino. (Dion. Hal. Livio). la durata del suo regno è confermata da Dion. Hal..

Nel foro di Pompei c'è un altro elogio:

"Aenea(s Ven]eris 1 et Anchisa[e j(ilius) Troia]nos
qui capta Tr[oia bello s]uper
 [fiJe ]rant in It[a/iam adduxit.
BellJum su[scepil- -I --]en[ - - 1 --]
bu[ - - -]1 [oppidum Lavinium] cond[idit 1 
et ibi regnavit an]nos tris. 
In [bel]lo Lauren[ti subi]lo non eonl[pa]ruit appel[latus]
q(ue) est Indigens I [palter et in deo[rum n]umero relatus."

(Enea, figlio di Venere e di Anchise, scappò coi troiani, che erano sopravvissuti quando Troia era caduta, in Italia. Egli affrontò una guerra.. fondò la città di Lavinio e qui regnò per tre anni. Nella guerra contro Laurento scomparì improvvisamente e fu chiamato Padre degli Indiges e considerato nel ruolo degli Dei.)


SILVIUS AENAS  (SILVIO ENEA) 
Silvius Aeneas 1 Aeneae et Lavilniae filius. (Silvio Enea, figlio di Enea e Lavinia - Lavino). 


AENAS SILVIUS  (ENEA SILVIO)
[Aeneas] Sil[vius I Iuli]j{ilius) I [Aeneae ne]po[s. I Regnavit a]nn(os) XXXI. 
(Enea Silvio, figlio di Giulio, nipote di Enea. Regnò per 31 anni. - Foro Romano)


ALBA SILVIUS  (ALBA SILVIO)
[Al]ba [Silvius Latini J(ilius). Regnavit ann(os) XXXIX). 
(Alba Silvio, figlio di Latino. Regnò 31 anni).


SILVIUS  (SILVIO) 
[- - - Si]lviij{ilius). I [RegnaviJt Albae ann(os) [- --}
( ... figlio di Silvio. [Regnò] su Alba per ..... anni. Foro augustano


PROCA SILVIUS  (PROCA SILVIO)
[Pr]oca [Silvius Aventini ftilius). Regnavit Albae ann(os) XXIII]. 
(Proca Silvio, figlio di Aventino. Regnò su Alba per 33 anni. - Foro augustano)


ROMULUS  (ROMOLO)
Romulus Martis I [f]ilius. Urbem Romam I [condi]dit et regnavit annos j duodequadraginta. Isque I primus dux duce hostium I Acrone rege Caeninensium I interfecto spolia opi[ma] Jovi Feretrio consecra[vil] I receptusque in deoru[m] I numerum Quirinu[s] I appellatu[s est].
(Romolo, figlio di Marte, fondò la città di Roma e regnò per 38 anni. Fu il primo capo che, dopo che il capo del nemico, Acron, re dei Caeninenses, venne distrutto, dedicò la spolia opima a Jupiter Feretrius.  Dopo essere stato accolto nel rango degli Dei,  fu chiamato Quirino. - Foro di Pompei )


A. POSTUMIO REGILLENSIS  (A.POSTUMIO REGILLENSE)
"Lalin[or]um exercitum [- - -] I cae [sis m]ulli[s milit]ibu[s- - -] I Supe[rhifJiliis et gen[tilihus- - -] I omn[- - - p]ernlmfp- - - ] I spem [ademit- - -] I aed[em Castoris- - -] I ex sfpoliis hostium vovit]" 
(Un esercito dei Latini ..... [quando] molti [soldati erano stati uccisi]. .... con i figli e i parenti di Superbo ... [che era scappato] speranza .... [devolse] al tempio [di Castore] dalle [spoglie dei nemici - Foro augustano).

"[Faenore gravi] I populum sen[atus] I hoc auctore /[iberavit]. I Sellae curnli[s locus] I ipsi posteri[ sque ad] I Murciae s[pectandi] I caussa pub [lice datus] I est. Prin[ ceps in senatum] I semell[ ectus est].
Il senato [sollevò] il popolo [di debito oneroso] con lui come sponsor. Con una sedia curule, [a scopo di vegliare], era [fornito] a spese pubbliche per lui e per i suoi discendenti [vicino] al tempio di Murcia. [E stato nominato] come Princeps [al Senato] una volta.


MARCUS VALERIUS MAXIMUS  (MARCO VALERIO MASSIMO)
M (Anius) Valerius I Volusi.f (Ilius) I Maximus I dittatore ed augure. Primus quam ho Ullum magistratum gereret ho dittatore dictus est Triumphavit I de Sabini et Medullinis. Foro Romano
Plebem I de sacro monte deduxit gratiam I cum patribus reconciliavit. hlelnore gravi populum senatus hoc I eius rei auctore liberavit. Sellae I curulis locus ipsi posterisque I ad Murciae spectandi caussa datus I est. Princeps in senatum semeillectus est. 

(Manio Valerio Massimo, figlio di Volusus, dittatore ed augure. Prima di tenere qualsiasi magistratura, è stato dichiarato dittatore. Ha celebrato un trionfo sui Sabini e la Medullini. Ha guidato la plebe giù dal monte sacro quando ristabilito un rapporto di amicizia con i Padri.
Il senato ha rilasciato la gente dal debito pesante con lui come il promotore di quel movimento. Un luogo con una sedia curule, con lo scopo di osservare, è stato fornito per lui e per i suoi discendenti vicino il tempio di Murcia. E 'stato nominato come Princeps al Senato una volta).


MARCUS FURIUS CAMILLIUS  (MARCO FURIO CAMILLO)
 "M. Furius Camillus. Veios post urbem I captam commigralri passus non est. I Etruscis ad Sutrium I [d]evictis Aequis et I [V1olscis subactis I tertium triumph[a]lvit. Quart(um) se[dato] I Velitern[orum hello et Gallis in Alhano agro caesis - - - ]"

Non permise una migrazione a Veio dopo che la città era stata catturata. Dopo aver sottomesso gli Etruschi vicino Sutrium e dopo aver conquistato gli Equi e i Volsci, ha festeggiato il terzo trionfo. (Ha celebrato) un quarto [dopo che si era conclusa la guerra con l'] Velitemians [e dopo aver distrutto i Galli nel territorio Alban ... ].

"[Cum Galli ab) siderent Capitoliurn I [virgines Ve] stales Caere deduxit I [ibi sacra at] que ritus sollemnes ne ho [intermitte] rentur curai sibi habuit I [urbe recup] Erata sacra et virgines I [Romam rev]"
 [Quando i Galli] assediato il Campidoglio, ha scortato la Vestale [vergini J di Caere. [In quel luogo] egli stesso esercitato cura in modo che i vasi sacri [] e le cerimonie religiose non possono [essere trascurate]. [Quando la città era stata ripresa portò] le vergini e dei vasi sacri [a Roma].

Veio cadde ad opera dei Romani nel 396 (Livio 5.22.8) e, successivamente, nel 395, la plebe propose una migrazione verso questa regione, al fine di stabilire una colonia (Livio 5.24.4-7). Questa proposta fu vanificata da Camillo (Livio 5.25.4-8). Nel 390, quando Roma fu catturato dai Galli (Livio 5.41.4-43.1), Camillo liberò la città (Livio, Plut Cam;.. De vir ill..).

In seguito, con la città distrutta, i tribuni della plebe avevano esortato a non ricostruire Roma, ma piuttosto di migrare a Veio (Livio). Camillo si oppose nuovamente impedendo la migrazione verso la città etrusca (Livio,.. De vir malato).
Nel 389, Camillo sconfisse gli Etruschi e i Volsci.
Nel 388, Camillo celebrato un trionfo a causa delle sue vittorie.
Nel 367, Camillo sconfisse i Galli e concluse la rivolta a Velitrae, e successivamente celebrò un trionfo.


QUINTUS FABIUS AMBUSTUS  (QUINTO FABIO AMBUSTO)
 "Bello Samnitium I cum auspicii repeltendi caussa Romam I redisset atque intelrim Q. Fabius Amb[ust(i).fi.ilius»)
I Maximus mag[ister) I equitum iniu[ssu I eiuJs proelio c[ onflixisset- - -)".
(Nella guerra sannitica, quando lui era tornato a Roma per bene ripetere gli auspici, nel frattempo il mastro cavaliere Quinto Fabio Massimo, figlio di Ambustus, in contrasto con i suoi ordini, si era impegnato in battaglia).

Il Cursore fu nominato dittatore al fine di proseguire la guerra contro i Sanniti. Cursore partì da Roma, ma a causa di auspici poco chiare tornò a Roma per riprendere gli auspici. Livio conferma che il cursore ha ordinato al luogotenente (identificato come Quinto Fabio Massimo Rulliano da Tito Livio; Fabio Massimo Rulliano dalla Val Max) di non impegnare il nemico.


APPIUS CLAUDIUS CAECUS  (APPIO CLAUDIO CECO)
" [Comp/u]ra oppi[da de Samni]tib[us cepit. Sabinoru]m el Tus[corum exercil]um [ludi!. P]ac[em fie]ri culm Pyrrho rege prohibuil.] In ce[nsura viam Appiam stravit e]t aq[ uam in urbem adduxit. Aedem Bellon ]ae fer cit]."
(Prese molte città dai Sanniti. Ha indirizzato l'esercito contro Sabini ed Etruschi. Vietò pace  con il re Pirro. Nella sua censura posò la via Appia e portò l'acqua nella città. Ha costruito il tempio di Bellona - Foro augustano)

 "Appius Claudius I C(aius)f(ilius) Caecus I censor co(n)s(ul) bis dict(ator) interrex (ter) I pr(aetor) (bis) aed(ilis) cur(ulis) (bis) q(uaestor) tr(ibunus) mil(itum) (ter). ComlfJlura oppida de Samnitibus cepit I Sabinorum et Tuscorum exerciltumfodit. Pacem fieri cum [p[yrrho I rege prohibuit. In censura viam I Appiam slravit et aquam in urbem adduxit. Aedem Bellonae I fecit."
(Appio Claudio Cieco, figlio di Gaio, censore, due volte console, dittatore, tre volte interrex, due volte pretore, due volte aedile curule, questore, tribuno militare tre volte. Ha preso molte città dai Sanniti. Ha indirizzato l'esercito contro Sabini ed Etruschi. Egli proibì la pace con il re Pirro. Nella sua censura pose la via Appia e portò l'acqua nella città. Ha costruito il tempio di Bellona).


CAIUS FABRICIUS LUSCINUS (CAIO FABRIZIO LUSCINO)
Forum Romanum (Basilica Aemilia)
"[C(aius) Fabricius C(aii).f(ilius) C(aii) n(epos) Luscinus] 1 [- - -] 1 [- - - Lucanos Bruttiosque 1 devicit] et ite[rum de eis triumphavit 1 aerari]o ex isdem [praedam intulit HS - - -I missus] ad Pyrrh[um regem ut captivos 1 redi]meret e.ffe[cit ut ei populo Romano 1 gratis redJderentu[r - - -]."
(Gaius Fabricius Luscinus, figlio di Gaius, nipote di Gaius, ... sconfisse i Lucani e i Bruttii, e su di loro nuovamente celebrò un trionfo. Dal bottino preso in guerra, depositatò i sesterzi nel tesoro. .. fu mandato a re Pirro perché potesse riscattare i prigionieri e riportò quei prigionieri che vennero restituiti senza pagamento al popolo romano). Forum Romanum (Basilica Aemilia)

Fabrizio Luscino fu console nel 282 e nel 278. Come console nel 282, Fabricius sconfisse i Sanniti, i  Lucani, e i Brutti.  Dion Hal narra che celebrò un trionfo dopo le sue vittorie.
L'ammontare dei tesori del bottino raccolto da Fabricius è calcolato da Dione 400 talenti. Come legato ambasciatore nel 280, Fabrizio negoziò con successo il rilascio dei romani presi prigionieri da Pirro.


CAIUS DUILIUS  (CAIO DUILIO)
2-3) Pri [mus --- triumphum n] ava / [em
4) [s] tatua q [uoque] Dessau.

Come console nel 260, C. Duilio M. f M. sconfisse le forze navali di Annibale al largo della costa della Sicilia. Le fonti narrano che questa fu la prima vittoria navale di Roma. Dopo aver celebrato il suo trionfo, Duilio, secondo le fonti, portò a casa dei tedofori e zampognari.  - Foro augusto
A quell'uomo fu permesso di tornare a casa da un banchetto con un flautista e un dadoforo (portatore di torcia) e una statua con una colonna fu istituita per lui presso la corte di Vu1cano.
Le fonti tacciono sulla statua di Duilio, comunque, la colonna onorifica (columna rostrata) è riferita da entrambe le fonti, di Sil. e Plinio.


QUINTUS FABIUS MAXIMUS  (QUINTO FABIO MASSIMO)
"[Q(uintus) Fabius Q(uinti)f(ilius)] Maxim[us I dictator bis co(n)s(ul) qui]nquien[s I censor interrex b]is aed(ilis) cu[r(ulis) q(uaestor) bis tr(ibunus) mil(itum) bis pontif(ex) aug(ur)]" 

"[Quintus Fabius] Maximus, [son of Quintus, twice dictator, consul five times, censor,] twice [interrex,] curule aedile, [twice quaestor, twice military tribune, pontifex, and augur]"


"[Q(uintus) Fabius] I Q(uinti)f(ilius) Maximus I dictator bis co(n)s(ul) (quinquiens) cenlsor interrex (bis) aed(ilis) cur(ulis) I q(uaestor) b(is) tr(ibunus) mil(itum) (bis) pontifex augur. I Primo consulatu Ligures subelgit ex iis triumphavit. Tertia et I quarto Hanllibalem complurilbus victoris ferocem subsequenldD coercuit. Dictator magistro I equitum Minucio quoius popullus imperium cum dictatoris I imperio aequaverat et exercitui I projliglito subwinit et eo nomilne ab exercitli Minuciano palter appel/alus est. Consul quinltum Tarentum cepit triumphalvit. Dux aetatis suae cautissilmus el re[i] militaris peritissimus I habitus est. Princeps in senatum I duobus iustris lectus est"

([Quintus Fabius] Maximus, figlio di Quintus, due volte dittatore, console per cinque volte, censore, due volte interrex, curule aedile, due volte al questore, tribuno militare due volte, pontifex, e augure. Nel suo I consolato, sottomise i Liguri e celebrò il trionfo su di loro. Nel suo III e IV consolati, tenne in scacco Annibale con diverse vittorie seguendolo in giro.

Il dittatore è venuto in aiuto a Minucius, il luogotenente, il cui imperium era pari all'imperium del dittatore, ed è venuto in aiuto dell'esercito dopo che erano stati conquistati, e per questa ragione egli fu chiamato padre dall'esercito Minuciano. Come console per la V volta ha catturato Taranto, ha celebrato un trionfo. Era considerato il comandante più cauto della sua generazione e il più esperto in questioni militari. Venne nominato Princeps del Senato per due periodi di cinque anni)


CORNELIUS CETHEGUS  (CORNELIO CETEGO)
C. Cornelius L. f M. n. Cethegus fu console nel 197 .

"Klio  [- - -] et Cenom[anos - - -1- - -dJucem eo [rum - --]. ... and the Cenomani .... their leader.. .."
(Come console gli fu assegnato il compito di risolvere la rivolta dei Cenomani e degli Insubri nella Gallia Cisalpina. Cethegus sconfisse le tribù e celebrò un trionfo per la sua vittoria) (Basilica Aemilia)


LUCIUS SCIPIO ASIATICUS  (LUCIO SCIPIONE ASIATICO)
 "[L(ucius) Comeli]us P(ublii)f(ilius) S[cipio 1 Asia]ticus 1 [co(n)s(ul) pr(aetor) aed(i/is) cu]r(ulis) q(uaestor) tr(ibunus) [mil(itum)- --]. [Lucius Cornelius] Scipio Asiaticus, son of Pub Ii us, [consul, praetor, curule aedile,] quaestor, [military] tribune ..."
(L. Cornelius P. f. L. n. Scipio Asiaticus fu console nel 190, pretore nel  193, curule edile nel 195, e questore nel 196. Quando Scipio tornò dall'Asia nel 189, dopo aver sconfitto Antiochus, ricevette il nome di Asiaticus)


 AEMILIUS PAULLUS  (EMILIO PAOLO)
"Priore consu[/atu de Liguribus - - - ] Iris triumfphavit a/tero consu/atu I de Macedonibus et rege Perse triu ]mphavit I [- - -] consu/al[tu - - -llanos. In his first consulship, he celebrated a triumph ... [over the Ligurians. In his second consulship] he celebrated a triumph [over the Macedonians and king Perseus]. .. in his consulship ..."

"L(ucius) Aemilius I L(ucii)f(ilius) Paullus I co(n)s(ut) (bis) cens(or) interrex pr(aetor) aed(ilis) I cur(ulis) q(uaestor) tr{ibunus) mil(itum) tertio aug(ur). I Liguribus domitis priore I consu/atu triumphavit. Ilte17Jm co(n)s(ul) ut cum rege I [Per ]se bellum gereret a p[ olpuJo !Jactus est. Copias regis I [decem dieb Jus quibus Mac [ eldoniam atti]git delev[it I regem cum liberi]s cep[it].

(Lucius Aemilius Paullus, figlio di Lucius, due volte console, censore, interrex, pretore, curule edile, questore, tre volte tribuno militare, e augure. Dopo aver sottomesso i Liguri nel suo primo consolato, egli celebrò un trionfo. Fu scelto come console dal popolo per la seconda volta cosicchè potè condurre la guerra contro re Perseus. Conquistò la Macedonia in 10 giorni Macedonia dopo aver vinto le forze del re. Lucius catturò il re e i suoi figli.)
(Forum Romanum - Basilica Aemilia)


TIBERIUS SEMPRONIUS GRACCHUS (TIBERIO SEMPRONIO GRACCO)
" [Ti(iberius) SJempronius P(ublii)ft.ilius) I Graccus [- --]"
 (Tiberius] Sempronius Gracchus, figlio di Pub Ii us)


QUINTUS CAECILIUS METELLUS NUMIDICUS  (QUINTO CECILIO METELLO NUMIDIO)
"Q(uintus) Caec[ilius Q(uinti)j(ilius) Metellus I Numidicus I censor co(n)s(ul) pr(aetor)- --]"
(Quintus CaeciJius Metellus Numidicus, figlio di Quintus, censore, console, pretore) 


LUCIUS EQUITUS  (LUCIO EQUITO)
"[- - -]statem[ - - I - ce ]nsor L. Eq[ uitium censu prohibuit- - I -]s[ - - -]. ... statem ... as censor [he excluded]"
(Lucius Equitius.... escluse dalla lista dei cittadini..)
(Foro augusto)


GAIUS MARIUS  (GAIO MARIO)
"[C(aius) Marius C(aii).f(ilius) I co(n)s(ul) (septies) pr(aetor) tr(ibunus) pl(ebis) q(uaestor) a]ugur tr(ibunus) mi/(itum). Extra I [sortem bellum cum I]ugurtha rege Numid(iae) '[co(n)s(ul) gessit eum cepit et] triumphans in' [secunda consulatu] ante currum suum I [duci iussit. Tertium co]nsul apsens creatus I [est. Quartum co(n)s(ul) Teut]onorum exercitum I [delevit. Quintum co(n)s(ul)] Cimbrosfugavit ex ieis ell [leutonis iterum triump ]havit. Rem p(ublicam) turbatam , [s]edit[ionibus Iribuni plebei et praetoris] I quei arm[ati Capifolium oceupaverant I sextum] eo(n)s(ul) vindi[cavit. Post LXX annum patriaperarma I eivilia ex pulsus armis restitutus septimum I co(n)s(ul)faetus est. De manubieis Cimbric(is) et Teuton(icis) I aedem Honori et Virtuti victor fecit. Veste I triumphali ca/ceis patriciis I"

"[in senatum venit] . C(aius) Marius C(aii).f(i/ius) I co(n)s(ul) (septies) pr(aetor) tr(ibunus) pl(ebis) q(uaestor) augur tr(ibunus) militum.1 Extra sortem bellum cum Iugurta I rege Numidiae co(n)s(ul) gessit eum cepit let triumphans in secundo consulatu I ante currum suum duci iussit.1 Tertium co(n)s(ul) absens creatus est. I (Quartum) co(n)s(ul) Teutonorum exercitum I delevit. (Quintum) co(n)s(ul) Cimbrosfudit ex I iis et Teutonis iterum triumph[avit]. I Rem pub(licam) turbatam seditionibus tr(ibuni) pl(ebis)I et praetor(is) qui armati Capitolium I occupaverant (sextum) co(n)s(ul) vindicavit. I Post LXX annum putria per arma I civilia ex pulsus armis restitutus I (septimum) co(n)s(ul)factus est. De manubiis I Cimbric(is) et Teuton(icis) aedem Honori I et Virtuti victor fecit. Veste I triumphali calceis patriciis I"


GAIUS IULIUS CAESAR  (GAIO GIULIO CESARE padre del dittatore)
"[C(aius)/u]lius [C(aii).f(ilius) Caesar] l paterdi[vilulii] I [p)r(aetor) q(uaestor) tr(ibunus) [mil(itum)--]"
(Gaius Iulius Caesar, filgio di Gaius, padre del deificato Giulio pretore, questore e tribuno militare)

Egli condusse i coloni a Cercena.
2) [Plater d[ivi Iulii pr(aetor)]
- [PJater d[ivi Iulii proc(onsul) -
3) [aed(ilis) cu)r(ulis) q(uaestor) tr(ibunus) [mil(itum)]
- [p]r(aetor) q(uaestor) Ir(ibunus) [mil(itum) (decem)vir -
4) Cerce[ios -
- Cerce[inam -
La pretura di C. Julius C. f III Caesar, venne concessa nel 92, secondo altri nell'anno 100, o ancora dopo ma prima del 92. La riga finale dell'iscrizione riferisce che il ruolo di Cesare come membro della commissione dovette eseguire la legislazione di L. Appuleius Saturninus.
(Foro augusto)

"C(aius) Iulius L(uci) j(ilius) Caesar I Strabo I aed(ilis) cur(ulis) q(uaestor) tr(ibunus) mil(itum) his (decem)vir I agr(is) dand(is) adtr(ihuendis) iud(icandis) pontij(ex)"
(Gaius lulius Caesar Strabo, figlio di Lucius, curule aedile, quaestor, due volte tribuno militare, membro di una commissione di decemviri per garantire, attribuire, e determinare  territorie, e pontefice)


LUCIUS CORNELIUS SULLA  (LUCIO CORNELIO SILLA)
L. Cornelius L. f. P. n. Sulla Felix questore nel  107, fu pretore nel 93 e fu console nell'88, fu dittatore tra gli anni 82 e 79. Nell'82 si proclamò dittatore, e nell'81-80 trionfò su Mithridate, ed emise le sue riforme amministrative e constituzionali. Nel 79, Sulla lasciò la dittatura.
Plutarco afferma che Sulla, nel 79, ordinò che fosse chiamto Felix ('Fortunato') per la buona fortuna che aveva accompagnato i suoi successi.

"[L(ucius) Cornelius L(ucii) fiilius) Sulla] Felix [dict(ator)] co(n)[s(ul) bis pr(ae/or) q(uaestor)]" 
(Lucius Cornelius Sulla Felix, figlio di Lucius, dittatore, due volte console, pretore e questore)


LUCIUS LICINIUS LUCULLUS  (LUCIO LICINIO LUCULLO)
"L(ucius) Licinius L(ucii)j{ilius) I Lucullus I
co(n)s(ul) pr(aetor) aed(ilis) cur(ulis) q(uaestor)
I tr(ibunus) militum aug(ur).
I Triumphavit de rege Ponti Mithridate
I et de rege Armeniae{ e} Tigrane magnis I
utriusque regis copUs conp/uribus prolelis terra marique superatis.
Conlelgam suum pu/sum a rege Milhridat[e II
 cum se is Calchadona contulisset I
opsidione liberavit"
(Lucius Licinius Lucullus, figlio di Lucius, console, pretore, curule edile, questore, tribuno militare, ed augure. Celebrò un trionfo su Mithridate, re del Ponto, e su Tigrane, re dell'Armenia dopo che ebbe sottomesso le forze di ogni re in diverse battaglie di terra e di mare. Quando quell'uomo raggiunse la Calcedonia, liberò il suo collega che era stato spinto indietro da un blocco armato per mano del re Mitridate)

Lucullus fu console nel 74 ed ebbe la pretura nel 78, divenne edile con suo fratello nel 79 e fu questore nell'88. La data del suo tribunato è incerta. Le fonti tacciono su Lucullus augure. Lucullus, ottenuta la proroga del consolato, tornò a Roma nel 66, ma non celebrò il suo trionfo fino al 63. 

Lucullus, come  proconsole in Asia, Cilicia, Bithynia, e Pontus tra gli anni 73 e 66, comandò con successo la guerra contro Mithridate. L'iscrizione riferisce a Lucullo numerose  vittorie in oriente. Queste includerebbero ad esempio, la distruzione dell'esercito di Mithridate vicino a Cyzicus nel 73, di Mithridates a Cabira nel 72, e gli eventi del 69 quando, nel perseguire Mithridates, Lucullus entrò in Armenia e sconfisse le armate di Tigrane e Mithridate. Nel 74, Lucullus, dopo che M. Aurelius Cotta fu sconfitto da Mithridate ed assediato a Chalcedon, corse in aiuto del suo collega consolare.


MARCUS CLAUDIUS  (MARCO CLAUDIO)
"[M(arcus) ClaudJius [C(aius)fi..i1ius) Marc]ellu[s aed(i1is) eur(ulis)J pont[ij(ex)]. [Marcus Claudius Marcellus, son of Gaius, curule aedile, and] pontifex.
M. Claudius C. f. Marcellus fu curule aedile nel 23 e pontifex nel 24.


BIBLIO

- G. Pontiggia, M.C. Grandi - Letteratura latina. Storia e testi - Milano - Principato - 1996 -- Laura Chioffi - Elogia augustei, editi ed inediti, del Foro Romano - Mélanges de l'école française de Rome - Mefra - 1988 -
- Publio Virgilio Marone - Opere, Collana Classici latini e greci, Torino, UTET, 1971 -
- Fastorum anni Romani a Verrio Flacco ordinatorum reliquiae - cura et studio P.F. Fogginius - Romae - 1779 -
- Italo Lana - Velleio Patercolo o Della propaganda - 1952 -
- Gaio Svetonio Tranquillo - Vite dei dodici Cesari -
- Pseudo-Aristotele - De mirabilibus Auscultationibus - 84 -
- Plutarco - Vite parallele - Collana I millenni - Torino - Einaudi - 1958 -

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